ORSI ITALIANI MAGAZINE
Il mio vicino di casa (quarta parte)
Un racconto di Kabir
Dopo che Marco si svuoto' per bene, da bravo padrone di casa e
direttore d'orchestra mi chiese di stendermi sul letto e dopo disse ad
Alberto: < Dai, succhia il cazzo del mio amico!>.
Alberto si abbasso' e comincio' a leccarmi la cappella ed infine lo
prese tutto in gola. Mi spompinava con l'intento di farmi venire,
mentre Marco mi aveva ficcato dolcemente due dita nel culo facendole
roteare. Fu un altro sublime sollazzo!
Alla fine venni in bocca ad
Alberto che continuo' a pomparmi sino a che mando giu' l'ultima goccia.
Quando venni mi sentii sfinito per l'intenso piacere procuratomi, e
rimasi sul letto mentre i miei amici si rivestirono.
Marco poi volle uscire con Alberto per accompagnarlo a casa e mi disse:
<Ora esco, accompagno Alberto. Ritornero' a casa stasera con due
pizze>
Avevo intuito che Marco cominciava ad essere un po' geloso di Alberto e
che volesse appartarsi con lui per convincerlo a non venire piu' a casa
sua.
Sicuramente non sopportava l'idea che qualcun' altro mi chiavasse,
soprattutto se un amico suo. Aveva capito che Alberto mi voleva
inculare e che io fossi interessato.
Mentre ero steso, vedevo di fronte
a me il grosso cazzo di Alberto ed in bocca sentivo ancora il sapore
del suo latte ed il suo buon odore di maschio. Ero rimasto tutto
bagnato dentro e immaginavo ancora Marco mentre sferzava i suoi
vigorosi colpi.
Provai ad immaginare di farmi chiavare anche da Alberto che ce l'ha
molto piu' grosso di Marco e a sentirlo tutto dentro.
Dopo un po' mi ripresi da quell'estasi. Mi alzai mi lavai e ne
approfittai ancora per studiare.
Verso sera Marco ritorno' a casa con le pizze e birre. Le divorammo in
fretta e dopo Marco volle andare subito a letto a vedere un po' di
televisione li' sdraiato comodamente.
Io continuai a studiare e quando finii mi andai a stendere sul letto.
Mi spogliai e mi avvicinai a Marco. Lui mi abbraccio' ed io mi eccitai.
Sentii il bisogno di esplorare il suo corpo robusto e villoso cercando
i suoi capezzoli e una volta visti li leccai e succhiai.
Notai che gli piaceva farsi leccare e succhiare dappertutto e quindi
scesi giu' in mezzo alle sue gambe muscolose e villose e glielo presi
in bocca!
Marco allora mi disse: <Si bravo fammi un bel bocchino!
Finalmente hai imparato a farli! Succhia per bene! Mi fai godere da
matti!>
Ci avevo preso gusto a succhiargli il suo uccello, ma mentre glielo
succhiavo lui si giro' in posizione di sessantanove e me lo prese in
bocca pure a me. Fu un altro incredibile sollazzo tra noi due.
Improvvisamente lui cerco' il mio buco e ci infilo' la sua lingua
inumidendomi per bene. Cambio' subito posizione venendo sopra a me, che
ero disteso sul letto di pancia in aria.
Sentii il peso del suo corpo villoso sul mio e lo fissai negli occhi.
In quel momento gli dissi <Dai! Cosa aspetti!
Mettimelo dentro! Sbattimi! Godo quando me lo infili!>
E Marco allora mi sollevo' le gambe e mi disse: <Ma lo sai che
mi piace incularti! Adesso te lo metto!>
Sentii la sua grossa cappella appoggiarla sul mio buco e spingerla
dentro. Entrava con estrema facilita', grazie al fatto che a furia di
chiavarmi Marco mi aveva aperto e sfondato per bene il culo.
Ed una volta che raggiunse il fondo mi disse: <Lo so che ti
piace prenderlo e sentirlo tutto. Eccoti accontentato tesoro! Adesso e'
dentro tutto!>
E mi chiavo' anche quella sera con molto ardore sino a che mi venne
dentro procurandomi un immenso piacere. Fu proprio in quella
serata che capii che eravamo fatti uno per l'altro. A lui piaceva
sbattermelo dentro ed a me piaceva riceverlo.
Fu cosi' che non sentii
piu' il bisogno di farmi chiavare da un altro maschio ne' tanto meno di
desiderarne un altro.
(Fine)
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