ORSI ITALIANI MAGAZINE
ATTENZIONE
/ NOTICE
Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto omoerotico: e'
pertanto riservata a persone maggiorenni
This page contains pictures of male
nudity and a text with homoerotic contents: it's intended for persons
over 18
Merry Christmas
Un racconto di Mantis2
Accidenti!
Si stava facendo tardi e probabilmente mi sarei dovuto giustificare per
il ritardo con tutta la famiglia. Chi poteva imaginare che
quell'insignificante messaggio di errore sul computer di Filippo
avrebbe richiesto la formattazione del Pc.
Filippo, il marito di mia sorella, non e' mai stato una cima con i computer, ma ultimamente stava battendo se stesso.
Ormai
avevo quasi terminato e mentre stavo per spegnere tutto, con un
tempismo ed una precisione degni di un cecchino, squilla il mio
cellulare.
Samantha mia sorella... chi se no.
Appena aperta la comunicazione sentii:
'Dove cacchio sei? Quanto pensi che possiamo far aspettare Babbo Natale'?
Risposi irritato:
'sto arrivando, ho finito! La prossima volta di' a tuo marito di stare piu' attento a cosa cazzo combina sul pc'!
Riattaccai e misi tutto in ordine.
Mentre
mi dirigevo verso casa dei miei, continuavo ad immaginare mia sorella
che nel cucinino, tra i piatti con gli antipasti, sbraitava improperi
di ogni sorta rivolti a me.
Sebbene abitassimo non proprio vicino, mia sorella ed io ci vedevamo spesso, specie dopo la nascita dei nipotini.
Io
abito da solo in un bilocale non troppo fuori mano e lei dall'altra
parte della citta'. Tutte le vigilie di Natale le passiamo dai
nostri genitori, e a maggior ragione dopo la nascita di Carlo e
Alessandro.
Come
accadeva da un paio di anni, grazie agli acquisti fatti in una rinomato
negozio di giocattoli della zona, i doni di Natale, giocattoli per lo
piu', li recapitava Babbo Natale.
Per
molti studenti o per chiunque ne avesse avuto la necessita' era un modo
come un altro per raggranellare qualche soldo, che proprio nel periodo
di natale non guastano mai.
Arrivai sotto casa che gia' il Santa Claus di turno stava per appoggiare il suo ditone sul citofono.
Cazzo, Sammy sarebbe andata su tutte le furie!!
'Ehi tu, fermati!', dissi a quello che da dietro sembrava il cugino del Gabibbo.
Questi girandosi chiese:
'scusi, dice a me'?
Io
mi scusai per il modo con il quale avevo esordito e gli spiegai che se
fosse entrato in casa prima di me allora avrei potuto anche
dimenticarmi una serata tranquilla, visto che mia sorella mi avrebbe
incenerito appena varcata la soglia.
Sorrise, aveva un paio di occhioni color nocciola che mi ispirarono subito simpatia e un non so che di complicita'.
Allora dissi:
'Mi chiamo Michele, seguimi ti accompagno io'.
Lui allungo' la mano destra dicendo:
'Piacere Luigi, ok ti vengo dietro'.
Quella frase mi sembro' un po' allusiva, ma a dire il vero anziche' infastidirmi mi stuzzico' piacevolmente.
Sentii improvvisamente un fremito, come da un po' non mi accadeva.
Per
tutte e otto le rampe di scale, su fino al quarto piano, provai a
cercare di immaginare che volto avesse quella splendida matrioska rosso
fuoco con la barba bianca che gli copriva quasi completamente il viso.
Arrivammo
sul pianerottolo dei miei, aspettai che la luce temporizzata si
spegnesse e gli dissi di spostarsi con tutto il sacco sul lato della
porta; al buio non lo avrebbe visto nessuno mentre entravo.
Rimanemmo
d'accordo che dopo un paio di minuti dal mio ingresso avrebbe suonato
il campanello, dandomi il tempo di far preparare i piccoli spettatori
in modo che il suo show potesse avere il massimo effetto.
Detto... fatto.
Suono' il campanello e andammo in scena. Gli occhi sognanti dei piccoli erano uno spettacolo impagabile.
Al
termine dell'apertura regali, se cosi' si puo' chiamare vista la foga
da barbari messa dai nipotastri nello stracciare letteralmente quei
capolavori di confezione, lasciai mia sorella a spassarsela con le
cartacce e proferii ad alta voce:
'Accompagno Babbo Natale alla sua slitta'!
Dissi nell'orecchio a Filippo che avrei accompagnato il ragazzo giu', e che avrei provveduto a dargli una mancia.
Scendendo
per le scale dissi a Luigi che era stato non solo bravo ma soprattutto
convincente, cosa che a quanto pare gli fece piacere. Si tolse il
cappello, che era un tutt'uno con la barba: panico!
Sono
rimasto di sasso, un attimo con il fiato mozzato. Era bello da paura.
