Il Sottotenente.

Un racconto di HairMaster




L'anno di "naia" e' forse il momento piu' intenso nella vita di un ragazzo.
S'impara a conoscere se stessi, i propri limiti e le propio paure e nello
stesso tempo impari anche a condividere spazi, fatica e sofferenza, ma anche
gioia, felicita', idee, amicizie con ragazzi che arrivano da ogni parte del
paese.
La mia caserma era situata in Friuli presso il confine con l'ex Yugoslavia,
ex perche' si parla di una decina d'anni fa, una caserma piuttosto piccola,
una comunita' di non piu' di 600 anime, ci arrivammo dopo dodici ore di treno
dal battaglione d'addestramento del primo mese in Liguria.
E' li che conobbi uno dei tre sottotenenti della mia compagnia.
La categoria dei sottotenenti e' per lo pi composta da ragazzi neolaureati
che scelgono di farsi l'anno di naia piu' agiatamente, nel vitto
nell'alloggio e soprattutto nella paga, rispetto ad un soldato semplice. Non
e' molto facile diventare sottotenente, non tanto per la difficolta' dei
corsi, ma dal fatto che di solito o uno ha conseguito degli ottimi voti o
piu' probabilmente abbia ricevuto un calcio ben piazzato. Dove? ... Lo si puo'
ben capire.
Antonio, questo il nome del sottotenente che attrasse il mio interesse, era
un uomo pugliese otto anni piu' grande di me, laureato in giurisprudenza, un
aspetto piuttosto rude alto piu' di un metro e novanta, corpulento ma non
grasso, una stempiatura visibilmente avanzata anche se teneva i capelli
cortissimi.
Sul viso aveva sempre una velatura nera di quelle barbe che vedi anche se
sei fresco di rasatura. Una voce fonda e calda, ma piuttosto monotona.
Piu' che un aspetto da orso sembrava un gorilla, raramente ho visto un
sorriso sul suo volto, si muoveva lentamente e la sua stazza incuteva
timore. Come tutti i comandati aveva i suoi allievi protetti, tra i quali
preferiva i piu' deboli.
Purtroppo non riuscii mai ad accattivarmi la sua simpatia, anzi a causa di
una scaramuccia con un mio amico, che tra l'altro era il suo pupillo, mi
presi un cazziatone. Da li ogni mia speranza di entrare in confidenza con
lui ando' persa.
Anche se la mia attrazione per lui era fortissima, dopo quella scenata non
fui piu' capace di guardarlo in volto e cercavo di evitarlo per quanto mi fu
possibile.

L'anno fini' tra baci e abbracci, promesse di rivedersi e scriversi, ma con
tutti i buoni propositi siamo rimasti in pochi a tenerci in contatto, uno
dei quali e' propio il pupillo del sottotenente, infatti la nostra amicizia
non si era interrotta per quella storia, come ho detto si tratto' di una
scaramuccia tra amici mal interpretata da un osservatore esterno.
Tutti gli anni ci mandiamo cartoline nelle ricorrenze festive o dai luoghi
di villeggiatura. Ogni tanto ci si sente anche per telefono allorche' ne
approfitto per avere qualche informazione sulle amicizie rimaste collegate e
ovviamente cercando di non farlo notare troppo, anche notizie sull'ex
sottotenente.
Poi preso dalla nostalgia vado a ripescare le foto e i ricordi di
quell'anno, e mi viene la malinconia di non essere riuscito a concludere
niente con Antonio.

