ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Lotta libera

Un racconto di Kumshot

Mi presento, mi chiamo Stefano.

Sono un ragazzone di 20 anni, studente in Chimica all'Università di Milano, grande, grosso e coperto di un fitto pelo nero, in questo ho preso tutto da mio padre, con capelli e fitta barba nera.

Ecco appunto, continuando con le presentazioni, mio padre si chiama Francesco: è un gigante di quasi due metri, credo ben oltre i 120 kg, anche lui con una bella barba e come dicevo prima estremamente peloso in ogni dove e intendo in OGNI dove.

Sì, ha infatti anche un fantastico culo coperto da una foresta di peli. Come faccio a saperlo?

Semplicemente perché i miei, essendo naturisti, li ho sempre visti circolare nudi per casa e in vacanza.

Dimenticavo di dire che mio padre, che ha 45 anni, è stato fino a pochi anni fa un giocatore professionista di rugby.

Adesso gioca in una squadra amatoriale e allena anche una squadra di ragazzi di un piccolo centro sportivo. Vi lascio quindi immaginare il fisico spaziale che ha.

Per completare le presentazioni, mia mamma Maria una donna bellissima, bionda con degli occhi azzurri straordinari che è purtroppo mancata sei anni fa, e poi mio fratello Carlo che non potrebbe essere più diverso di me, magro come un chiodo e senza un pelo, biondo e con occhi azzurri, tutto mamma.

La nostra casa è in campagna, in una piccola località della Lomellina in provincia di Pavia.

Sono gay e ne sono stato cosciente fin da ragazzo, vista l'attrazione che hanno sempre esercitato su di me gli uomini grossi e pelosi, proprio come mio padre.

Anche i miei lo hanno sempre saputo, accettandomi per quello che sono.

Amando gli orsi, avere mio padre sempre in giro nudo per casa, senza potere accarezzare il suo bellissimo corpo, è stata una tortura permanente e mi sono dovuto rassegnare a consumarmi di seghe accontentandomi di annusare le sue mutande sporche prelevate dal cesto della biancheria.

Spesso correvo in bagno non appena mio padre ne usciva dopo essersi messo in libertà completamente nudo dopo il lavoro, per prendere dal cesto le sue mutande ancora calde, ripercorrendo col naso in base agli odori tutte le parti anatomiche che avevano contenuto fino a pochi secondi prima: la fragranza di piscio dove poggiava il suo cazzo, più oltre l'odore del suo inguine e dei suoi coglioni sudati e infine l'odore del suo buco del culo.

A quel punto la mia sega si era già conclusa con un fitto getto di sperma nel lavandino.

In questi ultimi anni, prima che mi trasferissi a Milano per l'università, e dopo la morte di mamma, ho spesso trovato nei suoi slip anche estese macchie di sperma, non so se dovute a masturbazione o a avventure sessuali durante la giornata.

Fatto sta che quando trovavo queste incrostazioni di sborra mi eccitavo ancora di più: succhiavo il tessuto delle mutande inebriandomi del sapore ancora intenso dello sperma e sborrando abbondantemente.

Da due anni però ho lasciato la casa dei miei in Lomellina e condivido un appartamento a Milano con altri due studenti e adesso, a inizio luglio, il padrone di casa ci ha detto che dobbiamo liberare l'appartamento fino a settembre per rifare il bagno causa perdite al piano inferiore.

Sono così tornato temporaneamente nella casa di famiglia dove mio padre ormai vive solo essendo anche mio fratello via per i suoi studi.

Dopo i convenevoli e i saluti, a cena mio padre mi racconta che è impegnato ultimamente, nel tempo libero, nel centro sportivo per fare della manutenzione.

In particolare il giorno successivo, sabato, intende dedicarsi tutto il giorno all'imbiancatura della palestra, dove i ragazzi si allenano tra le altre cose anche al judo, chiedendomi se ho voglia di aiutarlo.

Gli rispondo che nei sarei ben lieto ma che non ho con me vestiti da poter sporcare con la vernice.

Mio padre dice di non preoccuparmi dato che in loco sono disponibili un paio di tute da imbianchino.

