ORSI ITALIANI MAGAZINE


L'orso impazzito

Un racconto di Billy Joe


-Andrea, ciao !!! Come ti senti ?- Il ragazzo entro' nel mio ufficio senza guardarmi in viso. Alzo' le spalle, piego' appena la testa da un lato e con un filo di voce, tradendo una fortissima emozione disse:

-Sto da schifo !!- E accenno' un pianto. Scrollo' la testa e mi guardo' per un secondo.

-Mi dispiace un sacco. Ma il fatto che tu sia qui oggi e' importante e dimostra quanto sei coraggioso.- Gli appoggiai una mano sulla spalla e feci cenno di accomodarsi nella sedia di fronte alla mia scrivania. Lui si sedette e lo feci anche io.

Osservai il bel ragazzo seduto di fronte a me. Una testa piena di riccioli castani, la pelle abbronzata, con qualche pagliuzza luccicante ancora appiccicata al collo. La maglietta aderiva agli splendidi muscoli del suo busto, ai pettorali rotondi, agli addominali sodi e piatti e ricopriva deliziosamente i suoi due piccoli capezzoli che spuntavano da sotto il velo di cotone della shirt. Il volto tumefatto e sofferente era pero' di una bellezza virile incantevole. Assomigliava ad uno di quei bei pugili dopo un incontro. Gli zigomi pronunciati erano arrossati, le labbra gonfie e sanguinanti. Gli occhi di un azzurro oltremare erano feriti, uno dei due semichiuso, l'altro portava ancora un cerotto sul sopracciglio.

-Ti sono venuti in mente altri particolari che potrebbero esserci utili?- Chiesi con tenerezza.

-Forse. Le ho detto che aveva un piccolo tatuaggio sul petto, qui a destra?-

-Interessante. Ma forse e' meglio se ricominciamo la storia dal principio, te la senti?-

-Si, ok !!- E narro' nuovamente l'accaduto.

-L'altra mattina sono rientrato dalla discoteca alle quattro. Mi sono spogliato e sono andato a fare la doccia.-

-Hai notato qualcosa di strano in casa?- Chiesi.

-No, non mi sono accorto di nulla... non c'era nulla di insolito. Io vivo da solo, se ci fosse stato qualcuno in casa me ne sarei accorto immediatamente.-

-Continua, ti prego.-

-Sono entrato in bagno e ho buttato la roba nel cesto della biancheria. Poi ho aperto l'acqua calda e sono entrato nel box. Ero sotto l'acqua da un minuto o due quando mi e' sembrato di avere sentito un rumore provenire dall'altra stanza. All'inizio non ci ho fatto caso subito perche' ero stanco e lo scroscio dell'acqua era molto forte. Sono rimasto immobile per qualche secondo ascoltando i rumori, ma poi ho proseguito. Dopo qualche minuto sono uscito, mi sono infilato l'accappatoio e sono tornato nella camera da letto e li...- La sua voce comincio' a tremolare.

Mi accorsi di avere una bella erezione. Il mio corposo uccello premeva contro gli slip e contro i jeans che stavo indossando. Mi doleva molto, ma non potevo mettermi ad accomodarlo, altrimenti Andrea si sarebbe accorto che il suo racconto mi stava eccitando. Immaginare il suo bel corpo sotto la doccia, le sue mani insaponate scorrere su quei bei muscoli sodi e quel leggero strato di peluria sulle gambe, mi faceva impazzire di desiderio. Con molta disinvoltura finsi di cercare un fazzoletto nella tasca e con la mano cercai invece di sistemare la mia bestia come riuscivo. Non era facile convivere con ventidue centimetri dritti e duri nei pantaloni. L'erezione mi scopriva la cappella che rimaneva poi soggetta allo sfregamento contro i peli ispidi e duri del pube. Cio' mi provocava una tremenda irritazione e sentivo pungere come se avessi avuto un nido di vespe nelle mutande.

-Andrea te la senti di continuare?- Intervenni con voce sofferente.

Andrea fece cenno di si con il capo e prosegui'.

