ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Alla ricerca del padre perduto - 2a parte

Un racconto di Fanozzo


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Fino da quando ero piccolo una sola grande domanda continuava a ronzarmi in testa. "Perché mio padre aveva abbandonato me e mia madre?" La voglia di dipanare questo mistero cresceva insieme a me fino a quando per il mio 18° compleanno decisi di affrontare mia madre e la convinsi a dirmi tutto ciò che sapeva su mio padre. In realtà non mi disse nulla, perché neanche lei sapeva perché lui ci avesse lasciati. I miei si frequentarono per un po' di tempo e sembrava che mio padre avesse intenzioni serie ma all'improvviso la lasciò senza un'apparente motivo e sparì nel nulla.

L'unico indizio che mia madre aveva era una foto di loro due insieme risalente a poco tempo prima della mia nascita e il biglietto da visita aziendale di un impresa edile dove mio padre lavorava da giovane. Sul retro della foto c'era scritto: "Antonio e Domenica, 1987".

Non era molto ma era pur sempre un punto di partenza. Promisi a mia madre che sarei partito dopo essermi diplomato e così feci.

L'anno successivo mia madre mi regalò un biglietto andata e ritorno Milano - Palermo. Quel giorno stesso preparai i bagagli e l'indomani ero già a Palermo. Riuscì a rintracciare uno dei cantieri dell'impresa edile "Le case di domani" dove forse lavorava ancora mio padre.

Parlai con uno degli addetti ai lavori che poi scoprì essere il direttore dei lavori di quel cantiere. Il suo nome era Calogero, un orsone panciuto sui 50 anni stile Super Mario con due bei mustaccioni fatti per essere mordicchiati e un fisico spesso e tarchiato tipico degli uomini mediterranei.

Purtroppo mio padre non lavorava più in quell'impresa edile e già da un sacco di tempo ma la cosa che mi stranizzò è che nessuno di quelli che lo conosceva, cioè sia il signor Calogero che gli altri suoi colleghi di lavoro sapevano dove fosse finito. Calogero mi raccontò che mio padre era una persona molto chiusa e riservata. Un giorno conobbe una ragazza e voleva addirittura chiederle di sposarla ma poi di punto in bianco era sparito. Niente di nuovo rispetto a quello che già sapevo. Cosa diamine poteva essere successo per farlo sparire così?

L'unica pista che avevo non mi aveva portato a niente ma quando dissi a Calogero che l'uomo che cercavo era mio padre lui mi diede un pezzo di carta con un numero di telefono scritto sopra e mi disse che era il numero di telefono di mio padre. Aveva provato a chiamarlo molti anni fa quando era sparito ma non ricevette alcuna risposta. Quel numero dunque non rappresentava alcuna garanzia ma era tutto quello che avevo. Ringraziai il signor Calogero per la sua gentilezza ma sembrava che quell'orsone avesse intenzione di farmi un altro favore.

Calogero mi invitò nella sua roulotte per stappare insieme una bottiglia... anzi due... la mia e la sua. Quel panzone mi fece una pompa con i fiocchi e scoprì che anche se non l'avevo mai fatto sapevo succhiare un cazzo anch'io. Fu fantastico. Dopo aver sfogato i nostri ormoni il signor Calogero mi diede il suo indirizzo dicendomi di venirlo a trovare se avessi avuto voglia di stare con lui. Forse ci sarei andato, forse no ma in quel momento nella mia testa c'era solo mio padre.

Ringraziai di nuovo Calogero di tutto l'aiuto che mi aveva dato e tornai all'albergo. Avevo il numero di telefono di mio padre ma non essendo sicuro che lui avrebbe risposto non era abbastanza per trovarlo e poi volevo parlargli di persona, non al telefono. Chiesi all'addetto alla reception se potevo usare il computer del bancone per risalire all'indirizzo di mio padre attraverso il suo numero di telefono ma lui si rifiutò per paura che questo gli avrebbe potuto far perdere il posto.

