ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Storie di chihuahua, della peculiarità del numero due e di una confessione

S01E01 - Lo sbilanciamento del chihuahua

Un racconto di kikiM


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.



"Eccoci qua..." pensai quando sentii le sue mani calde sulla mia schiena mentre lentamente mi possedeva.

In un attimo di pausa prima di iniziare a trombarmi, si abbassò e sentii il suo peso, il suo petto peloso che toccava la mia schiena; mi baciò il collo e poi lentamente si alzò e cominciò a muoversi ritmicamente.

I primi colpi furono un po' traumatici, ma poi lo sentii rallentare e tutto sembrava andare bene. Sembrava... Già perché poco dopo mi tenne stretto contro il suo bacino, la tensione si allentò e con un lungo sospiro uscii da me. Mi abbracciò e ci stendiamo vicini "a cucchiaio."

Non era questo ciò che mi aspettavo. Era iniziato tutto in modo così passionale.... MALEDETTE ASPETTATIVE!

E così abbracciati, mi trovai a pensare all'inizio, le prime volte che lo avevo notato.

Qualche pensiero peccaminoso lo avevo fatto fin da subito, ma a vederlo per strada pareva così indifferente agli sguardi, che restava un mio piccolissimo rimpianto.


Era trascorso quasi un annetto da quando, in ritardo per entrare in ufficio, lo vidi venire sul marciapiede nel senso opposto al mio. Un tipo un po' robusto ma in forma, moro con barba dai riflessi rossicci, in giacca casual. L'idea che mi ero fatto di lui era di un professionista hipster, però curato e senza gli eccessivi risvoltini modaioli del momento.

Da quel giorno, lo vidi spesso in zona, per cui dedussi che anche lui lavorava lì vicino. Era diventata abitudine cercarlo con lo sguardo lungo la via prima di salire in ufficio.

E così fino a 2 mesi fa.

Improvvisamente, sentii urtare la mia scrivania, alzai lo sguardo e me lo trovai a passare davanti alla mia postazione PC che entrava nella stanza dell' “arch-capo-supremo” accompagnato da Tullio, uno dei miei diretti superiori.

Disorientamento. Stupore. Panico. Ma soprattutto… curiosità!

Proprio così, la sensazione più forte era quella di sapere cosa ci faceva là!!!

Passata la prima impressione nel vederlo non nel solito contesto -per così dire- "urbano" e la insensata paura che potesse giudicarmi per le mie fantasie su di lui, la ragione prese il controllo e mi dissi che dovesse essere lì per un progetto.

Dalla mia postazione potevo intravedere i 3 che chiacchieravano tranquilli, ma come poter entrare e avvicinarmi?

In quell'ufficio sono solo un abile disegnatore che mette su carta le idee dell'”arch-capo- supremo”, che sono coordinate da 2 superiori.

Quindi avevo più probabilità di vincere la lotteria che trovare una scusa di urgenza plausibile per entrare nella stanza.

Così, lancio una stampa del mio lavoro e vado verso il plotter per poter passare davanti la finestra della stanza e controllare "lui".

Arrivato alla stampante, mi sento chiamare. Era Tullio che mi dice "Gian, puoi venire qui con noi?"

Mi sarei fiondato dentro, ma dominò il self control e, dopo un "Controllo che parta la stampa e arrivo!", entrai anche io al meeting.

Mentre in 1 secondo squadro per bene i suoi occhi e il sorriso sereno che spunta dalla barba, (barba che secondo me lo ringiovanisce) e le maniche arrotondate che mostrano gli avambracci forti come la stretta di mano, mi presentano "lui"... si chiama Mattia conosce, Tullio, e ha un appartamento da dividere in 2 più piccoli.

Hanno deciso di assegnarmi a lui; io dovrò fare i rilievi dello stato attuale e abbozzare le idee di ristrutturazione.

Accetto, ovvio!!

Tutti d'accordo su come procedere, prendo un appuntamento per la sera dopo con Mattia per una prima visione dell'appartamento.

Il giorno seguente ero chiaramente un po' distratto... su tutto! Dividendomi tra l'illusione di saltargli addosso appena soli e l'idea di mantenermi assolutamente professionale la giornata scorre via lenta.

Finalmente arrivò l'ora. Il posto non era lontano dall’ufficio, per cui mi diressi a piedi verso il palazzo.

L'appuntamento era davanti al portone e non vedendo Mattia mi misi ad aspettare.

Tirai fuori il telefono per ingannare il tempo. Sento che il portone si apre, e senza togliere gli occhi dallo schermo, mi sposto. D'un tratto mi sento toccare la spalla da una mano ferma e quasi faccio volare il telefono dallo spavento... Era Mattia!

