ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il sogno che diventa realta'

Un racconto di Artur Loy


Una storia vera...

Varese 1/09/1985

Erano le sette del mattino e la sveglia comincio' a suonare. Mi svegliai bruscamente e mi ritrovai tutto sudato e bagnato del mio seme, avevo sognato qualcosa, ma che cosa? Mi sforzai di ricostruire il sogno ma non ricordavo niente. Mi alzai e mi diressi verso il bagno per una doccia fredda, ero un po' turbato ma nello stesso tempo ero ottimista come se dovesse succedere qualcosa di importante. In effetti stava per cominciare la mia carriera scolastica infatti, appena laureato mi avevano convocato in un liceo classico per insegnare latino e greco e quello era il mio primo giorno di scuola. Mentre mi preparavo pensavo sempre al sogno ma non riuscivo a ricostruirlo. Alle ore 8.15 mi trovai davanti al cancello della scuola un po' emozionato ma felice perche' finalmente cominciavo a lavorare. Entrai e chiesi al bidello della presidenza mi accompagno' in un'ala dell'istituto e arrivati in fondo al corridoio mi disse di aspettare un po' perché il preside proprio quel giorno avrebbe ritardato. Mi sedetti nella sala d'attesa e da li' vedevo passare alunni, insegnanti, personale della scuola, mi sembrava di sognare, finalmente dopo tanto studiare anch'io potevo entrare in un'aula e trasmettere ai miei alunni quello che in tanti anni di studio avevo imparato.

Aspettai un quarto d'ora circa quando vidi entrare un omone sulla sessantina alto, grosso, con barba e con pancia un po' pronunciata. Aveva i capelli bianchi e un vestito che si adattava benissimo al colore dei suoi capelli. Appena mi vide con voce decisa mi disse : 'Lei e' il professore Verdi?' Dissi di si e lui: 'prego si accomodi'. Entrammo in presidenza, mi fece accomodare dietro la sua scrivania e dopo esserci presentati mi parlo' della scuola, dell'insegnante che dovevo sostituire, e delle regole che vigevano in quell'istituto. Poi mi disse di passare dalla segreteria, di compilare lo stato di servizio e di firmare il contratto di assunzione, io mi alzai e come un bambino al suo primo giorno di scuola ubbidii. Ero un po' teso ma me la cavai abbastanza bene. Firmai il contratto, feci conoscenza con gli alunni, la mia prima lezione e alle tredici e trenta, al suono della campana dell'ultima ora, uscii dalla classe soddisfatto. Per anni avevo sognato questo momento e lo avevo immaginato proprio in quel modo. Mentre attraversavo il corridoio per andare a posare il mio registro incontrai il preside che con un bel sorriso mi dice: 'quindi lei viene da Salerno, ma lo sa che io sono nato proprio in quella citta', i miei genitori erano meridionali'. Mi parlo' per alcuni minuti e mi invito' a casa sua per cena in modo da parlargli un po' della sua citta' natia dove non era mai stato. Io imbarazzato accettai l'invito e mi diressi verso casa. Ero al settimo cielo, avevo fatto la mia prima lezione, avevo incontrato un preside della mia stessa citta' e per di piu' ero stato invitato a cena, che altro potevo chiedere? Arrivato a casa mi sdraiai sul letto un po' stanco della mattinata ma avevo tanta adrenalina in corpo che non riuscii a dormire. Verso le ore 19.00 mi preparai per andare all'invito del preside e alle 20.00 in punto suonai il campanello della sua villetta. Mi apri' lui dandomi il benvenuto e facendomi sedere in un divano, vicino al camino, mi disse di scusarlo per alcuni minuti perché stava per farsi la doccia. Rimasi da solo e cominciai a scrutare con lo sguardo quella stanza . Era molto elegante, con mobili antichi di stile, e divani con stoffe di seta, un sottofondo musicale e luci soffuse creavano un'atmosfera d'incanto, molto raffinata. Mentre osservavo un quadro entro' lui scusandosi ancora per il ritardo. Era molto diverso da come l'avevo visto a scuola, aveva i capelli ancora bagnati e indossava una vestaglia di seta da dove fuoriusciva un mazzetto di pelo bianco dal petto molto largo. Il suo fisico era imponente, molto massiccio con un fondo schiena molto grosso e con la pancia molto pronunciata. Mi diede l'impressione di conoscerlo, ma mentre facevo mente locale lui interruppe invitandomi a passare nell'altra stanza per la cena. Aveva preparato una cena molto raffinata, con ostriche e champagne, caviale, selvaggina e frutti esotici. Durante la cena volle sapere tutto della citta' di Salerno, degli abitanti, e del tipo di vita che si faceva in citta'. Mi ascoltava con molta pazienza e il suo sguardo era cosi' profondo che a volte mi imbarazzava. Finita la cena ci sedemmo vicino al camino a bere ancora dello champagne e mentre facevamo l'ennesimo brindisi si avvicino' al mio fianco e mi disse : 'lei professore e' molto interessante', mi diede un bacio nella guancia e continuo' : 'Io vivo solo e soffro di solitudine lei stasera mi ha riempito di gioia accettando il mio invito, e' stata proprio una bellissima serata' . Dalla vestaglia mi accorsi che il suo uccello si era gonfiato, lui era diventato paonazzo e con un po' di imbarazzo si avvicino' ancora a me e mi bacio' stavolta sulla bocca. Ebbi un senso di disgusto, di scatto mi scostai da lui e in maniera molto decisa gli dissi che non ero gay. Lui imbarazzato, e mortificato, mi chiese scusa e si alzo'. Dalla vestaglia si notava benissimo che il suo uccello era ancora piu' gonfio, il sudore gli scendeva dalle guance e in quel momento mi ricordai del sogno: avevo sognato di avere scopato con lui. Anch'io cominciai a sudare, e anche il mio uccello comincio' ad ingrossarsi, gli chiesi scusa e precisai che non avevo mai baciato un uomo e che soprattutto non avevo mai fatto l'amore con un uomo. Lui mi parlo' della sua infanzia, delle sue esperienze e dei suoi amori e mentre parlava mi passava per la mente il sogno che avevo fatto, 'era incredibile'. Mi avvicinai a lui e come attratti da una calamita ci baciammo per circa cinque minuti. Le nostre lingue si intrecciavano come delle corde, lui mi accarezzava il cazzo e io il suo che era molto duro e grosso.

