ORSI ITALIANI MAGAZINE
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NOTICE
Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni
This page contains pictures of male nudity and a text with homoerotic contents: it's intended for persons over 18
Magari
fosse vero! (Capitolo 3)
Un racconto in 11 puntate di billone61 (billone61@libero.it)
I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.
The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.
3°
Capitolo
Lessi qualche minuto e mentre stavo decidendo di spegnere la luce, suono' il mio telefono.
Sorpreso (erano le 11.30), presi il telefono e il cuore mi balzo' in gola, quando vidi il nome di Fabio sul display.
'Pronto' dissi emozionato
'…'
'Pronto. Fabio?'
Un attimo di pausa, mi parve sentire un sospiro.
'Si… sono io'
'Ciao Fabio. Come mai a quest’ora?'
'Ah e' tardi, scusa. Richiamo domani.'
'No no, non preoccuparti, non mi hai svegliato.' Mi pareva di sentire un respiro affannoso ed un rumore ritmato. Poiche' non diceva nulla ripresi io.
'Sai che pensavo a te giusto un’oretta fa?'
'Mmh…mmh…davvero?' La voce era quasi sospirata.
'Proprio cosi'' C’era qualcosa che non mi convinceva. 'Fabio, va tutto bene?'
Ancora una pausa e dei gemiti, si', erano proprio dei gemiti.
'Sii…sii. Va bene si'
E finalmente i sospiri si erano fatti piu' lunghi e distesi. Per un attimo pensai che …ma non poteva essere. Sarebbe stato veramente troppo.
'Non si direbbe. Comunque avevi bisogno?'
'No senti, e' che mi sono reso conto d’improvviso che e' molto tardi. Era una cosa di lavoro. Te la chiedero' un altro giorno. Scusami tanto.'
Il suo respiro ora era piu' normale.
'Non devi scusarti. Ma qualcosa mi dice che non me la stai contando giusta, che non di lavoro si trattava.'
Sentii il suo sorriso discreto 'Mi sa che un po’ mi hai sgamato'
'Lasciami indovinare: ti trovi in bagno'
'Cazzo, come fai a saperlo?'
'Intuito. Va beh, ora ti lascio. A presto.'
'Ciao Andrea. E scusa ancora.'
La
telefonata
mi aveva lasciato attonito. Possibile che fosse come pensavo? Ma
perche' altrimenti quella telefonata cosi' strana? Mi aveva fatto
venire in mente quello che succedeva quando avevo perso la testa per
Rondon.
A volte mi tiravo una sega e sul culmine lo chiamavo: quando sentivo il suono della sua voce dire 'Pronto. Pronto' io venivo subito.
Rondon:
il
mio primo grande amore. Fino a poco tempo fa avrei detto anche
l’unico.
Ma quello che stava nascendo con Fabio, almeno per quello che mi riguardava, rischiava di essere una cotta bella e buona.
Ma a proposito di Rondon, mi venne l’intuizione: non appena a
Modena, lunedi', sarei andato a trovarlo in cantiere e avrei provato
anche su di lui l’incantesimo.
Ma
certo; anche se la cotta se ne era definitivamente andata, ero
troppo curioso di vederlo nudo.
Avevo
tentato tante volte, anche nei modi piu' rischiosi, e ogni volta
avevo fallito.
Quella
volta nascosto in casa sua, ero riuscito a vedergli solo il culo
nudo, e di notte, quando sono sgattaiolato nella sua camera, non
riuscii nemmeno a vedergli la patta da vicino, dato che dormiva in
pancione.
Poi
non ebbi piu' il coraggio di fare cose del genere e gradatamente mi
allontanai da lui.
Ma
mi sarebbe piaciuto troppo vedere se avevo ragione: Rondon,
nonostante quello che diceva imbarazzato quando gli parlavano di
sesso ('Non lo trovo piu''), non era una di quei pancioni che ce
l’hanno invisibile.
Ero convinto che fosse ben dotato, e a farmi convincere erano le sue mani magnifiche: grosse e forti. Le immaginavo attorno al suo uccello e allora pensavo che anche quello non poteva essere piccolo, anzi: insomma, aveva le mani di uno con il cazzo grosso.
Dormii serenamente, la testa piena di prospettive allettanti.
Alla
mattina,
presto, fui svegliato da un leggero russare.
Quando
realizzai di aver dormito nello stesso letto con un uomo nudo, quasi
venni meno.
