ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il sogno che diventa realta' (parte seconda)

Un racconto di Artur Loy


Mi svegliai la mattina seguente, aprii gli occhi e, ancora assonnato, non riuscivo a capire dove mi trovassi. Dalla porta che avevo di fronte vidi entrare un omone, si era lui, ricordai perfettamente cosa era successo la sera precedente.

Lui sorridente e in modo gentile disse: ' buongiorno amore' e avvicinandosi mi bacio' sulle labbra. Indossava una vestaglia bianca di seta non allacciata e la sua pancia usciva fuori nascondendo quasi tutte le mutande anch'esse bianche. La peluria bianca che ricopriva tutto il suo corpo si confondeva con la vestaglia e dava l'impressione di essere completamente nudo. Ebbi un senso di nausea e mi chiesi come mai io, grande cacciatore di donne, avessi potuto scopare con un uomo sessantenne e orsone. Ero incredulo non poteva essere non riuscivo a stare accanto a lui che nel frattempo si era seduto nel letto e mi accarezzava. Tolsi la sua mano dal mio corpo e con molta calma dissi: 'ascolti preside non so cosa mi sia successo ieri sera ma io non sono gay e e' impensabile che io mi possa innamorare di un uomo, se lei vuole possiamo instaurare soltanto un rapporto di amicizia, ma non di piu''.

I suoi occhi si fecero subito tristi lo guardai, aveva la fronte sudata, il viso molto pallido e lo sguardo smarrito, mi fece pena, ma in quel momento la sua presenza mi nauseava e ancora di piu' se pensavo alla sera precedente. Lui si alzo', si allaccio' la vestaglia, si ricompose e disse 'hai ragione tu sei diverso, ieri sera sono stato uno sciocco, ho voluto spingere troppo ti ho inebriato con lo champagne , ti ho sedotto e ora questa e' la giusta punizione che merito, comunque sia, ti chiedo scusa e ti ringrazio di cuore per avermi fatto passare una serata che non dimentichero' mai, ma mi raccomando a scuola acqua in bocca, anzi prepariamoci se no facciamo tardi.'

Ebbi un sospiro di sollievo, mi alzai , mi feci una doccia fredda e mi vestii. Uscendo dal bagno lo vidi che mi spettava in piedi e che mi porgeva un pacchetto avvolto in una carta dorata molto elegante, con gli occhi bassi disse: ' accetta questo regalo, e' il minimo che io possa fare per farmi perdonare, sei una persona molto seria, giovane, buona e gentile e non meritavi questo'.

In quel momento il mio desiderio era quello di tiraglielo in faccia ma poi, pensando che doveva essere il mio preside per tutto l'anno scolastico, accettai. Spacchettai il regalo e rimasi esterrefatto dentro una scatola elegantissima c'era un rolex d'oro, ' no!!! ', dissi,' non posso accettarlo' e con rabbia lo posai sul tavolo.

Lo fissai negli occhi e mi accorsi che non aveva il coraggio di guardarmi in faccia, era imbarazzato, mortificato e una lacrima gli scendeva dalla guancia. Presi l'iniziativa e cominciai a parlare 'senta preside, non so nemmeno come si chiami di nome, ieri sera e' successa una cosa che ho gia' dimenticato d'altronde se abbiamo scopato l'ho voluto pure io quindi per favore non si senta in colpa non si faccia venire questi rimorsi di coscienza, ora mi e' andata e la cosa non puo' essere piu' riparata' con molta decisione continuai 'adesso e' tardi e dobbiamo andare a scuola non vorrei arrivare in ritardo gia' al secondo giorno'.

Lui annui' e uscimmo dalla villetta dirigendoci a piedi verso la scuola. Camminavamo uno accanto all'altro senza parlare soltanto nelle vicinanze della scuola lui disse: 'mi raccomando acqua in bocca, nessuno deve sapere della nostra storia' . Glielo promisi ed entrammo dentro.

Lungo i corridoi notavo centinaia di ragazzi che entravano nelle varie classi, insegnanti con borse e registri sotto braccio pronti a cominciare le loro lezioni, questo mi distolse dai miei pensieri, presi il mio registro ed anch'io entrai nella mia classe. Verso le 10.00 bussarono alla porta dissi: 'avanti' la porta si apri' e con molta sorpresa vidi che era lui.

