ORSI ITALIANI MAGAZINE
Il mio contadino (parte seconda)
Un racconto di Pugliese doc
Dopo
quella volta con Angelo ci vedemmo un altra volta, sempre a casa mia,
non ci fu nulla se non una lunga chiaccherata, un caffe', e poi ando'
via. Fu molto strano, volle parlare a lungo, io ero molto eccitato
dalla sua presenza, ma non andammo a letto. Passo' piu di una
settimana, io non volevo prendere l'iniziativa di chiamarlo, ma non lo
vedevo nemmeno in giro e nemmeno al solito bar.
La cosa non mi
preoccupava, dopo qualche giorno decisi di chiamarlo, ma non mi
rispose, pensai che avrebbe visto la chiamata e mi avrebbe richiamato.
Ma non fu cosi'.
Alla fine pensai che non voleva piu' far nulla
con me perche' essendo dello stesso paese aveva paura di farsi
coinvolgere in qualcosa di piu grande, ma volevo di nuovo scopare con
lui. Alla fine mi rassegnai, aspettando soltanto il momento di
incontrarlo per strada, salutarlo, e vedere la sua reazione.
Ovviamente
la cosa accadde a distanza di qualche settimana, finalmente il caldo
iniziava a farsi sentire, ed un giorno rientrando a casa vidi la sua
auto parcheggiata al bar. Non volli entrare, ma feci un altro giro
dell'isolato e lo beccai proprio nel momento in cui usciva dal locale.
Appena
mi vide mi fece segno di fermarmi, mi saluto', e mi disse in maniera
diretta.... seguimi. Io non ebbi il tempo di dire nulla, erano le 13.30
e dovevo andare a pranzo, ma non mi importava, si mise in macchina sua,
e iniziai a seguirlo.
Quel giorno era piu' arrapante che mai,
aveva dei jeans chiari stretti sporchi di terra dalla meta' del
polpaccio in poi, aveva una camicia blu con le maniche arrotolate sino
al gomiti e sopra un gilet in piumino. Aveva il viso gia' abbronzato,
da quella pelle scura la sua barba incolta e piu' folta dell'altra
volta spiccava benissimo, anche le sue braccia erano nerissime.
Prendemmo
una strada alla periferia del paese, che portava verso un paesino
vicino, mise la freccia per girare e si inoltro' in un viottolo
sterrato, si fermo' ad un cancello, scese ed apri' il lucchetto che lo
chiudeva, entrammo con le auto e richiuse il cancello alle nostre
spalle.
Continuammo in auto sino a raggiungere un casolare al
centro di un grande vigneto. Finalmente ci salutammo, ci stringemmo la
mano e iniziammo a chiacchierare con i soli discorsi: come stai ecc
ecc. Lui mi disse subito che non si era fatto sentire per una serie di
motivi legati alla famiglia, e al lavoro che aveva iniziato a rubargli
tanto tempo, in effetti doveva fare una cosa nel primo pomeriggio in
campagna e aveva pranzato prima del solito.
Io mi avvicinai a lui
che era appoggiato alla sua macchina, non potetti resistere e gli
toccai subito quella pancia dura e grossa che veniva fuori dal gilet
che era sbottonato.... lo trovai piu ingrassato, il pelo del suo petto
usciva fuori dal collo della camicia che era leggermente sbottonato, la
temperatura della sua pelle era rovente, sentivo che mi trasmetteva
quella energia erotica al solo contatto della mano.
Il suo pacco
era gia' in ebollizione, era eccitatissimo come un toro anche lui, lo
vedevo dai suoi occhi che brillavano ed erano lucidi e semichiusi.
Eravamo in aperta campagna, circondati da alberi e vigneti, Angelo si
lubrifico' le labbra con la sua lingua in un gesto molto erotico e
particolare, prese la mano che avevo appoggiato sulla sua pancia e me
la tiro' per farmi avvicinare a lui, e ci baciammo li', sotto il cielo
limpido e soleggiato di una bellissima giornata di fine marzo.
La
sua lingua era bagnata morbida e delicata all'interno della mia bocca,
io sentivo la sua saliva mescolarsi alla mia, e sentivo anche il
contatto del suo pacco che si faceva sempre piu' duro nei suoi
pantaloni.
Mi allontanai da lui di scatto preoccupandomi che il
posto non fosse raggiungibile da estranei, mi disse di stare tranquillo
ma in ogni caso ci spostammo nel magazzino di questo casolare.
