ORSI ITALIANI MAGAZINE


Somerset House

Un racconto di Alfredo

Quella mattina mi ero alzato di buona lena ed uscito dall'ostello avevo subito imboccato il metro. Scendo a Temple, cosi come la mia fida Lonely Planet suggeriva e percorro il lungo Tamigi. Era un mattino di fine luglio, Londra mi appariva in tutto il suo splendore, luminosa, fresca, piacevole come lo sono queste grandi capitali del nord nella breve estate che le attraversa.

Dopo cinque minuti di cammino finalmente la Somerset House si stagliava in tutto il suo bagliore. 'Gaugin, Renoir Monet aspettate che arrivo'.

Ero eccitato all'idea di vedere tutti quei capolavori. Salgo velocemente la splendida scala settecentesca e mi si apre davanti la prima sala.

Comincio Il tour dal ciclo dei primi impressionisti... che goduria.

Seconda sala, il mio sguardo si ferma su un altro tipo di capolavoro: uno splendido orso, barba scura, massiccio, polpacci enormi e tanto tanto pelo. Non era affatto un orso nordico, anzi il mio occhio da intenditore lo aveva catalogato come latino. Cavolo magari era italiano!!!

Avra' avuto non piu' di 45 anni. Portava una polo color verde militare e dei bermuda con grandi tasconi, aveva uno zaino sulla spalla destra. Era sicuramente un turista, ma il particolare che mi e' saltato subito all'occhio sono stati i suoi sandali calzati con dei calzettoni di spugna. No non poteva essere italiano... stile zero, e poi fra connazionali ci si riconosce. Si doveva proprio essere uno spagnolo.

Stava uscendo dalla stanza e senza dubbio si accorge del mio sguardo indagatorio.Incrociamo gli sguardi, ed io subito abbasso il mio, rendendomi conto di essere stato fin troppo insistente, mi giro indietro, lui mi stava ancora guardando, 'mihhh che figuraccia, si e' sicuramente accorto che lo stavo fissando'. Esce dalla stanza!! 'Cavolo sono in una galleria mica in crusing bar!!'

Ovviamente lo perdo di vista.

Ok vuol dire che mi rifaro' gli occhi con il ben di Dio che e' appeso al muro.

Entro nell'ultima sala degli espressionisti. Saro' stato fermo almeno dieci minuti su due meravigliosi Kandiskji. Finalmente soddisfatto mi volgo verso l'uscita. Ops in sala c'e anche l'orso. Cambio immediatamente direzione e ritorno sui i miei due Kandiskji, approfitto per un altro paio di occhiate,. ovviamente non sui quadri!!

Lui e' fermo alla fine della sala, mi ha notato entrare e mi sta guardano.... che figuraccia si e' accorto dei miei sguardi maliziosi. Continua a guardarmi impassibile.

Comincio a sospettare l'insospettabile... lui esce dalla sala e scende le scale. Panico!!!.. possibile che... ma no... e poi in un museo.... ma allora perche' mi guardava, forse... mi precipito subito alle scale. Lui e' al terzo piano e guarda in alto. Io lo osservo e comincio a scendere mentre lui imbocca la seconda rampa. I miei passi sembravano di piombo, interminabili, lui continua e non si volta indietro. Mi dico '..Basta o la va o la spacca, sbrigati'. Recupero... e nella hall siamo quasi fianco a fianco. Questo e' il momento!

Esordisco con un ciao! Lui mi risponde in modo cordiale e finalmente accenna un sorriso; capisco, e' fatta!!!

Usciamo e dopo qualche scambio di battute sulla bellezza della galleria ci avviamo verso il cortile del palazzo. Il sole splendeva in alto.

Non era affatto spagnolo, mi informo da che parte degli Stati Uniti proveniva :'..San Francisco Bay' ­ 'ma guarda tu che coincidenza, penso!!! and you?' 'Actually I'm Italian..from the South!'

Mi spiega che ha fatto il militare ed e' stato tre anni alla base di Brindisi. Amava l'Italia ed appena poteva ci tornava. Anzi la settimana prossima sarebbe partito per Roma... dove moglie e figlia lo avrebbero raggiunto... e si moglie e figlia!! Io all'epoca ero ancora un po' ingenuo... gli chiesi '...ma quindi sei sposato?' 'Certo' mi rispose '.. ma devi sapere che la vita e' varia!!' e ci fu un sorriso d'intesa.

Mentre parlava lo osservavo, aveva delle mani grandi e robuste, la barba ben sagomata e dalla polo usciva del bellissimo pelo nero e riccio. Il mio sguardo scende giu' sulla curva della sua pancia soda e sui bermuda che nascondevano un bel pacco. Si accorge che lo guardavo e mi sorride, poi con altrettanto candore mi dice 'ti voglio vedere nudo!!'. Ok ragazzi il tipo fa proprio sul serio!! Ma cavolo siamo nel centro di Londra, non possiamo certo imboscarci nel bagno del museo o in un parco.

