ORSI
ITALIANI MAGAZINE
ATTENZIONE
/ NOTICE
Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto
omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni
This page contains pictures of male nudity and a text with homoerotic
contents: it's intended for persons over 18
Marco
e il giovane sconosciuto
Un
racconto di Carlo Aless
I
racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non
sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale
praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.
The stories published in this section may contain descriptions of
unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice
Safe Sex by using condoms.
Quel
pomeriggio mi feci davvero bello, bermuda scuro, camicia di lino
chiara sbottonata in modo da far intravedere i bei pettorali dotati di
una notevole peluria nera, collana di cuoio e acciaio.
Bello, profumato, lavato… ah! E chi stava meglio di me! Avevo
appuntamento con Marco, ragazzo conosciuto in chat e non ancora
incontrato.
Quando arrivai al distributore luogo del nostro appuntamento lui era
già lì.
Scese dall’auto. Un tipo biondo, bassino ma massiccio, carino, volto
ben definito e abbronzato da far paura.
Magliettina gialla aderente e bicipiti belli grossi. Anche lui in
bermuda da cui uscivano davvero due belle gambotte muscolose e pelose.
Si avvicinò a me per stringermi la mano e con mio grande stupore notai
che anche dal sedile del guidatore usciva una persona.
Un tipetto un po’ più alto di Marco ma più basso di me di un paio di
centimetri. Con una peluria appena accennata sulle guance. Lineamenti
delicati e bei capelli chiari lunghi fino al collo. Pelle appena
abbronzata e occhi azzurri, profondi ma timidi.
Un piccolo angioletto insomma, vestito in jeans a vita bassa e camicia
aderente.
-Lui chi è?- dissi.
-Lui è Daniele- rispose placidamente Marco - L’ho conosciuto
all’inizio dell’estate e mi ha svelato un po’ le sue voglie- mentre
diceva questo il ragazzo che mi stava presentando teneva il viso basso
intento a fissare le proprie scarpe.
-Ha voglia di scoprire il sesso gay- aggiunse ancora Marco -E mi ha
accennato che la sua fantasia più ricorrente è quella di essere
scopato da due giovani maschietti villosi. Così quando ti sei proposto
ieri ho pensato a lui e l’ho contattato-.
-Ma sei maggiorenne?- rivolsi questa domanda direttamente a Daniele.
-Ho compiuto diciannove anni a maggio- Mi rispose alzando il volto con
fierezza e muovendo con una sensualità infinita le labbra carnose di
cui era dotato.
Ci
credetti solo dopo aver visto la sua patente di guida.
– Dai che ci divertiamo- aggiunse Marco e mentre diceva questo
prendeva degli stuoini e dei materassi sottili e leggeri dal
portabagagli
–Aiutami- disse rivolgendosi a me.
-Dove vuoi andare con questa roba?-
-Vedrai… vedrai- e iniziò ad incamminarsi.
Scendemmo le scale che si trovavano a pochi metri di fronte al
distributore e che conducevano alla spiaggia sabbiosa facendo
attenzione a non inciampare nei gradini sconnessi e poco visibili a
causa del buio.
Camminammo sulla spiaggia per circa cinque minuti e ci fermammo in un
posto molto isolato e riparato che conoscevo ma che non avrei mai
creduto avrei utilizzato per quel tipo di incontro. Iniziammo a
posizionare stuoini e materassi.
Marco fece tutto in modo minuzioso.
La giornata inoltre era stupenda, il mare piatto trasmetteva
tranquillità col suo sciabordio.
Ci togliemmo le magliette e ci sedemmo a gambe incrociate uno vicino
all’altro.
Il fisico di Marco era davvero massiccio e molto più peloso di me ma
essendo biondo si notava un poco di meno.
Per un po’ di tempo esplorammo i nostri corpi con le mani, passando
poi a baciarci alternativamente l’un l’altro. Erano baci pieni,
passionali, fantastici in quel luogo delizioso.
Marco poi si alzò, si sfilò i pantaloni e si avvicinò al giovane
Daniele che ebbe un impercettibile sussulto.
Le mani del ragazzo iniziarono a massaggiare delicatamente e in modo
inesperto l’organo genitale che ancora si celava dietro gli slip
chiari di Marco.
