ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Il mio orso in calore

Un racconto di Ruggero


Eravamo da qualche settimana al mare, a Jesolo, dopo che Marco aveva insistito tantissimo per portarmici per tutta l'estate (non mi sento cosi' a mio agio da far vedere la mia pancetta da cub e il mio pelo agli estranei), ma alla fine avevo ceduto.
Mentre guardo il mio orso steso al sole, l'occhio mi cade sul succhiotto alla base del collo che gli ho fatto ieri; anche lui me ne ha fatto uno nello stesso punto, 'cosi' tutti vedono che ci apparteniamo', mi ha detto.
Al solo pensiero sento il mio uccello indurirsi (perche' io sono cosi': mi diventa subito duro per niente), mi metto di schiena per evitare che qualcuno lo veda scambiandomi per un maniaco e gli chiedo:

-'Marco, mi prometti una cosa?'

-'Cosa c'e', orsetto?'

-'Che quando torniamo a casa stasera mi salti addosso e cominci a montarmi come un animale in calore', gli rispondo io.

Lui si limita a un sorriso in cui leggo tutta la sua voglia e che vale piu' di mille parole, ad accarezzarmi i capelli e ad un fugace bacio sulla fronte.

Arrivano le 17, e decidiamo di tornarcene al nostro appartamento; raccogliamo in fretta le nostre cose e, nonostante lungo la strada parliamo e scherziamo come al solito, avvertiamo la tensione sessuale che ormai ha raggiunto livelli insopportabili.

Saliamo velocemente le scale, ma all'ultimo pianerottolo Marco mi afferra per un braccio e mi spinge in un angolo opprimendomi col suo corpo grosso e vigoroso; mi mette la sua lingua calda in bocca e limoniamo furiosamente per un bel po', mentre con una mano mi tasta l'uccello gia' duro e con l'altra mi stuzzica il buco del culo.

Mi alza la t-shirt e si concentra sui miei capezzoli, li lecca voglioso, sprofonda la sua faccia nella mia pancia; ora che si e' inginocchiato, mi abbassa il costume all'altezza delle cosce e mi prende l'uccello in bocca succhiandolo con passione, e con una mano mi tira le palle, ci gioca e le palpa, per poi succhiare anche quelle. Le ha prese tutte in bocca, e mi masturba con una mano, mentre io gli tengo la testa ben ferma tra le mie gambe irsute.

-'Oh, si… Mmm…' gemo, 'Aspetta, e se arriva qualcuno e ci vede? Oh, si, cosi'…' .

Non me ne sarebbe fregato di meno se ci avessero visto, stavo godendo troppo per preoccuparmene, ma proprio in quel momento sentiamo delle voci venire dall'androne qualche piano piu' in basso. Marco mi lascia i coglioni, che sono tutti arrossati e grondano saliva (ne fa sempre tanta quando succhia) e facciamo di corsa l'ultima rampa di scale, io con il cazzo mezzo di fuori.

Appena entrati, neanche il tempo di chiudere la porta, gettiamo asciugamani, zaini, tutto a terra, e io vedo che i suoi bermuda hawaiiani cominciano a gonfiarsi.
Glieli sfilo piano, mentre lui si toglie la t-shirt e leva anche la mia in tutta fretta, e libero il suo cazzo gia' in tiro; ci gioco un po', glielo accarezzo ma senza scoprirgli del tutto la cappella, gli massaggio le palle e poi affondo il mio viso nel suo gran seno foltissimo di peli neri e ricci.
Gli succhio e poi mordo uno dei suoi capezzoli grandi, tondi e rosa, mentre con una mano gli strizzo l'altro: sento il suo cazzo diventare ancora piu' duro; gli succede sempre, quando mi diverto coi suoi capezzoli.

