ORSI ITALIANI MAGAZINE


Nella tana degli Orsi bianchi (terza parte)

Un racconto di Billy Joe

Cammino speditamente da quasi mezz'ora, in mezzo alla boscaglia ed alla neve ghiacciata. Ecco, questo puo' essere un problema, lascio impronte ovunque, ma forse nessuno ci fara' caso, nessuno pensera' ad un omicidio. Mi sono perso. La luce della Luna e' nascosta da questa nebbia gelatinosa e soffocante. Cado piu' volte con il volto nella neve ghiacciata e rialzarmi diventa un supplizio. Il mio corpo cade pesantemente rompendo lo strato sottile di ghiaccio. Sotto la neve e' farinosa, brucia la pelle. Penso al da farsi. Forse non mi conviene tornare a casa, forse dovrei tornare a Milano per qualche giorno. La chiave!!!!! Cazzo, la chiave!!!!. Si, eccola, ancora nel taschino interno della mimetica. Dio che male!!!! Mi fa male dappertutto. Quando mi accascio sul letto, stremato dalle morbose attenzioni dei quattro, infreddolito e bagnato dal nevischio che mi si sta sciogliendo addosso, ho ancora i miei stracci insanguinati e gli anfibi. La stanza e' tiepida, ma il materasso e' ghiacciato. Mi butto addosso il piumone impolverato e poi non ricordo nulla fino al mattino dopo.

Domenica. Ho il corpo dolorante, mi muovo stringendo i denti. Ad ogni movimento sento tirare i lembi delle ferite e credo che riuscire a togliersi gli indumenti sara' dura. Gli anfibi ed i calzettoni vengono via abbastanza facilmente. Mi alzo ed apro le ante dell'armadio per specchiarmi. La superpippo e' macchiata di sangue un po, ovunque. E' in massima parte sangue scuro, gia' secco, ma ci sono ancora chiazze rosse molto intense. Con cautela slaccio i bottoncini sul petto ed apro gradatamente la maglia. Ecco il primo problema: i capezzoli. Il sangue coagulato ha saldato i capezzoli alla lana dell'indumento. Cazzo!!! I capezzoli stanno diventando violacei. Forse e' normale dopo un trauma del genere. E pensare che non mi sono fatto fare piercing per paura degli aghi!!!! Sbottono tutta la fila fino al randello. Questo mi preoccupa. E' gonfio e non per l'eccitazione, spero che quegli ami non fossero infetti altrimenti non potro' evitare di ricorrere al medico. Non porto' scopare per un bel po,.

Il mio torace non e' conciato meglio. Mi fanno molto male le spalle e i bicipiti. Ho i pettorali a pezzi e sulle costole la pelle e' lacerata per le frustate date con il fermaglio del cinturone. Togliersi la maglia e' terribile, ma devo farlo. Al di sopra dei gomiti ho i segni dei lacci che mi avevano bloccato le braccia. Anche gli addominali sono doloranti. Dalla cintola in giu' ho solo qualche abrasione sulle cosce. Il buco e' terribilmente irritato e spurga ancora un po, di sangue e sperma. Cerchero' di farmi un bel bagno.

Il contatto con l'acqua calda nella quale ho sciolto dell'Amuchina e' molto doloroso, ma non posso evitarlo. Il bruciore sembra passare abbastanza in fretta. Ho un desiderio fortissimo di togliermi di dosso lo sperma, la saliva, la sensazione del contatto delle loro mani sul mio corpo. Credo che nessun sapone potra' mai lavarmi via quello che e' successo. Sto pensando al Rosso. L'ho ammazzato!!! Sono un assassino. Rivivo quelle scene: la violenza cieca di quegli uomini e la loro malvagita', le umiliazioni inflitte. Non si sono accontentati di sfogare i loro istinti bestiali su di me. Volevano anche farmi tacere per sempre, farmi fuori. Mi sono difeso. Mi sono solo difeso.

Intanto domani si ricomincia a lavorare e ho anche gli allenamenti, cazzo!!! Come faccio conciato cosi'? Ok!! Ci pensero'. Adesso ho in mente solo una cosa, anzi quattro.

Delicatamente mi passo l'asciugamano sul petto e sulle braccia, poi indosso l'accappatoio e mi lavo i denti. Che sensazione. Ho ingoiato la sborra di quegli assatanati e mi sembra di avere ancora qualcosa tra i denti e sulla lingua e sicuramente nel cervello. Mentre mi stupravano ho pensato che tutto questo potesse avere un senso, che se quattro sessantenni sposati e con figli si comportavano cosi' forse c'era una qualche sorta di rituale nell'universo maschile che ancora ignoravo. Ho pensato che questa cosa non potesse avere nulla a che fare con le inclinazioni sessuali di un uomo. Ho pensato che forse era solo giusto cosi', che forse era tutto naturale, che forse, vissuto nella giusta maniera, potesse anche essere bello. Forse la sbornia non mi e' ancora passata. Scendo lentamente le scale e vado in cucina. La mattinata e' fredda e limpida. Chissa' cosa e' successo alla baracca, chissa' se lo hanno gia' trovato. Gli altri sarebbero dovuti tornare piu' tardi al fiume per liberarsi di me. Forse hanno trovato il barcone affondato, forse sono fuggiti senza farsi troppe domande. Non andro' al fiume!!! Non ci tornero' almeno per i prossimi giorni. E comunque stasera torno a Milano.

