LE SERVE DI GOLDONI

Spettacolo teatrale

Testi di Alessandro Fullin

Regia di Andrea Adriatico

Interpreti: Alessandro Fullin, Filippo Pagotto, Emanuela Grimalda, Eva Robin's

Mira (Venezia) Teatro Villa dei Leoni, 25 luglio 2007

Recensione di Emiliano

Foto Raffaella Cavalieri

Presentato in prima assoluta a Venezia nell'ambito della Biennale Teatro, questo delizioso spettacolo con i testi di Alessandro Fullin e la regia di Andrea Adriatico ha toccato poi, per il suo mini-tour che lo porta dal Veneto all'Emilia, il teatro Villa dei Leoni di Mira (Ve), lungo la Riviera del Brenta. Noi lo abbiamo visto proprio qui, in questa piccola sala, forse un po' troppo angusta sia per il numeroso pubblico (sold-out) che ha applaudito lo spettacolo, sia per il palco in cui la scenografia era a fatica contenuta.

Arrivati in sala, notiamo subito proprio la scenografia, che poi e' la prima delle idee, a volte anche geniali, che caratterizzano tutto Le Serve di Goldoni: una parete circolare con tre aperture, che a volte chiude la scena durante le pause, altre volte (dopo esser scivolata - non senza qualche inceppamento- lungo una rotaia circolare) contiene gli episodi della vita di quattro serve di Carlo Goldoni. Interpretate con esiti diversi da un cast eccezionale (bravissime Emanuela Grimalda ed Eva Robin's, bravo Filippo Pagotto mentre alterno Fullin, che in piu' di qualche occasione si e' lasciato prendere dalla parte e a stento ha trattenuto il riso), le quattro serve ci portano in un mondo che e' quello di Goldoni ma e' anche un po' senza tempo, grazie alle trovate surrealiste della scrittura di Fullin (Strehler che cerca Goldoni al telefono, e la serva che gli consiglia di provare con Ibsen, una scena esilarante degna dei Dialoghi dei Morti) e della regia di Artico, che mescola con ironia camp commedia, tragedia, mimo (una scena 'senza parole' che spiega i divertimenti di una serva con De Sade), teatro dell'assurdo e metateatro (queste Serve assomigliano ai 6 personaggi pirandelliani e in una scena assistono ad uno spettacolo a loro volta...dando la schiena al pubblico e restando in silenzio per almeno 5 minuti); a spiazzare il pubblico, inoltre, l'uso di video tipo-ridolini per introdurre nuovi personaggi o salti spazio-temporali (trovata tanto interessante quanto alterna ed incerta negli esiti).

Gli episodi si susseguono tra litigi, racconti personali, battute fulminanti: i personaggi ci fanno ripercorrere i momenti salienti della vita di Goldoni, dalla vita veneziana, dalla consapevolezza della riforma teatrale ('il mio padrone parla di riforma, voi di rivoluzione' dice la serva-Fullin alle altre serve-corte popolare rivoluzionaria), alla fortuna massima che portera' il grande commediografo alla corte parigina, e alla fine della vita nella miseria; questo viaggio nella vita goldoniana e' inserito in un gioco costante che porta il pubblico in un incastro di situazioni, piani di finzioni, 'squarci' nella realta' (con autoironici riferimenti all'autore e al regista della commedia).

La ricerca che sta alla base della scrittura e' il pezzo forte della commedia, e sicuramente le gia' citate prestazioni di alcuni attori contribuiscono a mantenere alto il risultato finale: tuttavia, ritmi un poco slegati, alcuni errori tecnici e l'apparente trascuratezza (per non dire 'scazzo') con cui Fullin recita (apparendo al di sotto delle sue reali capacita'), macchiano una rappresentazione teatrale altrimenti assolutamente di elevato livello. Comunque, a chiunque riuscisse a trovare biglietti e/o ulteriori rappresentazioni, consigliata.

Emiliano

 


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