Non volli insistere e così feci per tornare nella mia stanza ma poi mi accorsi che qualcuno aveva chiamato l'addetto alla reception dal retro e lui andando via aveva lasciato il bancone incustodito. Approfittai di questa occasione e usai il computer per trovare l'indirizzo di mio padre, poi cancellai la cronologia per eliminare ogni traccia di quella navigazione. Finalmente sapevo dove abitava mio padre. Ci sarei andato subito, ma era molto tardi e io ero molto stanco, senza contare il fatto che non sapevo proprio dove fosse la via dove abitava mia padre. Settai la sveglia del mio telefono e feci un fosso nel letto.

L'indomani mattina mi svegliai presto, molto prima della sveglia sia perché avevo preso sonno presto ma sopratutto perché non vedevo l'ora di trovare mio padre. Provai a riaddormentarmi ma non ci fu verso. Non avendo più sonno mi alzai, mi rinfrescai e mi vestii. Dopo 15 minuti ero già alla stazione centrale.

Erano circa le 6:30 di mattina quando uscì dall'albergo e per la strade c'era ancora il silenzio del sonno, interrotto di tanto in tanto dal verso dei gabbiani in lontananza. Arrivai alla stazione centrale ma era ancora presto per andare da mio padre, probabilmente a quell'ora stava ancora dormendo proprio come chiunque altro. Non sapendo come passare il tempo mi sedetti su una delle sedie con tavolino poste di fronte al Mc Donald interno della stazione centrale.

Osservai la gente che passava di li, quelli che prendevano la metrò così presto probabilmente per andare al lavoro e quelli invece che vi scendevano per tornare a casa. Qualche istante dopo un agente di guardia si avvicina a me forse per vedere se avessi dei problemi.

"Ehi, tutto a posto?" mi disse gentilmente la guardia con un sorriso smagliante

Quando lo vidi ne rimasi incantato. Era un bel ragazzone di corporatura robusta, di quelli che sembrano muscolosi anche se non hanno fatto nemmeno un giorno di palestra. Ad occhio e croce aveva sui 30 anni, capelli rossi cortissimi e un pizzetto sottile che gli dava un fascino incredibile.

Aveva due fantastici occhi azzurri e sua la carnagione era di un bellissimo rosa chiaro. La divisa gli stava benissimo e a me gli uomini con la divisa mi piacciono un casino.

Avendo la camicia con le maniche corte, due fantastiche massicce braccia facevano bella mostra di loro e i suoi pantaloni erano aderenti al punto giusto, quel punto in cui il pacco sbuca fuori facendosi notare a chiunque abbia due occhi per guardare.

In mano aveva una bottiglia di birra già vuota per metà. Per una frazione di secondo mi era parso di averlo già visto prima ma in realtà aveva soltanto una fortissima somiglianza con Michael Cudlitz, un attore americano che di recente avevo visto in tv.

"Si, tutto bene grazie." gli risposi

"Ti da fastidio se mi siedo qui con te?"

"No, assolutamente." e si sedette vicino a me

"Ah..." fece stirandosi le braccia in alto per sgranchirsi "Mi sento distrutto."

"Nottata lunga, eh?"

"Eggià, ieri toccava a me il turno di notte." e girando il collo prima a destra e poi a sinistra se lo sgranchì per bene

"E' difficile lavorare di notte?" chiesi io

"All'inizio un po' si... puoi riposarti quanto vuoi durante il giorno ma il sonno notturno è tutt'altra cosa. Poi però un po' ci si abitua. Comunque io ho il turno di notte solo una settimana al mese."

"Certo, capisco."

"E tu invece? Che ci fai qui così presto? Aspetti qualcuno?" e bevve un sorso di birra

"Bèh ecco... a dire il vero ho una... specie di appuntamento con una persona, ma mi sono svegliato un tantino troppo presto." e mi misi a ridere

"Deve essere una persona importante per averti fatto cadere dal letto a quest'ora... E' la tua ragazza?"