Sul mobiletto del corridoio c'e' l'elenco telefonico. Pisati. Cerchero' prima lui. Il caffe' e' quasi pronto. Vediamo se c'e' qualche Pisati qui attorno. Era venuto in bicicletta quindi devo cercarlo fra qui e D., L. e B. Lo cerchero' anche a I., giusto per togliermi il dubbio.

Sfoglio l'elenco di dieci anni fa. Ecco!! Ci sono due famiglie Pisati a B. e una a D.

Sono le nove e mezza. Il tempo di mettere in lavatrice la mia roba e di vestirmi.

Arrivo a B. con l'auto. Sono luoghi che conosco abbastanza bene, ma non posso chiedere informazioni a nessuno. Ricordo vagamente che questa via doveva trovarsi nei pressi della panetteria. Eccola, avevo ragione!!

Sono le dieci e quarantacinque. Che coglione!!! Dovrebbe esserci Messa. Se mi piazzo vicino alla chiesa magari lo becco prima della funzione. Con l'auto faccio una breve retromarcia e imbocco la viuzza che porta alla chiesa. Comprero' il giornale.

-...Si!! E lui deve essere rimasto dentro!!!- Un uomo bisbiglia in dialetto al giornalaio.

Il simpatico ciccione dietro il bancone sgrana gli occhi e muove le labbra come un pesce e annuisce. Ha una bella pancia tonda e due bellissime mani pelose. Deve avere un quarantacinque anni, non ha fede al dito e dal suo atteggiarsi mi da l'impressione di essere piu' orientato verso l'universo maschile che femminile. Una vecchia compare alle sue spalle.

-Mamma, torna in casa che qui fa freddo.- Si, ne ho quasi la certezza!!!

-Poveraccio!!!! Speriamo che non abbia sofferto. Ma e' il Rosso.come si chiama...il Lanati!!!-

-Esatto!! Quello di L. che conosce anche il Pisati.- La mia attenzione alle loro parole e' massima.

-Allora chiedero' a lui. Non si e' fatto ancora vedere stamattina. Pover,uomo chissa' come c'e' rimasto male.-

Il giornalaio prende distrattamente l'euro del quotidiano dandomi il resto di dieci centesimi e continua ad appassionarsi al racconto dei primi pescatori o delle guardie venatorie o di qualcuno che e' arrivato al Ticino questa mattina e si sono trovati di fronte lo spettacolo della baracca distrutta dalle fiamme e la macchina del Rosso ancora accesa, come se lo stesse ancora aspettando, a pochi metri dal rogo.

Allora il Pisati abita qui, resta da capire dove. Esco insieme all'altro avventore.

I primi ragazzi e le donnette cominciano ad affluire verso il tempio. Dal bar vicino cominciano ad arrivare gli uomini. Del Pisati non c'e' traccia. Qualcuno mi guarda sospettoso, in questi paesi un forestiero si nota immediatamente. Aspetto gli ultimi ritardatari. Niente, sono le 11.15, meglio andare verso l'auto. Potrei attendere la fine della Messa, ma poi ci sarebbe troppa gente attorno che se la prenderebbe comoda e magari si ricorderebbe di me.

Rientro a casa. Ho quasi fame ma non ho nulla in casa, pensavo di andare al supermercato ieri nel tardo pomeriggio, ma le cose sono andate diversamente. C'e' un fast food nell'area commerciale, verso M. Mi dirigo verso il centro commerciale. Squilla il cellulare.

-Marco, ciao, come va?-

-Ciao Billy, ti volevo chiedere per domani, riesci a passare tu per gli allenamenti?-

-Cazzo, mi spiace Marco, non sono a Milano nei prossimi giorni, devo saltare gli allenamenti.-

-Dove cazzo sei? Non ti muovi mai!!!-

-Sono a Torino, per lavoro.-

-Ma sei in auto?-

-Si, sono partito da un po,.-

-Ah! Ok! Vabbe', allora chiedero' al Gianni. Ma allora sei via tutta la settimana?-

-Si, torno lunedi' prossimo.-

-Dai bello, passatela bene!!!!. Ciao.-

-Ok!! Ciao Marco.-

Marco e' il mio amico numero uno, un bel bisonte di 120 kg con molto pelo dappertutto. Lui e' quello che mi ha sempre aiutato, sempre sostenuto e sempre difeso. Forse saprebbe aiutarmi anche adesso, forse mi aiuterebbe a salvarmi da quel pozzo senza fondo nel quale sto per precipitare. No, non posso coinvolgerlo!! Mi sento una merda ad averlo ingannato, ma dovevo farlo.

