ORSI
ITALIANI MAGAZINE
ATTENZIONE
/ NOTICE
Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto
omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni
This page contains pictures of male nudity and a text with homoerotic
contents: it's intended for persons over 18
La
fiaba dei tre orsi
Un
racconto di Honeybear
I
racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non
sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale
praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.
The stories published in this section may contain descriptions of
unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice
Safe Sex by using condoms.
PREMESSA
Il
racconto
che segue fa parte di una serie che vorrei dedicare ad un mondo che
mi piace davvero tanto, quello delle fiabe, di cui vorrei offrire la
mia particolare rilettura. Spero che lo scritto risulti piacevole,
eccitante e che, come sempre, Vi divertiate!
Con
affetto
HB
C’erano
una volta tre Orsi affascinanti: il primo si chiamava Stefano, il
secondo Silvio ed il terzo Andrea.
Stefano 35 anni, aveva un fisico scolpito con il petto, le gambe ed il
culo ricoperti di uno strato di pelo scuro perfettamente distribuito.
Amava molto rifugiarsi nella pace dei monti.
Silvio 45 anni era un bell’orso barbuto e sodo, ricoperto di pelo
castano con un cazzo di dimensioni ragguardevoli che amava molto la
montagna.
Andrea era il piu' giovane, 30 anni, anch’esso castano, fisico snello,
barba e in generale una buona quantita' di pelo.
Tra le gambe un gran bel pisellone. Come gli altri due amici amava la
quiete che solo i paesaggi montani potevano offrire.
Per questa ragione avevano acquistato, di comune accordo, una casina nel
bosco. Ciascuno aveva una scodella per la colazione; ciascuno aveva una
sedia per sedersi.
Ed avevano anche un letto per dormire, un letto solo per dormire. O non
dormire affatto!
Una mattina, dopo aver fatto la doccia insieme, si asciugarono e
andarono verso le scodelle per preparsi la colazione: si segarono a
vicenda sborrando ciascuno in una delle ciotole dove avevano versato dei
corn-flakes.
Ne
consumarono parte del contenuto, mangiando ognuno dalla ciotola degli
altri.
Si vestirono ed uscirono a fare una passeggiata nel bosco per
pianificare il resto della giornata, perche' i loro week-end lontani da
mogli e famiglie trascorrevano rigorosamente in completo relax.
Mentre camminavano nel bosco, un uomo di nome Dan giunse alla loro casa.
Aveva un corpo massiccio e ben proporzionato, con muscoli pieni e sodi e
una leggera peluria che gli velava il petto, le gambe e le braccia.
Guardo' prima dalla finestra, poi dal buco della serratura e, non
vedendo nessuno all’interno, fece scorrere il catenaccio ed entro'.
Si accorse allora le ciotole lasciate sul tavolo, con i resti della
colazione.
Decise di assaggiarle: camminava dalla mattina presto e gli era presa
una certa fame.
Prima assaggio' dalla scodella di Silvio. Fece una smorfia ma decise che
il sapore di quel latte non era tanto male.
Poi assaggio'
dalla scodella di Stefano ed anche il sapore del secondo liquido non gli
dispiacque.
Si avvicino' infine alla ciotola di Andrea e qui trovo' che ne era
rimasto piu' che nelle altre, cosi' lo bevve tutto:
'Non mi sento proprio sazio... C’e' ancora spazio per qualcosa…'
Si sposto' nel salotto cercando una credenza ma vide le tre sedie.
Erano dei normalissimi sgabelli coperti con uno stranissimo cuscino.
Aveva le fattezze di un bastone, anzi, quelle di un membro maschile. Su
ogni sedia ce n’era uno di dimensioni diverse.
'Se voglio riposarmi su queste sedie saro' costretto a spogliarmi.'
Penso' Dan, e cosi' fece.
Prima pero' si mise un paio di dita in bocca, le insalivo' per bene e se
le porto' al culo per lubrificarlo: le infilo' nel buco e comincio' a
spingerle su e giu' ruotandole.
Ripete' l’operazione un paio di volte aggiungendo ogni volta un dito in
piu': 'Altrimenti non riusciro' a sedermi e riposarmi…' si lamento'
sospirando.
Inizio' dalla sedia con il cuscino piu' piccolo. Allargo' per bene le
chiappe, posiziono' il suo buchino in corrispondenza della cappella di
gomma e cerco' di rilassarsi il piu' possibile.
Sentiva le pareti dell’ano che lentamente si tendevano e che quella
specie di bastone scivolava all’interno del suo corpo risalendo dritto
verso il suo intestino.
Dovette ripetere l’operazione un paio di volte perche' provava un po’ di
dolore quando si sedeva ma alla fine, senti' di essersi appoggiato
completamente al cuscino.