"Oh no..." dissi io "Io sono single e comunque ho altri interessi, non so se mi sono spiegato."

"Forte e chiaro amico..." e mi sorrise "Siamo in due allora!"

"Oh... vuoi dire che anche tu..."

"Eh si..." e ridemmo entrambi "Che tipo di uomini ti piacciono?" e bevve un altro sorso di birra

"Gli orsi e gli omaccioni con il pancione sono quelli che mi piacciono di più ma a me piacciono quasi tutti i tipi di uomini, non ho molte pretese."

"Quanti anni hai?"

"Ne ho compiuti 19 da poco."

"Sul serio? Ne dimostri molti di più, sai? Io ti davo almeno 23-25 anni. Ne ho visti di ragazzi della tua età durante i miei turni ed erano tutti mingherlini. Tu invece..." e mi stringe un braccio come a tastarmi il muscolo "sembri già un uomo."

"Grazie del complimento. Io mi chiamo Stefano."

"Piacere. Io sono Giovanni." e mi strinse la mano. Che stretta vigorosa!

Parlammo del più e del meno e il tempo sembrò volare. Stavo molto bene in sua compagnia e anche lui sembrava gradire molto la mia.

"Tu non sei di qui, vero?"

"No, a dire il vero no. Ma è così evidente?" dissi io sorridendo

"Hai un accento del nord abbastanza pronunciato. Si sente che non sei di qui..." e sorrise di nuovo

"E dire che io il dialetto lo parlo pochissime volte... Bèh, mi hai scoperto. Vengo da Milano, sono arrivato ieri. Però io sono nato qui."

"Ah... allora sei qui per visitare la tua città natale?" e bevve un altro sorso di birra

"Uhm... no, non esattamente. Sono qui per cercare una persona."

"Un tuo amico?"

"No, mio padre. Poco dopo la mia nascita è scomparso all'improvviso e io sono venuto qui a cercarlo per chiedergli... delle cose. Ci penso da una vita e ora ho voglia di chiudere questo capitolo una volta per tutte."

"Cavolo... scusami. Forse non avrei dovuto chiedertelo, però ti capisco. Se fossi al tuo posto lo cercherei anch'io."

"Ti ringrazio." e in quel momento un raggio di sole mi arrivò in faccia e questo mi spinse a guardare l'orologio. Erano già le 10:15. Com'era volato il tempo...

"Ascolta Giovanni, " e presi dalla tasca il foglietto per vedere il nome della via dove abitava mio padre "dovrei andare in 'Via Notarbartolo'. Puoi indicarmi quale linea devo prendere per arrivarci?"

"Ma come, non lo sai?"

"Che cosa?" dissi io

"Dall'altro ieri c'è sciopero dei mezzi pubblici e ci sarà per tutta la settimana. L'unica linea rimasta attiva per garantire un certo ordine è quella che arriva all'aeroporto."

"Cosa??? E ora come faccio ad andare da mio padre? Accidenti."

"Mi dispiace molto, Ste."

"Bèh, non importa. Vorrà dire che ci andrò a piedi."

"Ma sei pazzo? Via Notarbartolo è quasi dall'altra parte della città. E' troppo lontano per andarci a piedi e poi non sai neanche da che parte andare. Rischieresti di perderti..."

"Ma allora cosa faccio? Non posso aspettare un'altra settimana."

"Dai, in fondo sette giorni passano presto."

"Non è questo il motivo. Non è che non voglio aspettare, non posso. Vedi, il fatto è che... come dire... non ho molta disponibilità monetaria. Se alloggiò in albergo per una settimana finisce che sarò al rosso e dovrò tornare a casa senza aver risolto nulla. Maledizione... tutta quella fatica sprecata! C'ero quasi!"

"Io avrei una soluzione. Perché non vieni a stare da me?"

"C-cosa? Mi stai invitando a stare a casa tua? Ma sei sicuro?"

"Certo."