Ho appena incrociato una Panda rossa. Ma chissa' quante ce ne sono!!! Di sicuro anche il Lupo abita in zona..pero'...faccio marcia indietro. La Panda svolta verso I. Ma e' una donna. Pero' la carrozzeria e' sbiadita, non ricordo la targa, ma ho come l'impressione di averla gia' vista.

Entriamo in paese e la Panda si dirige speditamente verso una palazzina in periferia. Parcheggio pochi metri indietro. La donna scende, apre il bagagliaio e ne estrae alcuni sacchetti della spesa. La porta della palazzina si apre.

E' lui!!!!! Cazzo che culo!!!!! (cioe' caspita che fortuna!!!!) e' il Lupo. Eccolo la', alto e massiccio. Indossa ancora i pantaloni di velluto di ieri, magari sono ancora sporchi del mio sangue. Ha cambiato la camicia. Sento ancora su di me il suo odore di maschio, sento sulle labbra il sapore del suo sperma e stringendo il buco del culo, sento ancora il suo randello rovente dentro di me. E' stato il primo ad entrarmi dentro e non lo dimentichero' quando me lo trovero' di fronte. Sorride la bestia. Quella deve essere la sua signora, entrano in casa a braccetto. Sembra tranquillo...beato lui, crepera' senza accorgersene!!!

Adesso so dove vive. Ritorno sui miei passi, questa scoperta mi ha fatto battere forte il cuore ma mi ha anche messo appetito.

Mentre mangio questo triste hamburger rimugino sulle scoperte della mattinata: Lupo abita a I., abita con una signora sui sessanta che potrebbe essere la moglie. Probabilmente le vuole molto bene, era affettuoso e sorridente. Ma quando siamo agitati per qualcosa di importante capita spesso che ci lasciamo andare ad effusioni, forse per sdrammatizzare o per stemperare l'adrenalina che abbiamo dentro. Chissa' se la bella signora conosce la bestialita' del marito, chissa' se e' al corrente del fatto che ha sequestrato torturato e violentato un altro uomo. Il Rosso abitava a L. Forse abita con quel figlio tanto declamato, Luca. Chissa' se Luca ha il benche' minimo sospetto di quello che mi ha fatto suo padre. Mi scopava e pensava a suo figlio..e mentre i suoi amici mi torturavano, vedeva in me il suo Luca o ero solo uno sconosciuto da sopprimere dopo un pomeriggio di sfrenato divertimento? Non lo sapro' mai e nemmeno mi interessa molto. Il Rosso e' stato solo il primo. Non ce l'ho con Luca o con la bella signora, ma vorrei che mentre piange suo padre, qualcuno gli raccontasse cosa e' successo nella tana degli orsi bianchi ieri pomeriggio. Il Pisati e' di B. anche se non so di preciso dove abiti. Devo cercare il Baffone e Ciaccio, ma sicuramente saranno al funerale del Rosso.

Domenica pomeriggio. La nebbia non vuole andarsene via. Scarico la spesa a casa e torno a B. in auto per sapere qualcosa di piu' sul Pisati. Faccio un giro in paese, ma sembra un paese di morti. Vado verso L. voglio vedere se c'e' qualche novita' sul conto del Rosso.

Effettivamente il paese sembra ancora all'oscuro, non ci sono manifesti funebri. Entro nel bar del paese dove concitate voci dialettali assordano gli avventori.

-No!!! Eh!! Cosa volevi trovare? E' bruciato tutto.-

-Ma allora potrebbe essere ancora vivo?-

-Ma non dire cazzate!!! C'era la macchina ancora accesa stamattina, dove vuoi che sia andato?-

-No, no, e' morto e' morto. E' andato a vedere anche suo figlio, era bianco come un cadavere.-

-Poveraccio.-

-Ma chi lo ha trovato?-

-Suo figlio!! Lo ha cercato tutta la notte, poi stamattina e' andato alla baracca che avevano al Ticino e ha trovato la macchina accesa e la baracca bruciata.-

-Che tragedia!!!-

Sembra che non si riesca a parlare d,altro. Il tizio appoggiato al tavolino e che mi volta le spalle non e' molto piu' vecchio di me, avra' una quarantina d,anni. Da come vedo muovergli il sedere e le braccia sembra molto impegnato a grattarsi il tarello. Malgrado sia un po, piu' basso di me, ha una bella schiena e due natiche sporgenti. Ha una pelle molto profumata e due orecchie piccole e ben fatte, da infilarci la lingua dentro. Mentre assaporo il suo aroma, ecco un'altra botta di culo!!!!. Si apre la porta del locale ed entra il Pisati. E' proprio lui. Volto la schiena e lo seguo con la coda dell'occhio. Dio, speriamo che non mi veda!!!! Ordina un caffe' al barista, poi si ferma a parlare con un gruppo di uomini dell'argomento del giorno. Cerco di uscire, non deve vedermi. Un gruppetto di adolescenti entra chiassoso e si dirige verso le macchinette. Maledetti marmocchi!!! Fuori dalle palle!!! Raggiungo l'auto e aspetto. Ho tutto il tempo che voglio e intanto mi leggo il giornale.