-Mi sono trovato di fronte un uomo grande e grosso, come un armadio.-

-Grande e grosso come? Quanto poteva essere alto, quanto poteva pesare?-

-Non lo so, sono cosi' confuso ancora....poteva essere piu' o meno come lei.-

-Come me? 1,85/1,90 circa 100 chili..ho capito, prosegui pure.-

I miei capezzoli gia' turgidi sembrava volessero strappare la polo e sbucare improvvisamente. Anche la maglietta comincio' a sfregare sulle punte delle mie tettine. Avevo una voglia di masturbarmi incredibile, ma non potevo farlo e cercavo di reprimere la voglia di saltargli addosso e spompinarlo a dovere.

-Indossava un passamontagna, un giubbotto di pelle scura e un paio di jeans. Quell'uomo mi e' saltato addosso, era fortissimo. Le sua braccia mi cingevano completamente e mi sollevo' da terra gettandomi di lato, contro il letto.- Andrea comincio' a singhiozzare.

-Mi dispiace Ispettore, mi dispiace.-

Pensai 'ti e' piaciuto, brutta puttanella, frocio del cazzo e rotto in culo, hai guaito come una cagna in calore mentre la sua trave ti sfondava il culo... certe fortune capitano solo a chi non le sa apprezzare'.

-Non preoccuparti Andrea, prenditi tutto il tempo che vuoi.- Si asciugo' il viso e prosegui'.

-Mi ha gettato a terra e ha cominciato a prendermi a calci. Mi colpiva sui fianchi, nello stomaco, sul petto, dove capitava. Io gridavo che la smettesse, lo imploravo, ma lui ha continuato finche' ho gridato 'faro' tutto quello che vuoi' 'ti prego, basta'. Allora mi ha afferrato per il bavero dell'accappatoio e mi ha buttato sul letto. Si e' seduto a cavalcioni su di me e mi bloccava le braccia lungo i fianchi con le ginocchia. Poi mi ha legato i polsi al letto e mi ha aperto l'accappatoio e ha esclamato 'guarda che bel maschietto ci fottiamo stasera'. Io ho cercato di ribellarmi, ma quello ha cominciato a prendermi a schiaffi. Io lo supplicavo di non farmi del male e lui mi ha detto 'se fai la brava troietta non ti succedera' niente di brutto'. Poi mi ha allargato le gambe e legato le caviglie al fondo del letto e si e' spogliato completamente.

-Lo hai visto in faccia?-

-No, teneva in testa il passamontagna, non l'ho mai visto in faccia. Ma aveva la barba, ne sono certo.-

-Come fai a dirlo?-

-Perche' mentre mi stuprava mi morsicava i capezzoli e sentivo pungere come se avesse avuto il pizzetto.-

-Poi che e' successo?-

-Aveva questo tatuaggio sul petto. Non l'ho decifrato subito perche' era molto peloso. Sembrava un orso, peli sul petto, sulla schiena. Erano peli scuri, nerissimi. E anche..beh, insomma anche attorno al suo coso erano scuri.-

-Quanti anni poteva avere?-

-Non lo so ma era molto muscoloso, sodo... penso sulla trentina, forse trentacinque.

Pensai 'ma di che cazzo ti lamenti? Un maschione di trentatre anni, muscoloso, un cazzone da favola e sta troietta ha anche il coraggio di lamentarsi!!!!'

-E della voce? Sai dirmi qualcosa della voce? Potresti riconoscerla?-

-No, bisbigliava, ma mi sembrava parlasse con un accento del nord.-

-Era italiano allora?-

-Si, credo di si.-

-Ok, poi che e' successo?-

-Lui si e' inginocchiato fra le mie gambe e mi ha afferrato sotto le ginocchia e..- Andrea rimase senza piu' voce. Comincio' a singhiozzare, a macchiare la sua bella maglietta grigia di calde e grosse lacrime. Gli porsi un bicchiere d,acqua che lui rifiuto'.

Pensai '.e ti ha allargato il buco del culo con la sua mazza. E piu' saliva dentro di te piu' ti allargava, fino a quando ti ha ficcato tutto il randello nel culo e tu hai cominciato a singhiozzare di piacere.'