"Perché lo faresti? Neanche mi conosci..." gli dissi io

"Perché mi fa piacere aiutarti. E poi... ecco... non mi dispiacerebbe affatto poter passare un po' di tempo con te." e mi prese la mano che avevo poggiata sul tavolino. Restammo come bloccati entrambi in quella posizione a fissarci l'un l'altro. "Ehi, ho un idea fantastica!" Esclamò Giovanni rompendo quel silenzio "Se vuoi in questa settimana posso farti visitare la città. Ci sono un sacco di posti da vedere qui a Palermo e alcuni sono proprio qui vicino alla stazione. Ci possiamo andare anche a piedi perché non sono lontani. Che ne dici?"

"In effetti mi piacerebbe molto visitare il posto in cui sono nato... d'accordo, ci sto. Ma sicuro che non sarà un disturbo per te ospitarmi?" Giovanni mi sorrise, si avvicinò e mi baciò accarezzandomi la guancia. "Amm... lo prenderò per un 'si'." dissi un po' intontito da quel bacio inaspettato.

Mi sembrava di essere dentro una favola. Giovanni era rimasto davvero colpito da me... e anche io provavo qualcosa per lui. Quelle quattro ore passate con lui mi erano sembrate quattro minuti e mentre parlavamo mi sentivo in sintonia con lui. Io non ho mai creduto molto al colpo di fulmine eppure non saprei come altro descrivere quello che ci fu tra noi in quel frangente. Uscimmo insieme dalla stazione centrale e lui mi seguì fino all'albergo.

"Vai a prendere le tue cose. Io ti aspetto qui." mi disse Giovanni ed io salì in camera lasciandolo nella hall.

Rimisi tutte le mie cose e i miei vestiti nella valigia, scesi giù e pagai il conto. Giovanni si offrì di aiutarmi a portare la valigia.

"Non c'è bisogno" dissi io "Posso portarla io."

"Insisto. Da questo momento sei mio ospite." e allora accettai il suo aiuto

Camminammo per circa una trentina di metri. Giovanni abitava in zona ma era comunque una bella passeggiata per arrivare in stazione. Ora capisco da dove veniva quel fisico sodo e possente che aveva... Ci fermammo davanti ad un cancello di ferro bianco con svariate macchie di ruggine. Giovanni prese un mazzo di chiavi dalla tasca e aprì il cancello. Entrati dentro al cortile interno vidi che c'erano tre scale. Una davanti a noi con il numero 2 scritto sopra, l'altra a sinistra recava il numero 1 scritto in alto e la terza in fondo a destra segnata con il numero 3. Giovanni abitava in un appartamento nella scala n°2. Preso l'ascensore per salire su fino al 4° piano, Giovanni aprì la porta del suo appartamento e mi fece entrare.

"Accomodati pure." mi disse

"Wow, dissi io. Che bella casa, complimenti."

"Bèh grazie." e poi disse "Ascolta Ste, c'è una stanza con un divano letto in fondo a destra, ma... ecco io..."

"Che c'è?"

"Posso dirti una cosa senza essere frainteso?"

"Certo, dimmi." dissi io

"Se vuoi... ecco... ti puoi sistemare nella stanza da letto... con me. Non voglio fare la parte di quello che corre troppo, volevo solo che tu sapessi che se vuoi puoi farlo... tutto qui." e nel suo viso potei vedere un velo di imbarazzo. In fondo ci conoscevamo solo da poche ore e già mi invitava a dormire con lui, chiunque al suo posto temeva di essere frainteso. Allora io mi avvicinai e abbracciandolo cingendogli i fianchi lo guardai negli occhi.

"Vuoi che io dorma con te?"

"Ecco io..." anche se non riuscì a parlare potevo leggere la risposta nei suoi occhi

"Dammi un bacio." dissi io interrompendolo e allora ci guardammo negli occhi e la distanza tra i nostri visi si accorciava sempre di più finché le nostre labbra si toccarono e ci abbandonammo in un vero e proprio bacio da film. Le sue braccia mi stringevano e le mie stringevano lui.