Sono le 17. Pisati esce in compagnia di due anziani, inforca la bicicletta e se ne va solo verso casa.

Ok!! Mi metto in movimento. So gia' cosa fare. Appena fuori dal paese, verso B. c'e' una curva ed un lungo rettilineo che attraversa una grossa area a pioppeto. Sul lato destro c'e' un canale pieno d,acqua.

La nebbia e' piuttosto fitta. Accelero, ecco il Pisati che faticosamente rientra a casa, lo supero e parcheggio sul viottolo dall'altra parte della strada, verso i pioppi.

Fra qualche minuto sara' qui. Sento cigolare la sua bicicletta. Eccolo spuntare dalla nebbia.

-Buonasera Pisati.-

-Chi e'?- Chiede interdetto appoggiando il piede a terra.

-Come chi sono, non ti ricordi? Forse non mi riconosci perche' sono vestito? Forse se mi spogliassi e mi facessi scopare dai tuoi amici, allora mi riconosceresti?-

-Io...io non so chi sei.cosa vuoi da me?-

-Se appoggi le mani sul mio cazzo e me lo trastulli un po, magari te lo ricordi.-

-VA VIA!!!! VA VIAAAAA!!!!!!- E cerca maldestramente di investirmi con la bicicletta. Lo trattengo per il manubrio.

-Cosa vuoi da me? Lasciami andare!!!!-

-Tu sei come il Rosso, vigliacco fino in fondo.-

-L'hai ammazzato!!!!! AIUTOOOOOO!!!!!!! L'HAI AMMAZZATO!!!!!-

-TACI BASTARDO!!!!- E gli sferro un pugno in pieno volto.

Il vecchio Pisati cade a terra svenuto. Butto la bicicletta nel canale. Lo sollevo per le spalle. Cazzo che male!!!! Mi brucia tutto il torace.

-Vai all'inferno Pisati!!!!- E lo butto dentro a faccia in giu'. Il corpo ha qualche fremito, qualche bolla d,aria increspa l'oleosa superficie del canale. Non si muove piu' e viene trascinato lentamente dalla corrente. Corro alla macchina, e' ora di rientrare a casa.

La strada per casa e' sempre piu' difficoltosa, c'e' troppa nebbia. Passero' da L, non voglio esserci quando qualcuno lo trovera'. C'e' di buono che non ho incrociato altre auto.

Lunedi' mattina. Ho dormito poco e male, le ferite mi fanno ancora un male cane. Devo chiamare in ufficio.

-Vale ciao sono Billy.-

-Ciao bel fustacchione? Come va?-

-Dai piantala, scema!! C'e' Sandro? E' gia' arrivato?-

-Ma hai visto che ore sono? Lo conosci, prima delle 9 non arriva. Devo dirgli qualcosa?-

-Per favore digli che oggi non saro' in ufficio e di chiamarmi sul cellulare, ok?-

-Va bene, ma e' successo qualcosa?-

-No, tutto sotto controllo, forse ho solo un po, di influenza.-

-Ok!! Riferisco bel maschione. Curati!!!!!-

-Si, grazie, ciao Vale.-

E l'ufficio e' sistemato per oggi. Andro' in paese a prendere il giornale e poi mi mettero' a cercare gli altri.

'ROGO SUL FIUME, PENSIONATO MUORE NELL'INCENDIO DELLA BARACCA'

Il titolo del giornale locale attira la mia attenzione.

'Ancora ignote le cause dell'incendio che sabato notte ha distrutto una casetta galleggiante sulle rive del Ticino presso C. e che ha provocato la morte del proprietario M.L. di anni 65...

Si sta indagando sulle ultime ore di vita del pensionato. I carabinieri della stazione di C. stanno preparando il rapporto per il GIP. L'ipotesi piu' accreditata e' la disgrazia, ma non si scartano altre ipotesi piu' oscure.'

-Ma tu sei il Giuseppe? Il figlio della Maria e dell'Ottavio?- Una vecchia voce femminile mi fa voltare.

-Si, sono io.- Una vecchia signora e un ragazzo sui venticinque mi sono davanti.

-Io sono la Franceschina del mulino, che ha tenuto alla Cresima la Maria.- (in dialetto le frasi sono molto piu' efficaci).