Come di consueto anche quest'anno ricevo la fatidica cartolina degli auguri
e dal momento che io non ho mandate faccio il consueto giro di telefonate
lasciando come al solito per ultimo il pupillo di Antonio.
Anche se e' un mio caro amico non mi piace molto parlare con lui, e' un tipo
troppo riservato, sempre sulle sue, e come al solito il tema della
telefonata ricade nel discorso di organizzare un adunata di tutti i nostri
ex commilitoni, cosi' per dargli una piccola soddisfazione decidemmo di
incontrarci per fare quattro chiacchiere, d'altronde erano anche pi di
dieci anni che non ci vedevamo ed ero anche curioso di come il tempo aveva
segnato il suo volto.
C'incontrammo un caldo pomeriggio primaverile rimanemmo al tavolo di un bar
a parlare, un discorso pieno di " Ma ti ricordi di ..." o "E quando siamo
andati a ..."
Ovviamente gli feci qualche domanda su Antonio con la quale aveva ancora dei
contatti.
Mi disse che aveva aperto uno studio legale e che viveva sempre in Puglia, e
che si era da poco fidanzato.
Cercai di mascherare la mia evidente delusione e continuai nel discorso. Mi
disse che lo aveva anche invitato da lui, ma il mio amico era troppo
imbranato per intraprendere un viaggio cosi' lungo.
Di certo se lo avesse chiesto a me, mi ci sarei catapultato immediatamente,
ma non godevo della stessa amicizia che legava Antonio al mio amico.
Ci salutammo con le consuete insistenze del mio amico a organizzare la
riunione, lo liquidai con un "OK ci pensero'" e me ne tornai a casa, ma nel
tragitto continuava a tormentarmi l'invito fatto al mio amico. allorche' mi
venne un'idea, se ci andassimo insieme da Antonio?
Aspettai qualche settimana e poi richiamai il mio amico.
"Ciao, come va ?"
"Bene, non c'e' male"
"Cosa fai quest'estate?"
"Mah non so, non credo di muovermi"
Sapevo gia' la risposta, d'altronde e' sempre stato un tipo solitario.
"Che ne diresti di fare un salto in Puglia a trovare Antonio?"
"Non so, sai non vorrei disturbare ... "
Mi aspettavo anche questa risposta, ma conoscendolo sapevo che insistendo un
po' sarei riuscito a convincerlo.
Infatti, riuscii a strappargli un si, ora si trattava solo di organizzare il
viaggio. Come mezzo di trasporto si decise per il treno, il mio amico non
era propio adatto alla guida e io non sarei riuscito a guidare per cosi'
tanti chilometri, vorra' dire che ne approfittero' per leggere qualche libro
pensai.

Agosto e' arrivato e finalmente si parte. Preventivamente abbiamo scelto di
partire in serata cosi' da non dover soffrire la calura estiva e magari un
bel sonnellino poteva alleviare la lunghezza del tragitto.
Sfortunatamente non riuscii a chiudere occhio, ero troppo eccitato all'idea
di rivedere Antonio, lessi un libro tutto di un fiato peccato che la mia
mente era altrove.
Il mio chiodo fisso era come mi avrebbe accolto, la paura che quel piccolo
screzio fosse rimasto indelebile nella sua mente mi preoccupava.

Arrivammo in mattinata, la stazione non era molto affollata, ci dirigemmo
verso l'entrata ad aspettare.
Dopo un quarto d'ora dissi " Gli hai detto a che ora arrivavamo?"
"Si certo, probabilmente ha avuto qualche contrattempo"
"Andiamo al bar a bere un caffe'?" dissi
"No, non mi va, ma se vuoi vai pure"
"Te lo porto se vuoi"
"No grazie, non ti preoccupare"
"OK", lasciai a lui le valige e mi diressi al bar.
Dopo la notte insonne mi ci voleva propio un buon caffe', mi accesi una
sigaretta e mi diressi verso l'entrata della stazione e vidi che Antonio era
arrivato e stava gia' parlando con il mio amico.
Mi avvicinai, mi accolsero con un sorriso, com'era bello Antonio, non era
cambiato molto, non l'avevo mai visto sorridere cosi' di gusto, ci scambiammo
una formale stretta di mano e quattro parole di cortesia.
Io mi misi un po' da parte, d'altronde non ero l'ospite principale e vedevo
che il mio amico era rimato comunque il suo pupillo ma non vidi avversita'
nei miei confronti.
Antonio indossava una polo che calzava a pennello sul suo torace mettendo in
evidenza dei pettorali ben tenuti e due braccia massicce.
Ci avviammo all'auto e prima di partire ci disse "Ragazzi, se vogliamo
andare d'accordo dovete smetterla di darmi del lei, non siamo pi sotto le
armi."
Ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere e risposi "OK, va bene"

