ORSI ITALIANI MAGAZINE


In viaggio con papa' (prima parte)

Un racconto di Giordy


'Hai superato la maturita', adesso abbiamo piu' tempo per stare insieme, io sempre in viaggio, tu sempre sui libri, che ne dici di accompagnarmi nel prossimo viaggio? Ho un carico da consegnare a Parigi, vuoi venire?' Ero contento che mio padre mi chiedesse di andare con lui. Fin da quando ancora non sapevo quale fossero le mie inclinazioni, lo desideravo. Con il suo camion sempre in giro per il mondo, lo vedevo per troppo poco tempo. 'Certo, quando partiamo?' chiesi. 'Domani mattina presto' Mi ritrovai al suo fianco nella cabina del tir. Non c'era stato mai molto dialogo fra noi, cosi' ci trovammo a parlare del piu' e del meno.

Poi d'improvviso 'Hai la ragazza?' mi chiese; avrei voluto rispondergli che non mi sono mai piaciute, che sono attratto dagli uomini, ed in particolare da lui, che avevo spiato tante volte mentre pisciava per potergli guardare il cazzo, ma non avevo mai fatto nulla con nessuno, mi ero solo limitato a sognare. Ancora adesso lo desideravo, anzi di piu', quarantasette anni, un fisico asciutto, muscoloso maschio, praticamente il mio ideale, ma risposi solamente 'No'. Mi sorrise, 'E non sei mai andato a letto con una ragazza?' 'No' mi vergognavo di rispondergli cosi', ma era la verita'. Come facevo a dirgli che era lui il mio oggetto di desiderio? Era lui che avrei voluto nel mio letto, baciarlo dalla testa ai piedi soffermandomi accuratamente sul cazzo. Rimanemmo in silenzio, ogni tanto si girava verso di me e guardandomi mi sorrideva: 'Non ha importanza, ognuno fa come meglio si sente, ormai sei abbastanza grande, hai diciannove anni e puoi decidere cosa fare' concluse. Ci fermammo dopo un'ora ad una piazzola, scese, e si diresse dietro il camion verso il ciglio della strada, si sbottono' la cerniera, lo tiro' fuori e si mise a urinare, girato verso lo specchietto retrovisore che era dalla mia parte, vidi che scrollandolo per le ultime gocce gli venne un po' duro. Richiuse l'arnese e ritorno' a guidare. Piu' tardi ci fermammo per mangiare ad un autogril. Andai ai cessi per pisciare ,sperando di trovare qualcuno che mi mostrasse il suo gioiello. Non avevo avuto mai delle vere occasioni per guardare il cazzo di qualcuno.

Ebbi fortuna, un massiccio uomo sui cinquanta si avvicino' tiro' fuori una bestia di notevoli dimensioni. Mi eccitai, ma con la paura che mi ritrovavo addosso finii e ritornai al tavolo dove mi aspettava mio padre. Avevo l'impressione che mi volesse coccolare, come non aveva mai fatto prima, mi chiedeva spesso se avevo bisogno di qualcosa, se c'era qualcos'altro che mi piacesse per accontentarmi. Ogni tanto allungava la mano per accarezzarmi il viso o toccarmi le ginocchia. Riprendemmo il viaggio. A sera tardi, la strada lunga e sempre uguale mi faceva appisolare, mi si chiudevano gli occhi. ' Vai a dormire, fra non molto c'e' un piazzale mi fermo per riposare anch'io' Mi spogliai e mi stesi sopra il lettino dietro.