-Parlami del particolare del tatuaggio.- Annui'.

-Si... aveva questo tatuaggio attorno al capezzolo destro. Sembrava una specie di fiore, forse una rosa che sanguinava, mi pare...era di due colori, nero e rosso.-

-Poi che e' successo?-

-Mi ha posseduto per diversi minuti...- Ricomincio' a singhiozzare e io gli afferrai la mano per confortarlo.

-Poi si e' seduto sul mio petto e ricordo che mi ha afferrato la testa per obbligarmi a... un rapporto orale.-

Pensai 'ti e' piaciuto di piu' prenderlo in culo o in bocca? Di cosa sapeva la sua nerchia? Sapeva di maschio, te l'ha affondata fino alla gola e quando ti e' venuto dentro ti e' uscita sborra anche dal naso.'

-Coraggio Andrea. Interrompiamo un attimo?-

Ne avevo un assoluto bisogno anch'io. Rivivere l'eccitazione di quella serata mi confondeva, mi turbava, mi spingeva ad essere piu' morboso nelle richieste e dentro la mia testa quelle immagini che comparivano e sparivano, che gridavano e gemevano, mi torturavano.

-No, la prego Ispettore, voglio continuare. Mi teneva la testa e... e diceva 'succhia, succhia sta minchia, brutta zoccola'-

-Ehm..e per quanto riguarda le sue dimensioni?- Andrea mi guardo' interdetto.

-Si, insomma..le dimensioni del suo pene..?- Andrea apri' la bocca come un pesce e abbasso' lo sguardo.

-Andrea, scusa se scendo cosi' nei particolari, ma piu' informazioni riesci a darci, piu' sara' facile.-

-Si..scusi Ispettore..e' solo che...- Balbetto'-

-Comunque era molto grosso, largo alla base e leggermente piu' ridotto verso la punta..-

-Ti ricordi se era circonciso o qualche altro particolare...- Fece di no con il suo bel testone abbassato.

-Per quanto tempo ti ha stuprato?-

-Non lo so....io sono rientrato verso le quattro. Il tempo di fare una doccia...saranno state le quattro e venti. Poi io vi ho chiamati verso le cinque e un quarto, quando sono rinvenuto.-

-Ricordi di essere svenuto? Qual e' l'ultima cosa che ricordi?-

-Ricordo che ansimava e mi soffocava.-

-Non ricordi altro?- Scosse nuovamente il capo tenendo gli occhi bassi.

Chiusi la cartellina con la testimonianza che Andrea aveva rilasciato al momento dell'interrogatorio della mattina precedente.

-Grazie Andrea, potrebbe essere fondamentale il particolare del tatuaggio.- Lo dissi con poca convinzione, una scarsa convinzione alla quale mi ero abituato in fretta, da quando capii che in Italia i delinquenti la fanno franca nella maggior parte dei casi.

Andrea si alzo' dalla sedia. Lo accompagnai alla porta odorando la sua pelle giovane e stringendolo per le spalle.

-Grazie Ispettore.-

-Grazie a te. Sei un uomo coraggioso.- Andrea accenno' un sorriso e se ne ando'.

'L'orso stupratore', lo avevano soprannominato cosi' il mastino che da alcuni mesi stava mettendo a segno queste azioni. Un uomo massiccio, muscoloso, irsuto come una belva che irrompeva nelle case degli studenti universitari maschi che vivevano da soli, li pestava per piegarli ai sui voleri, li stuprava ripetutamente e scompariva. L'elenco delle sue vittime era piuttosto lungo:

Andrea M. l'ultima vittima. Ventun'anni appena compiuti, studente che per arrotondare faceva il ragazzo immagine in discoteca. Fisico palestrato, abbronzato e unto, coperto di lustrini..un lavoro che gli dava certamente molta visibilita' e molta popolarita'.

Giorgio, ventitre anni, studente e canoista della squadra universitaria, altro personaggio molto popolare e ben messo... un fisico ammirevole e una voce maschia veramente eccitante. Due mani callose e forti e dita lunghe, sottili, ossute.