Mi misi a sbottonargli la camicia molto lentamente mentre lui mi guardava pieno di desiderio. Arrivato all'ultimo bottone, feci scorrere la camicia per le sue spalle ed essa ricadde a terra lasciandolo a torso nudo. Anche se sulle braccia aveva poco pelo su petto e pancia Giovanni era più fornito. Iniziai ad accarezzargli dolcemente il petto. Era bellissimo, così robusto e sodo e paradossalmente il fatto che non fosse muscoloso da palestra, lo rendeva molto più figo.

Una bellezza naturale è cento volte meglio di una pompata ed eccessiva che sa di artificiale lontano un miglio. Sentire i suoi morbidi peli ramati tra le dita era libidine allo stato puro. Le mie mani scivolarono per i suoi fianchi per poi accarezzargli la schiena. Giovanni aveva un fisico bellissimo, una costituzione maschile praticamente perfetta. Lo attirai a me per il fondoschiena e ci baciammo di nuovo. Dopo due secondi però lui mi fermò.

"Aspetta Stefano." e riprese fiato per riprendersi da quella forte emozione "Sei sicuro di volerlo fare adesso?" allora io cominciai a baciargli il collo e gli dissi "Si".

Lui ansimava incapace di resistermi. Mi strinse forte a sé con foga e mi baciò con tutta la furia maschile che aveva. Lo volevamo entrambi con la stessa voglia. Avvinghiati come i lacci di una scarpa attraversammo il corridoio ed entrammo della stanza da letto.

Mentre ci baciavamo Giovanni mi tolse la maglietta lasciandomi a torso nudo. Restò per qualche istante a guardarmi. Io sono molto più peloso di lui su petto e pancia, e fu proprio quest'ultima ad attirare di più la sua attenzione.

Ultimamente infatti avevo messo su qualche chiletto. Ci baciammo di nuovo e la sua mano scivolò velocemente e iniziò ad accarezzarmi la pancia. Questa era una cosa che avevo sempre immaginato di fare io agli altri e che il giorno precedente avevo fatto per davvero ed ora era qualcun altro che lo faceva a me.

Fu un po' strano ma mi piacque moltissimo. Mi sentivo come ipnotizzato. Una volta ho sentito dire che la pancia è il punto più sensibile di ogni mammifero. Per questo ai cani piace molto farsi grattare la pancia e in quel momento ne compresi perfettamente il motivo.

Giovanni iniziò a baciarmi il collo e poi scese giù sempre più giù fino a che la sua faccia si immerse nei peli del mio petto. Potevo sentire le sue morbide labbra sul mio torace e il calore umido della sua lingua mi dava sensazioni sublimi. Il viso di Giovanni si spostò a destra e la sua lingua ora mi scaldava il capezzolo e io cominciai ad ansimare. Ad ogni risucchio potevo avvertire come una scossa che mi attraversava il corpo e contemporaneamente il mio cazzo faceva un saltello.

L'erezione cominciava a farsi strada sempre di più nelle mie mutande ed era una di quelle che viaggiano da sole e che nessuna mente razionale è in grado di fermare. Giovanni si staccò dal mio capezzolo e cominciò a baciarmi e leccarmi la pancia e mentre lo faceva iniziò a solleticarmi i fianchi, o per meglio dire i due lati della pancia. Iniziai ad avere dei forti spasmi sia dovuti al solletico che alla piacevole sensazione di arrapo che mi provocava.

Non mi ero mai sentito così eccitato, così a mio agio... e così affamato di quella piacevolissima goduria che si chiama sesso. Dopo un po' Giovanni si accorse della mia erezione, si alzò e mi spinse delicatamente sul letto e io mi stesi.

La sua mano mi tastava il cazzo con sensuale energia e mi guardandomi senza dire una parola, Giovanni mi sbottonò il jeans e dopo aver calato la zip mi sfilò il pantalone.