Nota il mio disorientamento, e mi tranquillizza subito. 'Ovviamente solo se va bene anche a te'. mihh certo che va bene anche a me ... e me lo chiedi pure!! il problema e' dove.

Mi dice che lui conosceva una specie di sauna a poche fermate da li che era pulita e si poteva stare tranquilli e appartati. Lui era certo molto piu' esperto di me e mi lasciai guidare... confesso ero un po' nervoso.

Arrivati sul posto, otteniamo la tanto agognata intimita'. Facciamo entrambi la doccia. Lo guardavo. Era proprio uno di quegli orsi che da sempre avevano popolato le mie fantasie. Massiccio, con un grande torace, spalle coperte da una nera peluria, due grandi cosce da rugbista e ovviamente un pacco che prometteva proprio bene. Prende un asciugamano e se lo cinge intorno alla vita. Raggiungiamo il nostro camerino. Mi dice di stare tranquillo.

Mi avvicino e comincio a baciarlo. Mi piaceva sentire la sua barba ispida che sfregava contro il mio pizzetto. Mi accarezza la pelata, mi stringe forte.

Lo bacio sul grosso collo taurino, scendo giu', arrivo ai capezzoli, e poi ancora piu' giu'. Lo prendo in bocca. E' ancora moscio, io al contrario sono eccitatissimo. La mia lingua lo accarezza e lo stuzzica, sento che aumenta le sue dimensioni nella mia bocca... e' una sensazione bellissima. Comincio a spompinarlo a dovere.

Mi ferma, ora e' lui che mi bacia, mi passa le sue grandi mani sui pettorali, mi accarezza il petto e le sue mani affondano nel mio pelo. Gli lecco i capezzoli. Deciso scendo giu' e comincio a spompinarlo con ritmo. Il suo cazzo mi arriva in gola. Cavolo era proprio bello. Salgo ancora su, lo bacio, la mia lingua e' ovunque, le sue mani mi stringono forte, le sento sulle mie natiche, ora e' lui che comincia a spompinarmi... e devo dire che era proprio bravo, la sua lingua vellutata mi dava un piacere immenso e se continuava cosi mi avrebbe fatto venire prima del tempo, lo fermo. Ci stendiamo sul lettino. Sono sulla sua pancia. Le mie mani sono sulle sue cosce grosse e pelose, arrivano fino ai polpacci. Mi volto completamente, lui mi bacia e mi lubrifica con la sua lingua, io contemporaneamente riprendo in bocca l'oggetto del suo e del mio piacere.

Sono talmente eccitato che sento i suoi colpi di lingua che rilassano il mio buchetto... che diviene via via piu' dilatato, lui ci gioca con le sue grosse dita. Prima uno, poi due, infine tre!! Mi prende il cazzo in bocca e ci avvolgiamo in un voluttuoso 69. Era bellissimo!

Era evidente che voleva il mio culo, non sapeva, l'ignaro, che sarebbe stato il primo ad avere avuto questo grande privilegio. Mi giro, lui scende dal lettino e comincia nuovamente a leccare il mio buchetto peloso. Poi usa le dita, io mi rilasso, lui capisce, indossa un condom ed entra dentro di me. Minchia che dolore!!! Sta fermo degli attimi che per me sembrano interminabili, poi comincio a rilassarmi veramente e a sentire piacere, comincia a sbattermi ritmicamente. Vedo il suo torace sudato ed un espressione di piacere che attraversa il suo viso, con le mani gli strizzo i capezzoli, esce, mi bacia, mi giro, ora mi entra da dietro, e' proprio bravo. Sento la testa che mi scoppia di piacere. Mentre mi incula, prende il mio cazzo in mano e comincia a masturbarmi, sono in estasi. Sento che lui e' al culmine del suo piacere, soffoca un grido e viene dentro di me. Esce continuandomi a masturbare, lo prende in bocca ed io sentendo la sua lingua vellutata non resisto e mi lascio andare.

Poi con un gesto quasi rituale mi passa il mio sperma sul petto.

Siamo sfiniti. Ci puliamo e decidiamo di andare a prendere una birra a Soho.

Parliamo di tutto e di niente; ridiamo. Mi dice che deve andare. E' giusto cosi!!! Ci salutiamo sapendo che non ci saremmo piu' rivisti. Mi volto, lui continua dritto per la sua strada. Imbocco the Tube direzione Victoria Station. Avverto una strana tristezza. Arrivo in ostello e mi butto sul letto pensando all'aereo che mi avrebbe riportato a Milano.

Alfredo