ORSI ITALIANI MAGAZINE




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La nostra storia (Primo giorno)

Un racconto di verybigbear


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Nota: Su richiesta dell'autore, non sono state inserite immagini nel racconto

Luigi era seduto sul divano e controllava nervosamente l’orologio. “Dovrebbe essere qui a momenti. Spero non sia in ritardo!”. Aveva speso le ultime due ore preparandosi per questo incontro, ormai imminente. Aveva pulito l’appartamento, messo lenzuola pulite e aveva perfino preparato degli stuzzichini - tutto per mettere Giuliano a suo agio. Dopotutto aveva viaggiato 600 km solo per incontrarlo...

Era la prima volta che i due si incontravano di persona. Fino a quel momento si erano visti solo su Skype e scritti qualche messaggio. Una cosa però è vedersi via webcam, una cosa è toccarsi, e l’avrebbero fatto da lì a breve. Questo pensiero mise una sensazione di nervosismo in Luigi.

Il suono stridulo del campanello riportò Luigi alla realtà. Si alzò di scatto e andò a lunghi passi dritto alla porta. Quando aprì la porta il cuore di Luigi ebbe un sussulto. Lui era lì. Giuliano, il bell’orso italiano in tutto il suo splendore. Per un attimo Luigi non seppe come reagire. “Dovrei abbracciarlo? O solo stringergli la mano?” pensò. Ma prima che Luigi potesse completare il pensiero Giuliano lo strinse in un caloroso abbraccio.

Luigi ebbe un’erezione istantanea. Il solo abbraccio allentò un sacco di tensione sessuale che si era accumulata nell’ultimo anno in cui i due si erano tenuti in contatto. “Sono davvero felice che tu sia qui!” disse Luigi timidamente e Giuliano per tutta risposta lo baciò teneramente sulla bocca. Luigi reagì appassionatamente al bacio e in poco tempo le effusioni riscaldarono l’ambiente.

Ho atteso così tanto questo momento, Luigi” disse Giuliano, e mentre sussurrava queste parole le sue mani scivolarono lungo il ventre di Luigi fino al suo pacco che sembrava sul punto di esplodere. Giuliano non era sorpreso di quella erezione perché lui stesso ne aveva una potente e accarezzare il sesso del suo amico lo arrapava ancora di più. Gli sussurrò un “Ti amo” pieno di significato e cadde in ginocchio davanti a lui. Temeva fosse troppo presto e che quello che stava facendo rovinasse tutto, ma l’urgenza di prenderlo in bocca era troppo forte. Luigi era chiaramente imbarazzato ma allo stesso tempo eccitato e non lo fermò quando aprì la cerniera dei suoi pantaloni. Giuliano non estrasse subito il cazzo di Luigi ma lo morse avidamente attraverso la stoffa dei pantaloni, pregustando quello che stava sotto. Il suo cazzo aveva un buon odore, un lieve odore di maschio che eccitava Giuliano ancora di più. Alla fine lo estrasse, rivelando una cappella violacea, dura come il marmo. Non poteva fare a meno di baciarla, leccarla e di prenderla in bocca, incoraggiando Luigi a scoparlo in bocca.

Luigi sentì il calore della bocca di Giuliano attorno al suo glande. Onde di piacere gli attraversarono il corpo percorrendo la sua colonna vertebrale. Giuliano succhiava avidamente stringendo lo scroto dell’amico e tirandolo leggermente, provocandogli dolci fitte di piacere. Tutto questo era troppo per Luigi che si stava rapidamente avvicinando all’orgasmo, ma Giuliano se ne accorse e si fermò giusto in tempo per dare a Luigi la possibilità di fermarsi e riprendersi. Luigi rimase lì con l’erezione più potente della sua vita, col fiato corto e tremante di piacere. Arrossì quando si rese conto di quanto desiderio e di quanta lussuria ci fossero negli occhi di Giuliano. Forse per la prima volta capì veramente quanto lo desiderasse e fremesse di passione per lui.

Giuliano si alzò, prese la testa di Luigi tra le mani e lo baciò sulla bocca. Luigi sentì il sapore  del suo cazzo sulle labbra di Giuliano. Era un sapore magnifico. Infilò la lingua nella sua bocca per sentire nuovamente quel sapore e i due iniziarono a baciarsi appassionatamente mentre i loro ventri si premevano delicatamente uno contro l’altro.