Non era comodo tuttavia, cosi' provo' a girarsi lentamente a destra e
sinistra per cercare una posizione migliore.
Ogni movimento che compiva sul cuscino gli procurava strane sensazioni:
una specie di prurito misto a qualcosa che poteva definirsi dolore e
piacere al contempo.
Nonostante gli sforzi pero', non riusciva ancora a trovare la postura
soddisfacente. Ogni volta che si muoveva infatti, emetteva delle grida
soffocate, dei mugolii incotrollati:
'Cosi' non riusciro' mai a riposarmi!' si disse.
Provo' quindi ad alzarsi ed abbassarsi badando a non perdere il cuscino.
Non aveva guadagnato granche', almeno a giudicare dall’erezione che il
movimento provocava al suo pene, ed inoltre quella specie di mugolio
proprio non gli riusciva di smetterlo... 'Davvero non va...'
Si alzo' ed ebbe
come la sensazione che gli avessero tolto un tappo dal culo.
Il buco si era allargato e ne usciva un liquido denso e viscoso
che macchio' la sedia e il cuscino:
'Oh cielo che pasticcio...- commento' – Speriamo che nessuno se ne
accorga!'
Si avvicino' alla seconda sedia per provarla. Utilizzo' le stesse
tecniche precedenti ed ottenne come risultato che, le pareti dell’ano si
tesero ancora di piu' allargandogli ulteriormente il buco.
L’erezione si fece ancora piu' pronunciata e, quando si alzo', il
liquido denso colava copiosamente lungo le gambe. Uno strano sorriso si
dipinse sulle sue labbra:
'Meglio di prima, ma non sono ancora soddisfatto!
Forse la terza sedia e' quella giusta…' penso' tra se'. Seguendo
l’identico copione, si sedette sulla terza sedia. Il buco del culo era
ormai completamente sfondato e Dan si chiedeva come mai, nonostante gli
sforzi, non riuscisse a trovare un po’ di riposo: 'Ma certo, dovevo
capirlo prima!'
Mise una mano sulla cappella che aveva assunto un color rubino.
Sentendola un po’ ruvida e dolorante adotto' le stesse misure usate per
il buco.
Sputo' un po’ di saliva sulla mano e comincio' a massaggiarla, passando
poi all’intera asta:
'Senti qua come pulsa… Sembra di sentir battere un tamburo…'
E di quei brividi lungo la schiena che dire? Piu' fastidiosi o piacevoli
da provare?
Decisamente piacevoli.
Cosi' piacevoli da indurlo a compiere movimenti sempre piu' rapidi.
L’altra mano scorreva birichina sui capezzoli, scendeva ad accarezzare
la nuvola bionda del pube e i suoi coglioni:
'Oooohhhh…'
Non riusciva a dire altro, non riusciva a pensare ad altro che a quel
che stava facendo.
D’improvviso si rese conto di dover accelerare ancora i movimenti della
mano sul cazzo e di non poter fare a meno di alzarsi e abbassarsi dalla
sedia.
Tutto cesso'
quando il cuscino scomparve completamente dentro di lui, provocando dal
buchino al centro della sua cappella una serie di grandi spruzzi di un
liquido bianco e denso che si distribui' sul torace.
Qualcosa rimase anche sulla cappella.
Avvicino' un dito, lo raccolse e se lo porto' alla bocca: 'La
consistenza ed il gusto mi sembrano simili a quello che c’era nelle
ciotole… Amaro e saporito allo stesso tempo'.
Decise che quel sapore alla fine non gli dispiaceva cosi' ripuli' tutto
quello che si era sparso sul corpo. Sentiva un certo indolenzimento
dietro:
'Queste sedie non sono per niente comode…' sentenzio', alzandosi e
dirigendosi a gambe leggermente divaricate alla camera da letto.
Qui trovo' il letto dei tre Orsi con i tre cuscini: 'Finalmente! Cosi'
potro' riposare tranquillo…'
Dal momento che il buco del culo non si era ancora chiuso completamente
e che gli doleva, l’unica posizione confortevole era quella prona
sostenuta dai tre cuscini sotto la pancia.
Senza rendersene conto, tuttavia si era disteso con il buco del culo in
bella mostra a chiunque avesse aperto la porta della stanza.
Nel frattempo i tre Orsi, che camminavano gia' da qualche tempo, erano
un po’ tristi poiche' non avevano ideato nulla per trascorrere il resto
della giornata:
'Mettiamo un film, qualcosa ci verra' in mente!' propose Andrea.
Tutti furono d’accordo e cosi' tornarono. Li' si accorsero che qualcosa
era accaduto:
'Qualcuno ha assaggiato i miei corn-flakes!' disse Silvio.
Poi anche Stefano guardo' la sua ciotola, vide il cucchiaio ma dei resti
della sua colazione neanche l’ombra!.