-La Maria mia mamma? Ah! Piacere, come sta?-

-Eeeehhh!!! Sto da vecchia, ho 92 anni!!! Non come voi che siete giovani.-

-Ciao, sono Giuseppe, piacere.- Allungo la mano verso il ragazzo.

-Nicola, sono suo nipote.-

Il ragazzo e' di qualche anno piu' giovane di me. Non so perche' ma mi attira da subito. Sara' per gli occhi chiari e i capelli nerissimi a spazzola o per la bella barbetta riccia e scura. Certamente deve essere un atleta o un palestrato, ha una stretta di mano notevole, un bel fisico asciutto ma possente. Che sensazione! Ho una strana voglia di toccarlo, di farmi toccare e di giocare con lui in una bella sauna finlandese, mentre le gocce di sudore gli scendono dal petto e dalle spalle e io le rincorro con un dito e magari le assaporo. Se ho ingoiato sborra posso sopravvivere anche a questo. Sembra cosi' sano e forte. e chissa' la' sotto...

-Ma cosa ci fai qui? Sei venuto a controllare la casa? Eeeehhh! Quanto tempo e' passato, tu eri piccolo quando ve ne siete andati a Milano.-

-Insomma, proprio piccolo no, avevo 22 anni.-

-Appunto, giovanissimo. Ma ti sei sposato? E di figli ne hai?-

-Nonna dobbiamo passare al cimitero e poi a fare spesa, lo sai che poi devo studiare.-

-Ha fretta, ha sempre fretta. Sta studiando all'universita', diventera' dottore.-

-Bene e cosa studi?-

-Economia e commercio, mi manca solo la tesi.-

-Gli e' sempre piaciuto tanto studiare al mio Nicola.- Lui sorride deliziosamente e mi guarda con una luce negli occhi che io ho perso molto tempo fa.

-Allora se un giorno che sei in universita' ti va di fermarti da me, sarai il benvenuto.- (lo sa Iddio quello che potremmo fare insieme).

-Ci conto Giuseppe.-

-Anche io Nicola.- E ci salutiamo con una stretta di mano.

-Mi ha fatto piacere vederla Franceschina, adesso devo scappare anche io.-

-Saluta, saluta a casa.- (e chi saluto, sono solo!!)

-Giuseppe scusa!!- Nicola mi chiama e io mi volto.

-Tieni- E mi mette in mano un bigliettino con il suo portatile. -Cosi' possiamo metterci d,accordo per vederci a Milano.

-Giusto, ti do il mio cellulare. Allora 335.. Ma non c'e' bisogno di aspettare fino ad allora, se ti va chiamami, io mi fermo in paese ancora qualche giorno.- Nicola sorride con i suoi bellissimi denti eburnei e mi pare di scorgere un po, di rosso sulle guance barbute. Ricambio il sorriso e me ne vado. Ma che bisogno c'era di fare tutta sta sceneggiata? Chiamami lo stesso...anche se non sono a Milano...ti do il mio cellulare... Perche' mi sento cosi' attratto da quel ragazzo? Meglio non distrarsi, ho un lavoro da svolgere.

Mezzogiorno e' passato da qualche minuto, tornero' a casa. Alla fine del viale la strada provinciale si fa trafficata di camion e furgoncini che servono la zona industriale. Ecco l'osteria del Peperosso, dove io e Michele giocavamo ai camionisti e saltavamo sulle cabine fingendo di guidare.

E quello? E' Lui!!! E' quel figlio di puttana di Ciaccio, sta venendo verso l'osteria, dall'altra parte della strada. La tentazione di investirlo e' fortissima, lo voglio trascinare sull'asfalto finche' il suo lurido corpo non sara' ridotto ad uno scheletro. No!! aspetta!! C'e' troppo traffico. Allora abita in zona, abita a C. anche lui ma non lo ricordo, forse e' venuto ad abitarci dopo la mia partenza. E' a piedi. Non abita lontano. Calmati Billy!!! Ragiona!! Adesso e' troppo presto!! La vendetta va gustata fredda. Rientro a casa. Oggi pomeriggio faccio un salto a L. voglio vedere se c'e' qualche notizia sul funerale del Rosso. Passero' anche da B. magari si sa gia' qualcosa del Pisati.

Lunedi' pomeriggio. Ad L., il paese del Rosso, non si sa ancora quando ci sara' il funerale, non ci sono annunci e a B. il giornalaio davanti alla chiesa e' ancora chiuso. Mi piacerebbe sapere se ci sono novita', aspettero' che apra intanto me ne vado al Ticino. Non ci sono ancora tornato.