Le mani di Luigi si posarono sulla patta di Giuliano e rivelarono velocemente il suo cazzo eretto. Era bollente, quasi febbricitante, e così asciutto… Stava lì quasi implorando di essere umettato e Luigi rispose a questo appello di aiuto. Si liberò delicatamente della presa di Giuliano e si inginocchiò davanti a lui, faccia a faccia con il suo uccello. Il cazzo che aveva sognato così tante volte ora era lì davanti a lui, desideroso di essere baciato e leccato. Luigi tirò lentamente indietro il prepuzio scoprendo una cappella violacea con due labbra rosa sulla cima.

Con una presa ferma avvicinò lentamente la bocca a quel magnifico cazzo in tiro. Giuliano poteva sentire il fiato caldo di Luigi mentre le sue labbra toccavano quello che avevano ardentemente desiderato per così tanto tempo. Luigi iniziò a leccare avidamente la cappella, stringendo contemporaneamente le palle di Giuliano con la mano sinistra. In poco tempo il cazzo di Giuliano era tutto nella bocca di Luigi. Giuliano afferrò i capelli di Luigi e spinse la sua testa verso il basso, infilando il cazzo ancora più a fondo. Luigi sentì il cazzo che arrivava fino in gola e Giuliano non mollava la presa ma lui, sentendo il gusto dello sperma, non si tirò indietro ma anzi ne volle di più. Luigi adorava il modo in cui veniva forzato questo rapporto orale e Giuliano lo notò. “Mi ricordo che ti piace essere dominato” disse Giuliano forzando la testa di Luigi sul suo cazzo. “Avrai quello che desideri, amico mio”. Allontanò Luigi dal suo cazzo e avvicinò la faccia alla sua. Guardò Luigi dritto negli occhi e lo baciò. La sua lingua sapeva esattamente cosa voleva e si fece strada nella bocca di Luigi. Il sapore dei loro cazzi si era mescolato e questo arrapò Luigi ancora di più. Guardando al suo cazzo vide che stava perdendo alcune gocce di sperma. Giuliano seguì il suo sguardo. “Non puoi permettere che il mio seme vada sprecato” disse Giuliano, e spinse la testa di Luigi fino al pavimento. Lui raccolse avidamente le gocce di sperma e si leccò i baffi.

Ora girati. Voglio dare un’occhiata al tuo buchetto”. Luigi obbedì e si voltò porgendo il culo. Sentì le mani calde di Giuliano sulle sue natiche. All’inizio erano gentili e si muovevano lentamente in una dolce carezza, ma ad un tratto si irrigidirono per scoprire il caldo buco di Luigi. “Tesoro, che meraviglia! Adoro il tuo buco peloso!“

Giuliano affondò la faccia tra le natiche e inspirò l’odore di maschio dell’amico. Luigi aveva fatto la doccia appena alzato ma ora era pomeriggio inoltrato e lui aveva sudato non poco a causa delle pulizie in casa. Giuliano adorava l’odore di maschio sudato e iniziò a leccare avidamente. Appena sentì la lingua di Giuliano, Luigi fu percorso da un brivido di piacere che lo scosse dalla testa ai piedi. Gli piaceva da matti essere leccato così e il fatto che fosse proprio Giuliano a farlo aggiungeva piacere al piacere. La sua barba ispida fece quasi impazzire Luigi, tanto che non potè fare altro che segarsi mentre Giuliano si dava da fare, soffocando gemiti di piacere. Giuliano stava letteralmente banchettando col culo di Luigi. L’odore pungente di sudore era sul suo naso, sulle sue labbra e su tutta la sua barba. Lui VOLEVA avere quell’odore su di sè tanto quanto voleva essere DENTRO quel buco, fondere il suo corpo con il corpo del suo amico amante. Giuliano era consapevole che quel buchetto stretto aveva bisogno di tempo e preparazione e anche se ogni fibra del suo corpo desiderava penetrarlo, il suo cervello gli suggeriva di aspettare e di prepararlo a dovere.

Giuliano infilò la lingua nel buchetto di Luigi. La punta premeva delicatamente e lo sfintere pulsò in risposta. Era un gioco per rilassare e fidarsi l’uno dell’altro. “Prendimi…” mormorò Luigi con la mente offuscata dal piacere che Giuliano gli stava dando. Giuliano ignorò l’invito. Sapeva bene ciò di cui Luigi aveva bisogno ma non era ancora il momento. Abbandonò per un attimo l’ano dell’amico e scese giù a leccare lo scroto. Era freddo e peloso e i due testicoli penzolavano liberamente. Giuliano li prese in bocca entrambi e, a labbra chiuse, li tirò dolcemente verso di sé e poi li lasciò andare.