'Qualcuno ha assaggiato la mia colazione e l’ha anche mangiata tutta!'
grido' Andrea.
Dan aveva lasciato delle tracce inequivocabili del suo passaggio anche
sulle sedie.
'Qualcuno si e' seduto sulla mia sedia!' disse Silvio indicando le
macchie di sbroda perse da Dan.
'Qualcuno si e' seduto anche sulla mia sedia!'
'E sulla mia!' gli fecero eco Andrea e Stefano
I tre Orsi
pensarono che sarebbe stato bene guardare in ogni angolo della casa:
l’idea che qualcuno potesse aver violato la loro privacy li rendeva
arrabbiati ed eccitati da morire… Cosi' almeno sembrava di percepire dai
gonfiori che s’intravedevano dai loro pantaloncini.
Entrarono in camera da letto e videro le chiappe al vento di Dan.
Il buco non si era ancora completamente richiuso e i rivoli dei suoi
umori intestinali non si erano ancora perfettamente asciugati.
Silvio si passo' una mano sul mento con fare pensieroso.
L’altra scivolo' giu' all’altezza della patta scoprendo il cazzo in
erezione. Scambio' una rapida occhiata d’intesa con gli altri due:
'Ecco come andra' la giornata!' Sembravano dirsi e in un attimo si
denudarono.
Dan, sentendo dei rumori, inizio' a svegliarsi. Si giro' lentamente e si
vide piantati in faccia i tre grossi cazzi pelosi dei tre Orsi:
'Che cosa succede? Oh, mi sono addormentato!'
'Chi sei?'
Dan si presento' e poi prosegui':
'Chiedo scusa, non volevo… Sto camminando da stamattina e avevo fame. Ho
visto la casa, le ciotole… Ma i cuscini dei vostri sgabelli erano cosi'
strani e scomodi che non sono riuscito a riposare. Anzi mi hanno fatto
quasi male… O forse no… Beh, insomma, alla fine ero cosi' stanco che mi
sono addormentato qui…'
'Nessun problema. E adesso hai ancora fame?'
'Beh, un pochino
si' visto che tutto quel che ho mangiato era quella roba che c’era nelle
ciotole…'
'Ci penso io!' cosi' dicendo Stefano usci' dalla stanza per rientrarvi
portando un vaso di miele con cui si cosparse l’uccello e i capezzoli.
Agli altri orsi porse rispettivamente un vaso di marmellata e della
panna montata. Entrambi si cosparsero le stesse parti di Stefano:
'Prego! Serviti pure e buon appetito!'
'Ma come?!' Dan era titubante.
Ci penso' Silvio a toglierlo dall’imbarazzo obbligandolo ad ingoiare il
suo uccellone.
Dan si senti' soffocare da quell’arnese infilato in gola.
Tuttavia gli parve di non avere altra via d’uscita cosi' si diede subito
da fare mettendosi in ginocchio e succhiando i tre cazzi uno di seguito
all’altro alternandoli nella sua bocca in modo che nessuno perdesse
vigore.
A turno gli appoggiavano le mani sulla testa facendogli entrare il cazzo
fino in gola dopo esserselo lubrificato con miele, marmellata e panna.
Quello di Andrea tuttavia era troppo grande
'Sembra quello della sedia in cucina'
'Gli somiglia, vero? Ma questo e' meglio! C’e' la panna montata sopra!'
'Gia'…'
Era un uccello veramente enorme per la bocca di Dan, cosi' si concentro'
sulla cappella.
Dopo averla ripulita dalla panna montata infilo' la lingua nella fessura
provocando al giovane orso un godimento che non gli era mai riuscito di
provare prima:
'Bravo, bravo… Cosi'! Cosi'…' sospiro' Andrea prima d’inondargli il viso
con la sua crema:
'Ecco da dove arriva il liquido che ho bevuto dalla scodelle!'
Felice per quella scoperta fece in modo che anche gli altri due Orsi gli
riempissero la bocca di sperma. Non ne perse nemmeno una goccia,
ingoiando tutto quanto!
Si spostarono
sul letto e Dan disse di essere ancora affamato. Per tutta risposta gli
orsi si cosparsero interamente dei tre alimenti cosi' il giovane pote'
assaggiare ognuno dei suoi nuovi amici leccandoli da capo a piedi. Si
soffermo' a giocare con la lingua sui capezzoli, tiro' i peli con le
labbra, lecco' le loro lingue. Era un’apoteosi di godimento.
Tuttavia non gli era ben chiara una cosa, cosi' domando':
'Ma perche' mentre io mi dedico a ripulirvi uno per volta, gli altri due
mi infilano le dita nel sedere?'