Così il giorno dopo ci rechiamo al centro sportivo che è deserto vista la chiusura estiva per manutenzione.

Andiamo nello spogliatoio per cambiarci e mio padre mi da la tuta più grande che ha trovato nel magazzino che già a occhio appare risicata per il mio fisico abbondante.

Quando la indosso non riesco neanche a abbottonare i bottoni sul fianco: la tuta mi fascia come una guaina, la mia pancia e il mio culone sono a stento contenuti mentre le mie tette, da sotto la t-shirt bianca saltano fuori dalla pettorina.

Mio padre vedendomi non può trattenere una sonora risata e mi paragona a una salsiccia da sugo dicendo che dovrei proprio mettermi a dieta e fare un bel po' di allenamento con lui.

Piccato dai suoi commenti gli dico che nonostante il suo fisico e i suoi muscoli potrei batterlo quando vuole in una gara di lotta libera.

Mio padre mi prende in parola e mi propone una competizione di tre incontri di lotta: tutto sarà ammesso tranne calci, morsi e pugni. Chi vincerà due dei tre incontri sarà nominato campione.

Dicendo questo mi trascina sui tatami da judo e mi propone di iniziare.

Purtroppo non posso più tirarmi indietro, ho fatto lo spaccone e so che contro la forza e il fisico di mio padre ho ben poche possibilità. Cominciamo comunque a combattere.

Impacciato dalla tuta stretta, finisco ben presto al tappetto con tutti i suoi 120 e passa chili che premono sulla mia schiena.

1 a 0 per mio padre.

Protesto per il fatto che la tuta mi impedisce i movimenti: mio padre dice allora di lottare entrambi in mutande, saremo così ad armi pari.

Ricominciamo, i nostri corpi sono avvinghiati, all'improvviso mio padre mi afferra per le mutande per ribaltarmi ma perde l'equilibrio e finisce a terra strappandomi letteralmente le mutande di dosso.

Ci ritroviamoal tappeto, lui di schiena e io sopra di lui con i miei genitali ormai all'aria che gli finiscono in faccia.

Comincio a contare, sicuro di avere conquistato il punto, ma arrivato a due sento la bocca di mio padre che prende il mio cazzo in bocca.

Per la sorpresa mi sollevo leggermente ma facendo questo libero mio padre dalla presa e lui ne approfitta per sgusciare via e rimettersi in piedi.

Mi guarda ora con aria strafottente, io sto per protestare ma mio padre mi dice che nel regolamento niente vieta simili operazioni...

Il mio cazzo tuttavia è ora vistosamente in erezione ma mio padre non sembra curarsene...

Anzi, per mantenersi a pari condizioni, si toglie anche lui le mutande, giustificandosi che così lotteremo nudi come atleti dell'Antica Grecia.

Ricominciamo, siamo sempre 1 a 0 per mio padre.

La superiorità di mio padre è evidente, all'improvviso la sua mano si infila in mezzo alle mie coscie, e facendo leva sulla spalla con l'altro braccio mi solleva per aria (nonostante i miei 110 kg) e mi sbatte a a terra, sedendosi sul mio torace con il culo praticamente in corrispondenza della mia faccia.

Sento il peso dei suoi coglioni sul mio collo. Adesso si china in avanti e avverto l'odore del suo inguine sudato mentre in mezzo alle sue chiappe pelose appare l'orifizio rosa del suo culo. Conta: uno, due, tre, ho perso.

Ma ho ben altri problemi, questa situazione è decisamente troppo per me, ho un'erezione che questa volta non sfugge a mio padre perché sento la sua bocca che avvolge il mio cazzo e che comincia a succhiare.

Non resisto oltre, alzo leggermente la testa e comincio a leccare il suo buco del culo, lui avvicina ulteriormente le sue natiche verso la mia bocca per agevolare l'attività...

Allungo la mia mano verso il suo cazzo: è duro come marmo e di dimensioni sicuramente imponenti visto che stringendolo in pugno ne rimane una buona metà fuori.