Glieli sfilò con le mani tremanti e abbassò il volto quasi a non voler
guardare il cazzo pulsante che ora gli si stagliava a pochi centimetri
dalla fronte.
Gli sfilò completamente l’indumento intimo.
Marco si fece aiutare e alzò prima l’uno poi l’altro piede, poi gli
alzò il volto mettendogli una mano sotto il mento mentre era ancora in
piedi davanti a lui.
Ora Daniele non poteva fare a meno di guardare, forse era la prima
volta che la sua faccia si trovava così vicino ad un organo maschile.
Deglutì e socchiuse lievemente la bocca.
Il resto lo fece Marco, fece mezzo passo in avanti e vinse le ultime
timide resistenze di quelle labbra.
Per prima la cappella e poi l’asta dalla discreta lunghezza si
insinuarono nella bocca del giovane.
Io, ancora seduto a gambe incrociate, stetti qualche secondo a godermi
quella scena osservando attentamente i profili dei loro corpi e, sotto
vento, percependo l’odore maschio del pene appena liberato.
Le cosce muscolose e ben definite di Marco si contraevano e fornivano
aiuto ai fianchi che impercettibilmente compivano il tipico movimento
di penetrazione.
Non appena il ragazzo ebbe preso confidenza iniziò a succhiare e a
muovere la bocca.
Le sue guance si ritraevano ritmicamente mentre le labbra di volta in
volta risalivano fino a metà cappella per poi rificcare tutto il
flauto in bocca.
Fui preso dall’eccitazione “Perché non ho avuto per primo io questa
idea!” pensai quasi invidioso “Ma in fondo ci dobbiamo divertire” e
presi la decisione di alzarmi, togliermi da solo pantaloni e costume e
a avvicinare il mio pene a quello di Marco.
Appena Daniele vide la mia asta le rivolse le dovute attenzioni.
Le
mie aspettative furono mantenute. Le labbra morbide del giovane
carezzavano il cazzo come se fossero gommapiuma, succhiava ora con
costanza e decisione.
Iniziai a pomiciare con Marco mentre il ragazzo passava dall’uno
all’altro pene come volesse consumarceli.
Le lingue si intrecciavano e ad un certo punto percepimmo che la punta
delle nostre cappelle si toccavano e allo stesso tempo sentivamo il
palato di Daniele.
Il ragazzo cercava, in un impeto di ingordigia, di fare un bocchino
doppio.
Lo guardammo entrambi mentre si affannava tentando di allargare il più
possibile la bocca aiutandosi con le mani a trattenere entrambi i
cazzi.
Riusciva
tuttavia a stento a far entrare le cappelle e, di tanto in tanto,
gliene sfuggiva una che o gli sbatteva contro il naso o gli sfiorava
le guance.
Io gli misi una mano dietro la nuca facendomi attraversare le dita da
quei capelli biondi, morbidi e sottili.
Marco gli poggiò la sua mano sinistra sulla spalla. Io e Marco,
inteneriti da quello sforzo, lo lasciammo fare e riprendemmo il nostro
bacio appassionato.
La leggera brezza marina ci solleticava i corpi nudi e spargeva,
confondendoli, gli odori virili dei nostri corpi arroventati.
Le lingue e il bacio subivano ogni tanto un’accelerazione di passione
allorquando l’angelo biondo che si trastullava ai nostri piedi
aumentava il suo ritmo.
-Stendiamoci!- ordinai dopo parecchi minuti.
Io
e Marco ci inginocchiammo mentre Daniele si stendeva comodamente
supino, rosso in viso e massaggiandosi delicatamente e con gesto
tenero le mascelle che per la prima volta avevano compiuto un servizio
tanto minuzioso.
Ci avvicinammo a lui e tenendolo nel centro intrecciammo le nostre
braccia in un unico abbraccio.
Il tempo cessò di trascorrere, intorno a noi solo l’agitarsi quieto
del mare, il canto di qualche sparuto e lontano grillo e la morbidezza
della sabbia che accoglieva le nostre membra.
Uno di fianco all’altro tastavamo tutto dei nostri corpi soffermandoci
sui punti caldi.