Era molto alto, imponente, e molto elegante, cosa che non avevo notato la mattina. Indossava un vestito grigio perla, camicia bianca e cravatta blu, i suoi capelli erano tirati all'indietro con un po'di gel, e la sua pancia, celata dalla cravatta e dai pantaloni, sembrava all'improvviso essere scomparsa. Ci alzammo in piedi sia io sia i ragazzi e lui con un fare molto dolce, dirigendosi verso l'ultimo banco disse: 'continui a spiegare prof, staro' qui ad ascoltarlo per qualche minuto; sa lo faccio con tutti i miei insegnanti'. In quel momento lo odiavo, cominciai a sudare freddo, non sapevo cosa fare. Ma dopo un istante presi l'iniziativa e dissi ai miei alunni: Ragazzi oggi, di letteratura greca, vi spieghero' Sofocle.

Cominciai a parlare cercando di utilizzare un lessico preciso e raffinato piu' parlavo e piu' mi gasavo, cercavo di non guardare lui in faccia rivolgendomi ai miei alunni, che erano molto attenti e interessati, lessi dei versi dell''Edipo Re' in greco e li tradussi con molta precisione. Insomma ero stato bravissimo e soprattutto avevo attirato l'attenzione di tutti i miei ragazzi. Mi fermai di parlare, guardai l'orologio e con molta sorpresa mi accorsi che le lancette segnavano le 11.30, avevo fatto quasi un ora e mezza di parlare senza fermarmi un secondo, lui alzandosi e dirigendosi verso di me disse: 'ero venuto per cinque minuti, ma la sua lezione e' stata cosi' interessante e coinvolgente che non ho potuto fare a meno di ascoltarla tutta, lei e' stato bravissimo e sono fiero di avere, nel mio istituto, un insegnante come lei, bravo.

Mi strinse la mano e usci' dalla porta. Nel frattempo suonava la campanella delle 11.30 che segnava l'inizio della ricreazione e i miei alunni attorniandomi in cattedra, all'unisono, mi dissero che in cinque anni di liceo non avevano mai visto il preside entrare in classe. L'avevo immaginato, perche' lo aveva fatto? Forse mi voleva ridicolizzare, oppure voleva guardarmi e ricordare quello che era successo la sera precedente? Ero stanco, non mi andava di fare pausa e cosi' rimasi seduto in classe per tutto il tempo della ricreazione. Al suono dell'ultima campanella uscii dalla classe e mi diressi subito verso il cancello di uscita per evitare il suo incontro. Ma all'uscita del cancello vide lui, insieme ad altri colleghi, che parlava.

Non appena fui vicino a loro mi disse: 'prego professore si avvicini, le presento gli altri colleghi di latino e greco' mi presento' e rivolgendosi a loro continuo': ' sapete oggi sono andato a trovare il professore Verdi in classe, ho ascoltato una sua lezione e sono rimasto esterrefatto dalla sua bravura e dalla sua capacita' coinvolgente.' Le sue parole non mi lusingarono affatto, infatti salutai e mi diressi verso casa.

Arrivato a casa mi gettai subito nel letto, ero distrutto avevo passato una giornata e mezza molto movimentata in cui erano successe diverse cose. Mi addormentai e guarda caso lo sognai . Mi svegliai verso le 18.00 ero confuso, mi sentivo la testa schiacciata da una morsa e quasi non volevo alzarmi. Dopo alcuni minuti squillo' il telefono, lo presi, dissi 'Pronto' ma, dall'altra parte del cavo, riattaccarono subito. Andai in cucina mi feci un bel caffe' e cercai di non pensare a niente. Il telefono continuava a squillare e puntualmente al mio 'pronto' quel cualcuno riattaccava. Per non essere ancora disturbato staccai la spina e mi misi davanti al televisore. Non avevo mangiato niente e nemmeno avevo fame, seguivo un documentario di astronomia quando ad un tratto bussarono alla mia porta.