Il fiume non e' lontano, qualche chilometro e sono gia' in golena. Lascio l'auto ai piedi dell'argine e mi incammino verso valle. Ecco la boscaglia alla mia destra. Fra poco dovrei vedere la baracca del Rosso. Eccola!!!! Cazzo!!! E' bruciato tutto. E' stata rimorchiata in secca e circondata dal nastro da cantiere. L'auto non c'e' piu'. Va all'inferno Rosso, dovunque tu sia!!! Rientro in paese, il giornalaio ha aperto la bottega.

-Buongiorno.-

-Buongiorno, in cosa posso servirla?- Mi guarda con due occhietti furbi e speranzosi. Mi scruta dalla testa ai piedi, ripetutamente, e' molto interessato al mio fisico. Sono sempre piu' convinto che sia frocio.

-Mi da' la Provincia?-

-Eccola servita signore- E resta a guardarmi.

-Ma chi e' questo disgraziato?- Accennando all'articolo in prima pagina.

-Pensi che e' un signore di L. di 65 anni. Qui in paese lo conoscevamo bene perche' organizzava spesso le pesciolate in piazza insieme ai pescatori di B. Era un brav,uomo, vedovo con un figlio, un bel ragazzone di quelli che fanno palestra.-

-Ah, non sapevo che fosse vedovo.- Il giornalaio mi guarda stupito. E io mi taglierei via il cazzo per quanto sono scemo!!!! Cercando di salvare le apparenze riprendo: -Si, volevo dire che avevo sentito parlare di questa storia e che lo ha trovato suo figlio.-

Il giornalaio si fa piu' sospettoso. -Ma lei non e' della zona.-

-Io abito ad Abbiategrasso ma i miei sono originari di C.-

-Aaah!!! Ma allora e' un conterraneo.- Il suo sguardo si fa piu' rilassato.

-E pensi alle volte il caso: stamattina hanno trovato un altro signore di qui morto affogato nel canale.-

-Davvero? Poveretto!!-

-Eeehh! Anche lui un bravo ometto di quasi ottant,anni. E' caduto nel canale ieri sera, si capisce c'era un nebbione!!! Ma io glielo dicevo sempre..Francesco non vada in giro con questa nebbia sullo stradone.-

-Ma lo hanno investito?-

-No, no, hanno trovato la bicicletta ed e' intatta. Si sara' sentito male, poveretto.-

-Ne succedono di tutti i colori.- E gli porgo l'euro per il quotidiano.

-Mah!! Cosa dobbiamo dire?- Risponde porgendomi il resto. La sua mano sfiora la mia intenzionalmente. Mentre io la guardo, cosi' ben fatta e leggermente pelosa, le unghie curatissime, lui guarda me con il suo sorriso impiccione e simpatico.

-Grazie, arrivederci.-

-A lei signore, buona giornata.- Risalgo in auto e sorrido ancora una volta al giornalaio che osserva i miei movimenti.

Lunedi' sera. Chiamo l'ufficio per prendere un altro giorno di riposo. Mi dispiace ingannare i colleghi e il buon Sandro, ma ho la mente impegnata a fare altro. Dopo cena decido di uscire e tornare a B. sono curioso di ascoltare i commenti sulla morte del Pisati.

Stasera e' fredda, non c'e' un filo di nebbia. Sto percorrendo la strada verso il paese, diretto a B.

Laggiu' le luci dell'osteria rischiarano anche la strada. E quello? E' Ciaccio, si e' lui!!! Frequenta il Peperosso. Sicuramente si ubriachera'.

Ciaccio arriva a piedi all'osteria ed entra. Non posso lasciare l'auto qui fuori, c'e' troppa gente e darei nell'occhio. Meglio entrare in paese, parcheggiare e ritornare indietro a piedi, magari passando dai campi. Il paese dista qualche centinaio di metri, mi ci vuole pochissimo a lasciare l'auto nel viale di ingresso e tornare indietro velocemente lungo il fosso fino all'osteria. C'e' gente la dentro, sono le 20 passate. Questi campagnoli mangiano presto come le galline.

Aspetto un quarto d,ora rimuginando sul da farsi. Che gli dico? Che faccio? E se fa una scenata?

Il ciccione e' seduto al tavolo, solo, vicino alla porta dei cessi, con un bel bottiglione di rosso dal quale manca quasi un litro di vino. E' gia' ubriaco, come quella sera. Mi avvicino senza togliermi il giaccone.

-Ciao Ciaccio.-

Il grassone con gli occhi rossi e gonfi mi guarda interdetto e apparentemente non mi riconosce infatti non fa una piega. Mi siedo accanto a lui.

-Come stai?- Chiedo.

-Ma tu chi sei?-

-Sono Billy, ti ricordi? Nella baracca del Rosso, sabato pomeriggio.... ci siamo divertiti...-

Il suo viso rosso e sbarbato fa una smorfia.

