ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Io e mio padre (parte quarta)

Un racconto di Picerotti

I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Dopo quella terza esperienza tra me e mio padre non ci fu piu' nulla per tantissimo tempo e io cominciavo ad avere profonda nostalgia del suo 'gioiello'; continuavo a spiarlo quando andava in bagno ma… non mi bastava piu'!

D’altronde, pero', non avevo minimamente il coraggio di prendere io l’iniziativa e di proporgli alcun che.

Ma, inaspettatamente, fu mio padre a rompere il ghiaccio.

Una domenica mattina insistette con mia madre perche' trascorresse una giornata fuori con le amiche; la cosa mi sembrava piuttosto strana.

Alla fine mia madre cedette alle sue insistenze e con un giro di telefonate si organizzo' per passare in giro tutta la giornata.

Appena partita, mio padre mi fece capire le sue reali intenzioni: mi disse che aveva invitato un nostro cugino, Daniele, e che avremmo giocato tutti e tre insieme.

Subito non capii dove voleva arrivare ma poi mi spiego' che aveva raccontato dei nostri incontri a questo suo cugino, e che questi gli aveva incessantemente chiesto di essere presente una volta.

Io mi sentii imbarazzato nel sapere che qualcun altro era a conoscenza dei nostri incontri segreti ma di fronte al volto visibilmente allupato di mio padre non potei che dirgli che ero d’accordo.

Subito dopo pranzo suono' il campanello: Daniele fu puntuale come un orologio svizzero. Appeno lo vidi, provai un forte imbarazzo ma lui sembro' non farci caso.

Fece finta di nulla all’inizio, bevemmo il caffe' parlando del piu' e del meno.

Poi mio padre che evidentemente non ne poteva piu' di aspettare disse che era meglio 'cominciare'.

Mi disse che Daniele avrebbe semplicemente guardato mentre noi ci saremmo divertiti assieme perche' questi erano i patti.

Io, sinceramente, mal digerivo l’idea che qualcuno ci osservasse… ma cosa potevo fare? Mio padre si spoglio' rimanendo solo con gli slip e mi invito' a fare altrettanto.

Non appena pero' tolsi i pantaloni, mio padre corse a togliermi gli slip mostrando a Daniele il mio pene e chiedendogli se avesse mai visto nulla di piu' bello.

Io arrossii per la vergogna ma il coraggio non mi manco' per dire che il mio era niente a confronto di quello di mio padre… un chiaro invito a spogliarsi del tutto.

E infatti mio padre si tolse gli slip e, a dire il vero, sembrava un po’ imbarazzato.

Daniele invece sembrava eccitarsi alla vista dei nostri corpi nudi come vermi.

Mio padre decise che per prima cosa ci saremmo segati a vicenda e mi prese il pene tra le sue mani possenti e comincio' a farmi una sega con una voracita' tale che sembrava volesse staccarmelo!

Io feci altrettanto: presi il suo bellissimo e grossissimo arnese tra le mani e cominciai a tirare su e giu' l’enorme prepuzio nascondendo e mostrando di continuo il suo glande rossastro.

Daniele sembrava in visibilio…

Il primo a venire fui io, inondai completamente la mano di mio padre del mio sperma. Dopo buoni cinque minuti, durante i quali mio padre non si decideva a mollare la presa sul mio pene nonostante fossi gia' venuto e procurandomi cosi' anche un certo fastidio, venne anche lui.

La quantita' di sbora che emise fu pazzesca, la mia mano era tutta ricoperta del suo seme. Il cugino disse che non aveva mai visto nulla di piu' bello.

Ma mio padre lo corresse dicendo che eravamo solo all’inizio.

Daniele ci chiese se poteva toccare i nostri peni perche' lo attraevano troppo, mio padre rispose anche per me dicendo che non c’era problema.

Prese quindi il mio pene e quello di mio padre e cerco' di avvicinarli l’uno all’altro, poi scappello' completamente il mio e mi fece anche male perche' i suoi modi erano piuttosto bruschi; quindi tiro' con veemenza il prepuzio di mio padre e con quello cerco' di ricoprire il mio glande.

Il suo commento fu di due peni… uno solo!

Non sapeva evidentemente che questo noi l’avevamo gia' sperimentato.

Comunque la sensazione che provavo era bellissima, il mio glande era a strettissimo contatto con quello di mio padre e ci sfregavamo a vicenda, il tutto ben serrati dalla mano possente di Daniele che ci impediva in qualsiasi modo di 'fuggire' da quella situazione.

A forza di sfregamenti e solletico io venni dopo buoni dieci minuti ma la mia sbora era imprigionata dentro il prepuzio di mio padre che si ritrovo' col glande tutto bagnato ma risoluto a resistere.

Di nuovo ero venuto e non mi si dava il tempo di riprendermi perche' mio padre continuava a strusciarsi di continuo.