Il buco di Luigi era ora piuttosto aperto e lui era così arrapato che il suo sfintere sembrava un fiore rosa in attesa di essere colto. La sua schiena era arcuata, le natiche rivolte in alto in una posa oscena. La sua mente era totalmente assorbita nella gestione del piacere che veniva dal suo ano e dai suoi genitali e aveva raggiunto il punto di non ritorno, quindi ritardare l’orgasmo era una dolce tortura crudele.

Giuliano capì che era finalmente giunto il momento di fondere il suo corpo con quello dell’amico. Luigi intuì le sue intenzioni e con entrambe le mani divaricò le natiche con un gesto osceno che eccitò Giuliano più di quanto credesse possibile. Il suo cazzo era asciutto ma il buco di Luigi era ben lubrificato dai suoi umori e dalla saliva di Giuliano, quindi entrò piuttosto facilmente nonostante le dimensioni generose. Luigi fu investito da una scarica di dolore e di riflesso il suo sfintere si irrigidì aumentando la sofferenza, ma in poco tempo riuscì a controllarsi e il dolore cedette il passo al piacere. Luigi si sentiva pieno, violato e completo. Si sentiva felice. Giuliano era in lui, lo stava dominando, lo stava sottomettendo, era l’uomo che scopava il suo uomo, aveva il controllo della situazione e lui si lasciò andare, perdendosi in quella fusione di corpi e anime.

Le sensazioni che provenivano dal suo cazzo erano così intense che per un attimo la vista di Giuliano si offuscò. La carne attorno al suo sesso era tenera e lo avvolgeva come un caldo guanto liquido, pulsante e vibrante di vita e desiderio. Giuliano lo spinse più in profondità, consapevole del dolore che stava causando al suo partner, consapevole che era la cosa giusta da fare, consapevole di esercitare il suo dominio sulla sua preda sottomessa. Spinse ancora finché il suo addome toccò le natiche di Luigi. Era completamente dentro di lui, l’accoppiamento era perfetto, naturale, e avrebbe potuto durare per sempre. Non c’era soluzione di continuità tra loro, erano una sola carne e i loro cuori battevano all’unisono.

Luigi poteva sentire il cazzo di Giuliano pulsare nel suo culo stretto. Era una sensazione meravigliosa, proprio come aveva immaginato tante volte. Anche se la penetrazione così profonda era dolorosa, ne valeva la pena. Giuliano spostò la parte superiore del corpo di Luigi verso il basso, si sporse in avanti e con tutto il peso del suo corpo spinse più a fondo che potè il suo cazzo nel culo di Luigi. La mossa gli tolse il fiato e non poté fare altro che soffocare un urlo. Luigi amava essere montato con forza e Giuliano sembrava un maestro in quella disciplina. Iniziò a scoparlo lentamente ma via via aumentò il ritmo dei colpi penetrandolo sempre più velocemente. Giuliano non era più padrone di se stesso: dopo aver sognato questo momento per lungo tempo, tutto quello che voleva era scopare il culo dell’amico. Ormai posseduto dalla sua parte animalesca, Giuliano afferrò le natiche di Luigi e aumentò ancora la frequenza dei colpi, consapevole che così facendo non sarebbe durato a lungo. Nonostante Luigi lo implorasse di riempirlo di sperma, Giuliano sapeva che non era ancora giunto il momento quindi estrasse il suo cazzo e girò Luigi verso di sè. Luigi era paonazzo in volto e tutto sudato ma era raggiante di felicità. Giuliano lo squadrò dalla testa ai piedi e notò che il suo cazzo era ancora più turgido di prima e grondava gocce di sperma, quindi si inginocchiò e lo ripulì per bene. Ad ogni colpo di lingua di Giuliano il corpo di Luigi era percorso da brividi di piacere. Fu duro non cedere all’orgasmo, per lui. Mentre veniva cavalcato da Giuliano aveva dovuto evitare di masturbarsi perché sapeva che altrimenti sarebbe esploso.

Giuliano si sedette sul sofà e aprì le sue gambe in una posa volutamente oscena. “Credo sia giunto il momento che tu ti inginocchi e presti le dovute attenzioni al mio cazzo con quella boccuccia che ti ritrovi” disse guardando con fermezza negli occhi scuri di Luigi. Non fece in tempo a finire la frase che Luigi aveva già fatto sparire l’asta nella sua bocca. Giuliano si distese godendosi la lingua di Luigi che correva all’impazzata sul suo sesso. “E’ così impaziente di assaggiare il mio sperma…” pensò Giuliano. Luigi non lo sapeva, ma Giuliano conservava il suo sperma dal giorno in cui aveva saputo che si sarebbero incontrati. Erano due settimane che non si masturbava e non vedeva l’ora di trasmettere il suo patrimonio genetico al corpo dell’amico.