Eppure
eccolo li': la testa a uovo, i baffoni assurdi, la barba sempre
incolta. Dormiva a pancia in su e gambe larghe. Il lenzuolo che lo
copriva era conformato come il suo pancione. Guardai l’orologio: le
sette e un quarto. E chi dormiva piu'?
La
vista della nudita' delle robuste spalle mi fece ritornare la voglia
e mi venne in mente che non ero ancora riuscito a vedere l’uccello
di Baldovin molle. Scostai il lenzuolo e lo scoprii completamente.
Poi
mi misi fra le sue gambe aperte e comincia a rimirargli i genitali
da vicino. L’uccello scendeva molle tra le gambe verso il basso e
quasi arrivava a toccare il lenzuolo. Mi resi conto che, anche da
molle era molto grosso.
Chi
se lo aspettava? Lo presi in mano e la sua morbidezza mi sconvolse
di piacere.
Come
quando era duro, cominciava piu' largo alla base e finiva quasi a
punta. Riflettei che forse era il cazzo ideale dal quale farsi
sverginare il culo: prima la cappella stretta, poi sempre piu'
grosso. Perche' no? Mi ricordai dei preservativi e del motivo per
cui li avevamo comprati.
Lo
provai a prendere in bocca e come era da aspettarsi riuscii a
tenerlo tutto quanto.
Poi
lo misi disteso sulla pancia e leccai lo scroto e su su lungo
l’uccello, facendogli sentire la ruvidita' della mia lingua.
Ripetei l’operazione e dopo un paio di volte, Baldovin allargo' le gambe, dando segno che si stava svegliando e che stava gradendo.
Si appoggio' sui gomiti e mi stette a guardare.
'Che bello essere svegliato da uno che ti succhia il cazzo. Non mi era mai successo; voglio dire, nemmeno con mia moglie'
'Ma tua moglie te le fa queste cose qui?'
'Beh, non proprio. Qualche volta, qualcosina, ma insomma, si stanca subito'
'Come si fa a stancarsi di questo bell’uccellone?' chiesi mentre lo masturbavo e il cazzo mi si stava ingrossando fra le mani. 'Sai che cosa avevo voglia di fare?'
'Cosa?'
'Volevo che mi infilassi nel culo quel bestione qui. Tu cosa ne dici?'
'Cazzo, e me lo chiedi? Non l’ho mai messo nel culo a nessuno fino ad ora.'
Il pensiero sembro' attizzarlo, poiche' il cazzo divenne immediatamente durissimo
'Mi metto il preservativo'
'Ho bisogno di lubrificarlo, se no mi fai troppo male.'
'Non mi dirai che e' la prima volta…'
'Certo che lo e'. E’ per questo che voglio trovare …aspetta'
Mi alzai e andai in bagno. Cominciai a frugare nel nutritissimo set di cortesia e finalmente trovai quello che faceva per me: olio rilassante per il corpo.
Tornai
da
Baldovin che mi aspettava con il suo bastone a mezz’aria, mentre se
lo menava lentamente. Lascio' che gli spalmassi l’olio sul cazzo
massaggiandolo con volutta' e con entrambe le mani. Mi rigiravo
l’asta, unta e lucida, fra le mani, sfregavo la cappella,
massaggiavo le palle.
Quell’operazione mi stava piacendo e anche a lui sembro' gradire, poiche' mi fermo' 'Se continui cosi' ti vengo fra le mani.'
Mi misi sulle ginocchia a novanta gradi 'Mettimi un po’ d’olio nel culo, prima'
Sentii il dito di Baldovin che si insinuava nel buco del culo. All’inizio lo sfintere sembrava molto stretto poi, un poco si rilasso', mentre la punta unta del suo dito grassoccio entrava e usciva dal buco.
'Mi sembri pronto ora'
Baldovin mi sbatte' l’uccello duro sulle chiappe e sul fondo schiena, poi mi mise l’asta durissima tra le chiappe, ma per il lungo, come se facesse una spagnola con le mia chiappe, al posto delle tette.
Sfrego' un po’ il cazzo e sentii il contatto con le sue palle.
'Ora te lo sbatto dentro'
Mi allargo' una chiappa con una mano e con l’altra indirizzo' la cappella sul buchino, infilandola per un piccolo tratto. Io sentii un po’ male. Mi sembrava che ne fosse entrato una buona parte, per cui mi sorpresi a pensare che poi non era quel gran dolore.
