ORSI ITALIANI MAGAZINE
La mia ultima volta
Un racconto di Kabir
(la continuazione de La mia prima volta)
Conobbi Onofrio, una quindicina d'anni fa in una caletta isolata al largo delle nostre coste del litorale sud.
Dopo che mi porto' a casa sua e mi svergino' non ebbi mai modo di andarlo a trovare.
Solo dopo un anno che lo conobbi cominciai a frequentarlo, ma molto sporadicamente.
Mi piaceva andare da lui perche' mi piaceva molto. Era un uomo molto robusto con una forte muscolatura, aveva due braccia possenti ed i polsi molto larghi. Il suo corpo era ricoperto da una folta peluria nera, che lo rendeva molto attraente. Onofrio dava sempre il meglio di se stesso, quando andavo a trovarlo.
Gli piaceva prima farsi fare i pompini e leccare sul tutto il corpo e dopo mi scopava almeno due volte.
Mi piaceva farmi sottomettere e dominare da lui, perche' ci sapeva veramente fare. Prima di andare a casa sua, lo chiamavo almeno due giorni prima e lui mi dava la maggior parte delle volte, il suo permesso.
Mi ricordo che sette anni fa mi rispose male al telefono. Fu molto sgarbato con me. Quasi non ci credevo che mi avesse trattato cosi'. Il problema forse era che cominciavo a frequentarlo piu' spesso e a lui cio' non andava.
Cosi' decisi per un lungo periodo di non frequentarlo piu', anche perche' me l'ero presa male.
Ma un bel giorno mi venne nostalgia di quelle belle chiavate fatte a casa sua nella sua camera da letto nella doccia, sul salotto per terra e presi la cornetta del telefono e ruppi cosi' il ghiaccio.
Quando mi rispose non mi riconobbe!
Mi disse: < Chi e'?>
Io risposi: < Ma sono Vittorio, non ti ricordi piu' di me?>.
Allora lui:<Vittorio, carissimo come stai? Vieni a trovarmi sono qui da solo, vieni ho bisogno della tua compagnia!>.
Andai a trovarlo a casa sua. Mi apri' la porta e lo trovai in vestaglia. Entrammo in salotto e lui mi strinse e comincio a baciarmi e a darmi la lingua.
Io mi eccitai e mi abbassai verso i suoi piedi cominciando a leccargli le sue gambe robuste e pelose, sino a salire su verso il suo pene. Il suo uccello era gia' bello duro e fuoriusciva dalla vestaglia. Glielo presi tutto subito in bocca e cominciai a succhiarglielo.
Come al solito era pulito e sapeva di profumato. Ci teneva molto a lavarselo prima di farsi spompinare.
Lui comincio' a sospirare dal piacere che provava, ma quando divenne troppo grosso e duro volle abbassarsi verso di me e succhiare anche il mio.
Dopodiche' io volli ancora leccare le sue gambe. Mentre ero abbassato lui mi disse: <Rimani cosi' per terra!> Io feci come mi chiese.
Dopo mi salto' in groppa e mi inculo' con la sua solita foga.
Da quel giorno cominciai a frequentare di nuovo la sua casa, non mi sembrava vero di avere di nuovo il mio amico. Ogni volta che andavo mi scopava con ardore in tutte le posizioni.
Non gli piaceva molto fare il 69, lo faceva sempre mal volentieri se non per leccarmi il buchetto e non per pomparmi. Odiava la posizione bilaterale. Gli piaceva fottermi alla pecorina, cosi' si sentiva maschio e dominatore.
Cosi' ci frequentammo per altri cinque anni sempre sporadicamente, sino allo scorso anno, finche' un giorno qualcosa accadde.
La nostra intesa sessuale si era intensificata al massimo tanto che negli ultimi mesi, lo andavo a trovare una volta alla settimana.
L'ultima volta che andai a casa sua mi disse: <Sai, i miei vicini ti hanno notato, non sono abituati a vedere gente venire in casa e tantomeno vedere una persona frequentarmi spesso.>
Io cominciai a sospettare di qualcosa, la mia paura era che mi volesse lasciare.
Quel giorno che mi disse queste cose, mi fece entrare in casa. Lui era in vestaglia e mi chiese di entrare con lui in bagno.
Io lo segui. Dopo di lui si appoggio' sul lavandino e mi disse: <Abbassati!>.
