ORSI ITALIANI MAGAZINE
Orso addomesticato
Un racconto di Turbolento
E' mattina presto, seduto sulla poltrona seguo il raggio di luce che t'illumina flebile. Quasi lo invidio, puo' scivolarti accanto senza svegliarti, sfiorati il piede e risalire sulla gamba, lo detesto quando si ferma sul tuo gluteo pare godere della sua morbidezza , fortunatamente scivola sulla tua schiena percorre la tua ampia schiena stando attento a non scompigliare quei peli che tanto detesti ai suo bordi, prosegue sulla nuca e poi scompare sfiorandoti l'orecchio.
Sei bellissimo, ti osservo abbracciato al cuscino, con una gamba appena piegata. Mi alzo, vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, una goccia scivola dalla mia bocca, e cade sulla pancia, giocosa scende per il mio fianco fino a fermarsi sulla coscia, e' divertente pensare che ieri tu hai fatto lo stesso percorso usando la tua lingua. Tu dolce cucciolo che non hai avuto paura di risvegliare l'orso che e' in me. Lo hai svegliato, legato e domato, lo stesso orso che ha fatto paura a tanti, che tanti hanno ricercato per il suo modo maschio di scopare. L'orso che per anni e' rimasto solo in balia della bestia che e' in lui, capace di far godere tremando parecchi maschi, l'orso rimasto schiavo di se stesso fino a compiacersi del fatto di restare solo e di essere cercato solo per il suo pisello e di come lo sapesse usare, fino a compiacersi di vederli tornare strisciando pur di riavere quella scopata, di riprovare quella sensazione insana di essere usati.
Tu che con i tuoi occhi hai intenerito l'uomo, e con le tue carni soddisfatto la bestia.
Tu che ieri sera candidamente mi hai preso per mano e portato a letto,
tu che hai acceso una candela all'essenza di vaniglia dicendomi di stare
zitto e di lasciarti fare, tu che dolcemente ti sei avvicinato sfiorando
la mia pancia, e una volta seduto al mio fianco hai leccando il capezzolo
poggiando la tua bocca di rosa sul mio petto, tu che avidamente hai alzato
il mio braccio e hai leccato avidamente il mio sudore tra i peli avendo
cura di apprezzarne l'aroma. Ti ho lascio fare ero curioso di vedere cosa
avevi in mente. Steso sopra di me mi hai guardato e ho visto un bagliore.
Lussuria? No, mi son risposto. Paura? Non ti avevo ancora fatto niente,
non mi ero neanche mosso. Desiderio? Forse, mi son detto, meglio controllare.
Ti ho scostato lentamente e ho visto apparire una delle cose piu' belle
che abbia mai visto, il tuo pisellotto ritto, non grandissimo a dire il
vero, ma bagnato come piace a me, tanto bagnato che quando ti ho scostato
un filo ci ha unito ancora, un filo trasparente che legava la mia gamba
e te. Ti ho guardato ed e' montata in me la voglia di baciarti, la mia lingua
si e' posata ripetutamente tra le tue labbra poi sui tuoi occhi, le mie
mani han fatto man bassa di te, non importava dove, ma dovevano essere su
di te questo, la mia lingua e' scesa sulla tua pancia rotonda ricoperta
di peli neri, e' scesa ancora, mai fatto prima ad ora, ho scoperto il tuo
sapore dolce buono, ho sollevato le tue gambe e leccato avidamente e tu
mugolavi le tue mani si sono posate su di me, sulla mia testa mi hai accarezzato.
'Eccolo' mi son detto ' lo sento svegliarsi' ed invece e' successo qualcosa,
ho avuto paura di farti male, mi son fermato. Rigirato su di un fianco e
fermato. Sei stato tu a salire su di me, tu hai condotto la bestia verso
di te, tu l'hai cavalcata, tu hai dato il ritmo, tu hai deciso che fare
di questo orso ammansito dai tuoi occhi castani profondi e densi. Per una
volta tanto non ho inseguito il mio piacere ma il tuo, lasciandomi soggiogare
da te. Ho sentito in un attimo te fremere e non me ne son neanche reso conto
che tutto era finito per te e per me. Per una volta non aveva senso la conclusione,
il piacere, una volta tanto aveva senso con chi l'avevo fatto, te. Ieri
sera era un dubbio, questa mattina e' una certezza ti amo. Torno in camera
da letto giusto in tempo per vederti svegliare e crollo seduto carponi accanto
al letto per il mio dolce cucciolo dagli occhi marroni che mi ha reso piu'
cucciolo di lui.
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