ORSI ITALIANI MAGAZINE


My funny Valentine

Un racconto di

Jan Vander Laenen (jan.vanderlaenen@skynet.be)

 

'Contento di essere peloso. Glad to be hairy.'

(slogan di www.orsiitaliani.com)

 

Avevo sempre stoicamente ingoiato gli innumerevoli insulti personali che il mio vicino del piano sotto, Valentin, non ha mai lesinato nei miei confronti, ma quando gli riusci' di portarsi a letto qui a Bruxelles uno dei modelli porno ed escort piu' ambiti degli studi C*** - per la cronaca, un modello per le cui prestazioni avevo dovuto sborsare una barca di soldi solo qualche pomeriggio prima - e per di piu' di sbattermi in faccia la sua conquista, fu allora che giurai tremenda vendetta.

Oh si'! Con un piccolo aiuto della mia cartomante Paulette, la dea della vendetta ascolto' le mie devote preghiere: my funny Valentine e' divenuto nel frattempo il bersaglio di tutte le battute e i pettegolezzi piu' maligni degli ambienti gay di Bruxelles, ma se ripenso a tutte le sue subdole tattiche messe in atto per minare la mia autostima, per procurasi i migliori uomini, e in particolare un anno o due fa quel dannato escort di nome Carlo, mi vengono ancora le fumane.

Ma ora calmati Jan, e' acqua passata: non ti rimane che goderti appieno la tua vendetta, e mettere su carta, nero su bianco, come fu che uno dei piu' popolari 'orsi' di Bruxelles, neanche fosse Madame de Merteuil, alla fine dovette ritirarsi dalla scena, ammalato e alquanto malconcio - e tutto per merito tuo, Jan! Con la differenza che, al contrario del Visconte di Valmont, il sottoscritto non ha dovuto combattere nessun duello ed e' ancora vivo e vegeto.

E tra parentesi, caro Valentin, al contrario dei summenzionati ex-amanti del XVIII secolo, io non ho mai nutrito alcun sentimento di lussuria o infatuazione nei tuoi confronti: i tuoi occhi erano giusto un po' troppo grigio-azzurri per incantarmi, la tua conversazione giusto un po' troppo superficiale per stimolarmi intellettualmente, e l'odore del tuo corpo troppo poco speziato per titillare le mie sensibili narici, anche se devo ammettere in tutta umilta' che una volta sei stato un uomo particolarmente attraente. E quali erano mai le virtu' che ti permettevano di impossessarti delle mie conquiste? Vediamo corpo robusto, spalle larghe, natiche curvacee e polpacci muscolosi che mettevi sempre in evidenza indossando shorts e camicie a scacchi senza maniche, e - naturalmente e soprattutto, specialmente ora che gli orsi sono di gran moda! - la tua folta, foltissima peluria sulla gambe, le braccia, il petto, le natiche e perfino la schiena e le spalle, con una folta barba e un mustacchio da Ussaro come ciliegina finale sulla torta.

Ahi, quel mustacchio da Ussaro si e' trasformato nel frattempo in un tallone d'Achille, nello strumento della tua caduta, e io ci sto ancora ridendo sopra! Ma quello che ancora non capisco e' perche' allora tu ti prendessi la briga di cercare di farmi venire continuamente dei complessi quando gli dei ti avevano benedetto con un aspetto cosi' attraente. Perche' dovevi continuare a battere e ribattere sui miei cosiddetti difetti, come, secondo te, la mia altezza eccessiva, le mie gambe secche da guerriero Bantu, un petto quasi senza peli quando invece, come dicono gli italiani 'altezza mezza bellezza', quando invece i Bantu sono un popolo di grande valore, quando invece l'assenza di peli sul corpo e' considerata segno di superiore civilta' - in altre parole, segno che l'uomo si e' distanziato dalle scimmie!