Andai ad aprire ed ecco chi compare, sempre lui: il preside. Lo feci entrare, ci sedemmo in una stanzetta del monolocale che tenevo in affitto e, sempre con una calma olimpionica comincio': ' sa prof. capisco di essere invadente ma mi creda sono venuto solo per scambiare quattro chiacchiere con lei senza nessuna pretesa. La cosa mi lasciava un po' perplesso ma comunque non potevo cacciarlo fuori di casa. Parlo' di tante cose, con il suo fare gentile e raffinato, si mise a raccontare della scuola, dei suoi insegnanti e dei problemi dei ragazzi. Io ascoltavo e ogni tanto, timidamente, mi inserivo nel discorso. Erano le 21.30 e cominciavo ad avere dei crampi allo stomaco che non riceveva cibo dalla sera precedente. Proposi di andare a mangiare una pizza, lui subito disse di si, mi preparai e scendemmo dal mio appartamento. Salimmo nella sua macchina , una mercedes scura ultimo tipo, e mi porto' in una pizzeria molto elegante. Ordinammo pizze e da bere acqua, non volevo fare la fine della sera precedente.

Anche lui bevve acqua e quasi sfottendomi disse: 'restiamo sobri niente alcolici e niente champagne se no'. Finimmo di mangiare la pizza e prendemmo un caffe', salimmo in macchina e ci avviammo verso casa mia. Dissi 'buona notte' e lui rispose 'a domani'. Salii le scale del mio appartamentino, aprii il portone ed entrai. Mi buttai nel divano dove precedentemente era stato seduto lui. Sentii subito quell'odore di profumo orientale particolare, mi misi a pensare a lui, al sogno fatto quella notte e, con molto stupore mi accorsi che la mia cappella si andava ingrossando. Mi alzai subito, andai in cucina a bere un po' d'acqua fresca ma il mio pensiero era sempre lui. Mi spogliai, mi feci una doccia per rinfrescare le idee ma non riuscivo a togliermelo dalla testa. All'improvviso mi sembro' tutto diverso, cosi' bello, lui, la sua casa i sui modi gentili, la sua cultura, il suo fisico e, preso il telefono, composi il suo numero. Dall'altra parte del cavo rispose: 'pronto' ma non ebbi il coraggio di parlare e riattaccai.

Dopo alcuni minuti squillo' il mio telefono, ero sicuro che fossi lui infatti al mio 'pronto' disse : 'tra cinque minuti saro' sotto casa tua'. Mi aveva sedotto per la seconda volta ma stavolta senza l'inganno dello champagne e soprattutto perche' lo volevo io. Mi feci trovare giu' davanti al mio portone e dopo poco piu' di cinque minuti lo vidi arrivare con il suo mercedes scuro . Salii in macchina, ma non dissi niente, e lui: ' dove andiamo?' Risposi deciso: ' a casa tua'.

Giro' la macchina e si indirizzo' verso la sua villetta. Entrati dentro risentii quell'odore di profumo orientale, era un profumo accattivante, che ti eccitava e, quell'atmosfera di luci soffuse ti inebriava il cervello. Mi sedetti nel divano vicino al camino ma lui rimase alzato come se volesse prendere le distanze da me. Indossava una camicia a quadri di flanella e un paio di jeans scuri sembrava piu' giovane e piu' attraente, dalla camicia gli usciva il solito ciuffetto di peli bianchi e aveva una pettinatura diversa da quella che avevo notato la mattina. Era molto raffinato, grosso e alto, proprio il vero orsone.

Mi sembro' bellissimo, 'si mi ero innamorato proprio di quell'uomo' non riuscivo a crederci ma era cosi'. Il suo fisico mastodontico, quello sguardo penetrante, mi avevano fatto perdere la testa. Gli dissi di sedersi vicino a me, ma lui in maniera pacata rispose 'senti Lucio (era la prima volta che mi chiamava per nome) ieri sera ho sbagliato, me ne sono pentito perche' non meritavi questo, stasera pero' non voglio fare lo stesso errore non voglio forzare per niente a meno che.' 'A meno che cosa?' Risposi, e lui ' a meno che non lo voglia tu'. Mi alzai e lo baciai, lui mi abbraccio' stretto e mi tiro' al suo petto quasi soffocandomi vista la stazza che si ritrovava. Ci baciammo con molta passione e per me era una sensazione del tutto diversa dalla sera precedente. Il suo corposo uccello premeva contro i miei jeans e sentivo quella mazza che si induriva, mi eccitai tantissimo, forse avevo trovato il mio amore. Lui era sudaticcio ma profumava di pulito, il suo aroma maschile mi risollevava l'anima e quel profumo orientale che c'era nell'aria mi seduceva ancora di piu'.

