ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Io e mio padre (parte quinta)

Un racconto di Picerotti

I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Dopo neanche un mese dall’ultimo incontro avuto con mio padre, al quale aveva assistito anche mio cugino Daniele, ce n’e' fu un altro… per me davvero inaspettato.

Una domenica i miei dovevano andare a un battesimo per cui mi ero gia' prefigurato una giornata di pieno relax.

Invece all’ultimo momento mio padre disse che non aveva voglia di andarci e che preferiva starsene a casa, e cosi' fece. La cosa mi sembro' alquanto strana ma non ci detti peso. Mia madre invece ci ando' comunque.

Dopo pranzo, avevo appena finito di mettere in ordine la cucina, quando suono' il campanello: andai ad aprire la porta e mi trovai mio cugino Daniele.

Lo feci entrare e ci sedemmo per un caffe' mentre mio padre era andato a riposare. Parlammo del piu' e del meno ma non certo di quanto avvenuto un mese prima!!!

Quando mio padre si alzo', ci raggiunse in cucina e disse che visto che c’eravamo tutti potevamo anche cominciare.

Io sobbalzai ma capii che quell’incontro era stato concordato a tavolino tra mio padre e mio cugino, i quali mi spiegarono che quella domenica volevano divertirsi con me e stavolta Daniele avrebbe preso parte attivamente.

Anche se ancora sorpreso, non potei che accettare… come avrei potuto rifiutare? Decidemmo di andare in camera mia e mio padre disse che il primo a spogliarsi doveva essere Daniele perche' di lui non avevamo ancora visto 'nulla'!

Mio cugino non si fece pregare: si tolse tutti i vestiti, mutande comprese, ed espose con fierezza il suo pene ai nostri occhi. Mai vista una cosa del genere: una vera bestia! Lungo almeno trenta cm e soprattutto grosso, grossissimo… una circonferenza da far paura.

L’asta era segnata da grosse vene bene in evidenza e terminava in un ciuffetto di peli ricci e tutti arruffati. Io e mio padre restammo senza parole, per cui mio cugino disse che ora toccava a noi.

Ci spogliammo quindi anche noi e mio padre disse che dovevamo tenere 'a battesimo' il cuginetto, per cui gli avremmo dato cosi' il benvenuto: lui gli avrebbe infilato il suo arnese nell’ano (davvero il rapporto anale e' la mania di mio padre) mentre contemporaneamente io gli avrei fatto un bel pompino.

Mio cugino trovo' l’idea azzeccatissima. Mio padre quindi si posiziono' alle spalle di Daniele e cerco' con tutta la forza che aveva in corpo di farsi strada nel suo culo bello sodo mentre io mi inginocchiai davanti a lui e cercai di infilarmi quella bestiola in bocca, ma era davvero un’impresa tanto era grosso.

Mentre lo leccavo, sentivo i colpi di mio padre che da dietro lo stava infilzando come un trapano. Mio cugino gemeva e ripeteva che era un mese che aspettava questo momento.

Dopo buoni cinque minuti mi venne in bocca scusandosi per non avermi avvisato… gli dissi che non aveva importanza, la sua sborra non era poi cosi' malvagia!!!

Io mi fermai mentre mio padre continuava la sua missione finche' non venne anche lui riversando tutto il suo sperma nel culo di mio cugino.

Finito il rito di iniziazione, Daniele mi disse se non avevo un qualche gioco a tre da proporre. Ci pensai su un attimo e andai in cucina; ritornai in camera con un piccolo tavolino rotondo che misi al centro della stanza e sopra vi collocai una fetta biscottata.

Spiegai le regole del gioco: ciascuno di noi si sarebbe posto attorno al tavolo, si sarebbe fatto una bella sega, avrebbe eiaculato sopra la fetta biscottata e… l’ultimo a venire si sarebbe gustato, come pegno, la deliziosa merenda cosi' preparata.

Mio cugino disse che ero un genio! Ci disponemmo in piedi a cerchio attorno al tavolo, afferrammo i nostri gioielli di famiglia e al mio via cominciammo a segarci freneticamente.

Il primo a venire fui io, ma d’altronde era anche normale visto che per me era la prima volta della giornata! Riversai tutto il mio sperma sulla fetta biscottata, ripulendo ben bene il pene perche' non ne andasse sprecata nemmeno una goccia.

Fu quindi la volta di mio cugino che fece altrettanto. Infine venne pure mio padre e, come da regolamento, dopo aver ricoperto anche lui con il suo sperma la fetta biscottata se la mangio' di gusto, commentando che la miscela ottenuta era ottima.

Mio cugino mi guardo' come per chiedermi 'e adesso?'. Proposi una 'sega alla moscacieca': ognuno di noi a turno sarebbe stato bendato e uno dei due 'avversari' gli avrebbe fatto una sega; scopo del gioco era indovinare chi era stato. La proposta fu accolta con entusiasmo.

Decidemmo che avremmo rispettato il turno con cui eravamo venuti nel gioco precedente, per cui il primo a essere bendato con una sciarpa fui io.