Adesso papà solleva il bacino per ficcarmi il suo grosso cazzo in bocca: a momenti soffoco, ma lui con sapienti movimenti del bacino comincia a scoparmi in bocca mentre continua a lavorare il mio uccello.

Cerco di trattenermi ma dopo pochi secondi gli vengo in bocca, contemporaneamente papà mentre grugnisce per il piacere mi inonda la faccia di possenti getti di sborra: è inarrestabile, sembra una fontana.

Ci accasciamo uno sull'altro, l'odore di sperma che emana dai nostri corpi pelosi impregna l'aria, ma nessuno di noi fa un movimento né dice una parola.

Dopo un po' ci sdraiamo su un fianco, sento il torace peloso di mio padre che preme contro la mia schiena mentre le sue forti braccia mi stringono a sé.

Sono in paradiso non ho mai provato una simile sensazione di pace e serenità nella mia vita e vorrei che questo momento non finisse mai.

Il mio uccello tuttavia non sembra averne avuto abbastanza ed è tornato duro e eretto al pari di quello di papà che sento premere possente in mezzo alle mie natiche.

Il mio orifizio è umido per l'eccitazione e il sudore, il cazzo di papà è ancora bagnato  della mia saliva e del suo sperma: non ci vuole molto perché inizi a farsi strada dentro di me.

Il mio povero culo geme di dolore, ma lui insiste e presto la sua bestia è tutta dentro di me.

Mi sembra di essere squarciato in due, continuo a essere scosso dalle sue spinte, mi trapana come una trivella, senza pietà.

E' una belva in calore, mi afferra il cazzo e inizia a masturbarmi furiosamente mentre le sue spinte si fanno sempre più incessanti.

Ed ecco che con un urlo assordante mi riempie il culo di sborra, vengo anch'io e i miei schizzi di sperma tappezzano la parete di fronte a noi, mentre dal mio culo fuoriesce un fiume bianco.

Sfiniti, rimaniamo stesi faccia a faccia, guardandoci negli occhi ancora sorpresi per quanto ci è accaduto. E' papà che inizia a parlare carezzandomi i capelli.

"Credo di doverti delle spiegazioni. L'unica persona che abbia mai amato è tua madre, la sua scomparsa mi ha gettato nello sconforto anche se ho cercato di non farlo notare a voi ragazzi. E' da allora non ho più fatto sesso, nessuna donna mi sembrava all'altezza di vostra mamma, per cui mi sono consumato di seghe pensando a lei. Fino a un mese fa, quando nella nostra squadra di rugby in è arrivato Giovanni. Credo abbia sui trent'anni e ti somiglia davvero tanto col suo barbone, lo sguardo tenero e il fisico massiccio e peloso.

Non so perché ma la sua presenza mi provoca sensazioni che non avevo provato mai e soprattutto mi scatena erezioni che faccio fatica a mascherare quando, dopo le partite, lo vedo nudo sotto le docce.

Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei soffermato a guardare il culo e il cazzo di un uomo eppure a 45 anni è successo.

E' così che Giovanni ultimamente ha cominciato a sostituire la mamma nelle mie masturbazioni, anche se ovviamente finora non ho mai avuto il coraggio di parlare con lui dei miei turbamenti.

E arriviamo ad oggi, ti giuro che tutto quello che è successo non era programmato e non riesco ancora a capacitarmi che sia accaduto: è come se improvvisamente si fosse rotta una diga...

Devo confessarti che non ho mai provato eiaculazioni così intense e bestiali.

Sono ancora qui a chiedermi come sia stato possibile, ma ti assicuro che per me è stata l'esperienza più bella della mia vita forse perché l'ho condivisa con mio figlio, ma temo che per te è stato invece traumatico e non credo che potrai mai perdonarm..."

Non l'ho lasciato finire, ho preso la sua testa fra le mani e ho baciato la sua bocca. "Papà anche per me è stata una tempesta inaspettata e travolgente e poi ti devo confessare che sei sempre stato nel mio immaginario erotico. Tu sai che sono gay e non è stato facile per me convivere quotidianamente con un uomo bellissimo come te che mi gira intorno nudo senza poterti sfiorare... quello che è successo oggi è stato liberatorio anche per me e sono sicuro che rimarrà l'esperienza più bella della mia vita, grazie papà."

