ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Il mio primo orso 

Un racconto di Maskio83


[STORIA VERA. SOLO I NOMI E ALCUNI DETTAGLI PERSONALI SONO INVENTATI PER RISPETTO DELLE PERSONE DI CUI RACCONTO]

Mai stato un amante degli orsi io.
Non per razzismo o per altro, probabilmente solo perche' figlio dei modelli di bellezza inculcatimi da anni di merchandising pubblicitario di cui si nutre questo nostro mondo di consumismo in via d'estinzione. In via d'estinzione perche' i soldi stan finendo per cui senza materia prima finiranno anche i consumi.
Ad ogni modo il mio bell' aspetto, unito alle mie doti dentro le mutande, era riuscito da sempre a farmi procurare prede facili e dall' aspetto affusolato ed aggraziato, anche quando nemmeno ero a caccia.
Come ad esempio successe con Lollo.
Lorenzo, Lollo per gli amici, lo cito perche' e' parte di questo racconto, fu uno dei miei primissimi amanti. Al tempo avevo solo 17 anni, ma con gia' alcune esperienze precedenti e Lorenzo fu assunto da mia madre per alcune lezioni pomeridiane di matematica, timorosa com' era che mi bocciassero in quarto superiore, cosa poi inevitabilmente accaduta.
Lui, al tempo, era un brillante studente di ingegneria di 24 anni, molto carino e soprattutto evidentemente effeminato ed io ci impiegai sole tre lezioni di un' ora cadauna per farlo finire sopra il mio letto sotto di me.
Con lui l' algebra e la trigonometria rimasero materie sconosciute nella mia testolina, in compenso approfondimmo lungamente altre posizioni, non necessariamente di tipo geometrico.
I miei scarsi risultati scolastici, uniti al senso di economica praticita' di mia madre, dopo un po' troncarono la nostra relazione fatta unicamente di cavalcate pomeridiane con mio sommo sollievo, dato che Lollo si stava invaghendo pericolosamente di me.
Non mi dispiaceva affatto il sesso con lui, ma io non intendevo fare quell' ulteriore passo che lui invece bramava ardentemente.
Me lo ritrovai solo una volta, qualche tempo dopo, sotto casa ad aspettarmi per implorarmi di metterci assieme, ma io gli manifestai senza indorare troppo la pillola il mio diniego e poi per dieci anni le nostre esistenze non si incrociarono piu'.
Dieci anni in cui anche il suo ricordo pian piano sbiadi', annebbiato da centinaia di altri incontri e di altri ragazzi, fino al giorno in cui praticamente non ci scontrammo in fabbrica. Sapevo che avevano strappato a suon di euro un nuovo direttore vendite dalla concorrenza, ma non m' ero nemmeno curato di conoscere il suo nome.
I piani alti erano comunque off-limits per noi operai non specializzati con contratto a tempo determinato e dunque rimasi sorpreso quando me lo ritrovai davanti, durante la sua prima visita al reparto fabbricazione.
Rimase sorpreso anche lui a dire il vero, come sorpreso fu il direttore generale del fatto che ci conoscessimo gia', sebbene fortunatamente non ne approfondi' il motivo e sorpresa dopo sorpresa Lollo, ormai pero' nemmeno Lorenzo, bensi' l' ingegner Martini, mi chiese di salire 5 minuti nel suo ufficio a fine turno.
Come stai? Cavolo sembri ancora un ragazzino. Sempre magro e bellissimo. Io invece vedi? La vita sedentaria mi sta facendo male. Le solite cose insomma che si direbbero due vecchi amanti dopo dieci anni che non si vedono.
Ma cosa dici? Anche tu non sei affatto male. Ti impalerei ancora volentieri sopra al mio letto.
Dopo quella mia uscita vedo un rapido scintillio nei suoi occhi che tornano pero' subito opachi come a dire: ah quanto mi piacerebbe se fosse vero e non un complimento di circostanza come in quest' istante ho capito sia in realta'.
Poi passiamo a raccontarci il modo in cui le nostre vite si sono evolute, della serie io ancora single a frequentare locali e a rimorchiare selvaggina fresca con cadenza quasi settimanale e lui invece felicemente sposato con tale Teo a fare una morigerata vita matrimoniale, casa e lavoro, lavoro e casa.