Mah, la mia spiegazione potra' suonare un po' XVIII secolo: ti sentivi al di sopra di tutti, Valentin, come una regina, ma come tutti sanno ogni regina ha bisogno di una damigella d'onore che sia un po' piu' bruttina, un po' meno splendida di lei, cosi' che tutti gli sguardi ricadano su di lei nelle uscite pubbliche - in questo caso nei bar bear e leather di Bruxelles. E i trionfali attributi della regina Valentin erano costituiti da una pelosita' corporea piu' folta rispetto alla sua damigella d'onore, Jan

Vabbe', torniamo all'escort. L'erotismo, il fare l'amore con altri uomini, e' sempre stato la molla che ha fatto scattare la mia vita, e ora che sono arrivato ai quarantacinque anni, con alle spalle una serie di rapporti disastrosi con familiari, amici - come Valentin - e amanti, posso dire che le mie scappatelle con i miei 'compagni di strada' di ogni situazione e condizione, sono quasi l'unico raggio di sole della mia solitaria vita fiamminga - la quale, letterariamente parlando, non e' che sia proprio un successo. E va da se' che nella mia frenesia non sono sempre andato per il sottile nelle mie battute di caccia, e fra le mie conquiste si annoverano anche degli dei minori e imperfetti, ne' mi sono tirato indietro di fronte a una gamba amputata, o alla polio, o alla psoriasi, o a persone di eta' diciamo un po' avanzata; ma da qui a concludere che io non apprezzi la compagnia intima di quello che si dice un gran bell'uomo, proprio no. Anzi! Se ci penso tremo ancora di eccitazione per quel pomeriggio passato insieme a quel particolare escort.

Ah, che escort! La prima volta che ho visto la sua immagine e' stato circa tre anni fa, un'apparizione radiosa sulla copertina di un calendario di uomini nudi, splendente nella sua gloria di muscoli, pelo e barba. E non c'e' bisogno di dirvi che ho seguito la sua carriera porno da vicino, visitando ogni settimana il suo sito web, e quando nel festoso e ridente mese di maggio di due anni fa annuncio' ufficialmente nel suo sito che avrebbe degnato della sua presenza la capitale del Belgio, ne fui molto ma molto eccitato.

E che cosa feci? Gli inviai una e-mail adorante dicendogli che per me era praticamente il piu' bell'uomo gay del momento. Ed ecco che in quattro e quattr'otto lui risponde, aggiungendo che oltre ad essere un modello, e' anche un escort, e che per una somma ragionevole e' disposto a tenermi compagnia per alcune ore nel mio appartamento da scapolo di Bruxelles. Accettai la sua proposta - per la prima volta in vita mia!

Che escort, quel Carlo! Ma si', ammetto che ho vissuto momenti di pura estasi ammirando e palpando il suo corpo che mi appariva come una versione villosissima e in carne ed ossa dell'Ercole Farnese; certo che baciava da dio, e le sue ascelle e il suo pube emanavano un odore celestiale, grazie alla sua dieta bilanciata da culturista, e come se non se non bastasse ha depositato nella mia bocca aperta il suo seme biancastro. Prima di andarsene ha tagliato per me una ciocca dei suoi peli pubici e me ha fatto dono, in ricordo del nostro pomeriggio d'amore, eppure alla fine mi sono sentito a disagio. Ma come, Jan, non sei ancora un po' troppo giovane per ricorrere a un escort per soddisfare tuoi bisogni sessuali? Non sei abbastanza attraente in questo momento per andare a caccia di piaceri gratuiti qui a Bruxelles ? E se la mia avventura con Carlo trapelasse negli pettegoli ambienti gay della citta'? Si faranno beffe di me? Diranno che butto i miei soldi dalla finestra? O penseranno che magari qualcosa non va nella mia virilita'?

Ma dopo un po' mi ritrovai a ridere di me stesso. 'Jan, Jan, dopo tutto non devi rendere conto di niente a nessuno, e quanto al denaro, hai pagato per un'opera d'arte; la tua scappatella con Carlo e' stata come una cena in un buon ristorante, o una prima all'opera. Non devi fare altro che startene alla larga dal giro gay per qualche sera per evitare di incappare in Carlo - qualora si rivelasse un tipo indiscreto e potesse per esempio dare a intendere di conoscerti con un cenno o un sorriso nel bel mezzo del Duquesnoy - e tutto sara' finito.'

E tutto sara' finito. E invece no. Oh, no perche' Bruxelles e' e sara' sempre un villaggio, come ebbi a scoprire tre sere dopo, quando Valentin mi telefono'.

'Jan, potresti darmi una regolatina ai capelli con il rasoio elettrico?'

'Ok, vieni su,' faccio io, dato che Valentin abita sotto di me.