Rimasto in mutande il mio cazzo duro svettava ancora più visibilmente ai suoi occhi anche se era coperto dalle mutande. Giovanni immerse la sua faccia sui miei slip e subito sentì il suo respiro su di me, la morbidezza delle sue labbra e il calore della sua lingua mi mandavano in estasi.

La mia mano gli accarezzava il viso e la nuca per incitarlo.

Giovanni mi afferrò l'elastico delle mutande e me le tolse in un impeto di passione.

Iniziò a leccarmi lo scroto per poi risalire su per il mio cazzo che sparì un istante dopo nella sua calda e morbida bocca. Tenendomi il cazzo con una mano, Giovanni iniziò a succhiarmi la cappella.

Ogni tanto roteava la lingua seguendo la circonferenza della cappella stessa per poi soffermarsi su retro.

Tenendo la lingua fuori e guardandomi in maialesco la faceva strusciare sul mio frenulo.

Praticamente Giovanni mi stava segando con la lingua. Io cominciai ad ansimare sempre più forte mentre lui, riprendendo il pompaggio del mio membro ne prendeva sempre di più in bocca fino a che non lo fagocitò tutto. Più andava avanti più Giovanni mi stava facendo vedere le stelle dalla goduria.

Lui sapeva perfettamente come fare godere un altro uomo, ma dall'espressione che aveva in quel momento capì che ogni suo gesto non era mosso soltanto da un desiderio fisico; c'era anche qualcosa di più. Giovanni si era innamorato davvero di me allora?

Quindi il colpo di fulmine esiste davvero? Chissà se c'era stato anche tra mio padre e mia madre...

Mentre mi succhiava l'uccello, Giovanni riprese a solleticarmi la pancia partendo dai lati fino ad arrivare al centro e poi scendere giù verso l'inguine, oppure viceversa dal centro della pancia fino ai lati e poi giù fino all'inguine. Era straordinario, mi sentivo in paradiso. Ero talmente arrapato che iniziai a ansimare, prima sussurrando poi finì perfino per urlare.

"Ah, si!" feci io e lui allora si fermò e mi sorrise

"Ti piace giò?" mi disse lui

"Si..." dissi ansimando e allora mi alzai di scatto e lo abbracciai con foga baciandolo e girandoci lo feci stendere e mi misi sopra di lui "Adesso tocca a me!"

Da disteso il pacco di Giovanni sbucava ancora di più dal cavallo dei suoi pantaloni. Iniziai a smanettare un po' e subito sentì il membro di Giovanni muoversi. Gli sbottonai il pantalone e calata la zip glie li sfilai via. Rimase in mutante e io assistetti con l'acquolina in bocca al raddrizzamento del suo pesciolone.

"Com'è grosso, Giovanni" gli dissi "Complimenti!"

"E' tutto tuo giò..." e mi sorrise inclinando poi indietro la testa per la goduria quando cominciai a stuzzicarlo facendo passare un dito avanti e indietro per il suo pene che era messo disteso e segnava le 12 sul suo sottopancia.

Dopo un po' salì su di lui e feci la stessa cosa con il mio culo. Inizia a strusciarlo sul suo pene, avanti e indietro, simulando la trombata praticamente e Giovanni iniziò e dimenarsi e ansimare sempre più forte.

"Ti piace?" dissi io

"Oh si... si... siiiiii... non ti fermare... oh siii....." Giovanni era proprio partito e i suoi ansimi facevano arrapare anche me.

"Era questo che volevi, vero? Non vedi l'ora di entrarci, vero? Mmm?" dissi continuando a stuzzicarlo strusciandomi su di lui e che era come in preda al delirio dei sensi. All'improvviso Giovanni mi prese per i fianchi con un movimento fulmineo e subito sentì del bagnato sotto di me. Mi fermai e vidi che le mutande di Giovanni erano bagnate.

"Sei bellissimo Ste..." mi disse lui

"Cavolo" dissi io "Ti ho fatto venire? Forse ho esagerato..."

