ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Uno strano sogno

Un racconto di Michele


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


"Forse mi sbaglierò, ma l'idea di investire i miei soldi su questa attività non è poi stata cosi terribile, d'altronde ho pur sempre una vecchia catapecchia decadente, senza alcuna speranza di essere riammodernata decentemente."

Il cinismo del sig. Ferraro aveva preso la meglio, la tempesta stava per arrivare, la Miranda Prisley dell'edilizia era uscita fuori, e con gli artigli smaltati.

Andrea, assistente del sig. Ferraro, non poteva che trattenere una risatina per via dell'uscita al vetriolo, ma allo stesso tempo non poteva che provare un po' di pena per il povero Francesco, ci aveva creduto molto nel progetto di ristrutturazione della casa in via Dante, d'altronde era una casa vissuta, ma con una bellezza ed un fascino intramontabili.

"Francesco, mi aspetto per lunedì un progetto migliore, oppure qui abbattiamo tutto, intesi?", "Si sig. Ferraro", la risposta non si fece di certo attendere.

Uscito dal cantiere avvolto da una nuvola di polvere (o di zolfo?), Il sig. Ferraro si apprestò a salire nella sua berlina, doveva infatti visitare altri cantieri quel giorno per poi far ritorno in ufficio a completare qualche contratto, era riuscito infatti ad appaltarsi mezza città in poco tempo, un genio della imprenditoria con la sfortuna di avere altrettanto poco tempo.

Quell'uomo era impossibile da avvicinare, sempre distante da tutti, sempre immerso nelle telefonate di lavoro, non si stava rendendo conto che dei preziosi attimi stavano scivolando via fra le pieghe del tempo, "Il tempo d'altronde è denaro, ed investirlo nelle amicizie e nelle relazioni è poco produttivo" era il suo motto, ma non sapeva ancora che cosa il futuro gli avrebbe riservato.

Intanto che il sig. Ferraro completava il giro dei cantieri, il povero Francesco si apprestava ad applicare tutte le sue conoscenze di statica degli edifici in una finestra aperta di Autocad, temendo altre sfuriate da parte di quell'omaccione del suo capo.

La mano grossa e pelosa non faceva altro che scorrere su e giù nei pressi del trackpad, proseguendo fino a sera tarda nel suo lavoro fatto di linee e click nella superfice piana e sensibile di quella macchina.

Non erano solo quella sera a lavorare la mano e la mente del povero Francesco, ma al 22° piano dell'edificio Atlas costruzioni anche il Sig. Ferraro era intento a completare i documenti, all'avvicinarsi della mezzanotte però una strana sensazione degna di quei film in stile "Quel pazzo venerdì" fece capolino nei nostri due protagonisti.

Come d'incanto infatti i due si addormentarono contemporaneamente sulle loro rispettive scrivanie (più o meno improvvisate), per entrare nel magico mondo dei sogni.

Una stanza da letto si presentò ai loro occhi, arredata in una maniera decisamente lussuriosa, dominava l'attenzione un letto circolare rivestito con lenzuola di seta rossa attorniato da una mobilia ottocentesca laccata in nero.

Come se fossero fatti di plastilina gli abiti dei due orsi caddero magicamente a terra, rivelando la bellezza di quei corpi celati da camicie e cravatte strozza collo.

Francesco possedeva un corpo peloso, con una leggera pancetta, che faceva risaltare la robustezza di quella corporatura, nel viso invece spuntava una barba nera e dei capelli folti che tradivano la sua discendenza sicula.

Il Sig. Ferraro era invece un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati e barba bianca molto curata, gli occhi verdi erano circondati da delle rughe dovute all'età.

Una pancia tesa e grossa faceva capolino fra quella peluria ursina, rivelando anche un bellissimo pisello di notevoli dimensioni, di certo un architetto sarebbe stato capace di prenderne le misurazioni in maniera impeccabile…

"Dove ci troviamo?, e soprattutto che ci fai tu qui tutto nudo Francesco?", "Lo stesso dovrei dire io di lei Sig. Ferraro, che scherzo è mai questo?".

Non ci fu alcuna risposta, nel mondo dei sogni d'altronde detta legge l'immaginazione, se non ci si immagina un telefonino o un citofono non si poteva pretendere l'impossibile d'altronde.

"Aiuto!, aiuto!, qualcuno ci salvi per favore!!" nel panico il Sig. Ferraro urlava contro chissà quale entità esterna, ma ancora nessuna risposta, l'agitazione stava contagiando anche Francesco, non ritenendola una cosa saggia decise di agire, prese coraggio e di istinto abbracciò il suo capo.

In quel momento qualcosa cambiò, l'atmosfera non era più carica di agitazione ma di… eccitazione, il Sig. Ferraro in risposta a ciò baciò in bocca Francesco.

Le loro lingue che spuntavano dalle loro folte barbe non si risparmiavano, scontrandosi e ricercandosi dopo un desiderio a lungo represso.

Tutti e due i cazzi erano in tiro, eccitati e desiderosi di esplorare i corpi altrui.

La stretta passionale prosegui nel letto dove Francesco inizio a leccare e mordicchiare i capezzoli del grande imprenditore, il Sig. Ferraro era estasiato da queste sensazioni e non si capacitava ancora di avere atteso cosi tanto tempo per provarle, Francesco scese quindi più in basso, in profondità e allo stesso modo prese il cazzo in tiro tutto d'un colpo, mai era stato così vorace e desideroso di piacere.

Quell'uomo era finalmente nelle mani di Francesco, i ruoli si erano invertiti, ad ogni ingoiata e ad ogni gemito il Sig. Ferraro si perdeva sempre più nell'amore omosessuale.

"S-Sto per venire!" esordì ad un certo punto l'orsetto maturo Francesco però non aveva intenzione di farlo venire in quel momento, aveva voglia di entrare nel suo buco, procedette quindi a girare a pancia in giù il Sig. Ferraro, esponendo le natiche brizzolate all'aria.

"Che bel culetto che abbiamo qui, pronto per un po' di piacere?", la voglia era talmente tanta che appena ci fu il consenso la lingua di Francesco stava già leccando le pareti di quella piccola caverna del piacere, la lingua inoltre cominciava ad entrare dentro piano piano, per saggiare gli umori secreti.

Era pronto, il Sig. Ferraro era pronto per essere penetrato.

Il pisello di Francesco pulsava desideroso di sfogarsi dentro quel culetto, fu infatti cosi che la cappella non fece molte difficoltà ad entrare dentro e possedere quell'esemplare ursino.

Non ci volle molto tempo prima che il ritmo dell'inculata non fosse pari a quello delle musiche proposte per fare cardio in palestra, lo stava sverginando per bene. Il Sig. Ferraro godeva come non mai, era in estasi.

Era una scopata da sogno (e che sogno!) e mentre Francesco massaggiava la prostata del sognante imprenditore, i due vennero copiosamente gridando, soddisfatti della performance.

A quelle urla di piacere i due orsetti si svegliarono, con i rispettivi pantaloni inzaccherati di sperma. Chissà che in futuro non capiti pure nella realtà.

Se il racconto vi è piaciuto e se avete altri suggerimenti potete contattarmi a questa mail: fernandoramirez1995magic@gmail.com

Un racconto di Michele


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