Le recensioni di Davide Sirignano

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Dicembre 2005


REINAS

HARRY POTTER E IL CALICE DI FUOCO

CRASH


REINAS

Regia: Manuel Gómez Pereira

Interpreti: Carmen Maura, Marisa Paredes, Andrea Occhipinti

Sceneggiatura: Yolanda García Serrano, Joaquín Oristrell

L'approvazione del decreto legge Zapatero, da Valencia sino a Madrid, ha segnato un'epoca in Spagna, l'epoca di un diritto, finalmente, riconosciuto. Subito, dall'eco di quella ventina di coppie che si sposarono, il parto di questa divertente commedia coprodotta dal nostro Andrea Occhipinti, qui presente in un delizioso cammeo, dalla Warner Spagnola e da Canal +.

Una dozzina di madri e padri giungono da ogni dove per assistere al matrimonio dei figli in questa sorta di 'Padre/Madre della sposa gay' in cui tutti i personaggi mostrano quanto le ore prima di un matrimonio siano nevrotiche, ma anche comiche, anzi tragicomiche.

Ritroviamo due care e almodovariane attrici, gioia dei nostri occhi, Marisa Paredes e Carmen Maura, ma anche la ninfomane Veronica Forque', che attorniano i malcapitati figli.

Accettare un figlio gay non e' facile e accettarne il matrimonio e' ancora peggio perche' si paga un retaggio culturale a favore di un pionieristico riconoscimento di diritti e, soprattutto, d'amore: che cos'e' un matrimonio civile, o religioso che sia, se non un mostrare a tutti quanto ci si ama senza paura d'essere giudicati con la coscienza di aver scelto quella persona rispetto a tutte le altre?

Il messaggio sotterraneo di questa storia, quindi, potra' aprire le menti degli eterosessuali, divertire, far sganasciare con le battute esilaranti della Paredes: le viene fumata una canna davanti e dice 'Di che mi devo scandalizzare, io ho lavorato con Almodovar!', per non parlare poi delle situazioni comiche a profusione, talvolta troppo americane e poco spagnoleggianti, ma non e' necessariamente un difetto.

Poi, cosa piu' gustosa, un andamento della narrazione non cronologico che rende il tutto piu' originale e accattivante. Si', e' vero, siamo nella leggerezza piu' assoluta e, ogni tanto, ci sono delle soluzioni narrative semplicistiche, forse banali, ma un pizzico di critica sociale c'e' e il finale lascia un certo amaro in bocca e un senso di malinconia che non guasta e dovrebbe far riflettere chi ancora impedisce all'essere umano di essere.

 

 


HARRY POTTER E IL CALICE DI FUOCO

Regia: Mike Newell

Interpreti: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint,

Harry Potter e' cresciuto! Ovvero la maturita' di un ragazzo sta prendendo il sopravvento sull'ingenuita' di un bambino reietto.

Harry e' al quarto anno a Hogwards, oramai deve fare i conti con i primi turbamenti sentimentali, con una cinesina Cho, e poi Deve purtroppo affrontare il male in persona e misurarsi: mettersi ancora una volta alla prova. Sembra essersi scordato delle sfide che lo hanno preceduto, ma la nuova che lo attendera' sara' ancora piu' terribile. Nella coppa delle scuole, dislocate in tutto il mondo, Harry sara' uno sfidante, capitato li' per caso.

La Rowling ha una padronanza straordinaria della mitologia, delle leggende, della dimensione favolistica e dei miti. Rimescola tutti questi elementi costruendo uno scheletro narrativo perfetto e collaudato che non delude mai, soprattutto in questo capitolo, in cui la dimensione della paura e della suspense aumenta in modo esponenziale nella narrazione.

Un film che dura piu' di due ore e mezza potrebbe tediare, eppure non e' cosi': sono magistrali due scene dal punto di vista visivo, quella del combattimento del drago e quella del labirinto: molto veloci e perfettamente girate. Il regista non fa altro che metterle insieme perche' la storia e gia' forte di per se' e non ha bisogno di nient'altro.

Questo quarto capitolo, tratto dall'omonimo libro, e' considerato dai lettori affezionati il migliore, forse lo e', ma insieme al secondo e' quello piu' fedele alla saga.

Harry Potter, tanto bistrattato da alcuni religiosi puritani, racchiude tutti quei valori di amicizia, d'amore, di rispetto e sacrificio di grande potenziale educativo e 'Il calice di Fuoco' dimostra ampiamente questo assunto nella vittoria del bene contro il male.


CRASH - Contatto fisico

Regia: Paul Haggis

Interpreti: Sandra Bullock, Don Cheadle, Michael Peña

Musiche: Mark Isham

Ogni tanto gli americani sfornano storie capaci di contorcere le viscere dello spettatore. Questo film di ordinaria follia e' capace di sviluppare un conflitto interiore, quello di un razzismo insito, atavicamente, dentro la nostra mente, nella nostra cultura.

I conflitti razziali in america sono all'ordine del giorno: un paese crogiolo di culture afroamericane, wasp, cinesi, persiane e via dicendo, diventa luogo efferato di scontri, di violenza, di una ricerca spasmodica di un posto al sole, perdendo di vista il valore significante della nostra esistenza.

Ma questo mondo dove il contatto fisico con gli altri, gli altri diversi, ci rende sospettosi, da' la possibilita' di riscattarsi: almeno sembra comunicare questa storia.

Un film corale, con tanti personaggi che s'intrecciano, ricorda lo stile di "America Oggi" di Robert Altman e di Grand Canyon di Mr. 'Grande Freddo' Kasdam. Siamo infatti in quel filone di film denuncia, crudo e di riflessione di un'america, specchio del mondo, che sta andando nell'autodistruzione.

Dopo la strage delle torri gemelle si percepisce ancora la ferita aperta di un paese che non trova le sue radici: con un crudo realismo, alleggerito da qualche momento di solenne poeticita', come il mantello protettivo della piccola innocente, spaventata dalle pallottole, il regista raggiunge il suo scopo e cioe' una vera e propria denuncia del malessere generale che ci circonda.

Crash e' una critica feroce alla societa' nella sua interezza e dovrebbe essere trasmesso nelle scuole di tutto il mondo. Una menzione speciale a Sandra Bullock.

A cura di Davide Sirignano


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