L' ultima sorpresa di quella giornata non e' pero' tanto il suo invito a cena da loro, che non hanno amici e non vedono mai nessuno e gli farebbe piacere farmi conoscere il Teo, quanto il fatto che io mi ascolti dire: si, volentieri.
Confesso che mi stuzzicava l' idea di sedurlo di nuovo, cosa che avevo capito non mi sarebbe risultata di affatto difficile, addirittura davanti al suo convivente, ma poi nei giorni che precedettero la serata stabilita decisi che Lollo in fondo non se lo sarebbe meritato, ne quella cosa avrebbe probabilmente giovato al rinnovo del mio contratto di lavoro.
E poi mi rendevo conto che a quasi 27 anni mi ritrovavo ad avere centinaia di ex-amanti e nemmeno un amico.
Forse potevo trovarne addirittura due. Certo e' che quando Lollo mi aveva invitato per cena a casa loro io mi aspettavo per l' appunto una casa, non un superattico da fantascienza dove solo i sopramobili nelle mensole del vano soggiorno costavano piu' o meno quanto tutto il mio bilocale nell' estrema periferia, per cui preferii concentrarmi su Matteo, detto Teo, il compagno di Lorenzo, detto Lollo, ora ingegner Martini della direzione vendite.
Praticamente un orsetto in miniatura, ma senza troppi peli esclusi quelli che popolavano con una certa classe lo spazio fra il naso ed il suo labbro superiore.
 Piccolo e rotondo, ma al contrario di Lollo nient' affatto effeminato o con atteggiamenti e inflessioni da cui intuire la sua omosessualita'.
Un tipo cordiale e molto alla mano, nonostante mi avesse detto, con anche un pizzico di modestia, di essere uno dei piu' stimati pubblicitari italiani, mentre successivamente ho scoperto fosse proprio il numero uno nel suo campo. 
Durante l' aperitivo, peraltro un cocktail preparato dallo stesso Teo sulla base di una misteriosa ricetta sud coreana, ebbi vagamente dei flash in cui affondavo i denti sull' opulenza della sua carne e il mio cazzo dentro quel  culotto rigoglioso, ma furono solo fugaci visioni.
A, perche' m' ero ripromesso di non rovinare quella serata che si stava rivelando piacevole anche in modo sorprendente e B, perche' ricordando bene il modo anche un po rude in cui piaceva essere sottomesso e sbattuto il Lorenzo, quelle sue chiappone rotonde dovevano essere, un po' come le mie, territorio off-limits.
Pero' mi chiesi come mai avessi in passato sempre scansato i tipi cicciotti, quando invece mi sembrava palese come la carne abbondante di Teo mi stava provocando quanto meno un certo sommovimento nel basso ventre.
Entrambi erano degli ospiti perfetti, simpatici e premurosi e quindi proseguimmo i nostri amabili discorsi anche una volta sedutici a tavola.
Fu pero' durante il secondo, un piatto francese dal nome irripetibile come uno scioglilingua, sebbene semplicemente delizioso, che realizzai quanto tutte le loro cortesie e premure condite da un pizzico di eccessiva ilarita' nascondessero il fatto di essere entrambi tremendamente attratti da me.
E se da Lorenzo potevo anche aspettarmelo visti i precedenti, mi sorpresero le occhiate melliflue che Teo continuava a lanciarmi sempre piu' spesso.
Ebbi anche il sospetto che quell' invito a cena celasse in realta' il desiderio di qualche altro finale di serata, piu' movimentato diciamo e cominciai anche a pensare che un po' d'azione con entrambi non mi sarebbe poi affatto dispiaciuto.
Siete diversi, ma entrambi carini e arrapanti, dovessi scegliere non saprei davvero chi portarmi a letto.
L' amo lo gettai io e dalle loro risatine complici, per nulla imbarazzate, che presupponevano l' aver gia' discusso privatamente del dilemma della mia eventuale scelta, capii che almeno uno dei miei due pesciolini avrebbe abboccato rapidamente. Abbastanza rapidamente che forse non saremmo arrivati nemmeno alla frutta di quella cena deliziosa prima che l' arpione del crudele pescatore infilzasse la sua preda. Naturalmente io avrei scommesso su Lollo che infatti fu quello a farsi avanti.
Comincio' a spiegarmi un po' timidamente quanto loro due si amassero nonostante il fatto che sessualmente fossero poco compatibili e quando mi disse che era sempre lui a ricoprire il ruolo attivo della coppia intuii quanto davvero fossero poco compatibili.