Andrea G., ventisei anni, dottorando nel dipartimento di Fisica. Le ragazze impazzivano per lui ed, a giudicare dalle foto che facevo scorrere, con giusta ragione. Due occhi verdi come i suoi sono merce rara e se ricordo bene con una 'pila di Volta' fra le cosce da impressionare anche me...

Maurizio e Francesco, ventidue anni. Aggrediti nella stessa sera. Pensai che a quei due fosse piaciuto un casino..Francesco in particolare, cosi' effeminato, ben rasato, depilato anche attorno al buco del culo...e con un buco largo da farci passare una mano intera. Maurizio era piu' mascolino, ma con i capezzoli inanellati..anche se calvo completamente e con il petto villoso e riccio... insomma a chi voleva darla a bere?

Ripensando a quegli eventi la mia eccitazione poteva trovare sfogo. Sbottonai i pantaloni e finalmente estrassi il mio uccello. Era duro e umido. Asportai con il dito il liquido salmastro che avevo sulla punta e lo leccai via pensando che era tempo di prendersi una pausa.

Me ne andai alla macchina del caffe'. Le descrizioni fatte dai giovani erano praticamente coincidenti. Anche il particolare del tatuaggio appena ricordato da Andrea: una rosa nera sanguinante e con una grossa spina infilzata nel centro era perfettamente aderente alla realta'. Un regalino estivo di qualche vacanza giovanile, lontana, passata con qualche bel fustacchione sulla spiaggia della Versilia o della Riviera Romagnola...chissa'!!

Indubbiamente la scelta delle vittime era caduta sulle persone giuste. Carne giovane, etero o quasi, maschi sportivi, palestrati, ma purtroppo con una memoria buona... troppo buona.

Questo poteva essere l'unico inceppo al meccanismo ben lubrificato del criminale.

Mentre ero assorto nei miei pensieri squillo' il telefonino.

-Pronto!-

-Sono io!- La nota, roca voce dall'altra parte mi fece trasalire.

-Che cazzo ti viene in mente, coglione!!!! Non mentre sono al lavoro!!!!- Risposi stizzito.

-Calma poliziotto!!!...... sai ho un leggero prurito... che fai stasera?-

-Ti richiamo alle 18. Adesso lasciami in pace!!!- E riattaccai. Cominciai a sudare e mi guardai intorno per verificare se nessuno mi avesse spiato.

-Ciao ragazzone!!!- Una pacca sulla spalla mi fece venire un mezzo infarto.-

-Ciao Marta..scusa, ma ero soprapensiero e mi hai fatto prendere un colpo.-

-Mi dispiace....sei sotto pressione?- Chiese piena di premura.

-Si..sai questa storia degli studenti violentati..-

-Certo che la gente e' di uno strano..-

-Che vuoi dire?- Chiesi corrucciando la fronte.

-Mah, niente, solo che ci sono piu' pazzi in giro che persone sane di mente.- E si scarico' un the al limone dall'aroma stuzzicante.

-Scusa Marta, devo andare.-

-Ci vediamo in mensa?-

-No, vado a casa... scusa ma credo di non stare molto bene.- E me ne andai senza nemmeno richiudere l'ufficio.

Il traffico della citta' a quell'ora era un vero inferno e senza rifletterci mi diressi verso la citta' degli studi, trovandomi cosi' a passare davanti agli istituti universitari. C'erano decine di ragazzi che parlottavano fra di loro, che scherzavano, che ridevano sboccatamente. Faceva caldo. Qualcuno era in bermuda, ed era una selva di gambe pelose e robuste, qualcuna piu' esile, altre massicce e forti. Sederi rotondi che sporgevano al punto da fare da reggi zaino e quelle cinghie degli zaini che aderivano ai petti ed alle spalle da sportivi di quei maschietti poco piu' giovani di me. Mi sarebbe piaciuto stare in mezzo a loro, condividere le loro confidenze e le loro giovani speranze. Mi sarebbe piaciuto tornare ragazzo, con lo zaino in spalla, in giro per l'Europa, a parlare con i ragazzoni tedeschi, i vichinghi danesi e quei begli spagnoli abbronzati e focosi che mi lasciarono tanto. Mi fermai in divieto di sosta, sotto un cedro ombroso e con le mani e la testa sul volante cercai di ritrovare un po, di serenita'.