Arrivammo a casa di Antonio, una villa in aperta campagna circondata da un
grande giardino, dietro la villa c'e' un ampio spazio coperto da una veranda
una piscina e piu' in lontananza una tenuta di ulivi e piante da frutto. Pur
non essendo vicino al mare tirava un leggero vento rinfrescante.
La villa era arredata con gusto, ampia e spaziosa, accidenti pensai, ne
doveva aver fatti di soldi in questi anni.
Ci diede una stanza a testa con bagno, era quasi meglio di stare in un
albergo.
Sistemammo le nostre cose, e mi feci una doccia per togliermi la stanchezza
di dosso. Sento bussare alla porta, mi asciugo in fretta, mi metto un
asciugamano in vita e rispondo di entrare.
E' Antonio, e mi chiede se per pranzo avevo qualche preferenza.
"No per me non c'e' nessun problema" dissi continuando ad asciugarmi.
"Era abbastanza calda l'acqua?" mi chiese Antonio
"Era perfetta" risposi con un sorriso.
E se ne ando'.

I giorni passavano velocemente tra visite alle varie localita' della regione,
Antonio ci fece da cicerone per tutto il tempo, quando non si usciva si
passava il tempo in piscina a nuotare e a rosolarci al sole. Io preferivo
stare li cosi' potevo guardarmelo per bene, non l'avevo mai visto in costume
e faticavo a nascondere la mia eccitazione.
Un ampio torace avvolto da una soffice peluria, un ventre non piu' piatto ma
una pancetta che si integrava perfettamente in quel corpo massiccio, i suoi
movimenti sempre lenti, la sua voce cosi' calda.
La vacanza si stava esaurendo ed io non ero ancora riuscito ad avere quella
confidenza che cercavo, la notte faticavo a addormentarmi, pensando che lui
era a pochi passi da me.
Di certo non mi era facile, l'amico e' stato si un aiuto per arrivare ad
Antonio, ma si era anche rivelato un ostacolo per i miei progetti, la
ragazza di Antonio non la conoscemmo perche' ci disse che era in viaggio da
parenti all'estero, ma dovunque andassimo eravamo sempre in tre.