Già, era lui che aveva aperto il portone e non me ne ero accorto!

Mi saluta con la sua bella stretta di mano ed entriamo. Lui abita lì e l'appartamento è un piano più su rispetto al suo. Saliamo in ascensore e di proposito mi metto davanti la pulsantiera, così è "costretto" a spostarmi, quasi di peso. Mi racconta che questo immobile lo ha ereditato da una zia, ma è troppo grande per il mercato degli affitti e soprattutto bisogna metterci mano.

Niente di più vero... Dotazioni e finiture erano di 50 anni fa, oramai.

Dopo una breve visita, chiedo quando possiamo rivederci per fare il rilievo dello stato attuale e lui, molto semplicemente dice: "Potrei darti le chiavi, così sei libero di venire quando vuoi. Scendiamo, ho la seconda copia giù a casa".

Arrivati al pianerottolo, col suo sorriso aperto mi invita ad entrare per bere qualcosa.

L'appartamento è luminoso, con arredamento curato ma funzionale. "E' un progetto di Tullio" mi racconta, "ha studiato molto bene gli spazi. Per questo ci pensa lui anche a quello di sopra".

"Si" rispondo "ha ottime idee. Ho imparato molto stando in quell'ufficio"

"Posso offrirti qualcosa?" disse Mattia mentre cercava le seconde chiavi in un cassetto.

"Davvero, non ce n’è bisogno. Sto bene così". Ed era la pura verità... Star li solo a chiacchierare con lui mi piaceva parecchio!!

"Ma dai... Fai a metà con me una birra?"

D'accordo" dissi sorridendo e sedendomi al tavolo dove mi aveva fatto accomodare.

Mentre prende birra e bicchieri, resto affascinato dal tv gigante sulla parete opposta.

"È un 50 pollici?" chiesi.

"No, 55... Non ha nemmeno 2 settimane" disse orgoglioso come fosse un neo-papà. "E in parte devo ringraziare Tullio. È stato lui ad insistere a mettere lì solo un mobile basso senza pensili. Così facendo non ho limiti nelle dimensioni della TV!" aggiungendo un una risata.

Da lì in poi, iniziammo a parlare del più e del meno. Senza rendermene conto stetti lì per più di un'ora! Quando mi accorsi del tempo trascorso, trovai una scusa per andare.

Così Mattia mi consegnò le seconde chiavi e mi accompagnò all’ingresso.

Là, davanti al portoncino, prima che potesse aprirlo mi avvicinai a lui. Ci stavamo guardando negli occhi, stavo raccogliendo il coraggio per fare ancora mezzo passo per baciarlo, ma un cagnetto sul pianerottolo iniziò a strillare e, considerato la tensione, mi fece sbilanciare all’indietro.

Con una risata, Mattia mi disse "ahaha perché sei così agitato! È solo un chihuahua, non ti mangia mica!".

"Forse avrei bisogno solo di un po' di relax" risposi. Dicendo questo, lasciai cadere borsa e chiavi che avevo in mano, mi sbilanciai in avanti... E lo baciai!!!
"Wow l'ho fatto... Che vergogna " pensavo, "e non so nemmeno se è gay.... La barba è morbida.... Ora lo dirà subito a Tullio e sarò fregato in ufficio....".

Non saprei dire quanto è durato, ma mi staccai leggermente inpanicato, recuperai le cose, un saluto Mattia e andai giù veloce per le scale.

Scendendo, continuavo a darmi dell’imbecille e anche poi fuori, in strada. Così tanto che quasi che non sentii che mi chiamavano.

Era Mattia, affacciato alla finestra.

"GIAN!! Hai lasciato qui le chiavi!" mostrando il mazzetto "Dai, torna su! E stavolta non correre per le scale, usa l'ascensore!"

Raggiunto il piano, uscii dalla cabina con un'espressione che era un misto tra la il terrore e l'imbarazzo.

Invece Mattia era sulla soglia della porta con la sua barba dai riflessi rossi e l'espressione serena, ma ora era in ciabatte.

Lo raggiunsi e prima che potessi dire qualcosa, mise un braccio attorno le spalle e rientrammo.

Arrivati in salotto, iniziai a muovere delle scuse, ma Mattia mi fermò.

"Non c'è stato nulla di male, Gian. Sei solo andato in panico... E non so perché! Siamo stati lì a baciarci per 10 secondi buoni, hai iniziato ad aprire la bocca e stavo per stringerti a me, ma tu hai preso e sei scappato."