Mi disse che voleva fare un bagno caldo con me e portandomi nella stanza comincio' a riempire la vasca idromassaggi. Ci spogliammo e ci accorgemmo che i nostri cazzi erano eretti come due aste di ferro, il suo, nonostante l'eta', era molto grosso, largo alla base e leggermente piu' ridotto verso la punta non meno di ventidue centimetri. Entrammo dentro la vasca e attivo' l'idromassaggio mi venne vicino ed inzio' a toccarmi e respirarmi sul collo, il suo contatto mi fece impazzire di piacere. Le sue mani esperte esploravano ogni parte del mio corpo, Mi dava un piacere mai provato prima. Mi guardo' e disse: 'sei bellissimo' 'sei bello anche tu' replicai, lui rise delicatamente. Gli baciai il petto robusto e peloso, presi in bocca i suoi capezzoli eretti e li morsi delicatamente e a questo punto pronuncio' frasi sconnesse e piene di desiderio.

Restammo dentro la vasca per circa mezzora baciandoci appassionatamente e giocando con in nostri sessi come due bambini. Dopo uscii dalla vasca mi misi un asciugamano attorno alla vita e mi diressi verso la camera da letto, l'unica cosa che volevo in quel momento era fottere e farmi fottere da lui. Mi raggiunse dopo pochi secondi, mi guardo', e mi disse ' aspetta, la notte e' tutta nostra, rilassati ed impara ad apprezzare l'attesa prima di ricevere'

Apri' il cassetto del comodino ed estrasse una boccetta di vetro diversa dalla sera precedente 'questo e' olio profumato' disse, e sedendosi accanto a me si verso' nelle mani un po' di quell'olio ed inizio' a massaggiarmi iniziando dal petto, per poi pian piano passare nella pancia e ancora giu' fino alle gambe. Mi massaggiava e con la voce suadente mi diceva 'sei stupendo, amore mio'. Il suo massaggio, le sue grosse mani , quel tono di voce, il sottofondo di musica orientale e l'atmosfera della stanza mi inebriavano. Ad un certo punto mi alzai, mi untai anch'io le mani di quell'olio e, imitandolo, cominciai pure io a massaggiarlo. La sua pelle, ricoperta da folti peli bianchi, era morbida scesi verso la pancia e poi piu' giu' fino all'altezza del pene, il suo cazzo era diventato ancora piu' grosso, persi il controllo, mi piegai e presi quei ventidue centimetri in bocca. Il suo cazzo pulsava come un cuore, era caldo e profumato, lui mi carezzava la nuca, la spingeva verso il suo pene e continuava a dirmi 'sei stupendo, stavolta non ti perdero' piu''. Il sapore del suo cazzo era splendido, con le mani gli accarezzavo i coglioni gonfi e pieni di liquido e al tatto sentivo le sue palle grosse e rotonde.

Ad un tratto il suo respiro divenne affannoso, mi spinse la testa verso di se', il suo cazzo mi scivolo' interamente nella gola, fino a toccarmi le tonsille, e venne copiosamente dentro. La sensazione che provai fu molto diversa dalla sera precedente, stavolta ingoiai tutto il suo sperma fino all'ultima goccia e tanto mi piacque che quasi quasi ne avrei voluto ancora. Sfilo' il cazzo ancora umido dalla mia bocca, mi bacio' e un po' di sperma, passato nella sua lingua, gli usci' dalle sue labbra. Era sudato, rosso in viso, spettinato ma felice mi sorrideva e abbracciandomi mi baciava.

Le nostre lingue si impasticciavano di sperma che ancora avevo in bocca, sentivo un sapore dolciastro e la densita' di quel liquido era tale che non riusciva a scendere tutto per la gola. Ci fermammo per un attimo a guardarci gli dissi ' ti amo' e lui mi offri il suo fondoschiena grosso e carnoso. Lo leccai e lo inumidii per bene, entrai la lingua nel suo buco cercando di spingere piu' che potessi e lui sculettando indirizzo' il suo buco sulla mia cappella.

