ORSI ITALIANI MAGAZINE
Pomeriggio al parco
Un racconto di Portello
Un pomeriggio di inizio estate, sono libero da impegni, percio' decido di fare una lunga passeggiata in un grande parco fuori citta'. Mi siedo su una panchina tranquilla ed inizio a leggere, ogni tanto guardo le donne passare, qualcuna mi sorride: sono un giovane uomo molto piacente, robusto e muscoloso, in piena forma.
Nelle panchina di fronte si siede un omaccione robusto, direi quasi obeso, vestito malamente con canottiera sporca e pantaloncini corti. Ha due enormi cosce straripanti dai ridicoli pantalocini, due avambracci che sembrano delle zampe di elefante. E' una presenza fastidiosa, mi guarda insistententemente in modo strano, cerco di leggere e non farci caso, ma sento i suoi occhi su di me, sento il suo sorrisino provocatorio penetrarmi. Ad un certo punto si alza. Mi sento sollevato,penso che se ne stia andando.
Va al chiosco li' vicino e si compra un bel cono gelato, poi viene a sedersi di fianco a me. Comincia a leccare e succhiare sguaiatamente il suo gelato emettendo rumori volgari.
Non so cosa mi succede il mio cuore comincia a battermi forte, respiro a fatica e sento il mio cazzo che si gonfia, si gonfia e vuole esplodere.
Cerco di darmi un contegno, penso quasi di andarmene, ma il ciccione dopo aver risucchiato rumorosamente per l'ennesima volta il suo cono mi dice: "Ne vuoi un po'?" e mi porge il suo cono quasi finito, tutto ricoperto della sua saliva. Adesso il mio cuore e' in tumulto, ma non posso resistere, afferro il suo cono e comincio a leccare la sua saliva, tutta, anche quella colata lungo la cialda. Nel frattempo sento una mano umidiccia e callosa che si insinua sotto la mia camicia comincia a percorrere la mia schiena.
Adesso sono una cagna in calore, non ho piu' ritegno, comincio a guardare il mio uomo con altri occhi: gli osservo la mano, e' enorme, a me sembra la piu' bella mano che abbia mai visto.
Le sue labbra mi sfiorano l'orecchio:"Se mi dai 30 euro ti scopo". Penso che mai 30 euro saranno spesi meglio in vita mia e lo seguo. Camminiamo per un po' poi lui si inoltra in un grande prato dove l'erba e' molto alta, io penso che e' troppo pericoloso li', qualcuno potrebbe vederci, ma lui si sdraia comodamente sull'erba e mi dice "Spogliati!".
Per nulla al mondo rifiuterei di obbedire al mio uomo, comincio a spogliarmi lentamente mentre lui si gode lo spettacolo tranquillo.
Sono un po' in ansia, non vedo il suo pacco gonfiarsi, e se non gli piaccio abbastanza? Lui mi prende per la mano e mi tira a se, comincia a palpeggiarmi dappertutto, mi succhia i capezzoli e mi morde, mi tiene fermo e mi stritola tra le sue mani. Io non resisto, ho una voglia pazza di sentire il suo cazzo tra le mie mani, ma non riesco ad arrivarci, lui intanto mi sta mordendo il capezzolo destro, me lo sta massacrando, io mi lamento ma lui morde piu' forte, piu' forte. Poi d'un tratto mi molla, si sdraia di lato e finamente posso avventarmi sulla sua cerniera, gli apro la patta ed esplode fuori il piu' bel cazzo mai visto. Comincio a leccarlo, per la verita' non e' molto pulito, ma quell'odore mi piace, mi piace, mi piace.
Gli rinchiudo la cappela tra le labbra e succhio fortissimo, poi lecco tutta l'asta, gli lecco le palle. Vorrei che questo momento non finisse mai, ho sognato tutta la vita questo momento.
Devo essere bravo, devo farlo contento, quindi mi impegno al massimo: alterno lente leccate a risucchi frenetici, lo ingoio tutto fino a soffocare, poi lo lascio e lecco le palle.
Ad un certo punto mi prende per i capelli e mi stacca, si tira su sulle ginocchia e capisco che il mio momento e' arrivato, non c'e' bisogno di parole, il suo sguardo e' eloquente: mi giro e mi metto alla pecorina, due manone magnifiche mi afferrano ai fianchi e finalmente il suo cazzo mi penetra, in un unico colpo. Il dolore e' forte ma per lui sopporterei qualunque cosa, lo amo. Su e giu' sempre piu' forte, sempre piu' forte, poi lo sfila prende la mia testa, me lo infila in bocca ed un enorme fiotto intermittente di sborra mi riempe la gola.
Io resto in estasi sono sdraiato e mi godo tutto il sapore della sua
sborra, ma lui e' gia' in piedi si rinchiude la patta e se ne va senza dirmi
una parola.
Portello