E mentre io mi abbassai lui apri la vestaglia, prese il suo uccello e con l'altra mano appoggiata sulla mia testa, mi disse:< Dai! Fammi un bocchino!>
Io cominciai a leccargli la sua cappella con molta calma. Ma lui grido': <Dai prendilo tutto in bocca e succhialo!>.
Io obbedii ai suoi ordini cercando di accontentarlo. Quando fu inumidito per bene mi disse:
< Mettiti all'angolo, e girati!>.
Notai dai suoi occhi che fosse molto arrapato.
<Ma dove?> io gli risposi.
<Qui in questo angolo>
<Per fare cosa?> io incredulo gli risposi.
E lui.< Ma non l'hai capito? Ti voglio inculare qui! Adesso sta' zitto. Girati ed abbassati un po', cosi' te lo metto tutto dentro!>
Io feci come lui mi chiese e dopo afferro' i miei fianchi con forza. Sentii che voleva penetrarmi. Ma siccome non ero sufficientemente rilassato, il suo uccello non voleva entrare. Lui andava molto di fretta perche' era arrapato. Di solito mi leccava il buco prima di penetrarmi.
Vidi allora che prese dal bide' il sapone intimo in gel, lo cosparse sulle sue dita e poi me lo cosparse sul buco. Dopo mi infilo' le due dita dentro facendole roteare dentro.
Infine mi penetro' violentemente, tanto che mi fece gridare dal dolore.
Io supplicai:<Piano, mi fai male!>
E lui:<E da quando non ti piace prendere il cazzo nel culo?>.
Lo diceva mentre vibrava dei colpi vigorosi.
Allora per accontentarlo gli dissi: < Si' mi piace, sto godendo!>.
E lui gridando mi disse: <Hai visto che ti piace! Zoccola!>
Quando venne lo sfilo' quasi subito. Notai che si era stancato ma aveva sfogato bene i suoi istinti virili. Ci lavammo, mentre passavamo per la grande specchiera del bagno sorrise a vedere i nostri corpi nudi e notando le nostre pance che si erano ingrandite nel corso degli ultimi anni. Infine mi invito' sul suo letto e ci stendemmo nudi.
Lui poi mi disse. < Dai! Stiamo cosi'>
Ci abbracciammo. Lui comincio' ad accarezzarmi e coccolarmi.
Io gli toccai la sua folta peluria. Infine ci baciammo.
Io avevo ancora una voglia matta di farmi penetrare e quindi scesi giu' verso il suo uccello che non voleva indurirsi.
Forse i suoi 65 anni gia' cominciavano a farsi sentire.
Rimanemmo piu' di mezzora stesi cosi', io col suo cazzo molle in bocca.
Quasi mi ero stancato di ciucciarlo per molto tempo senza che venisse duro.
Rimasi fermo li' col suo uccello in bocca e mentre ero in basso steso sul letto ammiravo il suo corpo di omone peloso.
Mi venne la felice idea di leccargli il suo orifizio cercando di infilare la punta della mia lingua dentro.
Vidi finalmente che il suo uccello cominciava finalmente a reagire. Io continuai l'operazione e quando si inturgidi' lo presi tutto in bocca.
E lui mi disse:<Hai una bocca fatta per succhiare. Sei proprio una grande zoccola!>
Io quindi mi stesi sul letto aprendo le gambe e lui allora mi venne sopra sorridendo e me lo infilo lentamente tutto dentro dicendomi: <Prendilo nel culo, zoccola!>
Fu proprio in quel momento che cominciai a gridare dal piacere. Non capivo piu' niente, stesi le mie gambe in alto verso le sue scapole.
Avevo voglia di sentirlo tutto dentro.
Alla fine raggiungemmo entrambi e con intensita' l'orgasmo.
Il mio buco si contraeva quasi volesse succhiare il suo uccello dentro.
Lui sorrise e poi mi disse. <Zoccola, hai goduto?>
Fu quella l'ultima e piu' bella scopata mai fatta con lui.
Provai a chiamarlo una due tre volte. Ma lui trovava sempre una scusa per non farmi andare a casa sua. Finche' un giorno mi rispose male e mi mise giu' la cornetta del telefono.
Fu forse perche' avesse un altro amante oppure perche' cominciava a perdere i colpi, non mi volle piu' vedere. Ed io da arrabbiato che sono, non lo cerco mai piu'.
fine
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