"10 secondi?" dissi stupefatto "è che ho iniziato a pensare che ti sono saltato addosso, ai casini che potevano succedere al lavoro... E sono andato fuori di testa..."

Alzai lo sguardo colpevole e vidi Mattia avvicinarsi ad abbracciarmi. "Se non ci avessi provato tu, lo avrei fatto io. Un’ora di chiacchiere è volata e mi sentivo tanto in sintonia. Stavo per provare a fare un passo in più quando mi hai anticipato."

Per un po' nessuno parlò. Lasciato borsa, giacca e scarpe (si, mi fece il segno di toglierle) nell’ingresso, ci sistemammo sul divano a vedere la tv e a smaltire l'adrenalina (almeno la mia sicuramente).

Ma la tv fu ignorata ben presto... Pur non sapendo se era la mossa giusta, mi strinsi a lui con un braccio sulle spalle. Si girò verso di me con una risatina e le sue labbra cercarono di nuovo le mie. Stavolta mi resi conto della durata, ancora la barba morbida sul mio viso e poi schiusi la mia bocca per assaporare meglio la sua.

Ma non durammo 10 secondi... Dopo 5 ero mi spostato a cavalcioni su di lui, per poterlo stringere e farmi stringere per bene, per baciarci per bene, assaggiare le nostre lingue per e sentire per bene l'effetto che i nostri corpi provocavano l'uno contro l’altro.

In quella posizione, le sue mani andarono sotto la mia maglietta a cercare la pelle. Al contatto, ebbi in brivido lungo la schiena.

"Ehi, ma sei un falso magro!" disse Mattia sentendo un po' di ciccetta "Fammi vedere dai..."

È iniziò a sollevare la maglietta per toglierla.

Nel momento in cui la sfilavo dalla testa, lo sentii dire "...mi piace il tuo pelo" e appoggiò le labbra sul mio petto, mordicchiando con dolcezza il capezzolo sinistro. La barba sfregava un pochino, ma mi piaceva un casino, tanto da tenere le mie mani attorno al suo collo per non farlo spostare, però c'era anche la voglia di esplorare il suo corpo.

Cominciai così a sbottonare la camicia che era bella liscia ed aderente al suo torso robusto.

Finii di slacciare i bottoni e Mattia aveva già slacciato i polsini... Via la camicia e via la canotta della salute, potei ammirare il suo ampio petto coperto uniformemente da un leggero strato di pelo scuro, ma con riflessi rossi come la barba.

Le mie mani tastarono ogni cm, dal collo, scendendo sulla linea dei pettorali, giù sull'ombelico e poi più giù fino a passare un dito lungo il margine dei pantaloni.

"Vorrei togliermi i pantaloni" dissi.

"Certo, fai pure" mi rispose con una luce negli occhi maliziosa.

Mi alzai. Lui fece lo stesso. Non mi lasciò toglierli perché si fece avanti e ricominciò a baciarmi intensamente. La sua lingua danzava nella mia bocca in modo sublime. Io artigliai le mie dita nella sua schiena per non farlo scappare e continuare con quel bacio appassionato.

Così appiccicati, mi indirizzò verso una altra stanza... Solo lì ci staccammo e con una complicità silenziosa entrambi restammo in mutande.

Ci guardammo un po', studiammo l'uno il corpo dell'altro, con gli occhi e con le mani. Il suo palmo scese dalla pancia fino al pacco in semi erezione ed io ammirai il colore ambrato della pelle appoggiando le mani sulla nuca e tra i capelli.

Durò poco… lo spinsi sul letto e con un gesto fluido gli tolsi l'ultimo strato di tessuto che lo nascondeva.

Il suo bel pisello era lì in piena erezione. Così come anche il mio.

Sparirono anche le mie mutande e, mettendomi in ginocchio, iniziai a assaggiare il suo cazzo. Era già tutto bagnato e senti i sospiri e mugugni di piacere ogni volta lo facevo scivolare in bocca.

Gian, ti prego vai piano... sei bravo, ma altrimenti vengo subito!" disse." Anzi, vieni su che lo voglio anch'io ".

Non so quanto durò il 69, ma ciò che faceva (si dedicava alla cappella, per poi scendere lungo l'asta, leccava la base e le palle per poi ricominciare a pompare con diversi ritmi) mi dava ispirazione per far del mio meglio. Mentre mi dedicavo ad un lento gioco di scappellamento continuo e stimolazione del filetto, sentii che iniziò a prendersi cura del mio culo e buchetto.