"No, tranquillo, non sono venuto. E solo pre-sperma. Lo senti che è ancora duro?" e in effetti la sua erezione era ancora intatta. "Gio', voglio entrare dentro di te."

"Ok" dissi io e mi tolsi da sopra di lui. Giovanni si alzò e allora io gli sfilai le mutande e dal suo pene colava ancora parte del suo liquido pre-orgasmatico. Dopo averlo ripulito per bene ed essermi gustato quel prelibato antipasto, Giovanni aprì il cassetto del comodino e prese dalla scatola un profilattico e una bottiglietta.

"Tienimi un attimo questo" mi disse dandomi una bottiglietta che era piena di una specie di gel di colore viola. Era il lubrificante.

Dopo aver foderato il suo attrezzo, Giovanni mi chiese il lubrificante e io glielo diedi.

"Come vuoi metterti?" mi disse Giovanni

"Voglio vederti mentre mi apri in due... e mi fai diventare uomo." risposi io

"Ah... sei vergine?" disse con soddisfazione "D'accordo. Stenditi e alza le gambe..." e così feci

Sentì il dito di Giovanni farsi strada nel mio buco per preparalo. Progressivamente Giovanni aggiungeva un altro dito, fino a che non riuscì a penetrarmi con tutte e cinque le dita.

"Bene, sei pronto adesso." e Giovanni si alzò. Dopo essersi passato un bel po' di lubrificante sul suo pene ed essersi messo le mie gambe sulle spalle lo sentì entrare, lentamente ma con decisione. Dopo che la cappella era entrata iniziai a sentire un grande dolore, d'altronde ero ancora vergine e il mio culo non aveva mai visto un cazzo.

Cercai di mascherare quel dolore come meglio potevo ma inutilmente perché Giovanni se ne accorse.

"Tranquillo Ste, è normale sentire un po' di dolore ma passerà. Tutto quello che devi fare è spingere in fuori come se stessi andando in bagno, così ti farà meno male."

Feci come lui mi disse e in effetti il dolore diminuì considerevolmente.

Quando sentì che il suo pene era entrato completamente, tirai un respiro di sollievo. Nonostante lo volessi avevo un certo timore di non riuscire a sopportarlo.

Il dolore svanì del tutto e mi sentivo pieno.

Potevo percepire la possanza pulsante del cazzo di Giovanni dentro di me.

Era una sensazione stupenda e ci fermammo qualche istante per godercela entrambi. Giovanni diede il via allo spettacolo e con un sensuale movimento avanti e indietro, scandito dal suono del suo pube che sbatteva sul mio sedere, iniziò a scavarmi dentro.

Ansimavo sempre più forte sotto i suoi affondi. Giovanni mi stava facendo vedere il paradiso.

"Ah, ti piace giò?"

"Si, continua... più forte, ah..." il mio testosterone aumentava sempre di più fino al punto che mi sembrava quasi di sentirne l'odore.

Giovanni mi teneva saldamente i fianchi mentre mi scavava dentro e nemmeno per un secondo i nostri occhi si persero di vista. Di tanto in tanto si fermava e abbassandosi mi baciava e poi riprendeva a tutta forza. Le mie mani nel frattempo si godevano il suo petto e i capezzoli che gli stimolavo per incitarlo.

Di riflesso Giovanni mise le sue mani sulla mia pancetta e per la terza volta me la solleticava sia al centro che ai lati... Nonostante sia l'orgasmo il vero apice di ogni rapporto sessuale in quell'istante mi sembrava di aver raggiunto uno stadio che era ben al di la dell'orgasmo e che era mille volte più intenso.

Nella posizione in cui erano le nostre braccia e i nostri toraci avevano realizzato una specie di infinto sessuale. Infinito nel senso di simbolo matematico, ovviamente. Giovanni iniziò ad avere il fiato corto e quando me ne accorsi lo fermai.

"Aspetta Giovanni, voglio farti venire io"

"Ok gio'... Che vuoi fare?"

