ORSI ITALIANI MAGAZINE
Hamed
Un racconto di Claudio
Ero stato gia' diverse volte in quel teatro . Mi avevano avvicinato diverse volte uomini in cerca di avventure omosessuali, ma io non avevo mai avuto il coraggio di accettare le loro proposte anche se il mio essere lo desiderava ardentemente. Quella sera avevo bevuto 3 cognac prima di fare il biglietto e con la testa che leggermente mi girava entrai nel locale. Un film di 3a categoria con colori sbiaditi mostrava sullo schermo scene di infilate ripetitive e monotone.
Presi posto nell centro della penultima fila , mi tolsi il giaccone e mi accomodai sulla poltrona. Non vi erano molte persone data l'ora pomeridiana e cosi' potei darmi una occhiata in giro indisturbato alla ricerca di un'eventuale masturbatore. Mi piaceva eneormemente che qualcuno si avvicinasse e con discrezione cominciasse il lento corteggiamento, che finiva con una sega furtiva al buio sotto il giaccone. Sentii la porta di ingresso alle mie spalle che si apriva e un fiotto di luce illumino' per qualche istante la platea. Mi girai solo con la testa e con la coda dell'occhio vidi che era entrato un ragazzo. Alto e robusto. Portava un'impermeabile chiaro e dal colore della carnagione e dai capelli nerissimi e crespi capii che poteva essere un marocchino o giu' di li'. Cammino' lungo il corridoio sotto le lampade di cortesia fino ad arrivare vicino allo schermo poi lentamnete torno' indietro guardando con attenzione le poltrone occupate. Incrociai il suo sguardo e lo sostenni per qualche secondo. lui si infilo' con decisione nella fila davanti dove mi ero seduto e senza togliersi l'impermeabile prese posto proprio sulla poltrona davanti alla mia spostato di un posto sulla mia destra. Io mi ero appoggiato con gli avambracci sulla poltrona davanti e con il gomito del mio braccio destro ero a qualche centimetro dalla sua spalla.
Lo guardai meglio e potei notare che non mi ero sbagliato; anche se di colore molto chiaro, era sicuramente un nord africano. Giovanissimo, al massimo 25 anni e piuttosto alto per la sua razza, i capelli crespi e nerissimi incorniciavano un bel viso con occhi grandi e una bocca carnosa. Passarono alcuni secondi, e mi sentii prendere il mignolo della mano sinistra che con la scusa di lisciarmi il gomito avevo proteso verso la sua spalla. Senza esitare strinsi la sua mano per fargli capire che aveva gettato la rete nel punto giusto: mi lascio' il mignolo e senza esitare si venne a mettere seduto nella poltrona a fianco alla mia .
Ci scambiammo solo un ciao e poi la sua mano si poso' sul mio cazzo che gia' era gonfio a misura di culo, l'alcol fece il suo effetto e dopo un paio di minuti che lui accarezzava la patta dei miei calzoni la mia mano si fece coraggio e si poso' sulla sua . Aveva un paio di calzoni di jeans bianchi molto aderenti e il bozzone che carezzai mi fece capire che Hamed, quello era il suo nome, doveva avere una mazza notevole in mezzo alle gambe.
Ci toccammo ancora per qualche minuto e quando la ralla e l'alcol portarono la mia libidine al punto giusto gli sussurrai nell'orecchio di andare nei gabinetti: lui mi guardo' e mi disse che non ci voleva andare. Io gli dissi con la voce sempre piu' impastata dalla eccitazione che era l'unico posto dove avrebbe potuto farmi un bocchino, lui mi guardo' e dopo un minuto di riflessione si alzo' e ando' verso i gabinetti. Io aspettai qualche minuto anche se tutti si erano accorti delle nostre manovre , quella era la prassi. Proprio quando stavo per arrivare alla porta nascosta dietro ad una pesante tenda rossa, questa si apri' e Hamed rientro' nella sala.