Poi
Baldovin
mi allargo' le chiappe con entrambe le mani e spinse il bacino, e
allora io sentii qualcosa di gigantesco entrare in me e capii
finalmente l’espressione ‘rompere il culo’: mi stava letteralmente
aprendo in due.
Ma quando pensavo al male che mi stava facendo, sentii Baldovin spingere ulteriormente e altro dolore, mentre mi sentivo invaso dal suo cazzo. Finalmente sentii i suoi peli pubici a contatto con le chiappe e capii che era tutto dentro. La sensazione di invasione e di dolore era prevalente su tutte le altre.
'Cazzo come stringe. Sono tutto dentro ora. Ti faccio male?'
'Un po’, ma non preoccuparti. Vai pure.'
Baldovin
comincio'
a tirarlo fuori.
Faceva
tutto con molta delicatezza, fortunatamente.
Ciononostante
per un bel pezzo mi parve di sentire solo dolore, mentre lui
cominciava a seguire un ritmo cadenzato, fino a che il pensiero di
quello che stava succedendo, l’enormita' del begone che mi stava
entrando in pancia ebbero il sopravvento e mi sentii di nuovo
eccitato.
Allungai da sotto una mano tra le mie gambe, in modo da afferrare le palle di Baldovin. Lui apprezzo', perche' aumento' il ritmo.
Gli tenni da dietro le gambe tozze e muscolose, mentre erano tese per lo sforzo. Guardai in su e vidi la faccia sudata, con la bocca semiaperta, di Baldovin. Sentivo le sue mani che ora si appoggiavano sulla mia schiena, ora mi tenevano le anche per facilitare il movimento di bacino.
'Sto per venire, Madonna, sto per venire.'
'Non dentro, Alessandro, non dentro. Tiralo fuori.'
Quando Baldovin me lo tolse dal culo mi sembro' di essere piu' leggero e libero di quanto fossi mai stato. Mi voltai e vidi Baldovin, sulle ginocchia, che se lo stava menando. Allora mi misi con la faccia davanti al suo cazzo.
'Dai, sborrami in faccia'
'Si, ecco, avvicinati, qui, cosi', ci sono.'
Vedevo la sua mano grassoccia, stretta intorno a quel cazzone, menarlo a piu' non posso, fino a che vidi il primo schizzo uscire dal buchino e colpirmi sulla guancia. Mi avvicinai per prendere anche il resto.
'Ecco, tieni, ecco. Mamma mia'
La sua sborra mi colpi' ancora sul volto, poi comincio' a ricadere sulla sua mano. Glielo presi in mano e lui me lo lascio', mettendosi le mani sui fianchi.
La sua sborra mi parve particolarmente densa e bianca. Il cazzo era paonazzo. Anche lui aveva un po' sofferto di strizione. La cappella era stranamente grande.
Prendendolo per il cazzo lo tirai in bagno dove davanti al lavandino gli insaponai l’uccello e glielo lavai per bene, finche' perse il suo nerbo.
'Servizio completo, insomma'
Gli asciugai i genitali 'Servizio completo, si'.'
Lo guardai tutto nudo con l’uccello molle ma non troppo e vidi che io ce l’avevo durissimo.
'Aspetta, ti dispiace se cerco di venire anch’io?'
'No, no fai pure'
Avvicinai il mio pube al suo e col mio cazzo dritto gli solleticai le palle e l’uccello molle.
Poi
con
entrambe le mani presi in mano sia il mio che il suo, insieme, ma
rivolti nella direzione opposta.
Quasi molle, il suo uccello era lungo come il mio duro. Feci con entrambe le mani una sega e la sensazione di contatto con quel begone morbido mi porto' immediatamente al climax. Gli sborrai tra i peli pubici.
Quando finii 'Scusa, ora ti rilavo'.
Ci lavammo e rivestimmo e mentre mi mettevo i pantaloni sentii Baldovin venirmi dietro e prendermi le anche con quelle sue mai grassocce e accostarmi il suo pube al culo.
'Non posso credere di avertelo messo nel culo.'
Per tutta risposta io mi girai e abbassandomi in ginocchio sfregai con la faccia la sua patta, tenendogli il culo con le mani. Lui mi accarezzo' la testa.
