ORSI ITALIANI MAGAZINE


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Un racconto di Onlyman

 

Certe cose non si possono dimenticare perché segnano tappe nella vita di ognuno, ed ogni tappa è importante perché, anche se inconsciamente, ci cambia, ci arricchisce ogni volta di più. Così andarono le cose: All' epoca, 22enne, feci conoscenza di Michele, un ragazzo il cui padre possedeva un sexy shop. Quando si parlava di questa attività io mi sentivo arrossire dato che ero timidissimo e non mi trovavo a mio agio a discutere di questo argomento. Passarono 5 mesi e venne l'estate, e con essa anche le gite, le scampagnate e le tante escursioni. Fu in un'occasione di questa che Michele ci invitò tutti nella sua casa di villeggiatura. Ad accoglierci a torso nudo c'era suo padre: un omaccione di 50 anni (circa) che poteva mettere soggezione con il solo sguardo, dall'aspetto virile, peloso su tutto il busto, con un po' di pancetta, una testa completamente pelata e lucentissima, per concludere con una barbetta tenuta incolta.

Ci disse di accomodarci e scusandosi per l'aspetto in cui si era fatto trovare si presentò e continuò a parlare del più e del meno fino all'arrivo di Michele.

Era un uomo di spirito, un po' stravagante ma sicuramente di compagnia.

Passammo una splendida giornata. Paolo, questo il suo nome che mi girò per la testa tutto il giorno. Pranzammo tutti insieme dopodiché un mio amico chiese a Paolo curiosità circa la sua attività lavorativa. Paolo rispose senza apparente imbarazzo e ci raccontò alcuni casi comici di alcuni clienti.

Io mi limitavo a fare qualche sorriso per nascondere il mio imbarazzo, ma il rossore era evidente. Fu allora che mi vide e lanciò qualche battutina su di me. Ma non mi offendei, "Tanto si scherza" pensai. Mi sembrava che ci godesse a farmi cadere la faccia per terra, arrivato al limite mi alzai andando nel giardino sul retro della casa.

Sentii alzarsi la voce di Michele che "riprendeva" il comportamento di suo padre, dicendo che aveva messo tutti in difficoltà e di avere offeso me. Paolo si rese conto di aver esagerato, così mi raggiunse e mi domandò scusa. Io non lo guardavo in faccia perché non volevo mi vedesse con gli occhi lucidi, quasi lacrimanti. Lui mi abbracciò da dietro con una stretta di un padre gentile, protettivo, il suo corpo coperto di peli era sul mio, mi sussurrò all'orecchio "Stasera ti farò una grande sorpresa per farmi perdonare!" così andò via ed io raggiunsi gli altri ragazzi.

Il pomeriggio passò tranquillo ed arrivò il momento dei saluti. Michele doveva andare a passare la serata con la sua ragazza e perciò andò via poco prima di noi, tutti salutarono Paolo, io rimasi per ultimo. Mentre gli davo la mano per salutarlo, lui mi disse: "Aspetta! Devo darti la sorpresa." Mi portò in un'altra stanza, mi abbassò i pantaloni a forza (e di forza ne aveva) e mi leccò i glutei. Io mi agitai, ma fu tutto inutile, lui voleva farmi a tutti i costi. Anche se lui mi piaceva, non ero pronto ad una simile esperienza.

Si calmò, lo feci ragionare, andammo dai miei amici che ancora mi aspettavano e ci salutammo. Quasi arrivati all'auto dissi agli altri ragazzi: "Sentite, voi andate pure, Paolo ci teneva a farmi avere di persona quella sorpresa, mi riaccompagnerà lui a casa." E così fu. Mi incamminnai verso casa di Paolo, suonai e con il volto colmo di gioia mi abbracciò e mi portò dentro. "Non ho alcuna esperienza, e la mia prima volta voglio che sia speciale" dissi. Lui ribattè: "So io come renderti la serata molto speciale!" Fece una telefonata e poi con la sua macchina mi portò al sexy shop. Aprì il negozio e ci dirigemmo in una stanza in fondo ad un corridoio. Appena entrai non credetti ai miei occhi: fruste, catene, dildi e aggeggi che non avevo mai visto prima mi crearono una forte voglia di usarli, glielo dissi. "Vuoi anche provare qualche indumento?" mi chiese, gli risposi un si deciso. "Preparati, "Io sarò il padrone e tu lo schiavo." Accettai, ci cambiammo ed aprimmo i giochi.

Io indossavo una maschera che arrivava fino al collo con i buchi per gli occhi, naso e bocca, un collare con guinzaglio, delle polsiere, un corpetto che mi lasciava scoperta una buona parte di busto, degli slip con un buco per accedere all'ano e degli stivali, il tutto rigorosamente attillato in pelle nera. Paolo aveva una piccola mascherina che copriva solo parte del viso, delle polsiere, un paio di guanti e degli stivali a punta che arrivavano quasi alle ginocchia. Anche i suoi capi d'abbigliamento erano stretti e in pelle nera.