E’ ora” disse Giuliano. Sembrava che Luigi avesse atteso quelle parole da sempre. Senza dir nulla salì sul divano e, dando le spalle a Giuliano, si piegò sulle gambe in modo da toccare il cazzo dell’amico con le natiche. Giuliano afferrò le natiche di Luigi e le guidò. Quando furono in posizione Giuliano mormorò “Lasciati andare amore mio”. Luigi si lasciò cadere, impalandosi senza appello. Un dolore acuto lo colpì, lasciandolo senza fiato. Arrancò e cercò di riguadagnare l’equilibrio, ma Giuliano lo trattenne. Era suo, ancora e per sempre. Quel dolore era il piccolo prezzo da pagare.

Luigi sentì il cazzo grosso e duro di Giuliano rompergli lo sfintere. Il suo corpo stava istintivamente combattendo contro quell’intrusione ma la sua mente la accoglieva con gioia. Sentì il suo corpo cercare di riacquistare l’equilibrio ma la mente vanificava ogni sforzo. Lentamente il dolore si affievolì, il suo corpo iniziò a cedere al grosso cazzo e lui scivolò in uno stato di puro piacere. Giuliano lo abbracciò, la sua mano sinistra sul suo petto e la destra sulla sua pancia. Poteva sentire il pelo soffice di Luigi sotto le sue dita, i suoi seni morbidi e la sua pancia prominente. Gli afferrò il cazzo e sentì che era duro come la pietra, la cappella violacea ritta e turgida. La tensione nel suo corpo era palpabile. Gli stava dando piacere ma anche dolore e questo gli dispiaceva, anche se sapeva molto bene che il piacere inizia dove finisce il dolore… La sensazione di fusione tra i corpi, di essere un solo corpo, era incredibile. Non solo sentiva la sua pelle sulla sua pelle, ma anche il dolce peso del suo corpo. Luigi era robusto ma questo non era un problema per Giuliano. Era più grosso e più pesante di lui e poteva sopportare un po’ di pressione. Giuliano si concentrò sulle sensazioni del basso ventre. Poteva sentire l’intestino di Luigi attorno al suo cazzo. La sensazione era pazzesca. Era DENTRO il suo amante, lo stava violando, lo stava possedendo, ora.

Luigi si mosse lentamente impalandosi e poteva sentire il cazzo di Giuliano sempre più in profondità ad ogni colpo. La sensazione di questo grosso cazzo pulsante nel suo buchetto stretto diede a Luigi un piacere che non provava da tempo. Poteva sentire grosse gocce di sperma scorrere lungo il suo cazzo. Stava facendo un grosso sforzo per non venire ma non voleva fermarsi perché sentiva i gemiti di piacere di Giuliano sotto di lui. Voleva dargli la miglior scopata della sua vita. Voleva dare piacere al suo orso italiano come non mai. Ad un tratto Giuliano afferrò il bacino di Luigi e con un colpo secco di reni affondò il cazzo fino alle palle. Questa dolce violenza fu la goccia che fece traboccare il vaso e Luigi esplose in uno schizzo copiosissimo che si sparse su tutto il suo petto peloso. Luigi emise un urlo e Giuliano iniziò a pompargli il culo in modo forsennato. Luigi raccolse lo sperma dal suo petto e con due dita lo fece assaggiare a Giuliano che, golosamente, ripulì le dita in un istante. Il sapore dello sperma fece perdere il lume della ragione a Giuliano, che continuò a scoparlo con grande violenza. Luigi poteva sentire tutta la forza dirompente del cazzo del suo maschio italiano che squarciava il suo culo. Ora che l’effetto dell’orgasmo era passato poteva sentire nuovamente tutto il dolore ma non si ritirò perché voleva far godere il suo uomo come lui aveva goduto. Sentiva che il suo orgasmo era vicino. Desiderava ardentemente che ogni goccia del suo sperma entrasse in lui e divenisse parte di lui.

Giuliano raggiunse il punto di non ritorno. Con un ultimo affondo si abbandonò all’orgasmo e un fiume di sperma si riversò nel culo tormentato di Luigi, che sfinito si lasciò cadere sul suo uomo. Giuliano lo abbracciò e con un filo di voce gli mormorò in un orecchio “Ti amo.”

(continua)

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