Da parecchio tempo Teo gli diceva di trovarsi qualcuno, anche a pagamento, per divertirsi anche lui almeno una volta, offerta che pero' aveva sempre declinato.
Almeno fino a quando non s' era imbattuto in me dopo cosi' tanto tempo.
Fu poi Teo a dirmi un po' impacciato di quanto Lollo mi avesse sempre descritto come l' amante piu' straordinario che avesse mai avuto in vita sua e che se a me fosse balenata l' idea di rinverdire ogni tanto gli antichi fasti con Lorenzo, lui non si sarebbe minimamente opposto.
Quanto mi attraevano entrambi. Teneri, timidi, passivi.
La mia erezione da sotto i pantaloni lo stava a dimostrare.
Naturalmente mi dichiarai molto piu' che disponibile e posi una sola condizione.
Volevo Lollo, ma volevo anche Teo. Li volevo entrambi, anche subito possibilmente.
Fu Lorenzo a proporre di finire almeno la cena, ma fu anche quello che sfilatosi una scarpa comincio' a farmi piedino‚ sotto il tavolo mentre Teo, che era quello dei due che sedeva piu' vicino a me aveva preso ad accarezzarmi una coscia, indugiando sempre qualche secondo di troppo sul rigonfiamento del mio uccello sui pantaloni.
I miei due gentili ed educati ospiti s' erano improvvisamente trasformati in due assatanati e famelici, come se non vedessero cosi' da vicino un maschio attivo da anni, cosa che probabilmente era anche vera.
Voglio scoparvi entrambi.
Immediatamente.
E no, non furono ne sorpresi ne seccati della mia richiesta che era in realta' piu' un ordine perentorio.
Mi presero ognuno rispettivamente una mano e mi accompagnarono nella loro camera da letto.
Apro una parentesi, camera da letto spaziale: parquet rosso, letto in ferro battuto con su lenzuola di seta nera, armadio gigantesco tutto ricoperto di specchi e se quella vista riflessa non bastava un altro grande specchio a forma di cuore era piazzato esattamente sopra il letto.
Praticamente un' alcova d'amore perfetta per due che l' amore non lo facevano quasi mai, se non attraverso l' uso di oggettistica di forma fallica, come mi avevano confessato.
Io avevo gia' sperimentato situazioni come quella con un paio di altre coppie, ma loro mi intrigavano davvero tanto e mi ripromisi che li avrei fatti godere in modo da rendere indelebile nella loro memoria il ricordo di quella sera.
Cominciai con Lollo, laddove ricordavo piuttosto bene come e cosa fare.
Praticamente lo scaraventai sul letto e piombandogli addosso con tutto il mio peso alzai la sua T-Shirt e mi avventai sui suoi capezzoli.
Li ritrovai ancora piu' appuntiti e sensibili di come me li ricordassi.
Presi a succhiare e a mordicchiare e gli divennero subito turgidi.
Ero talmente preso dai suoi gemiti e dall' erezione immediata che gli sentivo sotto di me che non mi accorsi che nel frattempo Teo era riuscito a sfilarmi le scarpe almeno finche' non percepii la sua bocca che premeva contro i miei calzini.
E cosi' l' orsacchiotto era anche un porcellino feticista, non male.
Erano state sempre grandi scopate con quelli che prima s' erano messi ad adorare i miei piedi.
Nel frattempo Lollo aveva preso a dimenarsi sotto di me. Mi fai sentire una donna, piagnucolava felice.
Sei una donna, sentenziai io prima di salire e di chiudergli la bocca con la mia.
Ricordavo benissimo come lui fosse uno della categoria di quelli che vogliono sentirsi completamente dominati, la mia categoria preferita a dire il vero.
Gli presi le mani e stringendogliele forte immobilizzai le sue braccia dietro la testa mentre lo inchiodavo sul letto col mio corpo e con la lingua piu' che baciarlo lo penetravo per via orale.
Potevo sentire la sua erezione impetuosa sotto di me e i mugolii d'estasi che si espandevano dalla sua bocca dentro la mia, mentre un affamato Teo mi sfilava i calzini e prendeva a succhiarmi avidamente gli alluci, i suoi baffetti a solleticarmi divinamente le altre dita dei piedi.