Ecco che viene con quel suo sorrisetto sotto il baffone da Ussaro, e si siede in cucina; gli sistemo un asciugamani intono al collo e inizio a rasargli i capelli quasi a zero.

'Non sei uscito ultimamente,' inizia a sondare, 'al Duquesnoy non ti si e' visto.'

'No, sono rimasto in casa.'

'Con le tue bottiglie.'

Prima stoccata.

'Mi pare che hai le gambe piu' secche del solito' - indossavo degli shorts.

'Si', Valentin, non tutti hanno dei polpacci robusti come i tuoi.'

Seconda stoccata.

'Sai chi e' stato a Bruxelles? Carlo, sai proprio quel modello porno che ti piace cosi' tanto. Quello dei calendari C*** .'

'Oh,' e' il mio unico commento.

'Ancora piu' bello dal vivo che in fotografia. Pensa un po'. Ma non poi cosi' difficile da portare a letto. Io perlomeno me lo sono portato a letto senza sforzo. E gratis.'

'Gratis,' faccio eco nervosamente.

'Era gia' stato nel nostro condominio. Per un cliente che ha pagato profumatamente,' e qui il mio caro Valentin scoppia nella sua tipica risata derisoria, guardandomi diritto negli occhi.

Naturalmente fumavo di rabbia, ma mi riusci' di mantenere un'espressione serafica, continuando a rasargli il cranio mentre lui si curava con le forbicine la folta barba e il baffo da Ussaro davanti allo specchio. Dopo di che mi saluto' e se ne ando' lasciandomi li' frustrato, col pavimento della cucina pieno di capelli e di peli della barba e dei baffi, che dovetti raccogliere con la paletta e la scopa.

Stavo gia' per scagliare qualche bicchiere contro il muro dalla rabbia, quando per fortuna il telefono si mise a squillare proprio in quel momento.

Era Paulette, una cartomante di settant'anni che viene dall'Alsazia, con la quale sono in rapporti di amicizia da molti anni. In effetti era stata lei a predirmi, poco piu' che ventenne, che sarei divenuto un vero scrittore, che non sarei mai stato riconosciuto nel mio paese, ma che i miei scritti, allora non ancora abbozzati, sarebbero stati sempre piu' bene accetti all'estero.

Fu cosi' che le raccontai tutta la storia di questo dannato escort Carlo, e le feroci stoccate di Valentin, aggiungendo, ancora tremante di rabbia, che avrei voluto maledire il mio cosiddetto amico nonche' vicino di casa Valentin.'

'Facile,' rispose Paulette senza scomporsi, 'per caso hai qualcosa di suo, di molto personale?'

'Paulette!' la richiamai un po' scioccato.

'Oh, non c'e' bisogno di una fattura fatale o drammatica, ma se avessi qualcosa di suo potrei far sparire dalla tua vita questa persona in tutta discrezione, senza nessun problema per te.'

Pensai immediatamente ai peli del suo baffone, la sua caratteristica piu' riconoscibile.

E allora? Sono passati due anni da quando fornii a Paulette un campione di peli del baffone di Valentin.

Si', e allora? Beh, Paulette sa il fatto suo come fattucchiera, e nemmeno il diavolo in persona avrebbe potuto trovare una punizione migliore per il mio caro amico e vicino del piano di sotto. Valentin si e' ammalato di 'alopecia areata universalis,' in altre parole la perdita di peli nella sua forma piu' grave, perche' la povera vittima non solo perde gradualmente i capelli, in cerchi sempre piu' larghi, ma anche sopracciglia, ciglia, peli del corpo e naturalmente anche il famoso mustacchio, per quanto folto e lussureggiante e tenuto in forma con la brillantina.

Per farla breve, questo insignificante evento si e' verificato due anni fa, e negli ambienti gay pettegoli e falsi di Bruxelles circola la voce che Valentin si sia beccato il virus durante uno scat party in un locale chiamato 'Het vagevuur' (il Purgatorio) a Eindhoven, e l'ultima volta che l'ho visto, piu' o meno un paio di mesi fa, era calvo come una palla da biliardo, e stava traslocando dell'appartamento con l'aiuto dei suoi fratelli. Pare che sia tornato a vivere con sua madre da qualche parte nel Limburgo, dove nessuno andra' a disturbarlo. Io di sicuro no, uccel di bosco libero e gaio

Jan Vander Laenen


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