Presi il cellulare e composi un numero.

-Si, sono io...- Sospirai.

-Non dovevamo sentirci piu' tardi?- Rispose la voce dall'altra parte.

-Si, lo so!!! Ma ho cambiato idea, va bene???!!!- Dissi molto bruscamente.

-Ok!, Ok! Non ti scaldare..cos'e', stai scoppiando?- Rispose beffardamente.

-Vieni da me subito!!- Ordinai,

-E' una cosa seria allora..-

-Fa come ti dico!!- E riagganciai. La strada verso casa fu piu' lunga e difficoltosa del solito, ma quando arrivai sotto il portone, lui era la ad aspettarmi.

-Vieni di sopra!- Esordii.

-Sei tu il capo.- Con un tono ironico. Lo guardai severamente ed aprii il portone.

-Buongiorno signor Ispettore.- La gracchiante voce della portinaia mi infastidi'.

-Come mai a casa a quest'ora?-

Pensai 'fatti cazzi tuoi, vecchia gallina!!'

-Ho finito presto oggi.- Forzando un sorriso, scappai via con lui.

-Ah, bene, bene!!- E la vecchia rientro' in casa.

-Ma si puo' sapere dove cazzo stai correndo?- Mi disse.

-Muovi il culo, avanti.- Risposi.

-Mmmhhh!!! Come la vedo dura!!!!-

Aprii la porta molto rumorosamente, gettai le chiavi sul tavolino dell'ingresso e mi infilai nel bagno piccolo. Con molta calma lui arrivo', chiuse la porta e infilo' la testa nel bagno.

-Sei qui?- Chiese.

Ero completamente nudo, sudato, con le mani appoggiate al lavabo e con gli occhi puntati sullo specchio di fronte. Sul pavimento, sparpagliati e rivoltati c'erano i miei abiti e l'unico rumore che si udiva era il mio respiro affannato che mi gonfiava il petto.

Lui si appoggio' con la spalla allo stipite della porta e stette a rimirare il mio corpo maschile e peloso con soddisfazione. Fra le gambe leggermente divaricate penzolava il mio arnese, in uno stadio intermedio fra l'eccitazione ed il rilassamento. Mi guardo', mi fisso' e comincio' a desiderarmi come io stavo desiderando lui.

-Che cazzo fai ancora vestito?- Chiesi ansimando.

Lui sorrise e si tolse la maglietta. Sbavavo dal desiderio di attaccarmi ai suoi capezzoli, di rosicchiare i suoi pettorali, di leccarlo spietatamente fino all'ombelico e poi di strappargli i pantaloni e spompinarlo fino a fargli urlare di smetterla. Il suo fisico asciutto, quei due piccoli e deliziosi nei che aveva attorno al capezzolo, quel corpo villoso, quella nerchia grossa e dritta, mi fecero perdere la testa. Mi inginocchiai, lo afferrai per le natiche e lo tirai a me, con la bocca anelante il suo randello. Quando il suo membro entro' nella mia bocca lo sentii gemere di piacere. Il suo aroma maschile mi risollevava l'anima, le sue mani affusolate fra i miei capelli ricci mi eccitavano e l'erezione che avevo era favolosa. Venne nella mia bocca dopo pochi minuti e il suo seme non mi parve mai tanto buono. Ora volevo il suo culo. Mi sollevai ancora sbavando sperma.

-Voglio farti il culo!-

Lui mi guardo', mi agguanto' l'uccello e comincio' a segarmelo.

-Lascia stare, e' gia' lubrificato.-

Lui si piego' sul lavandino e divarico' le gambe. Lo afferrai per le spalle mentre lui si divaricava le natiche con le mani e la punta della mia spada comincio' a premere sul suo ano. Un piccolo colpo assestato nel punto giusto, dove le mucose si aprono come il foro di un tortellino e la mia verga comincio' ad affondare in un paradiso caldo e umido. Lui sollevo' ripetutamente la testa trattenendo un urlo animalesco che cominciava ad uscirgli dalle viscere e io continuai ad affondare forzando l'entrata e dilatandogli i tessuti.