Intanto la sua mano destra e' tra le mie gambe, mi palpa l'uccello e me lo tira fuori, con l'altra mi stringe a se' e a un certo punto mi abbassa i pantaloncini, cosi' i nostri cazzi si strusciano, duri e bagnati, e il profumo della crema solare misto alla salsedine che Marco ha addosso mi eccita ancora di piu'.
Mi alza un braccio e mi lecca l'ascella e io faccio lo stesso, mi esalto del suo odore di maschio; poi comincia a masturbarmi, ma cambia presto idea: mi mette le mani sulle spalle e mi spinge delicatamente in basso: vuole che glielo succhi.
Mi metto in ginocchio e comincio a dare dei colpi veloci di lingua al frenulo:

-'Quando fai cosi' mi fai impazzire', ansima.

Decido di succhiarlo come si deve: prendo in bocca prima solo la cappella e poi ingoio tutto il cazzo, fino in fondo, fino a sentire i peli che mi solleticano la faccia.
Non posso piu' fare a meno del sapore salato del suo cazzo nella mia bocca.
Marco non e' dotato come un toro da monta, e nemmeno io, ma le misure non sono mai state un criterio di valutazione per noi, chissenefrega: siamo entrambi sui 16 cm, e abbiamo dei cazzi bellissimi, lisci e turgidi.
Continuo a succhiare avidamente, a tratti mi lavoro solo la cappella, poi gli lecco le palle e mi viene voglia di succhiare anche quelle, cosi' non esito a prenderle in bocca, mentre con una mano lo masturbo; gli lecco la base del cazzo, poi per bene tutta l'asta, come fosse un gelato, glielo succhio prendendolo in bocca di lato e di nuovo giu' fino in fondo.

Mi fa diventare matto avere la mia testa fra le sue cosce massicce, pelose e possenti di muratore, con lui che me la afferra tra le mani e me la tiene premuta sull'uccello.

-'Ma tu il cazzo lo ciucci proprio!', mi dice.

-'Non ti piace?', domando, interrompendo il pompino e guardando il suo uccello duro e lucido di saliva.

-'No, no, anzi, sei davvero bravo, mi piace un casino quando fai cosi''.

Mi conquista quando mi dice che sono bravo, mi spinge a darci dentro ancora di piu'.

Intanto, mentre riprendo a succhiare, sento che si abbassa un po' verso di me, con la mano corre giu' lungo la schiena in cerca del mio buco: lo solletica un po' con il suo lungo e grosso dito medio, poi se lo mette in bocca per lubrificarlo e stavolta me lo infila tutto quanto dentro, mi esplora per bene il culo, me lo apre, ci gioca facendomi gia' godere.
Ma adesso le dita sono due, entrano ed escono ripetutamente sempre piu' veloci, non capisco piu' niente, perche' lui e' davvero bravo con le dita e mi sta pure mordendo la spalla…

-'Adesso pero' e' ora che mantenga la promessa', mi dice Marco rialzandomi.

Siamo li', in piedi, completamente nudi e vogliosi, coi cazzi talmente duri che sembrano stiano per scoppiare. Marco mi afferra per i fianchi e mi fa appoggiare al tavolo, a 90, con le gambe divaricate e il buco spalancato.

-'Aspetta', gli dico, 'sai che mi piace vedere mentre ti metti il preservativo'.

Lo va a prendere in camera, lo toglie dall'involucro, e una volta appoggiato sulla cappella, se lo srotola piano fino in fondo. Mi rimetto a 90, mi afferra di nuovo per i fianchi ma stavolta con forza e lo sento avvicinare la cappella al mio culo. Dapprima la spinge dentro piano, poi tutto il cazzo, e comincia a fottermi con dei colpi lenti e profondi, poi aumenta sempre di piu' il ritmo, preso dalla foga e incitato dai versi selvaggi di piacere di entrambi.
Mi sta pompando il suo cazzo in culo come mai, infoiato da me, dal caldo, dal segno del costume sui nostri corpi…

-'Si, cosi'… Senti come ce l'hai aperto… Bravo, non stringere…', ansima quando sente che gli offro il mio culo andando incontro a ogni affondo.

-'Lo voglio tutto… Lo voglio prendere tutto' riesco a dire io, soffocato di goduria.