Il mio cazzo stava scoppiando. Mi rialzai lasciando Lollo boccheggiante e Teo con un rivolo di saliva ancora sul viso e in pochi secondi mi liberai dei vestiti.
Lorenzo conosceva gia' le dimensioni e la consistenza della mia erezione per cui non ando' oltre ad uno sguardo ammirato mentre a Teo scappo' un gridolino esclamativo come quello di un bambino che avesse appena scartato un regalo di Natale a lungo agognato.
Il primo che si spoglia e viene a succhiarmelo sara' il primo che lo ricevera' in dono fra le chiappe.
E quasi scoppiai a ridere quando li vidi trafelati strapparsi quasi di dosso i vestiti per tagliare il traguardo da vincitori.
Manco a dirlo fu ancora Lorenzo ad alzare la coppa, ficcandoselo tutto dentro fino alla gola dopo un balzo felino.
Io alzai la testa e dallo specchio sul soffitto mi vidi seduto a gambe divaricate sul letto, Lollo inginocchiato davanti a succhiarmi l' uccello e Teo sdraiato in fondo che mi leccava le dita dei piedi.
Sembrava la scena di un' altra dimensione.
Allungai un braccio dietro la sua schiena e con le dita trovai un buchino gia' umido e fremente, talmente pronto che dopo poco si rialzo' dal mio cazzo per permettere alle mie dita di entrare ancor piu' a fondo.
Anche io ero pronto, ma prima volevo assaggiarlo.
L' aroma amarognolo, quella fragranza di sudore, muschio, sangue e merda tipica del buco del culo e' da sempre il sapore piu' inebriante che abbia mai gustato.
Feci girare Lollo che sempre inginocchiato mi offri' un altro pasto a dir poco delizioso.
Per essere uno che non lo prendeva da tempo ce l' aveva davvero morbido ed elastico, probabilmente avevano fatto buon uso di quei giocattolini di gomma e plastica che tenevano nel cassetto del mobile vicino al letto insieme ai profilattici e la mia lingua non trovava alcuna resistenza nel trafiggerlo il piu' a fondo possibile.
Nel frattempo Teo s' era staccato dai miei piedi e gli bloccavo i gemiti baciandolo intensamente con la bocca.
Staccai una delle mie mani dai suoi capezzolini ormai durissimi ed accertatomi della sua erezione pulsante decisi che ora giunta l' ora di aprire seriamente le danze.
Mi rialzai giusto il tempo di infilarmi il profilattico e poi mi inginocchiai di fronte al suo buchino fremente.
A Lollo piaceva essere preso da dietro me lo ricordavo bene, non era importante la posizione, ma il fatto di non guardare mai in faccia il suo amante.
Credo dilatasse la percezione delle sue fantasie di sottomissione, voleva essere completamente sopraffatto da un' entita' maschile non da uno specifico maschio.
Accolse il mio cazzo che affondo' lento ma deciso attraverso un gridolino piu' di gioia che di dolore e quando cominciai a muovermi dentro di lui non riusci' piu' a trattenere i suoi gemiti che emetteva al ritmo delle mie pompate.
Attraverso lo specchio dell' armadio arrivai a scorgere la sagoma di Teo sdraiato sotto con la bocca sull' uccello durissimo di Lollo.
Quella situazione mi eccitava da morire. Senza uscire e mantenendo anche un ritmo crescente mi misi in piedi in modo da aumentare l' inclinazione e la profondita' degli affondi in una sorta di cavalcata animalesca.
Piegai anche il busto fino a poggiarglielo sulla schiena e cominciai a mordergli la nuca.
Lui quasi impazzi' e i suoi gemiti si tramutarono in vere e proprie grida di piacere.
Di nuovo fu Teo a chiudergli la bocca con la sua.
Io lo pompavo ormai furiosamente quando con una mano gli impugnai l' uccello.
Amore, mi fa godere tanto. Il suo piagnucolio era rivolto a Teo, come se non avesse il mio, ma uno dei loro cazzi di gomma, a dilaniargli lo sfintere.
Sei una donna, gli dissi tanto per ricordargli che c' ero anch' io e sapendo quanto gli piacesse sentirselo dire in prossimita' dell' orgasmo.