Mi sentii prendere il pene con veemenza e l’autore della sega me lo stava letteralmente strappando; me lo tirava su e giu', a destra e sinistra con degli strattoni fortissimi. Poi fece indietreggiare il mio lungo prepuzio e comincio' a solleticarmi la cappella provocandomi un enorme disagio perche', essendo sempre coperta dal prepuzio, e' una zona estremamente sensibile.

Cominciai a gemere sempre con le mani dietro la schiena mentre il mio 'aguzzino' comincio' a massaggiarmi i testicoli… non resistetti piu' e gli venni nella mano.

Dalla mancanza di tatto, mi fu facile capire che si trattava di mio padre.

Fu quindi la volta di Daniele e, dopo un gesto d’intesa con mio padre, fui io a fargli il servizio. Afferrai quell’asta enorme con tutte e due le mani e di riflesso il pochissimo prepuzio di mio cugino si arrotolo' all’indietro scoprendo la cappella… una meraviglia, grossa e violacea, un vero capolavoro.

Cominciai quindi a stuzzicargli l’apertura dell’uretra e ad accarezzargli la cappella… non pote' resistere. E anche lui indovino' che ero stato io!

Quindi tocco' a mio padre e mio cugino mi fece cenno che andassi io. Presi quindi il pene di mio padre tra le mani e per non farmi scoprire, massaggiai soltanto l’asta facendo scorrere su e giu' il suo lunghissimo e interminabile prepuzio, senza mai scoprire del tutto la sua cappella.

Mi venne in mano dopo soli due/tre minuti ma… sbaglio' perche' disse che era stato mio cugino a fargli quel bel lavoretto.

Poiche' aveva sbagliato, doveva subire un'altra sega cercando di indovinarne l’artefice. Questa volta si fece avanti mio cugino.

Prese con forza il pene tra le mani e comincio' a tirarlo come se volesse strapparglielo. Poi lo fece girare vorticosamente e infine con violenza fece scorrere all’indietro quei chilometri di prepuzio per mettere allo scoperto la cappella.

Mio padre emise un grido di dolore, evidentemente quel movimento brusco gli aveva fatto male ma mio cugino non se ne curo'.

Afferro' la cappella nella mano e strinse forte il pugno facendola diventare piccola e rossastra.

Mio padre non ne pote' piu': venne copiosamente riempendo il pavimento della sua sborra.

Ed era gia' la quarta volta che veniva in un’ora!!!

Questa volta non si sbaglio' nel dire chi gli aveva fatto quel bel lavoretto. Mio cugino disse che sperava di non avergli fatto troppo male ma mi padre lo rassicuro' dicendo che si era eccitato come una bestia!!!

Io credevo che i due fossero stanchi (mio padre era gia' venuto quattro volte e mio cugino tre) ma mi sbagliavo, e di grosso!!!!

Mio padre mi chiese che cos’altro proponevo loro. Non riuscivo a crederci, non erano ancora stanchi, anzi erano ancora pieni di voglia.

Proposi allora un torneo: ognuno di noi avrebbe dovuto inventarsi una prova di resistenza; chi resisteva di piu' otteneva tre punti, il secondo due e l’ultimo uno. Alla fine delle tre gare chi aveva il punteggio piu' alto sarebbe stato il campione.

Il primo a proporre la sua gara fu mio cugino: dovevamo resistere quanto piu' possibile stringendo il pene tra le gambe. Al suo via tutti e tre divaricammo le gambe, prendemmo i nostri gioiellini da dietro la schiena e li tirammo con tutta la forza possibile all’indietro e poi, sempre al via di mio cugino, chiudemmo le gambe.

Era uno spettacolo vedere tre uomini che sembravano aver perso il pene!!! In nessuno dei tre rimaneva traccia del proprio arnese, ben nascosti com’erano tra le nostre gambe.

Io proposi che a turno ci fossimo girati per mostrare il pene che spuntava fuori da dietro. Io mi girai per primo e mio padre d’istinto si chino' per dare un pizzicotto al mio pene che faceva capolino tra le gambe.

Poi si giro' mio padre e io restituii il pizzicotto e mio cugino fece altrettanto. Poi si giro' anche Daniele e anche stavolta gli arrivarono due pizzicotti.

Dopo un po’ cominciammo a sentire dei crampi ma nessuno voleva cedere. Mio padre pero' ad un certo punto non ce la fece piu', divarico' le gambe e il suo arnese, come una molla, se ne ritorno' davanti.

Poco dopo io lo imitai e a quel punto, avendo ormai vinto la prova, anche Daniele libero' il suo pene. Punteggio: mio padre un punto, io due e Daniele tre.

Venne quindi la mia prova di resistenza: andai in garage e ritornai con una spazzola con le setole in ferro, una di quelle che si usano per grattare il legno o il ferro. Spiegai che a turno ci saremmo sdraiati per terra proni con il pene appoggiato proprio sopra gli aculei di ferro.

