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Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto
omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni
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contents: it's intended for persons over 18
Melo
(parte terza)
Un
racconto di Carlo Aless
I
racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non
sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale
praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.
The stories published in this section may contain descriptions of
unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice
Safe Sex by using condoms.
I
giorni passavano quasi uguali tranne che per la mia attrazione per
Melo che diventava sempre più forte, avrei dato qualsiasi cosa per
averlo nel mio letto tutte le notti.
Ogni
pomeriggio lo portavo nel magazzino quando tutti gli addetti avevano
finito il turno e tra baci e carezze gli abbassavo i pantaloni, lui
si voltava e mi dava il culo.
Era
bello leccarglielo e poi sentire come il mio cazzo ogni giorno con
più facilità arrivava subito in fondo, sentire i suoi gemiti e la
sua voce che rotta dal piacere mi ripeteva “Inculami, capo, piantalo
fino in fondo... ahhh che bravo che sei, capo, in culo... in culo
così”
Mi
eccitava sentire che lo desiderava così tanto dentro, che quelle
parole 'in culo' venivano ripetute costantemente.
Ma
più passavano i giorni più mi restava l'amaro in bocca per la
fugacità dei nostri incontri.
Baciarlo e leccare il suo viso barbuto ed ispido era una gioia così come vederlo arrendevole ed al contempo desideroso di essere posseduto ma volevo di più.
Un
mattino
mentre ero solo in ufficio e Melo in magazzino a lavorare non sentii
entrare il collega Fabio perché ero assorto nei miei pensieri.
“Disturbo??” “No, Fabio, scusa ero sovrapensiero... dimmi pure” “Ho
notato che eri nel tuo mondo, ehhehe” “Già... Fà, chiudi la porta e
siediti” “Che succede, tutto bene, mi devo preoccupare...?”
Io
e Fabio siamo colleghi da tanti anni, i primi tempi dopo esserci
'annusati' un po' abbiamo anche scopato qualche volta ma entrambi
siamo prevalentemente attivi ed a nessuno piaceva più di tanto
prenderlo; qualche pompa, tante seghe ma poi è finita lì; in un paio
di occasioni ci siamo ritrovati con altri, ovviamente passivi, e lì
è nata la nostra amicizia più profonda ed il nostro legame; abbiamo
fatto qualche vacanza insieme dividendo tante risate e qualche
culetto.
A
lui ho raccontato tutto di Melo e della mia ossessione per il suo
corpo.
“Sai
che ci avevo fatto un pensierino anche io su quel ragazzetto? Ma non
immaginavo che fosse così come di ci tu... heheheh mi fai venir
voglia di assaggiarlo! Ma solo se posso... se non è una tua
proprietà esclusiva, sia chiaro”
Gli
dissi che sarebbe stato un piacere dividerlo con lui se solo fosse
stato possibile.
A
questo punto Fabio trovò la soluzione con una naturalezza che mi
fece sobbalzare il cuore in petto.
“Tu
sai che io sono il super-mega-capo-direttore-assoluto di questa
baracca, vero?” mi disse ridendo del suo ruolo che sulla carta
risultava altisonante Responsabile Logistico – Supervisore Contabile
“Certo che lo so che tutti dipendiamo da Lei
super-direttore-indiscusso.... me che ti è venuto in mente????”
“Solo io ho le chiavi del monolocale che era destinato al custode e
che ora è un ammasso di cose inutili tanto che nessuno più si
ricorda nemmeno della sua esistenza, dai bello mio muovi il culo che
andiamo in esplorazione dell'alcova in cui scoparci il ragazzetto”
E
così con apparente tranquillità, passando dal suo ufficio arrivammo
nel monolocale.
Sporco e polveroso ma in ottimo stato, opprimente odore di chiuso ma gli impianti funzionavano, l'acqua arrivava in bagno ed era persino calda.
