Storie di Orsi...
Quella fredda notte giu' al porto
Racconto di: Jan Masny
Era una notte fredda di gennaio, e grazie( si fa per dire ) al mio lavoro dovevo recarmi al porto per discutere un piano di carico per una nave in arrivo proprio quella notte. ( Non capisco perchè le navi nei porti non arrivano quasi mai di giorno)
Bene, armato di santa pazienza, e d'altronde non potevo fare diversamente mi incamminai piano piano, pensando che sarebbe stato meglio starsene in casa al caldo sotto le coperte, beh pazienza.
Man mano che mi avvicinavo al porto, la visibilità diminuiva fino a quando non si riusciva a vedere per più di un paio di metri. Arrivato al porto, con mia grande sorpresa mi accorsi che la nave non c'era ancora, chiamai i piloti per saperne un pò di più ed appresi che causa un improvviso fitto banco di nebbia,ahimè la nave ritardava di circa un'ora il suo ormeggio.
Non volevo ritornare a casa e così rimasi in macchina. Era freddo e buio fuori. Ad un certo punto ebbi un bisogno urgente ( fare pipi!!), uscì dalla macchina e cercai un posto dove farla in santa pace.
C'era il container destinato ai portuali ( leggasi scaricatori o camalli ), mi avviai per ripararmi e pisciare in pace. Nel container c'era qualcuno, la luce era accesa e si sentiva l'audio di un televisore.
Mi sbottonai la patta, tirai fuori il bastoncino Findus ed iniziai a pisciare. Ah, che sollievo. La pipi era bella cristallina e fumante.
Mentre mi sistemavo, la porta del container si aprì, e si affacciò un portuale
Mi salutò e mi chiese se avevo notizie dell'arrivo della nave. Gli dissi che c'era un ritardo di circa un'ora, e lui molto gentilemente mi invitò ad entrare e ripararmi dal freddo. Un bella persona, un pò rozza, ma bella.
Cinquant'anni si e no, media statura, barba folta chiara, frammista a qualche pelo bianco tagliata corta, occhi di un azzurro intenso, viso bruciato dal sole, capelli a spazzola coperti da un berrettino blu con attaccato un piccolo orsetto (!!!!) Indossava una tuta termica, scarponi di sicurezza ed uno sguardo molto aperto. Propri quello che si dice un bel orso.
Mi chiese se volevo prendere un caffè, e gli risposi di si. Si allontanò per un attimo, ed io curioso come una scimmia iniziai a guardarmi intorno. Beh, sorpresa delle sorprese da sotto una pila di fogli si intravedeva un giornale, lo prendo e mi accorgo che si trattava di un giornale giusto:
Bear magazine........
In quel momento lui fece ritorno con due tazze di caffè fumanti, ed uno strano sorriso sul volto. Si sedette, mi porse la mia tazza, ed iniziò a sfogliare la rivista che mi era rimasta tra le mani. Beveva, guardava me, la rivista e si toccava il pacco. Iniziammo uno strano gioco, ognuno si toccava il proprio pacco, e poi i nostri sguardi si incontravano, così desiderosi e pieni di libidine ed eccitazione.
Ad un tratto, lui si muove verso di me con fare molto sinuoso, quasi da gatto in calore, si ferma davanti a me e con le sue mani grosse robuste inizia a massaggiarmi il cazzo ancora dentro i pantaloni. Le mie mani corsero verso il suo pacco, era duro e grosso abbastanza da giocarci per delle ore. Poi, mi prende e mi trascina nell'interno della stanza dove c'era un lettino. L'ambiente era riscaldato sia da una stufa che dal nostro desiderio di carne, di sesso, di libidine sfrenata.
In un attimo eravano nudi, belli. Due corpi maschi. Il suo un pò tozzo, ma peloso, con due belle gambe, un pò di pancia, un bel petto villoso, due bei capezzoli rosa scuro, un cazzo che svettava austero.
Io un bel corpo, tanto pelo, un fisico che cerco di curare come posso, ed un cazzo enorme, grande, grosso ed orgoglioso di esserlo. Le sue mani mi afferrano, mi porta sul letto e si ingoia, senza nessun preambolo, il mio sesso spingendoselo fino in fondo alla gola. Le mie mani sulla sua testa, a sfiorare quei capelli castano/grigio, la barba di quel viso così maschio, i capezzoli così belli, mentre le sue mani mi stringevano i coglioni, ed io impazzivo di piacere. La mia bocca avida reclamava la sua razione di carne, di sapore di maschio, di cazzo......
Lo fermai, lo stesi sul letto a pancia in alto, Dio com'era bello, mi misi sopra di lui, tappandogli la bocca con il mio cazzo umido della sua saliva, e presi in bocca il suo. Che sapore, e che durezza. Sembrava marmo.
Il calore del suo sesso, il profumo della sua pelle, del suo humus,il sapore di quel pezzo di carne, mi inebriavano.
Il morbido dei suoi coglioni sul viso, la visione delle sue coscie e gambe mi davano un senso di potenza e di desiderio estremo. Dopo un pò che lavoravamo, di lingua e di mano, mi accorsi che stavo per venire. Glielo dissi, e mi pregò di venirgli addosso ma rimanendo in quella posizione.
Gli venni copiosamente addosso, gridandogli ogni sorta di parola che mi sovveniva in quel momento. Il suo cazzo era lì che mi guardava attonito.
Iniziò a mugolare anche lui, e caldi fiotti bianchi di sborra bagnarono il mio viso e petto. Rimanenno abbracciati così in quel 69 umido.
Stavo per alzarmi, quando le sue mani mi bloccarono. Mi chiese di sedermi sulla sua faccia!!!! Lo feci subito. La sua lingua mi solleticava il buco del culo, me lo umettava, inumidiva, lo succhiava avidamente.
La sua lingua entrava sempre di più ed io le facevo spazio allargandomi.
Mi penetrò con le sue dita, belle grosse, lunghe, robuste, poi con uno scatto felino, si puntò dietro di me, mi allargò il buco del culo con le sue dita mi leccò selvaggiamente e mi penetrò con quel cazzo nuovamente duro.
Una sensazione di calore invase il mio cervello......
Quel maschio dentro di me, che mi fotteva, mentre mi masturbava, mentre mi strizzava i capezzoli dritti per l'eccitazione, la sua lingua e la sua bocca mi baciavano dovunque, mi stordiva incredibilemte. Venimmo ancora dopo un pò, cadendo stanchi sul lettino.
Una luce entrava dalla piccola finestra, ed una sirena ci fece soprassalire: la nave stava ormeggiando.
Dovevo andare, il dovere dopo il piacere mi aspettava.........
Uscì dal quel container, salutai il mio compagno, e scomparsi nella nebbia, avvolto da una folata di freddo, ma con tanto calore dentro...
Jan Masny