"Mettiti disteso e lascia fare a me" e così fece

Mi misi sopra di lui e mi rinfilai il suo cazzo nel culo. Pulsava all'estremo, l'orgasmo era vicinissimo. Inizia a muovermi avanti e indietro molto lentamente.

"Allora, ti piace così?"

"Si, gio'... si... non ti fermare..."

"Vuoi venire?"

"Si..." e allora aumentai il ritmo sempre di più e il fiato di Giovanni si accorciò di nuovo.

"Oh, si... si... non fermarti... ah... eccolo... vengo... AHHHHHHHHHHHH!!!!!!"

Giovanni venne colto da fortissimi spasmi e nel mio culo potevo sentire il suo cazzo irrigidirsi come una pietra e pulsare fortissimo per espellere il suo seme che non vedevo l'ora di assaggiare. Anche se aveva il profilattico potevo comunque percepire il calore del suo liquido vitale in me.

Quando il suo orgasmo finì mi sfilai e presi il profilattico pieno di Giovanni e lo vuotai tutto gustandomi fino in fondo il sapore del suo elisir di mascolinità.

Ancora provato da quel forte orgasmo Giovanni era steso e con il fiatone. Mi abbassai e lo baciai e lui mi strinse forte.

"Grazie... sei stato fantastico. Adesso tocca a me." disse Giovanni

I ruoli si invertirono. Io mi misi supino e lui su di me che mi succhiava l'uccello mentre con le mani mi stuzzicava la pancia ancora una volta. Quando sentì l'orgasmo montare e avvicinarsi sempre di più iniziai ad avere il fiatone.

"Gio', sto per venire..." gli disse un po' farfugliando

Giovanni allora si mise a segarmi a velocità super e dopo qualche secondo "SPLASH!", venni come un fiume in piena. Uno degli schizzi fu così potente che mi arrivò in faccia.

Dopo avermi ripulito per bene, Giovanni prese il seme che mi era arrivato in faccia con un dito e se lo passò sulle labbra e poi mi baciò.

Quel bacio fu il più intenso che abbia mai ricevuto in vita mia. Quando le nostre labbra si staccarono le sue mani mi accarezzavano le guance e il suo sguardo era così dolce da sciogliermi e i suoi occhi brillavano. Al quel punto non avevo più dubbi, Giovanni si era davvero innamorato di me.

Mi persi in quei suoi meravigliosi occhi azzurri e tutto avenne in un istante. Improvvisamente sentivo di non poter fare a meno di lui. Nella mia mente rividi il nostro rapporto sotto un'altra luce e se non mi fossi sentito già scarico gli avrei proposto di rifarlo ancora. Giovanni si stese accanto a me e io mi avvinghiai a lui.

"Grazie, Giovanni. Sei stato dolcissimo."

"Anche tu sei stato fantastico..."

"E io che pensavo che il colpo di fulmine non esistesse..." e lo baciai "Però..."

"Però cosa?" chiese lui

"Niente, niente. Tranquillo." In realtà stavo pensando che quando avrei fatto ciò per cui ero venuto a Palermo me ne sarei dovuto andare.

Trovare un compagno non era certo tra i miei pensieri in quel momento eppure era successo e ne ero molto felice. Anche se non avrei voluto assolutamente separarmi da Giovanni, sapevo perfettamente che non potevo restare li per sempre ma non volevo pensare a questo adesso.

Volevo godermi quel momento e pensare che per i prossimi sette giorni io e lui saremmo stati insieme. Giovanni mi aveva promesso che mi avrebbe fatto vedere alcuni monumenti caratteristici di Palermo che si trovavano in zona. Non vedevo l'ora di visitare la mia città natale ma più di questo di stare con Giovanni.

Non importava dove, mi bastava che fossimo insieme.

[Continua]

Spero che questa storia vi sia piaciuta. Nel caso aveste delle idee, spunti per altre storie potete contattarmi a questo indirizzo -> stefano_339@yahoo.it


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