Mi abbracciò in una stretta che quasi non riuscivo a respirare, mi baciò, la sua lingua si incrociava alla mia, lui mi ficcava la sua più in fondo che poteva, dopodiché mi lasciò cadere per terra e mi trascinò per la stanza tirandomi per il guinzaglio.

Decise che era ora di punirmi perché non sapevo fare bene lo schiavo ed iniziò a frustarmi prima dolcemente, poi seriamente, io lo imploravo di smettere ma lui non sentiva ragioni mi trascinavo ai suoi piedi perché volevo sentire il gusto dei suoi stivali: mentre ero preso dalla foga di leccarli abbiamo sentito arrivare qualcuno. "Polizia!" gridò uno. Ero spaventato, ma fece il suo ingresso un uomo sui 45 anch'esso villoso vestito da poliziotto gay e mi resi conto che anche lui faceva parte della mia sorpresa. Adesso ero tra 2 fuochi, continuavo a leccare il mio padrone salendo dagli stivali sempre più su, la frusta aveva smesso di battere sul mio corpo ed io inginocchiato, metto fino in gola il bel cazzo duro dello schiavizzatore. Avanti e indietro con la testa, la lingua che sente il sapore acre del seme che sta fuoriuscendo anche dalla mia bocca oramai piena fino a scoppiare.

Ingoio una buona quantità quando sento il padrone che mi respira vicino; vuole berlo anche lui il suo sperma rimasto nella mia bocca, così comincia un altro bacio intenso con le lingue che si cercano. Mi arresto improvvisamente dal forte dolore all'ano. Il poliziotto ha trovato un caldo nido per il suo uccello nel mio sedere che adesso si stava abituando alla grandezza del sesso di un uomo della legge. Il poliziotto mi tiene per i fianchi muovendo ritmicamente il suo bacino, io godo come non mai e sento che il seme mi cola nelle gambe per scendere poi agli stivali. Paolo mi lecca il pene chiuso negli slip che non gli permettono un movimento, così decide di tirarmelo fuori e leccarlo mentre il poziotto mi lecca il torace. Non vogliono che io venga subito, vogliono farmi soffrire e allora mi fanno indossare una cintura di castità. Paolo mi ordina di leccargli il petto unto di olii profumati: il suo odore mi manda in estasi, la sua pelliccia nella mia bocca è meravigliosa, continuno succhiando i capezzoli che sento rispondere alle mie leccate, io sdraiato a terra, il poliziotto su di me che mi palpa tutto quanto il corpo, anch'io gli passo le mani in ogni centimetro della sua divisa. Fa largo. Il padrone mi vuole per se. Mi inginocchio dietro di lui e comincio a lavorare nel suo ano da tempo dilatato e chissà quante volte penetrato. La lingua entra ed esplora tutta la parete anale, vorrei prorpio incularlo, ma lui è il padrone e non posso senza il suo permesso. Ho anche la cintura di castità e sento il pene esplodere. Come soffro! Paolo decide di farmi godere, mi lascia il campo su di lui libero.

Posso fare tutto ciò che voglio ma mi vieta di penetrarlo!

Così gli comincio a leccare la testa, liscia, profumata. Il poliziotto torna all'attacco, ed anche lui comincia a passare la lingua sulla pelata che ogni tanto si incontra con la mia intrecciandosi, ci sono, sto venedo, faccio inginnocchiare Paolo ai miei piedi e il mio sperma si posa sulla sua testa colando piano piano sul volto. Comincio a ripulirlo aiutato dal poliziotto, la mia lingua passa sulla barbetta per raccogliere il seme; che strana sensazione! "Adesso basta!" mi dice il padrone. Così mi incatena al muro per le mani. Il poliziotto continua il suo lavoro di linguista partendo dalla testa coperta dalla maschera per finire agli stivali. Paolo prende un dildo e me lo ficca in bocca, si toglie i guanti per sentire il contatto diretto con la mia carne e mi penetra con il suo pene.

Vuole provare una doppia penetrazione con l'aiuto di un dildo ma non ci riesce perché il mio ano non è abbastanza dilatato, perciò dice al poliziotto di contribuire con la sua lingua. Accetta volentieri, e le sensazioni che mi danno sono fortissime. Ad eiaculazione avvenuta mi libera e mi da il permesso per penetrarlo. Non me lo ripeterà 2 volte perché sono subito dentro di lui per farlo godere. Una volta gettato il mio seme nel suo interno ci buttiamo tutti e tre a terra per continuare con baci e carezze. Ringraziandolo per quella magnifica sorpresa diventammo ottimi compagni di giochi.

Tutt' ora continuiamo a vederci per passare notti calde e focose in compagnia da 5 anni.


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