Era la mia prima esperienza maschile, non sapevo cosa fare fin quando lui prese l'iniziativa e disse: rilassati ti insegnero' tutto io'. Si tolse la vestaglia e le mutande e mi ritrovai davanti una mazza enorme, due palle rotonde e una peluria bianca che gli ricopriva tutto il corpo. Mi eccitai ancora di piu', lui con molto garbo e con un fare da gentiluomo mi disse: 'se vuoi e tuo leccalo e succhialo' . Mi inginocchiai e lo presi in bocca, era caldissimo, grossissimo tanto che facevo tanta fatica a tenerlo in bocca. Lo leccavo lo succhiavo e nonostante fosse la prima volta sentivo molto piacere, la sua pancia mi pressava sulla faccia e ogni tanto lasciavo la presa perche' mi sentivo soffocare. La sua cappella, di colore violaceo, era diventata enorme e mentre io ero riuscito a mettere tutta quella mazza in bocca, lui venne copiosamente. Il suo seme era dolciastro e molto denso avevo la bocca piena tanto che dovetti andare in bagno perche', non abituato, mi sentivo soffocare dal quel liquido densissimo che scendeva nella mia gola. Mi sciacquai la bocca, mi guardai allo specchio e mi accorsi che ero rosso in viso, tutto spettinato, sudato, ma nello stesso tempo i miei occhi luccicavano , proprio come un bambino che riceve i suoi primi giocattoli. Uscii dal bagno e vidi il mio preside tutto nudo, sdraiato sul divano che mi faceva segno di sedermi accanto a lui. Io accettai e quando gli fui vicino mi tiro' verso di se e comincio' a baciarmi nel collo scusandosi di avermi sborrato in bocca. Era nuovamente eccitato, il suo cazzo di nuovo eretto alla mia vicinanza divento' piu' grosso di prima. Mi disse di spogliarmi e mentre mi toglievo i pantaloni lui si inginocchio' aspettando di ricevere la mia mazza in bocca. Ero eccitatissimo come non mi era mai capitato con una donna, mi disse di avere un cazzo bellissimo lo prese in bocca e comincio' ad andare avanti e indietro con la lingua fino ad arrivare alla base delle palle. La sua bocca era calda e la sua saliva ricopriva la mia cappella ingrossatasi a dismisura. Stavo per venire, volevo sfilare il cazzo dalla sua bocca ma lui mi spinse verso di se ingoiando tutto il mio sperma. Chiesi scusa anch'io ma lui con un fare paterno mi accarezzo' la nuca e disse: 'No non ti devi scusare di niente e' stato bellissimo'.