-Piano!!! Ah!! Ti prego!!! AAhh!!! Fai piano!!!- Ma io non lo stavo ad ascoltare e lo fottevo selvaggiamente mentre lui supplicava la mia pieta'. Non mi ero mai sentito cosi' bene. Anzi mi capitava spesso da un po' di tempo di sentirmi cosi' bene e volevo continuare a provare queste straordinarie sensazioni. Lo afferrai per i capezzoli massaggiandoglieli lungamente mentre lui continuava a gemere e non si ribellava. C'ero quasi. Il calore che sentivo attorno al mio uccello era quasi un inferno e fu allora che cominciai a schizzare ed a venire rumorosamente dentro di lui mentre seguitavo ad affondare e la mia crema era cosi' abbondante che cominciava a schizzare fra i tessuti del suo buco e il cazzone che gli avevo infilato.

-AAAHHHH!!!! SSSiiii!!!!.......MMMhhhhh!!!!.....OOOhhhhh!!!! Che culo fantastico amore mio!!!!- E continuai ad assestare colpi fino a piegarmi su di lui esausto.

-Ehi! Non ti sarai mica addormentato su di me, vero?- Io tacqui.

-Hai capito bisonte?- Ripete'.

-Si, ho capito!-

Uscii dal suo corpo e mi fermai ancora un istante a guardarmi allo specchio mentre lui si infilo' sotto la doccia. Ero finalmente tranquillo, sarei potuto tornare al lavoro, ma preferii godermi il resto del pomeriggio a casa con lui. Avrei fatto una bella doccia insieme a lui. Il mio corpo era sudatissimo, il petto e l'addome erano coperti di liquido scivoloso e dal sapore salino. La mia mazza insozzata di sperma fino al pube e sembrava addirittura che la mia rosa sul petto avesse smesso di sanguinare.

-ALLORA!!- Esordi' da sotto la doccia -QUESTA SERA CI RIPOSIAMO?- Non risposi e mi voltai verso di lui che, senza la tendina della doccia tirata, mostrava il suo splendido corpo rigato dall'acqua e profumato di gelsomino.

A braccia incrociate sul petto e appoggiato al lavandino rimasi a guardarlo insaponarsi i capelli chiari tagliati a spazzola godendo di cio' che stavo osservando.

-BEH? IL GATTO TI HA MANGIATO LA LINGUA?-

-Lo sai che sei bello?- Dissi.

Lui rise delicatamente, si sciacquo' i capelli e mi guardo' mentre si lavava via il sapone dal petto e dalla schiena.

-SEI BELLO ANCHE TU E HAI UN CORPO MOZZAFIATO.-

-Stasera non ho voglia di fottermi degli universitari se posso avere un vero maschio come te.-

Usci' gocciolante dalla doccia e mi venne davanti. Gli sorrisi porgendogli un asciugamano con il quale comincio' a detergersi il collo ed il petto.

-Cosi' profumato sei ancora piu' bello.- Gli dissi. Lui mi sorrise e mi prese le guance fra le mani.

-Eri piu' sexy con il pizzetto...- Ci baciammo appassionatamente e mi infilai sotto la doccia.

-CHE NE DICI SE CE NE ANDIAMO AL MARE?- Urlai da sotto il getto dell'acqua. Nessuno rispose. Pensai che fosse in cucina e rimandai a dopo.

Terminai la doccia, mi misi un asciugamano attorno alla vita e andai nel soggiorno.

-Dicevo ce ne andiamo al mare?- Ma la stanza era vuota. In cucina nessuno. Vuota anche la camera da letto.

-Ma dove cazzo sei finito?- Ero solo. Telefonai alla portineria.