Ero nel dormiveglia ma non riuscivo veramente ad addormentarmi. Le domande che mi aveva rivolto ed il suo modo di fare mi avevano lasciato con strane sensazioni, senza contare il malloppo che avevo visto qualche ora prima! Sentii il camion rallentare e poi svoltare. Si fermo'. Scese, sentii lo scroscio dell'urina sull'asfalto del piazzale. Risalito, tiro' le tendine per tutto il parabrezza ed i finestrini, si spoglio' e si stese vicino a me. Il cuore mi batteva forte. Non avevo mai avuto un uomo vicino a me e sapere che lui, l'uomo che avevo sempre desiderato era al mio fianco, quasi nudo mi provoco' un'erezione che mi mise in imbarazzo. Eravamo addossati uno all'altro. Avevo paura di muovermi. Sentii il suo respiro forte come nel dormiveglia. Fu troppo forte la tentazione, averlo cosi' vicino e non toccarglierlo mi faceva impazzire. Presi il coraggio a due mani e sperando che non si svegliasse gli accarezzai dolcemente il petto. Ero eccitato da morire, lentamente scesi verso il basso ed infilai la mano nelle mutande, trovai il bestione che al contatto con la mia mano inizio' a muoversi e diventare duro. Incominciavo a scappellarlo quando la mano di mio padre si pose sulla mia sfregandola sul cazzo 'Mmmm' lo sentii mugolare. Rimasi impietrito e nello stesso tempo rincuorato. Invitato da questo gesto, strofinai la faccia sui capezzoli, gli leccai i peli del petto, risalii verso il collo, arrivai sulla bocca schiusa, lo baciai, come tante volte avevo fatto nella mia mente. Stretto tra le sue braccia, sentivo la sua lingua frugare nella mia bocca per poi passare sul viso, sul collo e ritornare fra i denti. Mi prese la testa e la spinse verso il basso. La bocca mi si apri' per far entrare per la prima volta nella mia vita un cazzo. Succhiavo, andando su e giu' lungo l'asta la sentivo crescere, ingrossarsi ed indurirsi sempre di piu'. Godevo come un matto, leccavo con voglia i coglioni pelosi facendoli entrare in bocca. 'Sii , bravo, dai, vai ,mmmm' incitato in questo modo, finalmente sfogavo la mia voglia repressa per tutti quegli anni. Lo prendevo tutto in bocca e lo facevo riuscire, mordicchiavo la cappella, la leccavo e ritornavo a succhiare. Sentii gli spasimi arrivare e inondarmi la bocca del suo succo vitale. Bevvi tutto fino all'ultima goccia leccando giu' fino ai coglioni. Rimasi per un po' di tempo cosi' con il cazzo in bocca e la testa appoggiata alla pancia.

'Vieni'

Mi sentii tirare su, ero di nuovo disteso al suo fianco. Sentii la lingua entrare e cercare la mia. Un bacio dolce e appassionato mi lasciava quasi senza fiato. Lo abbracciai forte mentre mi sentivo spingere il suo cazzo contro la pancia. 'E' questo quello che vuoi? Ti piace tanto?'

'Si,l'ho sempre desiderato'

'lo vuoi dentro?'

'Si', sussurrai e poi quasi intimorito: 'ma fai piano'

'E' la prima volta?'

'Si' Mi strinse ancora piu' forte.

'lo vuoi veramente?'

'Si' Era un cazzo lungo e grosso che a fatica avevo tenuto in bocca, ma lo desideravo. Mi girai voltandogli la schiena. Sentii, prima un dito bagnato, poi due, violare il mio buchino vergine,

'Bagnalo ancora un po'' mi offri' l'asta ben turgida che subito presi in bocca, la insalivai tutta mentre le dita di mio padre ravanavano ancora dentro al buco del culo per allargarlo. Mi rigirai offrendo la mia verginita'. Con colpi decisi e brevi, spinse.

'Ahhh'un urlo soffocato mi usci' dalla bocca e un forte dolore mi trafisse il cervello. Inarcai la schiena. Si fermo'.

'Rilassati...cosi'.'

Seguii il suo consiglio

'Spingi, cosi', bravo, sentirai meno male... cosi'', riprese ad entrare finche' lo sentii tutto dentro. Prima piano piano poi sempre piu' forte e deciso mi stantuffava dentro. Al dolore si sostitui' il piacere. Finalmente godevo. Avevo realizzato il sogno di adolescente. Lo sentivo entrare ed uscire dal mio culo, sentivo i coglioni sbattere contro le natiche procurandomi un piacere che fino ad allora avevo solo potuto immaginare .

'Si, si, mmmm', mugolavo spingendo il culo contro il cazzo.

'Ti piace cosi' tanto? Prendilo, che culetto caldo che hai' ormai rilassato e sfondato sentivo quel tronco entrarmi fino allo stomaco.

'Ahhh, mmm, siiii voglio vederti mentre mi scopi, fammi girare'

'Vuoi vedermi mentre ti fotto? Mentre ti sfondo il culo?' si chino' sul collo baciandomi e dando dei colpi piu' forti.

'Siii' Lo tolse, mi girai, accese la luce della cabina. Che spettacolo, il maschio forte, virile con il petto peloso era con il suo bestione duro fra le mie cosce allargate. Mi posiziono' le gambe sulle sue spalle e con un sol colpo scivolo' dentro di me. Riprese il suo va e vieni con foga , si calmava per poi riprendere. Godevo ormai come un porco da un'ora. Lo toglieva, lo strusciava sulle cosce, poi lo rimetteva dentro. Il cervello era completamente in fumo. All'apice del piacere con due colpi ben assestati mi scarico' nell'intestino un fiume caldo di sborra mentre dalla mia canna esplose un getto violento che mi arrivo' fino al petto. Appagato, si distese su di me, ben felice di sopportare quel peso.

by Giordy

(continua...)