Baciavo da dietro il collo di Daniele mentre Marco ne mangiava le
labbra carnose.
Trattenevo e massaggiavo con la mano sinistra entrambe le loro sacche
scrotali mentre con il mio glande mi insinuavo tra le cosce del
giovane amante.
-Alzati- disse Marco a Daniele -…e mettiti a pecorina. Ho voglia di
scoparti ancora la bocca mentre osservo lui che ti scopa il culo-
disse quest’ultima cosa indirizzando il volto verso di me.
In pochi secondi assumemmo con naturalezza la posizione che ci era
stata imposta da Marco. Io e lui uno di fronte all’altro con in mezzo
la schiena giovane e delicata di Daniele.
Marco non attese un secondo e, presa la testa del giovane trattenendo
con i palmi delle mani guance e orecchie, spinse in avanti il volto di
Daniele e fece nuovamente scomparire il suo pene nella bocca del
ragazzo.
Io
di fronte a quel culetto piccolo ma sodo e delicato decisi dapprima di
inumidire bene la stretta apertura; perciò gli feci distanziare le
gambe tra loro e raccolta della saliva tra l’indice e il medio della
mia mano destra iniziai ad esplorare l’apertura.
Le mie dita calde faticarono un po’ ad allargare quel buchino che
divenne partecipativo solo dopo un minuto e dopo aver inserito
all’interno anche l’anulare.
Per umidificarlo meglio mi piegai e leccai a dovere l’entrata; con il
naso in mezzo al suo sedere mi estasiavo dall’odore di buono e di
borotalco che ne fuoriusciva.
Mi presi l’asta in mano e come un cecchino puntai l’obiettivo
dirigendomi come un treno nel tunnel senza sbagliare. Il cazzo entrò
come un coltello rovente nel burro.
L’intestino cedevole del ragazzo sembrò accogliermi con un iniziale
affetto e con calore per poi contrarsi pochi secondi dopo; stava
provando il dolore della prima penetrazione infatti lo sentii mugolare
mentre proseguiva il suo pompino a Marco.
Il suo condotto voleva espellermi velocemente appena iniziai ad uscire
ma non gli diedi il tempo di riprendersi che subito diedi un nuovo
affondo; sentì che le pareti dapprima ostili avevano iniziato a cedere
e ad allentarsi sempre più ad ogni penetrazione finché sembrarono
comprendere che nulla avrebbero potuto contro quel corpo estraneo.
Ad un certo punto io e Marco notammo che Daniele ormai stava facendo
tutto da solo.
Noi fermi non dovevamo far altro che abbandonarci alle oscillazioni
del ragazzo che allorquando ficcava in bocca il pene di Marco
permetteva al mio di uscire in parte dal suo retto e viceversa.
Nel frattempo ci guardavamo negli occhi appurando la goduria che il
giovane ci stava procurando.
Allungai
poi la mano destra e iniziai a segargli il cazzo per permettere anche
alla sua mazza di godere.
Era un pene sottile e docile quasi totalmente privo del collo del
glande, mi diede l’impressione di un gingillo caldo e pulsante ma
fragile.
Daniele fu il primo a venire me ne accorsi perché spostato ad un certo
punto il pollice sull’orifizio mi accorsi che ne fuoriusciva
placidamente dello sperma, senza schizzi, senza foga, il getto era
continuo ma pacato.
Tutto il contrario di quello di Marco che invece dopo i precedenti
momenti di staticità iniziò a fottere la bocca di Daniele con
frenesia.
A volte dalla mia posizione potevo distinguere la punta leggermente
deviata del suo cazzo che gonfiava la guancia del ragazzo.
Io intanto affascinato da quella visione decisi di lasciare le redini
e scoppiargli nel ventre.
Chiusi gli occhi e gli scaricai dentro di tutto, sperma, anima e
desiderio.
Quel corpo, vergine di tali esperienze, accolse in un solo istante nel
culo e nella bocca il liquido seminale di due venticinquenni in piena
salute.
Una volta stappato tutto lo champagne che avevamo in corpo ci
sdraiammo abbracciati e ci appisolammo per una mezz’ora sulla spiaggia
per poi ricominciare...