Avra' avuto al massimo 28 anni come me, moro, capelli rasati, viso
arrotondato, piccolo pizzetto ben curato e basette sottili lunghe fino
a meta' della mascella. Per un attimo, rimasi senza parole, cosa che
forse Luigi aveva notato.
Mi sentii avvampare la faccia.
Avevo paura che potesse capire che mi piaceva.
Arrivammo al pianoterra.
Certo non potevo chiedergli il cellulare, e con quale scusa poi?
Ero immerso in questo pensiero logorante, quando Luigi mi chiese pacatamente se non ci fosse un posto dove potesse cambiarsi.
Visto
che era l'ultima consegna, avrebbe infilato gli abiti da Babbo Natale
in un sacchetto, e sarebbe partito alla volta del suo banchetto della
vigilia, a casa con amici e parenti.
Pensai subito alla cantina dei miei al piano di sotto.
Non
appena glielo dissi ando' a prendere la borsa con i vestiti in
macchina. Scendemmo due rampe d scale, percorremmo un corridoio stretto
ed arrivammo alle cantine.
Sebbene
l'aria fuori fosse fredda, quei locali non lo erano affatto, visto che
erano percorsi dai tubi del riscaldamento centralizzato.
Raggiungemmo la numero 8, presi il mio mazzo di chiavi ed aprii.
Entrammo e dissi che avrei chiuso la porta per nostra sicurezza, per evitare che qualcuno potesse entrare.
Avevo il cuore che mi batteva forte in gola.
Rivolgendomi a lui chiesi se volesse che uscissi o che mi girassi.
Aveva gia' cominciato a spogliarsi e mi interruppe dicendo:
'Guarda che ho due braccia e due gambe anche io e per quanto riguarda il cazzo, non ho mica l'escusiva'!
Mi
misi a ridere, un sorriso che ben presto divenne una smorfia di
ammirazione. Non aveva grandi imbottiture sotto il vestito, buona
parte di quelle rotondita' erano sue.
Un petto sodo con due enormi capezzoli bruni, pelo nero e folto dappertutto, una bella pancia soda come il petto e tonda.
La
voglia di morderlo diventava irrefrenabile, soprattutto quando vidi la
magica linea scura che si disegna sulla pancia per la confluenza dei
peli verso il centro dell'addome.
Ero in estasi, ma... non avevo ancora visto il pezzo forte!
Quando
abbassó i pantaloni, la mia sorpresa non fu tanto perche' non portava
intimo, quanto per le dimensioni abbondantemente sopra la media.
Non
era un cazzo, era un tronco, nerboruto, con vene evidenti e pulsanti e
non circonciso, con giusto quel po' di pelle in piu' ricca di pieghe
che e' un piacere ciucciare.
Il mio stato di stordimento era ormai evidente, ma la fortuna mi sorrise ulteriormente.
Luigi
si era dimenticato nella fretta di togliere le scarpe, e visto che non
riusciva a stare in equilibrio per sfilarsi i pantaloni anche
allargando al massimo le molle alla caviglia, mi chiese se potevo
aiutarlo a sorreggersi facendogli appoggiare una mano sulla mia spalla.
Me lo sono fatto chiedere due volte?
Nooo, mica sono scemo.
Mi precipitavi vicino a lui.
Sentivo il suo profumo, un profumo intenso di maschio unito a quello di un dopobarba muschiato.
Per un attimo ricordai la vecchia pubblicita' di un dopobarba ...'per l'uomo che non deve chiedere mai'!
Quanto era vero in questo caso, se avesse anche solo ammiccato, non so cosa sarei stato in grado di fargli.
Mentre
lo sorreggevo e tentava di liberarsi i piedi, ero catturato dalla
bellezza e dalla possanza di quel corpo. Il mio sguardo era
magnetizzato, non riuscivo a distoglierlo dal petto e da tutto
cio' che sovrastava.
Fu un attimo, fui preso alla sprovvista.
Mi stampo' un bacio sulle labbra.
Cosaa? Stava accadendo sul serio?
Mentre ancora stavo realizzando quanto succedeva, sentii la sua lingua cercare di farsi strada.
Inutile
dire che le mie labbra si sciolsero come il burro, dischiudendosi in un
voluttuoso abbraccio a quell'invasore che finalmente le raggiungeva.
In men che non si dica le nostre lingue si inseguivano, in un turbinio di emozioni travolgenti.
Gli presi la testa tra le mani, non volevo che si allontanasse e potesse dirmi che aveva fatto una sciocchezza.
La sua bocca era calda e accogliente con un buon sapore di menta.
Sentivo
saette infuocate che mi salivano da tutto il corpo verso la mente,
sospeso nel tempo con i sensi intorpiditi e il cazzo ormai duro come il
marmo.
Sembrava avermi letto nella mente, sembrava sapesse di cosa avevo bisogno.
'Ehi,
io sono nudo, cosa aspetti a mettere in mostra anche tu la mercanzia'
disse ghignando e io come un imbecille mi accorsi che effettivamente
avevo ancora addosso tutto, giubbino incluso.