Marco continua a incularmi come un forsennato, mi afferra per le spalle, per spingere ancora di piu', affonda il cazzo nel mio culo, poi lo estrae quasi tutto, lasciando dentro solo la cappella e di nuovo in fondo fino a far rimbalzare i suoi coglioni grossi e sempre pieni sul mio perineo.
Si china sulla mia schiena, facendomi sentire la sua pancia morbida e calda e quel tappeto di peli scuri che la ricopre, mi morde il lobo dell'orecchio, poi lo succhia un po' e alla fine mi sussurra:

-'Mi stai facendo godere veramente come un animale in calore, sono pazzo di te e del tuo bellissimo culo, orsetto'

Estrae il cazzo, ma solo per il tempo di girarmi, farmi distendere sul tavolo e prendersi le mie gambe attorno al collo e ce l'ho di nuovo dentro a farmi godere come e piu' di prima.
Ora che posso vedere la sua faccia contratta e rossa di furia e ardore, il seno e la pancia che sobbalzano a ogni colpo di cazzo, e i peli umidi di sudore, sono davvero eccitatissimo.
Mi accarezza le gambe, le lecca, le morde, lascia che i loro peli si mescolino a quelli della sua barba, e mi dice:

-'Voglio che tu ti faccia una sega'.

Non me lo faccio certo ripetere: mi scappello il cazzo semi duro per farlo diventare bello dritto e mi accorgo che la cappella e' completamente bagnata; allora la strofino con tre dita che poi offro a Marco, che le succhia per bene e di gusto.
So che leccare gli umori del mio cazzo gli piace troppo, cosi' come a me i suoi, del resto.
Ora che il cazzo mi e' diventato duro, comincio a masturbarmi, seguendo il ritmo delle inculate.
Mi eccito a vedere il mio uccello dritto davanti alla pancia pelosa e sudata di Marco; lui se ne accorge, sorride, lo prende per menarmelo un po' e rallenta il ritmo, ma ritorna presto a fottermi con impeto.

Mentre penso che non so da quanto tempo lo stiamo facendo (e nemmeno mi interessa, figurarsi se sto li' col cronometro), e che nessuno di noi e' mai durato cosi' tanto, finalmente vengo (e devo tapparmi la bocca per non urlare da quanto godo) con ripetuti schizzi di sborra che mi arrivano fino in faccia, mi cadono lungo tutto il torace, vanno a imbiancare i peli neri del mio cazzo e scivolano sulle palle.
La assaggio e mi rendo conto che il succo d'ananas che bevo da qualche settimana funziona: e' davvero piu' dolce del solito.
Anche se ho finito di schizzare dappertutto, sto ancora godendo, e' stato uno degli orgasmi piu' potenti e impressionanti che ho avuto con Marco. Raccolgo con le dita un po' di sperma e Marco subito lo prende in bocca e lo assapora:

-'Mmm… Com'e' dolce, davvero buono', dice accarezzandomi la guancia.

-'Mi devi venire addosso', lo imploro sottovoce, ancora stravolto dall'orgasmo.

Lui esce da me, si leva il preservativo, gli stringo le gambe attorno ai fianchi per averlo piu' vicino possibile; i suoi coglioni sfiorano il mio uccello floscio e appiccicoso.
Si masturba per neanche un minuto, che subito mi sento inondare da copiosi, abbondanti getti di sborra bianca e bollente e un verso animalesco seguito da una serie di gemiti incontrollati di piacere puro e assoluto.
Prendo con le dita un bel po' del suo sperma dal mio capezzolo e lo gusto chiudendo gli occhi: ancora caldo e un po' salato, come ho sempre immaginato dovesse essere la sborra di un vero orso.

Si china verso di me, mi accarezza, limoniamo per un po', mentre i suoi peli mi fanno il solletico e si bagnano del nostro sperma tiepido e i nostri cazzi spompati e molli si toccano.
Mi solleva, prendendomi praticamente in braccio, il mio uccello e' schiacciato sulla sua pancia pelosa e soffice, e riesce a infilarmi ancora un dito in culo per giocarci, come se non mi avesse fatto godere abbastanza.
Mi porta verso il bagno, dove so gia' che faremo una lunga doccia ristoratrice insieme, insaponandoci a vicenda.

Si, ho fatto proprio bene a venire al mare…

ORSI ITALIANI