Orgasmo che gli arrivo' improvvisamente, annunciato solo da un paio di fremiti che lo fecero sussultare violentemente, prima di cominciare ad innaffiare le lenzuola di seta nera accompagnato dal lamento acuto in cui s' era tramutato il suo ultimo gemito.
Io rallentai pian piano e alla fine usci' dai lui, ancora decisamente inappagato per la brevita' in cui s' era conclusa la cosa, ma con l' allettante prospettiva del culotto di Teo che mi stava aspettando.
Lollo finalmente si volto' verso di me e ancora col viso stravolto, ma anche beatamente rilassato, venne a posare un delicato bacio sulle mie labbra.
Sei ancora e sempre il numero uno.
Nemmeno tu scherzi ingegner Martini, fu la mia risposta.
Teo ci stava osservando dal fondo del letto, come se fosse uno spettatore distaccato.
Gli dissi di non fare il timido, passandomi una mano sull' uccello che stava perdendo l' erezione ma era anche pronto a ringalluzzirsi immediatamente, perche' ora sarebbe toccato a lui.
Era la prima volta che lo vedevo davvero, nel senso di vedere cio' che si guarda.
Era piccolo in altezza, ma compensava in massa corporea.
Non ero mai stato con qualcuno cosi', gli orsi, anche quelli evidentemente passivi, non mi avevano mai attratto o forse non mi ero solo mai soffermato sul fatto che potevano anche attrarmi.
E poi Teo non dava tanto l' impressione di essere flaccido, bensi' sembrava sodo e tornito pur nell' abbondanza della sua carne.
Non doveva essere nemmeno il classico orso, visto che di peli ne aveva ben pochi sul corpo e se dovevo proprio affidarmi alla zoologia avrei scelto per descriverlo piuttosto un animale tipo la foca.
In un qualsiasi altro momento della mia vita probabilmente il mio unico istinto sarebbe stato quello stringermelo e coccolarmelo come un tenero peluche spelacchiato, ma in quel preciso istante mi accorsi di desiderarlo fisicamente come quasi mai m' era capitato con qualcuno.
Vieni qua, orsetto.
Lui avanzo' a carponi sul letto, mentre Lollo si faceva da parte e venne ad accucciarmisi addosso.
Cominciai anche con Teo dai capezzoli. Ero abbastanza certo di andare sul sicuro, in anni ed anni di scopate avevo trovato solo pochissimi passivi insensibili a quel genere di attenzione.
I suoi poi si stagliavano sopra due aureole sproporzionatamente larghe, non fosse stato per quei quattro peli in mezzo al petto potevi anche giurare si trattasse delle tette di una donna non eccessivamente procace.
Il mio cazzo torno' immediatamente in tiro, mentre li sentivo inturgidirsi nella mia bocca. Teo comincio' ad emettere dei lunghi sospiri gementi, evidentemente piaceva anche a lui, eccome se gli piaceva e a me eccitava da morire sentire quanto poco maschio anche lui fosse, nonostante l' aspetto dimostrasse il contrario.
Mentre continuavo a straziargli i capezzoli con la bocca, presi anche a palparlo ovunque, a stringere e strizzare.
Era sodo eppure morbido al tempo stesso.
Affondai nelle pieghe dei suoi fianchi, impugnai la sua carne e i suoi gemiti cominciarono a diventare acuti. D'improvviso avevo fame, una fame mai provata prima.
Ero un carnivoro famelico che aveva appena catturato la sua preda succulenta e rigogliosa.
Mi girai parzialmente col busto per farlo sdraiare sotto di me e cominciai a scendere con la bocca.
Leccavo e azzannavo e ogni volta che i miei denti affondavano i gemiti di Teo si facevano piu' intensi.
Divorai la sua pancia morbida e mi persi fra le dolci pieghe dei suoi fianchi.
Tralasciai il suo cazzo piccolo, ma gia' durissimo, e gli divaricai le gambe per  assaggiarne i torniti interno coscia.
Morbidi, bianchissimi e sublimi.
Mi ritrovai completamente ebbro di lui e del suo corpo e completamente preso arrivai a dimenticare la presenza di Lollo accovacciato piu' in la.
Lui s' era abbandonato completamente alla mia bocca vorace e continuavo a sentire quanto ne godesse solo attraverso i gemiti ed i mugolii che inarrestabili gli strappavo. Scesi ancora e ricambiandogli il favore precedente posi la mia faccia sui suoi piedi.
