ORSI ITALIANI MAGAZINE


Luca e Marco

(Terza Parte)

Un racconto di Gianni

(rennatrig@tiscali.it)

 

TERZ0 CAPITOLO: IL FALLO DI GOMMA

'Hei Marco ora tocca a me, vieni alla guida.' Sentirmi un oggetto in mano di quei due maschioni mi faceva un piacere immenso. Sentire Luca che infoiato voleva il cambio per venire a godere da me mi riempiva di orgoglio: ero desiderato da lui!

'Luca, aspetta un attimo che mi riposo, questo frocio mi ha succhiato anche il sangue! te l'ho sempre detto che i froci per fare i pompini sono meglio delle nostre donne!'

'OK solo 5 minuti' disse Luca

Io nel frattempo mi ero sdraiato sul lettino insieme a Marco, anke per sgranchirmi un po' le gambe per la posizione supina che avevo tenuto per cirka un'ora-che dallo sguardo che mi diede voleva cacciarmi giu' dalla branda. Per lui non ero degno di stargli accanto.

Non fece pero' nulla anche quando cominciai a toccargli il meraviglioso pelo su quel torace da spettacolo. Gli feci il solletico passandogli le dita su tutto il corpo con delicatezza e notai che gli era venuta la pelle d'oca e i brividi cominciavano a pervadergli tutto il corpo. Si lascio' fare, sentivo la mia coscia contro la sua e l'unica cosa di cui si preoccupava era quella di non farsi sfiorare dal mio uccello: la mano si ma non altro! Continuai a scorrergli delicatamente sul suo corpo indugiando sui testicoli lisci lisci e salendo sul suo cazzo mezzo duro. Il lavoro duro' pochi minuti fino a che' mi accorsi che il suo cazzo era di nuovo in tiro. Me ne pentii perche' pensai: ora mi riprendera' la testa e mi fara' ingoiare nuovamente il suo cazzo. Non volevo piu' farlo in quanto avevo la bocca ancora indolenzita. Mi fece invece girare a pancia in giu' e mi infilo' violentemente 2 dita nel culo ravanandoci dentro. Sussultai di piacere. Marco, ti ho detto che ora tocca a me disse Luca che non aveva perso niente osservandoci dallo specchietto. Notai che Luca aveva fumato una sigaretta dietro l'altra e ne dedussi che quanto succedeva alle sue spalle lo avesse eccitato non poco.

'Non rompere i coglioni che tra un po' te lo regalo questo frocio: invece di ringraziarmi che te lo preparo, bell'amico che sei' 'ma va a fan culo, scemo' replico Luca 'se lo devi preparare inizia con questo' E cosi' tiro' fuori dal cruscotto un fallo di lattice talmente grosso e lungo che doveva essergli servito quando andavano a puttane, perche' solo una puttana con una figa larga poteva averlo preso. Marco, preso quel po' po' di cazzo di gomma, sali' a cavalcioni su di me, mi giro' la testa verso di lui e me lo infilo' in bocca dicendomi 'vedi come sono gentile a fartelo inumidire per non farti male quando te lo fikkero' nel culo e tu che prima pensavi che ti avremmo fatto del male.' Non osai dirgli che anche il mio buco andava inumidito, per non prendermi un pugno in faccia.

Lo tiro' fuori dalla mia bocca dove lo aveva immerso sino a meta' e aspettai con la faccia in giu' il mio destino. Passarono secondi e non successe niente, sentii un odore di tabacco e vidi che, sempre rimanendo a cavalcioni su di me, si era acceso una sigaretta. Il cazzo si sara' asciugato oramai, pensai, ma non feci in tempo a finire questo pensiero che sentii la punta del fallo artificiale cercare il mio buco.

'Luca, vuoi vedere che questo e' vergine non riesco a farglielo entrare' 'Dai, battitene il culo, trova il buco e sbattiglielo tutto dentro con violenza, che' dopo non voglio fare fatica a penetrarlo' - ribatte' Luca Il mio buco venne trovato, la cappella comincio' a entrare e in un secondo almeno 30 cm di cazzo mi raggiunse l'intestino. Tirai un urlo quasi sovrumano dal dolore e un altro dolore derivato dal pugno sulla testa che Marco mi diede prese il sopravvento sul primo.

Marco si giro' sulla mia schiena con la faccia verso il mio culo ancora dolorante e con tutte e due le mani prese a far scendere su e giu' quel coso che tanto male mi aveva procurato.