-Sono l'Ispettore, scusi signora ha visto uscire il ragazzo che era con me poco fa?-

Dall'altra parte del telefono la vocina irritante della portinaia rispose: -Ma signor Ispettore, lei e' salito da solo, non c'era nessun ragazzo con lei.-

-Ma che ca... che cosa sta dicendo? Quel ragazzo biondino, capelli corti...-

-Oh, signor Ispettore, davvero non so, io non ho visto nessuno.-

-Ma se lei vabbe', lasci stare scusi.-

Era successo ancora. Da quando inizio' quella storia non ebbi piu' pace. Lui appariva e scompariva in continuazione. Presi il cellulare e composi il suo numero...INESISTENTE..

-MALEDETTO BASTARDO !!!!!!!!- E scagliai il telefonino contro il muro mandandolo in mille pezzi.

Ero troppo eccitato, dovevo assolutamente calmarmi. Sentivo un forte bruciore allo stomaco, un arsura che mi faceva sudare, un'inquietudine che mi tormentava. Mi gettai sul letto sfregandomi i capezzoli con le dita e cominciai a segarmi il cazzo allargando bene le gambe. Pensavo ad Andrea, la mia ultima vittima, alle sue lacrime di disperazione quando seppe delle mie intenzioni su di lui, al suo terrore quando gli sbattei in viso la mia mazza costringendolo a prenderla in bocca.

'Coraggio Andrea' Pensai 'L'hai gia preso in culo...fara' meno male in bocca'. Nella sua deposizione Andrea non aveva riferito un particolare importante: gli era piaciuto e scommetto che gli piacerebbe ancora. Ormai sapevo riconoscere a prima vista le sgualdrine come lui che fanno tanto i verginelli perche' si vergognano di farsi inchiappettare e poi protetti dall'anonimato frequentano le saune e le palestre dei finocchi.

-Frocio del cazzo!!!!!- E continuai a masturbarmi pensando a lui.

-Prendila ancora sta minchia dura....ti piace?......... si..ti piace!!!!!- Il mio corpo venne percorso da brividi e abbondanti schizzi bianchi mi raggiunsero al petto, al viso. Li leccai, recuperai il mio prezioso nettare lasciandomi i peli impiastricciati e poi mi abbandonai al riposo, ormai appagato.

Mi risvegliai alle 21. Feci una doccia fredda e senza sapone e ancora bagnato, gocciolando per il corridoio, meccanicamente recuperai dal fondo del ripostiglio un paio di jeans stropicciati e sforacchiati, una canotta senza maniche, gli anfibi militari ed il passamontagna. Mi infilai faticosamente gli indumenti con il corpo ancora bagnato, presi le chiavi della moto e andai in garage. Il mio bolide mi faceva sentire un dio. Avevo la bestia fra le cosce, la sentivo parte di me, la coccolavo, la lisciavo con i miei guanti di pelle neri. Mi sdraiavo su di lei, sulla sella di pelle morbida. Indossai il casco e il motore comincio' a rombare. Mi diressi verso il centro.

Feci un giretto al parco, dove sotto il cavalcavia della ferrovia si nascondevano le timide coppiette di omosessuali. Ero tremendamente indeciso se adescare qualcuno o masturbarmi semplicemente dopo averli visti pomiciare. Il pensiero di Andrea mi torturava l'anima. Dovevo rivederlo, volevo rivederlo e questa volta avrei svelato la sua natura e ci saremmo amati.

Andai a casa sua, all'estrema periferia est, vicino all'ortomercato. Lasciai il casco appeso al manubrio della moto e mi infilai nel giardino. La solita finestra era aperta ed entrai in casa facilmente. La camera da letto era molto in disordine, come quella sera. I suoi indumenti intimi erano sparpagliati per la stanza. Raccolsi i suoi slip e li odorai. La striscia fra le gambe aveva il suo inebriante odore di maschio, la parte anteriore aveva un forte odore di sborra che mi eccitava da morire. Aprii alcuni cassetti e l'anta dell'armadio, frugai fra le sue cose, trovai una scatola di preservativi quasi vuota.

-Mmhhh!!! Si da' da fare la zoccola!!!!- Un rumore di chiavi nella serratura mi fece trasalire. Era lui, era tornato. Mi buttai sotto il letto deciso a spiare da laggiu' i suoi movimenti.

-Ah! ah! ah!- Due risate allegre, maschili mi incuriosirono.