Mentre parlava mi accarezzava come un padre accarezza il proprio figlio, mi baciava, e mi raccontava della sua vita e mi eccitava sfiorandomi il buco del culo. In quel momento ebbi paura, capii che mi voleva penetrare, non avevo mai preso un cazzo in culo, e vista la mazza che si ritrovava ero quasi terrorizzato. Si alzo' dal divano e prendendomi per mano mi porto' nella camera da letto. Era una stanza bellissima con un letto stile veneziano e le pareti tappezzate che si intonavano al colore dorato del letto, le luci molto soffuse e l'odore di profumo orientale rendevano la stanza ancora piu' eccitante. Lui era enorme, alto, grosso, con le gambe che sembravano due prosciutti da cui penzolavano due bei coglioni e da cui usciva un cazzo enorme eretto pronto per il mio culetto.

Mi vide un po' preoccupato e mi disse di non aver paura che lo avrebbe fatto solo se ero d'accordo e che avrebbe preso tutte le precauzioni per non farmi del male. Sapeva che ero vergine e che la sua mazza avrebbe lacerato le pareti del mio culo ma con molta calma e con un bel fare apri' il cassetto del suo comodino estrasse una boccettina di olio e mi disse: 'Questo e' olio orientale con questo non sentirai nessun dolore infatti e' dilatante e anestetizzante'. Mi guardo' aspettando una mia risposta, io un po' impaurito e imbarazzato non dissi nulla, e lui 'Scusami se sto forzando troppo, capisco che e' la prima volta ma stai sicuro che non ti faro' del male e ti piacera' tantissimo.'

Mi fece sdraire nel letto a pancia in giu' e prima di spalmare l'olio mi comincio' a leccare il buchetto.

Mi eccitavo tantissimo a sentire la sua lingua che cercava di entrare dentro di me, mi insalivo' tutto e poi, preso l'olio, comincio' a passarmelo intorno al buco e ad entrare con il dito untandomi dentro le pareti. Ebbi una sensazione di benessere, di freschezza, mi rilassai e girandomi cercai la sua bocca, ci baciammo per alcuni minuti, e quando lui capi' che ormai ero suo mi fece mettere in posizione di pecorina e appoggio' la sua enorme cappella sul mio buchetto. Il cuore mi batteva forte ma ormai ero cosi' eccitato che avrei sopportato qualsiasi dolore pur di avere il suo cazzo dentro di me. Lui dava dei piccoli colpetti e mi sussurrava all'orecchio 'Se ti faccio male esco subito', io sentivo il suo pene che entrava piano piano e la sensazione di piacere fu tale che diedi io un colpo di reni verso di lui per farlo entrare tutto. Mi penetrai da solo, e sentii un dolore lancinante che, per fortuna, duro' un secondo, dopo non senti piu' dolore ma solo piacere piacere piacere.