Dal fianco, lo spinsi in posizione supina così che fosse più comodo. Da lì leccò per bene l'ano e cominciò a penetrarmi con un dito. Ripeté l'operazione più volte e ogni volta quando usava la lingua, la sua barba stuzzicava le mie palle… qualcosa che non avevo mai sentito.

"aspetta, vado prendere un preservativo..." dissi.

"Ok" rispose un po' titubante o spaesato dall’improvviso cambio.

Andai a prenderlo nella borsa e pochi secondi dopo, fui di nuovo in camera.

Mattia era seduto in mezzo al letto, nudo e se lo menava un po'. "Mi sei mancato" disse sarcasticamente "dai, mettimelo tu il preservativo..."

"Va bene...ma tu riprendi un po' quella cosa con la lingua e le dita."
E così facemmo.

Messo il cappuccio e lubrificato bene il mio buchetto mi misi a pecorina e lui iniziò a prendermi da dietro.

"Eccoci qua..." pensai quando sentii le sue mani calde sulla mia schiena mentre lentamente mi possedeva

In un attimo di pausa prima di iniziare a trombarmi, si abbassò e sentii il suo peso, il suo petto peloso che tocca la mia schiena; Mi baciò il collo e poi lentamente si alzò e cominciò a muoversi ritmicamente.

I primi colpi furono un po' traumatici, ma poi lo sentii rallentare e tutto sembrava andare bene. Sembrava.... Già perché poco dopo mi tenne stretto contro il suo bacino, la tensione si allentò e con un lungo sospiro uscì da me, mi abbracciò e ci stendiamo vicini "a cucchiaio."

Non era questo ciò che mi aspettavo. Era iniziato tutto in modo così passionale....

E così abbracciati, mi trovo a pensare all’inizio, le prime volte che lo avevo notato.

Ma dopo pochi secondi, Mattia mi fece "Scusa... Forse ti aspettavi di più… ma era un po' che non facevo più sesso"

In girai verso di lui e vidi la sua faccia timida e abbandonando ogni delusione dissi con sincerità "Non fa nulla. Tutto il resto è stato così travolgente "

Ricominciai a baciarlo, e il mio cazzo fu subito in piena erezione. Mattia lo notò e lo prese subito tra le sue mani "Fai piano" lo scongiurai "hai le mani forti, tu!"

Tranquillo" rispose e aggiunse "dove vorresti venire... addosso a me??"

"Si, qui sul petto" dissi. Così lui supino ed io a cavalcioni sopra di lui, ci accarezzavamo, ce lo menavamo a vicenda. Poi mi abbassai per poterlo baciare mentre lo strusciavo contro la sua pancia pelosa.

Venni, e l'estasi fu molto forte. Tanto che morsi Mattia sul collo. Col respiro affannato dall'eccitazione lo strinsi vigorosamente per sentire il più possibile il contatto tra la pelle dei nostri corpi.

Dopo un po', quando il mio respiro si fu regolarizzato, con la pelle umida di sudore che percepiva ogni movimento d'aria, Mattia disse con la faccia di chi la sa lunga "credo che ora ci tocchi proprio fare una doccia insieme.... "

Ma si stava così bene abbracciati - io sopra a Mattia - che dopo la sua proposta di doccia, né io né lui facemmo qualcosa per metterla in pratica.

Sentivo muovere pigramente le mani sulla mia schiena, accarezzando la pelle mentre io avevo appoggiato la testa sul suo petto e con le dita giocavo piano con il capezzolo e il pelo attorno. Adoravo passare dall'areola liscia alla parte pelosa e viceversa.

"Forza..." mi sussurrò e in un secondo ci trovammo nella situazione ribaltata. Io sotto e lui a cavalcioni sopra di me. Vedevo la sua sagoma nella penombra della camera che si spostava e si alzò dal letto, allungando la mano per prendermi e convincermi a seguirlo.

Una volta in piedi, mi strinse a sé, un bacio e poi fece strada nudo. Tendendo una mano sulla sua spalla, seguii lo scalpiccio dei piedi nudi sul pavimento fino al bagno. A luci accesse, era chiaro che la doccia fosse necessaria.

"Bella doccia" dissi. Era con 2 grandi getti, tutta in muratura tranne la porta in cristallo... Abbastanza grande non solo per 2 persone.

"Ti avevo avvertito, che la facevamo insieme" disse Mattia rivolgendomi un sorriso e il ciuffo un po' spettinato.

Prese un asciugamano per me e nel tempo che fece scorrere l'acqua per farla venire calda, mi avvicinai da dietro. Che bella sensazione sentire la sua schiena contro il mio petto, stringergli l'ampio torace e leccare il suo collo dal gusto salino.