Sentii che lo faceva con rabbia, come per punirmi dell'urlo che avevo tirato. Per sentire meno male ne assecondai l'entrata e Marco sentito che quel pezzo di marmo riusciva ad entrare di piu', provo' a spingerlo piu' dentro incoraggiato da Luca, che sempre sbirciando dallo specchietto o girandosi non si perdeva niente. 'Infilaglielo tutto fino a farlo sparire, che quando mi giro non ne voglio vedere neanke un cm fuori' Non ti preoccupare, Luca, questo frocio lo prendera' tutto e si ricordera' di noi, non e' vero...? come cazzo ti chiami?'

'Carlo', bisbigliai.

'no tu ti chiami frocio!! Allora come ti chiami?'

'Frocio', dissi con un filo di voce. ' Piu' forte che non ho sentito, Luca tu hai sentito?'

'No', rispose Luca.

'Hai visto che non abbiamo sentito tutti e due?''disse Marco 'Allora come ti chiami?'

'Frocio' dissi io un po' piu' forte

'Come?' 'FROCIOOO!' -urlai

'oh stronzo, abbassa la voce, ci hai preso per sordi?' e con queste parole Marco mi levo' d'un colpo dal culo quei 30 cm che mi aveva buttato dentro. e Luca: 'ti avevo detto di farglielo sparire nel culo e tu glielo levi?' 'aspetta, che glielo faccio pulire con la bocca che mi fa schifo tenerlo in mano dopo che e' uscito dal suo culo' Sperai che non gli venisse in mente di farmelo prendere tutto in bocca, non ce l'avrei fatta! L' intenzione di Marco era quella, mi giro' la testa dal lato di Luca , me ne infilo' dentro almeno 25 cm e spingeva ancora per farmelo entrare tutto. Per impedire che me lo ficcasse tutto, strinsi i denti mordendo quel lattice, cosi' forte che Marco disse: 'Non entra piu' di cosi', da questo buco, meglio il culo.' 'Dai disse Luca ti avevo detto di farglielo scomparire dentro il culo' 'Ok, ok adesso lo faccio'.

Tentai di alzare il culo per favorirne l'entrata ma il poderoso corpo di Marco, sempre a cavalcioni su di me, mi impediva di muovermi. Allora spinsi con le forze che mi rimanevano, come per cagare, Marco posiziono' la cappella, spinse violentemente ed in un attimo spari' nel mio intestino. Godevo come un riccio, sobbalzavo ogni volta che la cenere ancora calda cadeva dalla sigaretta di Marco perennemente sulle labbra. Marco pensava di farmi male non pensando che qualcuno potesse prendere 40 cm di cazzo in culo senza sentire dolore, ma io godevo da morire specie quando prese a farmelo uscire tutto e a farmelo rientrare subito piu' volte e con cattiveria. Girai le mani sulle poderose cosce pelose di Marco e riuscii a prendergli l'uccello in mano e a menarglielo anche se mi faceva male il braccio. Marco se lo lascio' menare continuando a stantuffarmi il culo sempre piu' forte e a picchiarmi con forza con una mano il mio culo. 'Dai, dagliele, di piu', fammi sentire il rumore' disse Luca che con una mano aveva preso a menarsi quel pezzo di cazzo fuori dagli slip e con l'altra teneva il volante.Sentivo Luca eccitato al massimo, gli piaceva sentire il rumore del ciak delle mani sulle natiche.

'Dagliene ancora che lo puniamo per essere frocio, non sento bene con tutto questo casino del motore' Marco tolse la mano dal cazzo finto che mi aveva confikkato tutto come una lancia e prese a pikkiarmi il culo con tutte e due le mani, credendo cosi' di farmi male senza sapere il piacere che invece mi dava e di far piacere a Luca che nel frattempo stava rallentando il TIR sino a fermarlo. Se avessero saputo che dal mio cazzo erano gia' usciti, per 2 volte, litri di sborra sul loro lettino, non so' cosa mi avrebbero fatto! Continuando a menare il cazzo di Marco lo feci sborrare copiosamente mentre lui si agitava saltando sulla mia schiena. La sborra ando' dovunque, sulle mie cosce, sul finestrino di destra, sul sedile di destra, sulla tendina ed anche su un orecchio di Luca che disse: 'Che cazzo fai, mi sborri addosso?' E Marco: 'Ti ricordi quante sborrate hai fatto tu su di me ogni volta che ci scopavamo la Luisa sul camion? Venivi come una fontana ed io non dicevo mai niente'. Vidi che Luca, stranamente non si puliva e, nella mia perversione, pensai che gli facesse piacere tenere la sborra del suo amico su di se'! Continuavo a tenermi stretto nel culo il cazzo di lattice.

FINE TERZO CAPITOLO

Continua...


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