Ci scambiammo uno sguardo e lui mi fece cenno di seguirlo. Si ando' a mettere in piedi vicino alla porta di ingresso e appoggiato al termosifone si accese una sigaretta. Io mi avvicinai e mi appoggiai con il gomito dall'altra parte del termosifone, presi a mia volta una sigaretta e dopo averla accesa gli domandai perche' non mi aveva aspettato nel bagno. Mi hai fatto fare un cazzo di marmo e adesso che facciamo? gli chiesi un po' risentito e un po' incazato. Vieni a casa mia , mi disse Hamed senza distogliere lo sguardo dallo schermo, qui non mi piace, mi continuo' a dire in uno stentato italiano . A casa mia e' meglio e piu' sicuro.
Io gli dissi che non era facile per me andare con lui a casa sua, non ti conosco ci sono tanti delinquenti in giro chi mi dice che non c'e' qualche amico tuo con un bastone o peggio con un coltello e mi fate la festa? Lui si mise a ridere e mi disse hai ragione, non ci avevo pensato, tieni. Prima che mi rendessi conto mi aveva messo in mano un passaporto. Che significa gli dissi.
Significa che tu adesso lo lasci alla cassa cosi' se succede qualcosa tu sai come rintracciarmi o denunciarmi alla polizia. Fu la mossa vincente per Hamed. Misi il suo passaporto in tasca e senza altre parole uscii dalla sala mentre un cazzo di dimensioni notevoli si infilava per la millesima volta in una larga fica. La sua casa era all'inizio di via Emanuele Filiberto a pochi isolati dal teatro dove ci eravamo incontrati e per arrivarci impiegammo due minuti di macchina , durante i quali io osservai ancora piu' attentaemnte il volto di Hamed.
Sembrava dolce e sincero e le sue parole erano sempre dette senza alzare la voce e per tutto il tempo tenne la sua mano sulla mia patta, carezzando il mio uccello che fremeva di spiegare le ali. Entrammo in un grande portone dopo aver parcheggiato la macchina sul marciapiedi di fronte. Hamed mi fece strada su per un grande scalone fino all'ultimo piano. Attraverso un corto ballatorio entrammo nella sua casa che come seppi dopo divideva con un suo fratello maggiore ed un'altro amico egiziano paese da cui veniva.
Richiuse la porta e mise il chiavistello, se trona qualcuno prima del tempo capisce che sono in compagnia e solo se tu vorrai io andro' ad aprire la porta, mi disse con voce sommessa Hamed. Sembrava che non volesse far sentire a qualcuno la nostra conversazione. e' la signora che ci affitta la casa , mi disse sa sempre quello che facciamo, mi disse portandosi un dito alla bocca a mo di invito a fare meno rumore possibile. Lo seguii nella piccola sala dove oltre ad un divano e un piccolo tavolo rotondo con 4 sedie intorno c'erano due letti divisi da un comodino con uno stereo sopra. Una lampada a parete illuminava la stanza e una porta a vetri si apriva al fianco del primo letto. Dava su un'altra stanza dove cera un letto dove sicuramente dormiva il suo amico.
Spogliati li, mi disse mentre si toglieva l'impermeabile. Io lo guardai e con qualche esitazione mi sedetti sul letto e cominciai a sciogliere le scarpe, quando fui nudo rientrai nella saletta dove lui in mutande era occupato a togliere la coperta da sopra il letto.
Dov'e' il bagno? gli chiesi. La porta a destra vicino all'ingresso, mi ripsose e io lanciando un'occhiata in mezzo alle sue gambe andai verso la porta che mi aveva indicato. Stavo dritto sulla tazza con il cazzo duro in mano cercando di farlo pisciare ugualmente, quando Hamed apparve sulla porta che avevo lasciato aperta. Era ancora in mutande e mi disse che lo voleva vedere.
Mi girai verso di lui e gli mostrai i miei 20 cem di cazzo.
Bello, mi disse fissandolo con intensita'. Fammi vedere il tuo, gli dissi e lui senza farsi pregare lo tiro' fuori dalle mutande di maglina.
Rimasi di sasso.
Era grosso come quello di un somarello, non avevo mai visto un cazzo di quelle dimensioni; neanche al cinema. Mi si blocco' la pisciata e il cazzo si sgonfio' di botto lasciando posto ad una scarica elettrica dentro il mio culo. Adesso ci sei mi dissi e te lo prendi anche se ti spacchera' le crespe mi dissi. Lo raggiunsi nella saletta e dopo un paio di toccate lo feci inginocchiare davanti a me e gli misi il mio cazzo in bocca. Lo succhio' con abilita' e io capii che la storia degli arabi che fino a quando non hanno una moglie si fanno tra di loro era vera. Lo lasciai fare per alcuni minuti e poi gli tolsi il giocattolo dalla bocca.. lui si alzo' era ancora in mutande .