Lui mi penetrava affondando il suo cazzo sempre di piu' e stantuffandomi prima con delicatezza e poi con violenza come un toro. Ad un certo punto sfilo' la sua mazza e si distese nel letto a pancia in su facendomi segno di sedermi sul suo cazzo. Io ubbidii e salito sopra il letto mi infilzo' nuovamente quel pezzo di carne dentro. Mentre mi scopava io mi masturbavo finche' venni copiosamente sulle lenzuola bianche di seta, lui si fermo' e con dolcezza disse : 'dimmi se avevo ragione, e con molta sincerita', dimmi se ti piace'. Dissi di si e lui alzandomi le gambe e mettendole sopra le sue spalle mi penetro' ancora una volta. Il mio buco si era dilatato tantissimo e non piu' sentivo alcun dolore, presi coraggio e cominciai a spingere pure io, lui era diventato un toro, dava dei colpi molto decisi e nonostante l'eta' il suo cazzo si gonfiava sempre di piu'. Le nostre lingue si intrecciavano ancora e quel sottofondo di musica orientale mi faceva andare in estasi completamente. Ad un certo punto il suo fiato si fece pesante , divento' tutto rosso in viso e dolcemente disse : 'vengo amore'. Sentii il suo liquido che mi allagava le viscere e che si spingeva dentro i meandri interni, la sensazione di piacere era stata a dir poco fantastica. Lui sfilo' la sua verza dal mio culo e si abbandono' nel letto forse un po' stanco. Dopo un paio di minuti di silenzio si alzo' dal letto chiedendomi se preferivo il caffe' oppure ancora dello champagne, risposi che avrei preferito lo champagne per brindare alla nostra avventura. Lo vidi uscire dalla porta , ancora nudo, sembrava piu' grosso con la pancia che gli si piegava e con quel fondoschiena ricoperto di peli bianchi mi eccitava ancora una volta.

Dopo alcuni minuti ritorno' nella camera da letto, aveva in mano due bicchieri e una bottiglia di champagne , brindammo piu' volte e mentre lui parlava, usando un lessico molto raffinato, io ero attratto dalla sua personalita', dalla sua cultura e soprattutto dal suo corpo.

Ci sdraiammo nuovamente nel letto e cominciammo ad accarezzarci e nuovamente a baciarci. Mi chiamava 'amore mio' mi diceva di aver trovato il suo amore e che non mi avrebbe lasciato piu' se io l'avessi voluto, io ero nuovamente eccitato il mio pene si alzava e si gonfiava sempre piu' e lui in maniera sempre molto graziosa e gentile sussurro' dolcemente: 'se ti va puoi anche penetrarmi e mostrandomi il suo di dietro disse 'e' tuo fanne cio' che vuoi'. Lo leccai tutto, imitando quello che lui aveva fatto con me, cercai con la lingua il suo buco e la penetrai dentro. L'odore di quel profumo orientale che c'era nella stanza lo sentii anche dentro di se e fu li che non resistetti piu'. Lo presi per i fianchi lo mise in posizione di pecorina e gli infilai il mio cazzo che nel frattempo era diventato di dimensioni enormi.

Non avevo mai goduto in vita mia cosi' tanto, quel culo grosso e morbido mi faceva impazzire, entravo ed uscivo con il mio pene come uno stantuffo e lui lanciando qualche lamento mi esortava a spingere di piu'. Dopo alcuni minuti cambiammo posizione lui alzo' le gambe sopra le mie spalle e mi disse di penetrarlo pure con le palle, il suo buco sembrava una caverna, spinsi con forza e lui sempre sussurrando disse: ' Mi stai facendo godere come mai nessuno, si vieni ancora sfondami tutto'. A quel punto stavo per venire e lui intuendo tutto si sfilo' il mio cazzo dal suo culo disse: 'No non venire ora ti prego fammi godere ancora un po, fammi sentire ancora la tua carne penetrare all'interno delle mie viscere'.

Mi abbraccio', mi bacio', mi lecco' per tutto il corpo fermandosi nuovamente sulla mia verza che comincio' a succhiare e a leccare con molta avidita', poi preparandomi per bene disse: 'adesso vieni dentro e inondami del tuo seme'. Lo penetrai nuovamente e mentre lo stantuffavo mi prese la mano e avvicinandola al suo pene comincio' a farsi masturbare fino a quando venne per la terza volta. Io non capivo piu' niente ero completamente fuori di me, gli dissi 'ti amo' e venni copiosamente dentro le sue viscere inondadole di abbondante sperma che usci' pure dal suo buco e che leccai con piacere. Ci staccammo e ci lasciammo andare nel letto stanchi ma felici, pensavo alla giornata che avevo passato e mi sembrava un sogno. Si era proprio quel sogno che avevo fatto la notte precedente e che ora era diventata realta'.

Continua

Artur Loy


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