-Siiiii!!!! Mi ricooooordooooo. Vuoi bere?-

-Si, volentieri.- E afferro il bottiglione tracannando. Ciaccio ride ed e' una risata infantile e tenera. Quasi mi dispiace doverlo ammazzare, ma ricordo fin troppo bene sia il fetore insopportabile della sua nerchia che mi soffocava, sia il suo sadismo, quando mi sbatteva la testa sul tavolo per eccitarsi e scoparmi meglio.

-Che ne dici se io e te.bhe', se io ti facessi divertire un po,?- Chiedo.

Lui beve un altro sorso. -Come sabato?-

-Si.- E con la mano vado verso il suo pacco. Ciaccio mi guarda compiaciuto.

-Allora ti sei divertito anche tu?-

-Un mondo.- E le mie mani palpeggiano con interesse il siluro che ha fra le gambe.

-Sei stato bravo, ci hai fatto divertire. Il Lupo ha detto che erano anni che non si divertiva cosi'...hai sentito del Rosso? Che disgrazia..senti.. .perche' non vai sotto al tavolo? C'e' una bella sorpresona per te.-

-Non qui, dai andiamo da te?- Ho voglia di spaccargli in testa la bottiglia e di sgozzarlo qui davanti a tutti.

Ciaccio muove la sua grossa pancia ed usciamo insieme.

-Antonio, io vado, ci vediamo domani mattina.- Dice rivolto al barista che distrattamente alza una mano in segno di saluto.

Il grassone barcolla. Con il favore delle tenebre non mi ci vorrebbe nulla a buttarlo sotto un camion, ma non e' quello che voglio. Voglio divertirmi anche io, prima.

La casa di Ciaccio e' poco lontano dall'osteria, in fondo ad un tratturo buio. Apre il cancello con una manata e barcolla fino alla porta di casa.

-Toh! Apri la porta che io non ce la faccio.- E mi mette in mano la chiave. Fortunatamente indosso i guanti, non lascero' impronte.

Il chubby accende la luce e comincia a spogliarsi. Si toglie la giacca e la lascia cadere a terra. Si appoggia al tavolo e si sfila le scarpe, toglie il maglione e resta in canottiera. Si slaccia i pantaloni che scendono a terra.

-Aspetta!! Faccio io.- Gli dico.

Mi tolgo la giacca e il maglione restando a torso nudo. Mi tolgo scarpe, pantaloni e slip. Lui mi guarda sorridendo e un certo movimento anima i suoi paesi bassi. Mi meno la verga guardandolo negli occhi e questa, sottoposta al severo giudizio del mio orso, acquista vitalita' nonostante mi sia difficile segarmela.

Una smorfia di dolore compare sul mio viso.

-Ti fa male l'uccello?-Mi chiede.

-Si, l'amo che mi hai conficcato mi sta facendo infezione.-

Mi inginocchio davanti a lui e gli abbasso le mutande. Il suo randello non ha toccato acqua da quel giorno e si sente. Lo afferro alla base e i suoi testicoli riempiono il mio palmo. La bestia comincia a rizzarsi e io, vincendo il ribrezzo per quell'organo puzzolente e lurido, apro la bocca e comincio a pompare. Ricordo quel sapore, e' particolare, diverso da quello degli altri. Le sue mani non tardano ad afferrarmi la testa e ad obbligarmi a ingoiare piu' a fondo mentre un rivolo della sua saliva alcolica mi cade sulla fronte e scende sul naso e sulle labbra. Io lo spompino con forza. Afferro le sue natiche calde e flaccide e premo il suo pube contro il mio viso. Direi che ci ho fatto l'abitudine e non lo vivo piu' con orrore. Interrompo la pompa per leccargli il bastone, per solleticarlo con la lingua dove il frenulo si attacca alla pelle del cazzo. Poi riprendo a succhiare. La sua erezione e' magnifica, le sue grosse natiche glabre e adipose accelerano le contrazioni, le sue mani stringono la mia testa, i suoi rantoli si fanno piu' rochi e finalmente la sua crema mi inonda la bocca.

-Ingoia, ingoia tutto!!!-

Io lo guardo con le labbra insozzate, con la sborra che mi scivola ai lati della bocca. Lui si siede sulla seggiola e continua a guardarmi.

-Ingoia, avanti!!!- Ingoio. La mia lingua passa a ripulire le labbra e poi mi avvicino ancora al suo pisello per cercare di ripulirlo il piu' possibile.

-Bravo!! Sei proprio bravo!! Ah Ah Ah!!-

-Posso andare in bagno? Puoi venire anche tu se vuoi.- Il panzone mi indica il bagno ed entra con me. Mi guarda sorridente, con il suo corpo flaccido e cadente che mi viene vicino e mi accarezza le natiche.

-Vorrei farti il culo, come sabato.-

-Mi brucia ancora. Mi avete sverginato in quattro, adesso mi serve del tempo per guarire.-

-Te lo abbiamo sfondato, eh? Trovalo uno sbarbatello che riesce a farti divertire nello stesso modo. Noi vecchi abbiamo l'esperienza e ancora la forza dalla nostra.