Finalmente venne anche lui e anche la sua sbora rimase imprigionata in quella presa che sembrava non voler cedere.

Alla fine Daniele capi' che era ora di mollare la presa, lascio' liberi i nostri peni mentre una quantita' mastodontica di sperma gocciolava sul pavimento.

Mio padre, che come al solito non perde tempo, disse che ora veniva il momento clou.

Mi disse di mettermi a novanta e comincio' con forza e irruenza a penetrarmi l’ano, sembrava in preda a un atto di pazzia irrefrenabile, incontrollabile.

Si dava degli slanci enormi fino a quando riusci' a penetrare completamente.

Quindi comincio' ad allentare un po’ la violenza dei suoi slanci.

Dopo una ventina di minuti mi venne nelle viscere, mi sentivo davvero pieno del suo liquido seminale anche perche' non fu disposto a togliere il suo arnese dal mio ano finche' anche l’ultima goccia di sperma non fosse rimasta imprigionata dentro di me.

Daniele aveva ormai gli occhi fuori dalle orbite; mi chiedevo come potesse resistere a fissare noi due senza avere un’eiaculazione!!!

Mio padre pero' non era ancora pago… si inginocchio' davanti a me, prese il mio pene in bocca e comincio' a succhiarlo passando delicatamente la lingua sopra il glande.

Non ho certo potuto resistere a lungo e in effetti gli inondai la bocca di sbora che lui degluti' avidamente.

Daniele a questo punto disse che non ce la faceva piu' e che voleva partecipare; io mi sentii in imbarazzo ma mio padre taglio' corto dicendo che il patto era che lui avrebbe fatto da spettatore e che gia' doveva accontentarsi che gli avevamo permesso di toccare i nostri peni e di tenerli stretti durante la sessione di docking.

Io proposi, per stemperare l’aria, di andare nel garage dove mio padre ha la sua stanza degli attrezzi. Mio padre disse che non capiva ma che comunque non sarebbe tornato sui suoi passi… io gli dissi che avremmo trovato una via di mezzo.

Andammo tutti e tre nella stanza degli attrezzi e io dissi a Daniele che avrebbe avuto i nostri peni a disposizione per un quarto d’ora, o comunque fino a quando non fossimo venuti un’altra volta, per giocarci utilizzando tutti gli attrezzi che voleva ma… senza toccarci con le mani.

Mio padre disse che era d’accordo quindi io e lui mettemmo le mani dietro la schiena e lasciammo i nostri bei arnesi, gia' ritornati belli turgidi, a completa disposizione di Daniele il quale non perse tempo!

Prese dapprima il martello e comincio' a darci delle martellate anche belle intense: una a mio padre e una a me; noi facevamo finta di provare dolore ma in realta' godevamo come pazzi.

Poi prese una lima e comincio' a limare, ovviamente senza calcare la mano, prima il mio e poi quello di mio padre provocandoci una goduria indicibile.

Poi fu la volta della raspa e della pinza con cui cercava di attorcigliare il nostro prepuzio dopo averlo ben stretto.

Infine prese dei bastoncini di legno e comincio' a picchiettare in contemporanea sulle nostre aste con tutta la forza che poteva.

Questo a dire il vero ci provocava anche un certo dolorino ma non potevamo certo tirarci indietro!

Io e mio padre ci demmo uno sguardo di complicita' e decidemmo che era ora di venire… quindi venimmo quasi all’unisono mentre i nostri peni continuavano ad essere bacchettati di santa ragione!

A questo punto mio padre disse che era davvero stremato ed era la prima volta che glielo sentivo dire!

Quindi decise di interrompere lo spettacolo a favore di Daniele concedendogli un ultimo 'contentino': poteva rimanere dentro al bagno e guardarci mentre facevamo la doccia.

Io non ero gran che d’accordo ma mio padre aveva deciso anche per me.

Il primo a entrare in doccia fu mio padre e Daniele rimase tutto il tempo li' a fissarlo ma a dire il vero mi sedetti anch’io a rimirare lo show.

Poi fu il mio turno.

Entrai nel box doccia ma dovetti lasciarlo aperto per permettere al mio spettatore di vedermi.

Io ero davvero a disagio a lavarmi con Daniele che controllava tutto e, oltretutto, questo risvegliava il mio 'amichetto' evidentemente solleticato dalla situazione.

Daniele segui' scrupolosamente ogni mio movimento e quando mi lavai il pene cercando di nascondere il fatto che era nuovamente bello turgido mi fece notare che avevo un pene splendido… mai sazio!!!

Finita la doccia, e lo spettacolo, ci rivestimmo e Daniele disse che se ne andava ma che dovevamo al piu' presto permettergli di assistere di nuovo a uno spettacolo cosi' magari anche partecipandovi…

La risposta fu che ci avremmo pensato su ma, a tutt’oggi, la premiata compagnia dei peni non ha ancora concesso nessun bis!!!

PICEROTTI


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