I miei avversari sembravano spaventati mentre io, che l’avevo gia' provata, dissi che se non volevano fare la prova non avrebbero preso alcun punto. Di fronte a una questione 'd’onore', non si tirarono indietro.

Il primo a sottoporsi fu mio padre: si sdraio' per terra e io mi inginocchiai di fronte a lui, gli presi il pene e lo aiutai ad adagiarlo sopra la spazzola rivolto verso l’alto. Dissi a mio cugino di mettere un piede sopra il culetto di mio padre affinche' non potesse barare e feci partire il cronometro. Mio padre resistette un minuto e quarantasei secondi.

Poi tocco' a mio cugino, aiutai anche lui a posizionare il pene correttamente sulla spazzola, misi un piede sul suo culetto di marmo e feci partire il cronometro: un minuto e dieci secondi.

Tocco' infine a me. Daniele con la sua mano mi adagio' il pene sulla spazzola, sempre rivolto verso l’alto, mentre mio padre col suo piede mi schiacciava il culo verso le setole in ferro. Mentre io e mio cugino tenevamo il piede appena appoggiato, mio padre spingeva con forza verso il basso comprimendomi contro la spazzola. Povero il mio pene!!!

Comunque resistetti tre minuti e ventidue secondi guadagnandomi tre punti. Mio padre ne ottenne due e Daniele uno.

Venne quindi il turno di mio padre: toccava a lui inventare una prova di resistenza. La sua trovata non fu poi cosi' originale ma… toccava a lui scegliere.

Ci propose una sega reciproca e i punti assegnati in base alla resistenza prima di venire.

Per rendere un po’ piu' intrigante la prova proposi io una variante: ci saremmo messi tutti e tre a quattro zampe in cerchio e ognuno avrebbe masturbato il compagno davanti tirando il pene dell’avversario a se' facendolo passare tra le gambe dello stesso. La proposta fu accolta con entusiasmo. Ci disponemmo quindi a quattro zampe e ci mettemmo in cerchio. Io davanti a me avevo mio cugino per cui afferrai il suo pene gigante, lo feci passare tra le sue gambe ed ero pronto al via per fargli un bel lavoretto.

A dire il vero ho dovuto faticare un po’ perche' il pene di Daniele, essendo cosi' turgido, opponeva non poca resistenza a rimanere piegato all’indietro!!!

A sua volta mio cugino fece la stessa cosa con l’arnese di mio padre e quest’ultimo prese il mio pene e passandolo tra le mie gambe divaricate lo attiro' a se'! Eravamo tutti pronti. Mio padre diede il via e cominciammo a segare i nostri avversari con quanta piu' forza possibile, ovviamente con una sola mano perche' con l’altra dovevamo sostenerci a terra.

Tutti e tre cominciammo a emettere dei gemiti di piacere… eravamo davvero all’apice del godimento. Il primo a cedere fui proprio io, non resistevo piu'.

Con un getto abbastanza forte finii col riempire il viso di mio padre di sperma perche' lui teneva il mio pene vicino alla faccia. Per me un punticino solo.

Poi fu la volta di Daniele che mi inondo' la mano di sborra e per ultimo, dimostrando come sempre una gran resistenza nel venire, sborro' mio padre praticamente in viso a mio cugino.

Per lui tre punti e per Daniele due. Facemmo la somma e ci accorgemmo che avevamo totalizzato tutti e tre sei punti per cui la prima olimpiade casalinga dei peni si era conclusa in perfetta parita'!!!

Daniele a quel punto disse che doveva tornare a casa o la moglie avrebbe cominciato a impensierirsi. Ovviamente non poteva tornarsene a casa tutto imbrattato di sperma percio' gli dicemmo di farsi una doccia e, ovviamente, io e mio padre pretendemmo di goderci lo 'spettacolo' visto che lui la volta precedente ci aveva osservato mentre ci lavavamo.

Mio cugino accetto' senza problemi per cui io e mio padre ci sedemmo sul bordo della vasca mentre lui si faceva la doccia. Che spettacolo vedere quella bestiola che si ritrova tra le gambe tutta insaponata!!!

A entrambi ci venne duro di nuovo… Finito di lavarsi, Daniele si rivesti', ci saluto' e soprattutto ci ringrazio' dicendo che era stata la giornata piu' eccitante della sua vita.

Mio padre lo rassicuro' che non sarebbe stata l’ultima!!!

Ora era il nostro turno di lavarci: mio padre propose di farci la doccia assieme, accettai ma si sa che la paglia vicino al fuoco si incendia facilmente. E infatti… mentre ci insaponavamo a vicenda non sapemmo resistere e senza bisogno di dire nulla ci sparammo un’ultima sega a vicenda riuscendo a venire praticamente all’unisono.

Capii quindi che era meglio se lasciavo ora mio padre a lavarsi da solo…

Finita la doccia entrambi, ci accomodammo in salotto esausti e il commento comune fu che 'bisognava senz’altro ripetere una giornata del genere!!!'.

PICEROTTI


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