'Scusa' dissi ridendo 'mi hai colto un po' di sorpresa e... non sapevo... non credevo... cazzo quanto mi piaci, ti voglio'.
'Sai... e' ne' piu' e ne' meno quello che mi frulla per la testa da dopo averti incontrato stasera.
Appena
mi si e' presentata l'occasione poi, ho preso la palla al balzo ed
eccoci qui'. Nel dire questo mi tiro' a se usando la cintura dei miei
jeans e mi bacio' nuovamente. Non esito' ad aiutarmi a togliermi il
resto di dosso.
Mi fece distendere sopra i vestiti rossi che si era tolto.
Mi bacio' dolcemente ma con decisione, trasudava desiderio da ogni poro.
Sentivo il suo randello sulle cosce, duro come roccia.
Lo
ammirai in tutta la sua magnificenza quando si mise in ginocchio per
guardarmi negli occhi mentre giocava con i miei capezzoli.
Il
suo cazzo, ormai scappellato, con la cappella lucida e violacea era un
richiamo sempre piu' forte per la mia bocca, sapevo che non avrei
resistito oltre.
Lo implorai di fare un sessantanove, cosa che gradi' molto.
Cambiammo posizione ed io passai sopra.
Se
fossi rimasto sotto, con i suoi venti e passa centimetri avrebbe potuto
strozzarmi, inoltre mai e poi mai mi sarei tolto il piacere di poter
guardare da vicino un uccello del genere.
Non feci in tempo a mettermi su Luigi, che gia' aveva preso a leccarmi e stuzzicarmi la cappella.
Mentre
stavo per avventarmi sul suo uccellone si ingoio' tutto il mio arnese
fino alle palle; mi si spalancarono le porte del piacere.
Ci sapeva fare e come, ero in estasi e per un attimo ho pensato che avrebbe potuto risucchiarmi anche il midollo dalle ossa.
Finalmente potei dedicarmi a suo 'fratellone'.
Cominciai dolcemente leccandogli le palle, risalendo lentamente. Sembrava impazzire, so che voleva che me lo piantassi in gola.
Ma io, bastardo fino in fondo, indugiai sul frenulo, girando e rigirando poi con la lingua sulla corona della cappella.
Lo sentivo mugugnare con in bocca il mio uccello, era il suo modo di implorarmi: 'ingoialo'.
Non
potevo attendere oltre, presi a succhiargli la cappella, e via
via piu' giu' con decisione, fino a quando non cominciai a
ingoiare i due terzi di quel palo della cuccagna.
Dopo qualche minuto mi stavo trapanando le tonsille.
Luigi ci dava dentro, sentivo il mio cazzo gonfio, pronto ad esplodere in quella fornace che ormai era diventata la sua bocca.
L'orgasmo
era prossimo e quasi urlando gli dissi: 'sto per sborrare'.
Inaspettatamente, invece di spostarsi, mi avvinghio' con le braccia
premendomi verso di lui.
Capii che voleva 'assaggiarmi'.
Io non fui da meno e continuai a fotterlo in gola, mentre gli succhiavo avidamente il cazzo.
Questione di attimi e gli esplosi in bocca, sborrai cosi' copiosamente che temevo potesse affogare.
Ma
Luigi mi stupi' nuovamente, sembrava un'idrovora, e non ne spreco' una
goccia. Nel frattempo il suo pezzo di carne pulsava tra le mie labbra
reclamando lo stesso trattamento.
Non potevo desiderare altro.
Accelerai il ritmo, sentii gli spasimi che preludevano ai fiotti di nettare che attendevo copiosi.
Finalmente, con un ringhio liberatorio mi venne in bocca, succhiai, succhiai, ma era tanta, troppa.
Un rivolo di sperma raggiunse il suo scroto, mentre deglutivo.
Cavolo quanto era buona, un sapore diverso dalla mia, piu' acidulo ma buono.
Leccai quello che era colato fuori.
Mi
lasciai andare appoggiando la testa e carezzando le gambe di
Luigi per un attimo. Anche lui lascio' il mio uccello in quel momento,
pronunciando un 'grazie Mik'.
Mi e' sembrato il grazie piu' sentito mai udito.
Mi girai, spostandomi sul lato, lo baciai dolcemente e poi dissi: 'grazie a te Lu'!
Lo baciai nuovamente, stavolta con passione.
Sentivo il sapore del nostro sperma, che sensazione.
Ci guardammo, capimmo che dovevamo sbrigarci, ma era altrettanto chiaro che non poteva finire cosi'.
Ci
ricomponemmo, continuammo a baciarci e prima di lasciarci quella sera,
dopo esserci scambiati i cellulari, ci riproponemmo di farci gli auguri
anche per il nuovo anno.
Uscimmo dalla cantina, lo accompagnai al portone, nella penombra ci baciammo nuovamente e ci salutammo.
Dieci minuti dopo stavo consumando l'antipasto... mai assaggiato un prosciutto con un aroma migliore.
Mantis2
ORSI ITALIANI MAGAZINE