Io non ero mai stato un amante di quel genere di cose, mai sentita attrazione per la forma o l' odore dei piedi maschili, ma quelli di Teo mi attraevano come ogni parte del suo corpo. Erano piccoli e paffuti, le dita cicciotte come fossero una riproduzione su scala maggiore di quelli di un neonato.
L' odore era dolciastro e non troppo penetrante e non appena presi a mordicchiarglieli capi' quanto gli piacesse farselo fare.
Mi distesi completamente e in quel modo riusci' ad afferrare uno dei miei e comincio' a succhiarmi avidamente l' alluce, mentre con l' altra mano aveva preso a masturbarmi dolcemente.
Ormai lo desideravo da impazzire.
Risalii  le sue gambe e vi infilai in mezzo la testa.
Sentii sfilarmi il profilattico e poi il calore della sua bocca avvolse completamente il mio uccello.
Io presi a mordergli le chiappe morbide prima di aprirgliele con le mani e raggiungere finalmente la meta.
Era non solo gia' umido, ma praticamente bagnato, e io mi ubriacai raccogliendone con la lingua ogni stilla.
Me lo lavorai pazientemente fino a quando le terminazioni nervose lo schiusero esattamente come un fiore che si apre e infine affondai implacabile con la lingua.
Lui si arcuo' ancor di piu' per permettermi di spingermi piu' a fondo e quando gli afferrai l' uccello lo sentii appiccicoso.
Fortunatamente non era ancora venuto, ma non doveva essere troppo lontano vista, anzi toccata con mano, l' incredibile quantita' di liquido preseminale che gli era fuoriuscita.
Ho sempre adorato e in parte invidiato i passivi che godevano in modo cosi' naturale senza aver bisogno dell' atto puro e semplice della scopata ed ero certo che Matteo fosse uno di quelli a cui avrei potuto far raggiungere l' orgasmo solo con la bocca o le dita.
Mi intrigava da morire e mi riproposi di farlo godere come mai prima, cosa che non sarebbe stata poi difficile dal momento che a tavola m‚aveva confessato di essere uscito allo scoperto molto tardi e che Lorenzo quindi era stato il suo primo ed unico amante.
Ero il primo vero maschio attivo con cui avrebbe scopato.
Quella sera se la sarebbe ricordata negli anni a venire.
Lo spinsi bruscamente su letto, facendolo girare.
Volevo guardargli il viso, godere anch' io dell' espressioni che avrebbe assunto mentre gli avrei fatto raggiungere l' orgasmo.
Cazzo, quanto ti voglio, gli dissi mentre mi infilavo un nuovo profilattico.
Gli sollevai le gambotte appoggiando le sue caviglie sulle mie spalle ed entrai in lui dolcemente.
Era piu' stretto di Lollo e non volevo fargli male, dovetti anche uscire, ma poi quando rientrai mi accolse definitivamente.
Cominciai con affondi lenti e profondi in modo che il suo buchino si abituasse alle dimensioni del mio uccello, mi abbassai un paio di volte per baciarlo in bocca e poi finalmente senti' il suo ansimare di piacere aumentare di intensita'.
Accelerai il ritmo e con la coda dell' occhio riusci' a vedere il suo piccolo cazzo diventare durissimo.
Mi sembrava di essere una lama nel burro, tanto era morbido e caldo.
Gli afferrai le caviglie con le mani e cominciai a pomparlo sempre piu' forte e sempre piu' veloce.
Ciaf, ciaf, ciaf, ciaf, ciaf. Il rumore dei colpi sordi che con i muscoli delle cosce producevo sulla carne tenera delle sue chiappe tornite stavano riempiendo la stanza.
Anche i suoi mugolii di piacere si fecero sempre piu' acuti e sognanti.
Prese a masturbarsi con due dita, ma io gli bloccai la mano.
Teo era piuttosto basso, anche se abbondante ed ero certo di riuscire a sollecitargli la prostata anche nell' angolo di penetrazione di quella posizione di certo non favorevole. Non aveva bisogno di toccarselo per venire e anche lui lo capi' quasi subito.
Mise le mani sui suoi capezzoli durissimi e comincio' a titillarseli.
Questo potevo permetterglielo, pensai mentre acceleravo ancor di piu' il ritmo.