Entrai piano piano, la vista della sua grossa schiena, coperta di peli bianchi, mi fece eccitare ancora di piu lentamente scivolai il mio cazzo dentro di lui e, in pochi istanti fu tutto dentro fino alla base. Vedere quel grosso uomo dimenarsi e spingere il suo culo verso di me mi faceva andare in estasi, faceva avanti e indietro fino a farmi venire poi rallentava nuovamente per poi riprendere ancora piu' forte.

Cominciai a schizzare e a venire rumorosamente dentro di lui, sentii il suo culo stringersi , quasi a non farmi uscire piu', col culo mi strizzo' il cazzo come una spugna fino a farmi uscire l'ultima goccia di sperma. Avevo goduto come non mai, sfilai il mio cazzo, ancora eretto, dal suo culo e quasi avevo voglia di penetrarlo nuovamente, cercai la sua bocca e ci baciammo per piu' di cinque minuti. Lui con la sua stazza mi avvolgeva nelle sue braccia sussurrandomi all'orecchio parole che mi eccitavano.

Erano le tre del mattino, io l'indomani avevo il giorno libero mentre lui doveva andare a scuola ma rivolgendosi a me in modo sempre pacato disse : 'ti va domani di andare in montagna? Ho una baita molto accogliente a Saint Moritz, prendo un giorno di ferie e passiamo una giornata li' da soli.' Accettai la proposta, mi alzai per andare in bagno e li mi accorsi che sopra il mobiletto c'era il rolex d'oro che voleva regalarmi quella mattina. Lo presi, lo mise al polso e mi diressi nuovamente verso la camera da letto. Lui al mio rientro nella stanza indirizzo' lo sguardo verso il mio polso e vedendomi l'orologio al polso si alzo' di scatto mi venne incontro e abbracciandomi disse: 'Ora sono sicuro del tuo amore'.

Lo strinsi forte anch'io e cademmo entrambi nel letto, il suo cazzo era incontenibile e pensai che non sarei riuscito a riceverlo interamente. Lui mi mise a pancia in giu' e comincio' a leccarmi la schiena per poi scendere fino al mio culo. Sentivo la sua barba che strisciava contro le mie natiche e questo mi provocava un senso piacevole di solletico.

Lui lecco' il mio buco per circa cinque minuti inumidendolo e cercando con la lingua di entrare dentro. Appena entro' con la lingua, avvertii' un piccolo dolore, forse ancora della sera precedente, e fra me pensavo 'ma come faro' a prenderlo tutto dentro?' Lui intuendo la mia paura mi disse: 'non stare teso, ti aiutero' io a prenderlo tutto.' Si spalmo' nelle mani quell'olio lubrificante e anestetizzate della sera precedente e comincio' a passarmelo nel buco. Poi comincio' a dilatarmi entrando con il dito e untando le pareti dei miei tessuti, sentii nuovamente un senso di benessere, era fresco e mi dava una sensazione piacevole e di sollievo.

Mentre mi ungeva lentamente con le sue grosse mani esperte, sussurrava con voce calda 'Stasera, visto che lo vuoi tu e che lo stai facendo con vero piacere, faro' molto piano, non ti faro' alcun male l'importante che tu ti rilassi e soprattutto rilassi il tuo buco. Mi girai e lo abbracciai non vedevo l'ora di avere quel grosso cazzo dentro. Lui era felicissimo, i suoi occhi luccicavano di contentezza e quel suo sorriso, che metteva in mostra una dentatura perfetta, mi dava un senso di tranquillita' e di sicurezza che non avevo avuto mai prima. Era bellissimo i suoi occhi lucidi castani sembravano due specchi, le sue grosse braccia mi avvolgevano come una tenaglia, i capelli spettinati gli davano un aspetto piu' giovanile e quella grossa pancia che appoggiava sul suo cazzo metteva in evidenza la consistenza e la enormita' della sua erezione.

Mi mise in posizione di pecorina, mi divarico' le gambe e afferatomi per le spalle, mentre io mi divaricavo le natiche con le mani, poggio' la sua grossa cappella sul mio buco. Sentii il calore della sua carne attorno al mio orifizio e piano piano lui comincio' ad infilare la cappella dentro. Dava dei colpetti molto delicati ma costanti e io, che gia' avevo tutta la cappella dentro, senza essermi fatto male, rimasi senza fiato.