Rialzandomi gli presi le mani e poi lo abbracciai 'Il mio toro. Si, me lo hai proprio sfondato'
Quella
giornata
fu piena di abboccamenti segreti, palpeggiamenti furtivi,
strusciatine veloci. Insomma, il tempo passo' che fu una meraviglia
e quasi non mi accorsi della riunione che facemmo con Sagrestani e
il capo di Wurz, l’ing. Tascher.
Non dovetti comunque fare una brutta figura, perche' alla fine, il compromesso da me suggerito sembro' soddisfare tutti.
Mentre tornavamo Baldovin, mi prese la mano e se la mise sulla patta.
'Lo senti come e' duro? Non puoi fare qualcosa?'
'Cosi', in macchina?'
'Cosa sara' mai?'
Io per tutta risposta cominciai solo a palparlo da fuori i pantaloni. Lui sporgeva il bacino e allungo' un mano per far scendere lo zip.
'Ma cosa ti aspetti? Che ti faccia un pompino in macchina?'
'Veramente, mi piacerebbe'
'Tu sei matto'
In ogni caso gli estrassi il cazzone non senza difficolta', duro com’era, e presi a masturbarlo.
La cosa pero' non mi soddisfaceva, per cui gli slacciai anche la cintura e con il suo aiuto gli abbassai i pantaloni, in modo che potei anche palpargli i coglioni. Ogni macchina o peggio ancora camion che incrociavamo avrebbe potuto vederci, ma chissenefrega.
Qualche colpo di sega, una palpata alle palle, un’occhiata complice a Baldovin, ancora una menata; dopo poco non resistei e mi abbassai con la testa fra le sue gambe, per prenderglielo in bocca.
'Ecco, bravo cosi', con la bocca ti voglio. Succhialo un po’'
Una mano sulla nerchia, una a massaggiargli le palle, qualche digressione a leccargli l’asta fino alla base e mordergli le palle, per poi ritornare a riprenderglielo in bocca, finche' sentii che cominciava a pulsare per cui mi alzai.
'Beh, che fai, proprio ora? Dai continua!'
'Adesso accosti, che se no esci di strada'
Lui sbuffo' ma obbedi'. Non appena la macchina fu ferma, lui abbasso' lo schienale e se lo prese in mano.
'Dai finisci il tuo lavoro'
Io, piu' rilassato, glielo ripresi in bocca menandoglielo subito velocemente. Lui si muoveva come sulle spine e spingeva in alto il bacino.
'Dai, dai, dai che ci sono'
Con la mano sulla mia testa mi guidava.
Poi vidi la sua mano grassoccia intrufolarsi per prenderselo in mano, mentre con la sinistra mi teneva schiacciato in modo che tenessi la cappella sempre in bocca. Io lo lasciai fare
'Ti sborro in bocca. Tieni' disse mentre se lo menava e io vedevo la sua mano andare su e giu' a due millimetri dalla mia faccia, finche' sentii in bocca il sapore denso del suo sperma. Ingoiai lavorando di lingua.
'Madonna, Madonna' notai che la nominava solo in quel momento.
Finalmente lascio' il cazzo per cui continuai io a ingoiare le ultime gocce di sperma.
Finito che ebbi lo aiutai a infilarsi mutande e pantaloni.
'Mi sembra che puoi essere sazio, ora.'
Lui fece una cosa meravigliosa.
'Vuoi, …insomma, vuoi che faccia qualcosa?'
'In che senso?'
'Sei eccitato? Certo un pompino no, pero' se vuoi, …una sega'
'Lo faresti davvero?'
'Si dai che ci vuole'
Imbarazzato mi abbassai i pantaloni tirando fuori il cazzo durissimo.
'In effetti sono eccitato, come vedi'
Senza rispondere lui allungo' la mano e me lo prese in mano.
Il contatto con quella mano grassoccia, calda, morbida e forte insieme attorno all’uccello mi fece un effetto devastante.
Stetti a guardarla mentre con pochi colpi, porto' subito a compimento la mia sborrata.
Pulii con un fazzoletto la mano di Baldovin.
'Grazie, sei stato molto gentile'
'Per cosi' poco…'
Ci salutammo con affetto. Quel barilotto cominciava a piacermi.
'Quando ci vediamo ancora?'
'Non so, non penso che ci sara' ancora bisogno di me qui a Vipiteno. Tu quando sei a Modena?'
'Lunedi', probabilmente'
'Anch’io ci sono.'
'Fantastico. Allora a lunedi'.'