Ovviamente
nessuno
avrebbe mai dovuto accorgersi di nulla, quindi ci demmo appuntamento
alle 19,30 per sistemare.
Dissi
a Melo che ci sarebbe stata una sorpresa e che quel pomeriggio non
potevamo scopare in magazzino ma di preparasi perché dal giorno
successivo avremmo scopato molto ma molto di più.
I
suoi occhi brillarono felici.
Alle
19,30
io e Fabio andammo nel monolocale, passando ovviamente non
dall'ingresso principale ma da quello secondario che dava in un
antro del corridoio vicino all'ufficio di Fabio nel quale nessuno
mai passava essendo l'ultima parte della costruzione.
Chiudemmo
emerticamente
i vetri con dei cartoni perché accendendo la luce dall'esterno
nessuno potesse vedere e pulimmo con gli strumenti dell'impresa di
pulizie che lasciavano nel ripostiglio.
“Spero
che ne valga la pena questo ragazzetto perché sappi che manco a casa
mia faccio le pulizie ma viene la donna a lavare e stirare hehehehe”
“Ti assicuro Fabio che è fantastico, tu sai quanto mi attirino i
maschi passivi e pelosi... beh... lui è passivissimo passivissimo
passivissimo e ricoperto di pelo da testa ai piedi” “Uhhhmmmm uno
scimmiotto heheheheh, mi stai facendo venire voglia di scoparlo
hehehehe”
Sistemammo
il letto, io misi le lenzuola e andammo via. Il mattino successivo
Melo era agitato, io molto di più.
Fianco
a fianco alla scrivania gli raccontati per filo e per segno tutto
quanto e gli dissi che anche Fabio lo avrebbe scopato, che era il
solo modo per scopare con calma anche noi. “Va bene, capo, se il
signor Fabio va bene a te va bene pure a me.”
Adoravo quel ragazzo....
Il pomeriggio stesso feci telefonare dalla segreteria a casa di Melo per comunicare che c'era la necessità di fare due ore di straordinario che il ragazzo era fuori ditta per delle consegne.
Ore 18,00 puntuale come un orologio la segreteria chiude, spente le luci.
Ore
18,01
Fabio entra nel mio ufficio.
Io
e Melo siamo pronti. “Ciao Melo, spero che non ti dispiaccia ma il
nostro amico mi ha detto cose bellissime su di te e vorrei tanto
farti assaggiare anche il mio cazzo, sai... io e lui siamo amici da
tanti anni ed ogni tanto dividiamo i culetti che incontriamo....”
“Nessun problema, signor Fabio, per me va bene, anzi va benissimo!”
“Coraggio ragazzi andiamo!” Il cuore mi batteva come ad un ragazzino
alla prima esperienza.
Accendemmo
solo le due lampade sui comodini, il monolocale sembrava una reggia
ai mie occhi.
Melo
si spogliò all'istante e noi lo seguimmo a ruota.
Fabio
lo guardò da testa ai piedi, facendolo ruotare su se stesso più
volte apprezzando al alta voce ogni parte di quel giovane corpo; da
vero signore qual'è non fece nessun accenno alla scarsa dotazione
tra le gambe ma si avvicinò e le loro lingue si intrecciarono.
Io
mi appoggiai alla schiena di Melo ed il bacio divenne a tre con le
lingue che si rincorrevano: ci leccammo la faccia, il collo, la
bocca poi Melo in ginocchio si ingozzò letteralmente con i nostri
cazzi e devo essere sincero dicendo che quello di Fabio è più spesso
del mio soprattutto la cappella è larga e gli conferisce la forma di
un fungo.
Ci
spostammo sul letto, melo coricato di schiena con la testa che
pendeva giù dal materasso e Fabio che gli scopava la gola ed io che
finalmente potevo leccare tutto quel corpicino snello.