Il mio uccello era in semi erezione, e lui perse la mia mano e la fece scendere affinché sentii che anche la sua semi-eccitazione.

"Credo sia calda.... su entra" dissi a Mattia vedendo il cristallo che si stava appannando. Aprii la porta ed entrammo.

Cambiò il getto dell'acqua. Dalla doccietta al doccione centrale

Noooouahk!!!! "urlai sommessamente, mi ritirai dal getto e urtai Mattia, che mi trattenne con un braccio. Colpa dei primi 2 secondi di acqua fredda da cui fui investito, ma poi giusto il tepore ci avvolse.

Tutti bagnati ci baciammo appassionatamente e per entrambi il pisello tornò ad essere bello duro.

Mi dissetai con la sua lingua e l'acqua che scendeva tra noi. Mi spinse contro la parete. Freddo sulla schiena e un corpo caldo e dolce davanti. Cominciò masturbarmi con movimenti ora letti, ora più intensi insieme al suo cazzo, entrambi chiusi nella sua mano. Mi allungai verso il rubinetto e chiusi l'acqua. "Voglio che ci insaponiamo per bene" gli dissi.

Si girò e prese il bagnoschiuma, lo distribuii a me e a lui e ci iniziò il massaggio.

La pelle leggermente ruvida per il pelo bagnato, con la schiuma divenne completamente liscia, scorrevole.

Quasi per compensare una certa sfuggevolezza, cercavamo di star il più vicino possibile... Le sue braccia al collo, le mie mani sulle sue chiappe che scendevano verso il suo buchetto. "Si" mi sussurrò "continua... Piano, ma continua..."

Seguendo gli ordini, proseguii e con 2 dita iniziai la stimolazione. Tutto il suo corpo reagiva. La bocca sulla mia, il respiro più profondo contro il mio torace e un leggero movimento di bacino.

Provavo di riflesso anch'io il suo piacere... E dopo un po' venne, ma con maggior intensità rispetto alla prima volta.

La tensione svanì, si appoggiò a me e ritirai le mani per sostenerlo meglio.

Riaprì l'acqua e sciacquammo via tutta la schiuma. Le sue mani si presero cura del mio corpo e ciò tenne il mio pisello duro.

In quel momento, sempre con l'acqua aperta, si inginocchiò e iniziò a prenderlo in bocca. Lo vidi farlo entrare fino in fondo, tanto da sentire la sua barba sul pube. Poi si ritrasse. Un secondo di stasi e poi riprese col bocchino.

Misi la mano nei sui capelli, e seguii passivo i movimenti della sua testa, senza forzare nulla.

Mattia teneva una mano sulla mia coscia per l'equilibrio, e l'altra era più su, all'inguine.

Non avevo mai ricevuto un pompino così, figurarsi sotto la doccia, tanto che ben presto lo avvertii, con un gemito "basta... Ahm...sto per venire… Ooh" in modo da lasciarmi allontanare.

Ma invece no, rimase lì e non mi fece toglierlo, così prese tutto in bocca.

Non credo che ingoiò, ma si alzò e continuammo per un po' con baci e massaggi sotto l'acqua calda. Schiena, labbra, collo, pancia, mani.... nessuna parte del corpo fu dimenticata.

Uscimmo, ci asciugammo e tornammo a letto nudi e stanchi uno accanto all’altro. Dopo l'ambiente caldo del bagno, la frescura della camera era un balsamo per spirito e corpo.

In una specie di dormiveglia, iniziammo a parlare.

"Quando vieni a prendere le misure di sopra?" mi chiese. E senza aspettare risposta aggiunse malizioso "perché avrei bisogno, di altro allenamento, hai visto che sono arrugginito…"

Risi. "Non direi proprio, sai...hai detto che era un po' che non lo facevi, ma non mi par di aver notato lacune. Quanto era che non scopavi?"
"ehm.... A pasqua sarebbero stati 2 anni" disse con un pizzico di imbarazzo nella voce.
"Cosa?!?" risposi alzandomi su un fianco per vederlo meglio.
"Si" riprese "ma questa -mettendo la mano aperta sulla mia faccia per farmi risdraiare - c'è sempre stata...."

vabbè” dissi io “stai tranquillo… Se vuoi torno ancora a far l’amore qui con te”

Volentieri!” e mi baciò attirandomi a se.

Dopodichè, probabilmente, ci addormentammo per svegliarci alle 3 di notte.

 Continua: S01E02 La peculiarità del numero 2

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale;

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