Chiudo il tappo della vasca e comincio a riempirla di acqua.

-Che cazzo fai?-

-Il bagno. Dai, facciamolo insieme cosi' continuiamo a divertirci qua dentro.-

-E poi ti fai fare il culo?-

-Poi potrai fare quello che vuoi.- Si siede sul bordo della vasca e mi guarda. Mi avvicino, mi metto fra le sue gambe aperte mentre lui mi guarda. Comincia a toccarmi i capezzoli, e' ancora eccitato. Voglio sentire il contatto del suo corpo sul mio. Il suo viso affonda nella peluria rossiccia, fitta e riccia del mio petto. La sua nuca e' unta, hai capelli grassi, ma mentre mi lavora i capezzoli di lingua mi piace massaggiargliela. Mi bruciano ancora, la sua lingua ruvida e alcolica me li indurisce.

-Perche' mi avete conficcato gli ami nei capezzoli e nel pisello?-

-Sembrava divertente.-

-Lo e stato, si.- A gambe larghe mi siedo sulle sue avvicinando il mio cazzone alla sua pancia pallida.

-Attento!! Mi fai cadere!!-

-Davvero?- E mi butto su di lui. Cadiamo insieme nella vasca piena d,acqua. Lui e' sott,acqua, sgrana gli occhi, si agita, mena le gambe e io sono sopra di lui e lo guardo affogare premendogli le mani sulle mammelle. Ha ancora una forza da leoni, l'acqua ribollisce per il fiato che se ne va e i movimenti rallentano, si placano, si fermano del tutto. Il suo volto grasso e rosso con gli occhi sbarrati e la bocca aperta in un grido soffocato mi guarda dal fondo della vasca.

-Crepa, maledetto!!!-

Anche il terzo bastardo ha avuto quello che si meritava. Mi asciugo velocemente portandomi via l'asciugamano bagnato, mi rivesto e lascio il morto con l'acqua che scorre.

Sono le 21. Fuori non c'e' nessuno, solo poche macchine sfrecciano sulla provinciale. Ritorno a piedi in paese e monto sull'auto rientrando a casa.

Lunedi' notte. Sono sudato e ho il fiatone. Li ho visti, sono tutti e cinque attorno a me. Io sono nudo, inginocchiato nel fango, con le ginocchia larghe e legato ad un palo mentre loro mi girano intorno e mi conficcano grossi spilloni da maglia in tutto il corpo. E' terribile, soffro le pene dell'inferno. Un serpente si fa largo tra le mie natiche e cerca di entrare dentro di me. C'e' il giornalaio che indossa un passamontagna ed e' nudo, si avvicina con il bastone in tiro e mi dice -Apri la bocca tesoro o la mamma si arrabbia.- E ride, ride di me. Ridono tutti.

Legato dietro di me c'e' qualcuno, le nostre spalle si toccano. Ha bellissimi muscoli sudati e scivolosi. Sento che e' Nicola ma in realta' si chiama Luca, come il figlio del Rosso. Qualcuno mi stringe il collo, vuole soffocarmi..non respiro.c'e' tanta acqua.AIUTOOO!!!!! AFFOGO!!!!!. Mi sveglio di soprassalto ho avuto un incubo.

Ho un'erezione, grande e bella, come quelle che mi vengono quando mi scopo una bella figa. La ferita sulla cappella e' in fase di guarigione. Me lo afferro alla base e comincio a masturbarmi. Le prime menate fanno un po, male, ma il dolore che provo mi eccita da morire. La stanza e' fredda e i miei capezzoli sono turgidi e duri come i ghiaccioli che scendono dalle grondaie. Le fiammelle azzurre della stufa rischiarano la stanza. Le ombre ballano davanti a me. Sono le ombre degli uomini che ho ammazzato.

-Si!!! Venite a prendermi e portatemi nel vostro stesso inferno dove demoni con un cazzo di fuoco mi sodomizzano. Si, vi ho ucciso io, fatemela pagare, straziate il mio corpo, fatemi assaggiare le vostre verghe amare. Afferratemi, conficcatemi le unghie delle mani nei muscoli, possedetemi, ripetutamente, spietatamente, sono vostro per sempre.-

-AAHHH!!!! Sto sborrando.- Ho un gran bruciore al cazzo, ma finalmente riesco a sborrare. La ferita si e' quasi del tutto rimarginata. E' il primo orgasmo che ho dall'altro giorno.

La notte e' ancora lunga, la giornata di martedi' iniziera' solo fra qualche ora. Non ho voglia di andare in bagno. Raccolgo la mia crema sul palmo della mano. Odora di buono. E' buona, leggermente salata. I residui mi appiccicano la mano. Dormi Billy, hai sempre un lavoro da portare a termine.


Continua...