Constatai
con estrema eccitazione che i suoi peli stavano ricrescendo e che
aveva prestato fede alla promessa fattami di non accorciarli più; su
petto in particolar modo iniziavano ad unirsi in ciuffi più fitti
che bagnati dalla mia saliva risultavano ancora più evidenti.
Gli
leccai e baciai l'addome tesissimo, le gambe ed i piedi, gli feci
piegare le gambe sul petto e mi tuffai nello spacco del suo culetto
ed anche qui si stavano formando i ricciolini neri così invitanti.
Lui
succhiava senza quasi scomporsi, Fabio era davvero bravo ad arrivare
nella sua gola dandogli la possibilità di mantenere regolare la
respirazione.
Il
mio cazzo entrò in quel buco caldo come nel burro.
Ecco
che le mani di Melo stringono le lenzuola con molta forza ed il suo
pisellino erutta poche gocce di sborra che gli imbrattano la pancia.
Il
suo sogno era realizzato: due cazzi tutti per lui ...ed eravamo solo
all'inizio. “Fammi provare il culetto così riprende fiato” mi chiese
Fabio ed io con riconoscenza per aver trovato la location gli
cedetti il posto con piacere.
Lo
volle a pecorella ed il suo cazzo sparì fino in fondo in un solo
affondo.
La
presa forte sui fianchi e la cavalcata che ben conoscevo iniziò a
martoriare il culetto di Melo “sìììì signor Fabio inculami, inculami
forte che mi piace, così forte forte nel mio culo rotto” Io gli
accarezzai la testa mentre godeva senza freni e senza vergogna, le
mie mai passarono sul suo petto alla ricerca dei capezzolini per
torturarli con le dita.
Una
locomotiva gli stava entrando in culo e lui a quattro zampe se la
prendeva con autentica passione.
“Prendilo
profondamente
ragazzo mio, lasciati a aprire da Fabio che sa come farti godere”
gli sussurravo mentre con le mani mi spostai lungo la schiena ed
appoggiatele sulle sue chiappette gliele aprivo al massimo per far
entrare Fabio ancora di più.
Gli
riempì il culo dopo almeno venti minuti di monta grugnendo come un
porco mentre il ragazzo già mordeva il lenzuolo.
Appena
il tempo di uscire che il mio cazzo duro come un palo della luce
prendeva il suo posto per la mia dose di piacere.
Farcito come un bignè restò a bocconi con il culetto proteso all'insù mentre io a Fabio riprendevamo fiato.
Fabio gli intimò di non muoversi ed inserì le dita per constatare la
dilatazione che metteva in mostra il ben noto fiore rosso scuro.
“Bravo
Melo, sei stato molto bravo però mi hai detto una bugia...” Melo si
girò di scatto “No che dice signor Fabio, che bugia, per
carità...non ho detto bugie...” “Mi hai detto che hai il culo rotto
mentre io vedo un buchetto che può ancora e soprattutto DEVE essere
rotto per davvero ehehhehehehe” disse ridendo e stemperando l'attimo
di tensione.
“Hai un corpo favoloso, sai, il nostro amico aveva ragione dicendo che sei strepitoso e mi hai fatto godere molto: succhi come una ventosa e ti lasci inculare senza protestare ma il tuo culetto non è rotto abbastanza hehehehee se ti fidi, e spero proprio che tu mi dica di sì, io poco per volta te lo rompo come piace a me fino a farti uscire il fiore completo” Melo lo abbracciò ed abbracciò me anche stringendoci forte assieme tutti e tre “Certamente signor Fabio!! rompetemi il culo tutti e due io non chiedo di meglio! Voglio essere un rotto in culo.... mi eccita solo l'idea! Io faccio tutto quello che volete, tutto quello che volete!”
Quella
sera
ci limitammo a montarlo ancora una volta ciascuno con tutta la forza
che
avevamo e più spingevamo i cazzi dentro più lui spingeva
all'indietro per farsi impalare gemendo e sbavando. Poi una doccia e
di corsa a casa.
continua...