-Dai Marco, facciamoci almeno una doccia...mmmmhhhh!!!-

-Come sei sexy tutto sudato e puzzolente..mmmmhhhh!!!-

Non era solo. 'La sgualdrina si e' portata in casa un altro maschietto'. Due borsoni da palestra vennero lasciati cadere nell'ingresso ed i passi dei due ragazzi si avvicinarono alla camera da letto.

-Che fai?...... No, aspetta, ti prego..- Marco stava palpeggiano il mio uomo che sembrava non disdegnasse affatto le sue attenzioni.

Andrea mimo' uno spogliarello intonando la famosa colonna sonora di 9 settimane e mezzo. Io mi stavo indurendo come non mai. Assistetti impotente al volo delle scarpe, dei calzettoni e della canotta che cadevano ai piedi del letto come foglie d,autunno. Poi Andrea si levo' i calzoncini e infine gli slip che finirono dalla parte opposta del corridoio.

-Che strafiga che sei !!!!- Ansimava Marco. -Mi fai impazzire !!!!- Andrea proseguiva nello strip-tease e io stavo morendo per lui. Un tonfo sul letto mi scarico' addosso un po' di polvere e vedevo i due polpacci penzoloni di Andrea davanti ai miei occhi.

-Vieni qui Marco..- I piedi nudi di Marco si avvicinarono al letto. I suoi slip furono calati fino alle caviglie e allontanati con un calcio. Il letto comincio' a muoversi, i due ragazzi ansimavano come troie in calore.

-Mi piaci, mi fai morire..- Andrea era decisamente eccitato.

-Siiii !!! Sei fantastico..- Anche Marco ci sapeva fare. Udivo le loro bocche fameliche d'amore, i loro giovani ed aitanti corpi avvinghiarsi in rudi e mascolini abbracci. Non resistetti a lungo. Strisciai lentamente fuori da quell'antro angusto. I loro gemiti si facevano sempre piu' forti ed eccitanti.

-Fai piano, ti prego...- Andrea, come suo solito, si faceva fottere dal suo uomo.

-Non preoccuparti, faro' piano.- E i rantoli di Marco indicavano l'inizio della penetrazione.

-AAhhhh !!!! Mmhhh !!!! Cosi'i'i'i' !!! Siiiii !!!!- Andrea godeva sopra di me e io non potevo raggiungerlo. Mi tolsi la canottiera e cominciai a strizzarmi i capezzoli. Ce l'avevo duro come il granito e non resistetti. La rabbia, l'eccitazione, la voglia di scopare con tutti e due i maschietti prese il sopravvento. Balzai in piedi e li vidi sul letto stretti, avvinghiati mentre il randello di Marco pompava energia nel culo di Andrea. Andrea gemeva e teneva gli occhi chiusi, Marco teneva la testa bassa sul petto dell'amico e gli leccava il petto e i capezzolini. Le sue braccia muscolose gli bloccavano i polsi. Era un gran bel maschio anche Marco e quando mi videro Marco si blocco' di colpo.

-Chi cazzo sei?- Andrea apri' gli occhi. Mi riconobbe.

-Cazzo !!!! E' quello che mi ha violentato !!!- I due balzarono in piedi. Marco aveva il cazzone bello dritto e lubrificato, un corpo muscoloso e glabro. Era piu' alto di Andrea, meglio dotato, molto mascolino. Mi tolsi il passamontagna.

-Tu !!!!????- Andrea resto' a bocca aperta.

-Si. Io !!!- Marco era interdetto, non riusciva a capire cosa ci fosse fra me e Andrea.

-Chi cazzo e' questo ?- Chiese ad Andrea.

Andrea mi guardo'. Sorrise. Sorrisi anche io.

-E' un amico che vuole farci compagnia.- Disse a Marco.

-Uhm !! Ok !!......piacere, io sono Marco.-

-Sono Billy. Piacere mio.-

Fu una nottata meravigliosa della quale forse un giorno vi parlero'. La mattina seguente in ufficio archiviai la pratica dell'orso impazzito e di quel bastardo non si seppe piu' nulla.