Rimanemmo abbracciati ancora a lungo, il tempo passava e ormai non se ne parlava più di eseguire i lavori che ci eravamo prefissi di fare e che in realtà non avevamo neanche iniziato.

I tatami, persino le pareti mostravano le tracce delle nostre eiaculazioni e dopo un'accurata pulizia andammo sotto le docce per lavar via tutto lo sperma che copriva i nostri peli anche se io avrei avuto voglia di tenerlo sul mio corpo per tutta la mia vita...

Andammo a casa, cenammo ma non parlammo più dell'accaduto, poi ognuno andò nella sua stanza per dormire.

Era una notte calda, non riuscivo a prendere sonno sia per il calore sia per il ricordo e le emozioni della giornata.

Stavo per addormentarmi, quando vidi la porta aprirsi e mio padre entrare nella stanza.

Senza dire una parola si stese accanto a me e carezzandomi mi disse "penso che qualcosa sia ancora rimasto in sospeso fra di noi ed è qualcosa che ti devo per chiudere il cerchio: vuoi scoparmi? E' qualcosa che non ho mai provato, ma lo voglio fare con te..."

Senza proferire parola lo baciai, i peli delle nostre barbe si mischiarono in un tutt'uno mentre le nostre lingue si incrociavano in bocca.

Scesi poi ai suoi capezzoli, erano turgidi ed eretti in mezzo alla foresta di peli, li succhiai avidamente per poi scendere alle sue grosse palle e al suo cazzo già duro come il marmo.

Gli sollevai le gambe per farmi strada con la lingua in mezzo alla fitto pelo del culo fino al suo orifizio, lo leccavo avidamente godendo dell'afrore che emanava.

Poi cominciai a penetrare con un dito il suo buco vergine, la sua faccia tradiva il dolore che provava, ma continuai inserendo anche un secondo dito.

La pulsione a penetrarlo con il mio cazzo che esplodeva era però troppo forte e messomi le sue gambe sulle spalle cominciai a farmi strada con la cappella in mezzo ai suoi possenti glutei pelosi.

Cominciai a penetrarlo, papà cacciò un urlo, mi ritrassi per poi rientrare più in profondità e così finché il mio cazzo non fu completamente dentro.

Gli occhi di papà erano umidi per il dolore ma dopo qualche secondo fu lui a implorarmi di continuare e di chiavarlo a fondo.

Cominciai a incularlo con foga, i miei coglioni sbattevano contro le sue natiche, la sua mano segava il suo uccello ormai spaventosamente duro e grosso mentre i suoi gemiti di godimento si facevano sempre più forti... "sì Stefano, inculami, sì, riempimi il culo di sborra, sì, sì, fottimi, così, sì così, sì, sì, sì, sìììì"

In quel momento, ansimando, venne inondandosi il torace, la barba e il volto di sperma, non risparmiando neanche la testiera del letto con gli schizzi.

Mi unii al suo gemito e urlando "vengo" gli versai in culo fiotti di sborra con spasmi che si susseguirono come un treno in corsa finché dal buco cominciarono a fuoriuscire rivoli bianchi.

Mi accasciai su di lui e lo baciai con passione, mai avevo goduto in maniera tanto intensa.

Rimanemmo abbracciati e ci addormentammo così, nonostante il caldo, con i nostri corpi pelosi avvinghiati e intrisi di sperma...

La domenica finalmente facemmo i lavori di tinteggiatura in programma continuando nei giorni successivi con parecchi altri lavori di manutenzione.

L'estate trascorse felicemente, la nostra complicità era ormai completa, anche se non facemmo più l'amore.

Quello che era successo era irripetibile e nessuno dei due voleva rovinare il ricordo di quella indimenticabile giornata.

Con l'autunno tornai a Milano nell'appartamento nuovamente agibile ma nei weekend spesso prendevo la corriera per andare da papà per trascorrere in campagna il fine settimana con lui.

E con il suo compagno Giovanni. Sì, proprio quel Giovanni lì...



I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.