'E per verificare se sedendoti sulle nostre sedie, il tuo culetto non ne
abbia risentito!' rispose con serieta' Silvio mentre infilava tre dita
insalivate nel culo di Dan che, bagnato dal piacere, non smetteva
produrre sbroda in grande quantita'.
'Ma siete sicuri che non mi fara' male? Quando mi sono seduto sugli
sgabelli vi ripeto che ho provato un po’ di fastidio…' chiese pulendosi
la bocca dal miele che aveva sorbito dall’uccello di Stefano.
'Ma adesso e' passato no? E con i massaggi che ti stiamo facendo saro'
ancora meglio! Vedrai, ci sara' da divertirsi!'
Dan parve convinto della spiegazione ricevuta.
Nel frattempo Andrea si avvicino' per verificare ed unirsi al gioco.
Infilo' due dita cosi' da arrivare ad un totale di cinque. Dan
cominciava a non capire piu' nulla: il godimento che provava nel
sentirsi lavorare il buco gli aveva fatto dimenticare la fame e la sete.
In compenso apprezzo' in maniera definitiva l’esperienza delle sedie!
Il suo unico desiderio era diventato quello di continuare a succhiare e
leccare i corpi degli amici Orsi.
Che decisero di scambiarsi di posto. Silvio si corico' mentre Andrea e
Stefano continuarono a rovistargli il buco. Dan si sedette sul suo cazzo
facendolo sparire velocemente fino in fondo.
Silvio
lo scopo' con gusto e con colpi decisi per alcuni minuti poi ordino' ad
Andrea di inculare Dan insieme a lui.
Cosi' Silvio si fermo' per un istante, tiro' a se' Dan. Andrea, con
l’aiuto di un po’ di miele, spinse il suo cazzone dentro al ragazzo.
Il buco si tese allo stremo e Dan realizzo' che le medesime sensazioni
provate sulla sedia della cucina, lo stavano facendo godere come mai
avrebbe pensato.
Non credette alle sue orecchie quando, aggrappandosi ai pettorali di
Silvio, si senti' dire:
'Vi prego continuate… Siete fantastici!'
Sfregare il suo corpo contro quello peloso dei suoi nuovi amici lo
eccitava sempre di piu'. Andrea e Silvio si muovevano all’unisono: era
come se un unico grosso cazzo gli scopasse il culo.
Il ritmo poi cambio' ed ognuno entrava ed usciva a proprio piacere. Il
culo era diventato largo e ricettivo e colava sbroda in continuazione.
Anche il cazzo di Dan, seppur mezzo moscio, aveva ripreso a produrre
liquido pre-spermatico.
Nel frattempo Stefano sali' in piedi sul letto per infilare il cazzo in
bocca a Dan che lo accolse avidamente.
Poi decisero di cambiare gioco e di provare tutte le combinazioni di
accoppiate di cazzi dentro al culo di Dan: Silvio- Andrea,
Silvio-Stefano, Andrea-Stefano alternando anche chi stava coricato e chi
lo inculava da dietro.
Fecero cambiare posizione anche a Dan: una volta lo girato verso chi
stava sotto di lui, un’altra dandogli la schiena cosicche' il terzo Orso
si posizionava dietro di lui afferrandogli le caviglie, tenendogli le
gambe in alto e ben spalancate per agevolare l’intrusione nel suo culo.
Dan gemeva, implorava di continuare: non voleva che smettessero nessuna
ragione.
Alla fine, inevitabilmente, iniziarono a riempirgli il culo di sborra
che, mista ai suoi umori, colava copiosa sul letto inzuppando le
lenzuola.
Tutti e quattro si accasciarono sfiniti. I tre Orsi ebbero comunque il
tempo di lanciarsi uno sguardo d’approvazione, felici di come si era
inaspettatamente conclusa quella giornata.
Per quanto
concerneva Dan, il suo culo era una vera e propria caverna: il buco,
rosso ed irritato, pulsava come un battito cardiaco.
Stefano non era ancora appagato a sufficienza ed avendo molta fantasia
propose ai ragazzi di scoparsi ancora Dan.
'Si', ma come?'
Lo fecero mettere in ginocchio su una poltrona con il petto appoggiato
allo schienale cosi' da mantenere la schiena arcuata mentre il culo
sporgeva all’infuori. I tre risero vedendo le condizioni del buco di
Dan: rosso ed un poco gonfio ma ancora aperto.
Come di consueto presero ad alternare i rispettivi cazzi dentro a
quell’ano ormai capace di accogliere di tutto e, sempre a rotazione,
ognuno di loro svuoto' un’ultima volta al suo interno il contenuto dei
rispettivi coglioni.
Esausti ed appagati, si sdraiarono sul letto. Stefano chiese:
'Allora Dan, hai ancora fame?'
'Beh…'
'Allora se non hai impegni considerati ufficialmente invitato a cena!'