L'ultima sera mi coricai col cuore gonfio di tristezza e di delusione.
Non c'era verso di riuscire a dormire, continuavo a rigirarmi nel letto. Mi
alzai ed uscii a fumarmi una sigaretta sulla veranda.
Mi sedetti sul dondolo, il cielo era limpido e si vedevano le stelle che
tremolavano in un cielo completamente nero, non devastato dall'inquinamento
luminoso, la luna era quasi completamente tonda, mancavano forse un paio di
giorni al completamento del ciclo, e la sua luce rischiarava tutt'intorno.
Stavo per finire la sigaretta quando dietro le spalle sentii una voce a me
familiare che fece sobbalzare il mio cuore.
"Che c'e'? non riesci a dormire?"
"Gia' ..." risposi con un sorriso ma non lo guardai.
Venne a sedersi anche lui sul dondolo.
"Ogni tanto capita anche a me"
Non risposi, avevo il cuore che mi batteva a mille, accidenti pensai, mi sto
comportando come un ragazzino alla prima cotta eppure ho avuto altri uomini
e solo le prime volte avevo avuto reazioni del genere.
"Sei un tipo piuttosto taciturno, mi ricordo che anche durante l'anno di
militare non parlavi molto"
Alzai le spalle e dissi "Sara' per carattere"
"C'e' qualche problema?"
Respirai l'ultima boccata della sigaretta, la spensi, abbassai il capo e mi
misi a giocherellare con il filtro.
Avevo la mente affollata di mille risposte ma non riuscivo a trovarne una
giusta.
"Ehi. Non mi rispondi?"
Alzai lo sguardo fino ad incrociare il suo, lo fissai intensamente.
Rimanemmo cosi' per alcuni interminabili secondi.
Stavo arrossendo e sentivo delle vampate sul mio volto. Non resistetti e
distolsi lo sguardo rimettendomi a giocherellare col filtro
"Perche' mi hai guardato cosi'?"
Mi stavo spazientendo, se non l'ha ancora capito, tanto vale che glie lo
dica.
"Ti guardo cosi' perche' mi piaci!" cercando di decifrare qualche espressione
del suo viso, ma rimase impassibile.
Mi rimisi a guardare le mani che ormai avevano distrutto il filtro in
frenetici movimenti nervosi.
All'improvviso una sua mano stringe le mie, lo guardai e mi disse "Vieni
qui"
Appoggio' la mia testa sul suo petto e con un braccio mi cinse le spalle,
sentivo il suo respiro, il suo calore e il suo abbraccio su di me.
Lo abbracciai e alzai la testa, si avvicino' e mi bacio', un lunghissimo e
dolcissimo bacio, le sue grandi mani scivolavano sotto la maglietta sulla
mia pelle. Era stupendo, mi lasciai trasportare dai sensi.
Rimanemmo cosi' avvinghiati a baciarci per molto tempo, cominciai a pensare
che forse non voleva spingersi oltre, ma dovetti ricredermi quando sentii la
sua mano infilarsi nei miei boxer, comincio' a toccarmelo quasi a voler
saggiare la consistenza del mio arnese.
Poco dopo mi ritrovai la sua testa un mezzo alle gambe, mi dava un piacere
immenso, con una mano vidi che si masturbava e con l'altra giocherellava con
il mio scroto. Non ci misi molto a venire e non vedevo l'ora di poter
ricambiare il servizio ricevuto.
Non era molto lungo, diciamo nella media, ma era piuttosto largo e dovetti
lubrificarlo bene prima di riuscire ad accoglierlo nella mia bocca, la
lingua non aveva molto spazio per muoversi.
Non resistette molto e anche lui venne copioso sul suo petto.
Ci sdraiammo abbracciati sul pavimento di legno della veranda, rimanemmo
muti per tutto il tempo, non volevo rovinare quel momento con qualche
stupida parola di troppo era tutto cosi' perfetto, non dovevamo aggiungere
nient'altro.
Vidi che Antonio era ancora molto eccitato, la sua nuova erezione ne era la
prova, mi stesi sopra di lui e ripresi a baciarlo. Mi rigirai e lo invitai a
stendersi sopra di me, gli bloccai il bacino con le gambe, lui faceva dei
piccoli movimenti pelvici, ma il suo peso era enorme e faticavo a respirare.
Se ne accorse e si appoggio' sulle ginocchia ma io non persi la presa con le
gambe, lo sentivo caldo e pulsante e lo volevo dentro, accidenti se lo
volevo, basto' uno sguardo per capire cosa volevo, e mi accontento'.
Ci volle qualche minuto prima che le mie carni si dilatassero, ma il seguito
fu indimenticabile, il suo scroto sbatteva sulle mie natiche e Antonio
sbuffava come in toro, me ne venni quasi senza toccarmi. Mi raggiunse
istantaneamente inondando il mio corpo di caldi fiotti di seme.
Esausti rimanemmo abbracciati fin quasi al mattino, ritornammo nelle nostre
camere prima che qualcuno potesse trovarci in quello stato.
Mi feci una doccia e mi buttai sul letto, ero stanchissimo e crollai in un
sonno profondo. Pranzammo tranquillamente come se nulla fosse accaduto, e
nel primo pomeriggio ci riaccompagno' alla stazione, io e il mio amico
salimmo sul treno e occupammo i nostri posti, Antonio ci accompagno' per gli
ultimi saluti ma se ne ando' subito.
Con la scusa di voler comprare un giornale scesi di corsa e cercai di
raggiungere Antonio. Era ancora nel sottopassaggio, non c'era nessuno lo
abbracciai e lo strinsi forte a me, senza dire nulla gli lasciai un
biglietto con il mio numero di telefono, la campanella che annunciava la
partenza del treno squillava piu' isterica che mai e ci lasciammo cosi'.

Sapete dove vado quest'anno in ferie?

HairMaster