La testa mi scoppiava, il piacere era cosi' forte che i miei occhi si riempirono di lacrime, lui con una mano mi accarezzava le spalle e con l'altra mi masturbava. Avevo scopato alcune donne, ma un piacere cosi' non l'avevo mai provato infatti venni nella sua mano schizzando fiotti di sperma a raffica. Lui levo' la mano dal mio cazzo e portandosela in bocca succhio' tutto il mio seme, pian piano andava affondando sempre piu', fino a quando arrivo' alla base.

Questa volta non sentii nessun dolore, era stato l'effetto dell'olio anestetizzante? Oppure il fatto che non ero piu' vergine? Non mi interesso' piu' di tanto ero al settimo cielo, sentivo dentro la sua mazza che si gonfiava ancora di piu', faceva dei movimenti di bacino in senso orario e sentivo la sua carne strisciare contro le pareti dei miei tessuti, poi comincio' ad entrare ed uscire pompandomi come uno stantuffo, guardandolo dallo specchio che avevo di fronte mi sembro' un toro era sudato in viso e le sue grosse spalle su di me riuscivano a coprire tutto il mio corpo.

Cercai di imitare i suoi movimenti cioe' a dimenarmi e a spingere il mio culo verso di lui facevo anch'io avanti e indietro fino a farlo venire poi rallentavo nuovamente per poi riprendere piu' forte di prima. Lui mi fermo' e disse 'Fermo amore, cosi' mi fai venire subito, hai imparato molto in fretta' sfilo' il suo cazzo dal mio culo e mi mise sdraiato a pancia in su' , prese ancora dell'olio lubrificante e alzandomi le gambe ed entrando le dita nel buco unto' nuovamente le pareti dicendo che erano troppo asciutte e che se non l'avesse lubrificate l'indomani si sarebbero irritate.

Finito di lubrificare si getto' su di me, mi sentivo schiacciare dal suo peso e soprattutto sentivo il suo cazzo duro, caldo e grosso pressare contro la mia pancia, i peli del suo grosso petto sfregavano contro il mio e lui mi baciava sul collo, mi mordeva l'orecchio e con il dito accarezzava il mio orifizio. 'Non ce la faccio piu'' disse e sempre in maniera garbata, mi alzo' le gambe e mi penetro' nuovamente.

Il suo cazzo entro' subito tutto fino alla radice, sentivo le sue palle che sbattevano contro le mie chiappe, mi aveva dilatato e lubrificato abbastanza, ed ora anch'io sentivo il suo pene, che attraversava senza nessun ostacolo la mia caverna. Mentre lui stantuffava io gli accarezzavo le spalle grosse e pelose e poi scendendo le mani verso il suo culo gli infilai dentro due dita. Gli diedi il colpo di grazia ebbe un gemito e lentamente e ondeggiando mi allago' come un fiume in piena. Sentii il suo sperma caldo schizzare verso il mio intestino ed ebbi l'impressione di avermi riempito di sborra tutto culo.

Si abbandono' su di me per pochi istanti, poi, sfilato il cazzo dal mio culo, mi giro' e comincio' a succhiare lo sperma che usciva dal mio buco. Ero scioccato, non avevo piu' la forza di reagire ma lui girandomi nuovamente cerco' ancora la mia bocca per entrare la sua grossa lingua piena del suo seme. Il gusto della sua crema era inconfondibile, non avevo mai avvertito un sapore cosi' buono, le nostre lingue si impasticciarono ma dopo un po', stanchi sfiniti, ci rilassammo sul letto.

Lui, sudato, continuava ad accarezzare e a dirmi parole dolci poi sorridendo aggiunse: 'senti Lucio ti debbo confessare che, stamattina quando sono venuto a trovarti in classe non avevo nessuna intenzione di controllarti ma venni soltanto per vederti e per stare veramente cinque minuti, ma mentre tu spiegavi, in maniera divina, ebbi un'erezione che non sono riuscito a fermare tanto che se mi fossi alzato tutti i ragazzi se ne sarebbero accorti. Sorrisi anch'io e baciandolo sul collo dissi: 'dopo due giorni di fare all'amore con te non so ancora come ti chiami' e lui con il suo fare elegante rispose 'Amedeo Iannelli ma chiamami pure Mede'. Lo baciai, mi bacio' e ci addormentammo tenendoci abbracciati stretti e con la mano nella mano.


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Artur Loy


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