All'interno del casolare c'erano degli attrezzi, un trattore, una
catasta di reti per le vigne, ed una forte puzza di gasolio. Mi ci
abituai presto.
Lui si appoggio' di spalle al trattore e mi
mostro' il suo pacco ben gonfio in evidenza, ci misi una mano sopra ed
era durissimo, la forma del suo cazzo in tiro si vedeva ben definita
sotto quel jeans, abbassai la cerniera del pantalone e lo tirai subito
fuori dalle sue mutande bianche, avevo in mano quel favoloso cazzo ben
scappellato, duro e bollente.
Mentre lo menavo, continuammo a
baciarci a lungo sino a che mi prese la testa e me la porto' sulla sua
nerchia che si era fatta sempre piu dura, l'odore che sprigionava la
sua cappella era forte, intenso, di maschio, anche se un po' di
urina che dava quel odore di un uomo duro e rude. Ma era pulito.
Finii
di sbottonare i pantaloni e li abbassai completamente vedendo anche
quelle favolose cosce che mi avevano lasciato un bellissimo ricordo. Mi
disse: fammi godere come la prima volta, fammi vedere come ti piace il
mio cazzo, prendilo come una troia... sei la mia troia...
Io
iniziai ad andare fuori di testa, a sentire certe parole, divento un
vero maiale. E cominciai a leccarglielo tutto, qualche slinguata anche
alle palle, poi riprendevo sull'asta bella dura, lui in piedi sopra di
me, che si teneva in mano il suo bel cazzone, e con l'altra mano mi
spingeva la testa affondandomelo in gola. Godevo tantissimo, anche il
mio uccello era bello duro, e me lo menavo con calma per non sborrare
subito.
Dopo quel continuo gioco di bocca, mi disse: dammi il
culo, lo voglio adesso, io mi alzai e abbassatomi i pantaloni presi il
suo posto d'appoggio al trattore e mi voltai.
Sentivo lui che mi
lubrificava il buco e avvicinava la cappella al buco facendosi strada
molto lentamente, lo tirava fuori e poi lo riavvicinava come per far
prendere la forma della sua cappella al mio buco, questo movimento lo
ripete' per un bel po di volte sino a che d'un colpo entro' con poca
fatica, molto dolcemente, senza farmi sentire alcun dolore....
Cazzo,
avevo il suo bastone dentro di me, immobile, per qualche secondo tenne
quella posizione, soltanto muovendosi in orizzontale come per
sistemarlo dentro, ma tenendo il suo pube attaccato alle mie chiappe.
Fu
cosi' che piano piano inizio a dare piccoli colpi tirandolo avanti e
dietro di pochi centimetri, questi colpi iniziarono ad essere sempre
piu insistenti e decisi, ed inizio' a fottermi tirandolo fuori quesi
tutto dal mio culo e di colpo rientrava, proprio come aveva fatto la
prima volta, era un gran toro, per come sapeva muoversi. Lo tiro' tutto
fuori e si mise a vedere il mio buco e mi diceva: 'come sta aperto
adesso mi fa eccitare', e ci sputo' dentro, immediatamente infilo'
tutto il suo cazzo dentro sino a fine corsa, e poi ripetette l'uscita
totale del suo membro per risbattermelo dentro di forza.
Io ero in
estasi, godevo e urlavo dal piacere implorandolo di non smettere, lui
mi chiedeva se mi piacesse e mi continuava a trombare forte sino agli
ultimi colpi veloci e decisi che lo fecero sborrare dentro di me.
Io
contemporaneamente venni con la mano, e sentivamo entrambi le
contrazioni dei nostri corpi che all'orgasmo ci fecero godere. Il tempo
di pulirci e risistemarci ed andammo subito via, senza dire tante
parole.
Mi riapri' il cancello dell'entrata facendomi uscire, mi
saluto' e mi disse: abbi un po' di pazienza, per la prossima volta mi
faccio vivo io ma non mi chiamare piu'. Non risposi e non dissi nulla.
Lo salutai e gli dissi di non preoccuparsi. La cosa mi lascio'
veramente perplesso, non so cosa abbia voluto dire, da allora sono
passati circa 20 giorni, l'ho rivisto per strada e mi ha salutato con
entusiasmo, ma non mi ha ancora chiamato. Speriamo che lo faccia presto.
Pugliese_doc
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