Lui non grido' come Lollo e mi accorsi del suo orgasmo, giunto troppo presto per i miei gusti, dato che sarei stato a scoparmelo per ore ed ore, quando gli vidi le dita cicciotte dei piedi aprirsi a ventaglio per via degli spasmi nervosi che precedono di pochi istanti l' esplosione del piacere.
Tremava tutto e riusci' ad azzannargli la pianta morbida di un piede nell' attimo esatto in cui comincio' ad allagarsi il pancione con il suo seme.
Non erano veri e propri schizzi, ma un fiotto continuo di liquido denso.
C'ero arrivato sulla sua prostata eccome se c' ero arrivato.
Non rallentai pero' gli affondi perche' l' orgasmo di Teo, scosso da violenti sussulti, sembrava interminabile e dilatato all' infinito.
Si, se la sarebbe ricordata quella scopata, ormai ne ero certo.
Mi dispiaceva solamente fosse venuto quasi subito perche' scopare Teo era stato fantastico e avrei voluto davvero venire anch' io ancora dentro, pero' quando mi accorsi che il suo lunghissimo orgasmo era terminato usci' dolcemente da lui.
La mia erezione era quasi dolorosa e avevo una necessita' impellente di esplodere.
La presenza di Lollo torno' a manifestarsi, sebbene non si fosse mai allontanato se non nella mia testa completamente presa da Teo.
Si stese al suo fianco e l' abbraccio'.
Per un attimo arrivai addirittura a provare un pizzico di gelosia, avrei voluto essere io a sbaciucchiare e a coccolare quel meraviglioso orsetto passivo.
Invece d'un tratto fu come se fossi io quello che improvvisamente s' era smaterializzato. Cominciarono a parlarsi teneramente e tornarono ad essere la coppietta di innamorati che avevo visto durante la cena.
Non c' era piu' traccia dei due assatanati di sesso che si erano fatti sbattere fino a qualche minuto prima.
Io ero un completo estraneo ai loro occhi e li senti' parlare di me come se non fossi ancora li sul loro letto con un cazzo inappagato, duro come il granito.
Come fossi uno dei loro vibratori insomma.
Mi ha fatto godere tanto. Si, te l' avevo detto che e' un amante fantastico.
E'  cosi' maschio.
Scesi dal letto rassegnato.
La serata s' era evidentemente conclusa.
Mi raggiunsero nel salone dopo qualche minuto.
Non si erano rivestiti come me, ma indossavano un paio di accappatoi.
Lollo mi ringrazio' per la serata indimenticabile, era stata anche meglio di quanto aveva sognato potesse essere.
Teo invece non parlo' e si limito' a posarmi un bacio delicato sulle labbra.
Quando si chino' riusci' ad intravedere i capezzoli turgidi sulle sue tettine da donna e di nuovo l' uccello mi si induri' quasi fino a scoppiare.
Decisi che era il caso di andarmene e nonostante la promessa che feci loro ero anche piu' che deciso a non concedere di tanto in tanto qualche bis.
Invece nei mesi successivi andai diverse volte a trovarli di nuovo. Cominciai a detestare Lorenzo e con lui diventavo rude e sbrigativo, cosa che peraltro apprezzava fortemente, mentre con Teo le cavalcate erano piu' lunghe e sentite.
Piu' volte riusci' a farlo venire consecutivamente senza che se lo toccasse nemmeno e poi fidandosi mi permetteva di infilarglielo senza preservativo per cui finivo sempre per riempirlo letteralmente della mia sborra.
Fu Lollo alla fine a troncare definitivamente quelle serate di sesso sfrenato.
Un giorno mi chiamo' nel suo ufficio e dopo aver sprangato la porta mi disse che Teo lo amava piu' di quanto aveva cominciato ad amare non tanto me, quanto il piacere che sapevo dargli, per cui aveva deciso di mettere fine ai nostri incontri.
Di fatto doveva essere stato messo alle strette dallo stesso Lorenzo una volta che aveva intuito quanto entrambi fossimo sempre piu' presi l' uno dell‚altro, ma non gli dissi nulla e accettai la loro decisione.
Sono trascorsi poi dei mesi ed effettivamente non ho piu' visto ne sentito Teo, mentre Lorenzo continuo a vederlo ogni tanto in fabbrica.
Pero' dopo di lui non ho piu' voluto amanti al di sotto dei 90 chili.
Viva gli orsacchiotti passivi!