Togli quella roba gli dissi indicando le sue mutande che adesso erano gonfie a dismisura sul davanti.. Hamed mi guardo' e si tolse l'indumento liberando il cazzo piu' grande e piu' bello che ho mai scopato nella mia vita. La seconda volta che andai a farmi scopare volli misurarlo era 28 cm per 24 di circonferenza,, con una cappella viola scuro, la pelle nera e lucida come l'ebano, vene rigonfie di sangue bollente si attorcigliavano tutto intorno alla lunghissima asta e le palle gonfie e pesanti pendevano tra le sue cosce. Mi sentii mancare, Hamed si avvicino a me e con una mano mi prese la nuca. Io capii l'invito e messomi in ginocchio gli presi la punta del cazzo tra le mie labra. Lavorai con dolcezza di lingua e dopo un po' sentii la sua mano di nuovo sulla nuca che premeva per farlo entrare tra le mie labra. Allentai la resistenza e lo feci entrare fino a quando non rischiai di soffocare .
Hamed a quel punto comincio' a mugulare e a muoversi lentamente .. con le labra potevo sentire le vene rigonfie e il pulsare del sangue dentro di esse. Il bocchino duro' alcuni minuti e senza alcun preavviso la grande mazza riverso' un fiotto di bollente sborra nella mia bocca. Erano tmepi belli e io lo ingoiai tutto fino all'ultima goccia. Sei veloce, gli dissi quando potei riprendere fiato e lui con un sorriso mi disse ancora ancora per te . Con stupore vidi che la sborrata invece di afflosciarlo lo aveva fatto diventare ancora piu' grosso e piu' duro. Mi leccai ancora una volta le labbra e tirandolo per la punta di avvicinai al letto... mi misi in posizione detta pecorina e lui mi venne dietro.
La grossa mappa comincio' a strofinarsi lungo il solco delle chiappe e a dare leggeri colpetti al buco del culo che era a quel punto infuocato. Inizio' una operazione laboriosa e dolorosa per farlo entrare dentro di me. Io non gli dissi che era la prima volta e lui credo che non si accorse di questo. Dopo una mezz'ora buona di vani tentativi di penetrazione, Hamed ando' in cucina e torno' con un panimo di burro. Perche' non ci hai pensato prima, gli disi con la bocca impastata e la fronte piena di sudore freddo. Sorrise e io mi rimisi nella posizione pecorina. Mi passo' la mano ricolma di burro tra le antiche e con il dito mi mise una parte di esso dentro lo sfintere. Massaggiandolo lentamente, si sta' aprendo, mi sussurro' all'orecchio metre con l'altra mano mi tirava una leggera sega... vieni gli rantolai io di rimessa e lui sfilato il dito dal culo si mise di nuovo in posizione dietro di me. Sentivo al punta calda edura che spingeva con decisione per farsi un varco tra le mie crespe e dopo un paio di tentativi con una spinta piu' forte delle altre entro' dentro di me. Feci un'urlo smorzato dalla pressione della sua mano sulla mia bocca. La padrona di casa mi disse e io lo maledissi e lo benedii allo stesso tempo.
Il dolore iniziale lascio' il posto al grande e meraviglioso piacere. Il cazzone di Hamed scivolava con lenta e decisa alternanza dentro il mio sfintere dilatato al massimo. Nel momento della penetrazione avevo sentito distintamente il cracK delle crespe del buco del culo che si erano rotte facendomi urlare di dolore e di piacere. L' inculata duro' almeno una ventina di minuti durante i quali io sborrai sulle lenzuola due volte aiutato dalla mana sapiente ed esperta di Hamed. Quando il ritmo della inculata assunse il ritmo di una furiosa cavalcata capii che stava per riversarmi un mare di sborra dentro l'intestino. E cosi' fu' . Stringendoni le sise con forza prima e strizzandomi le palle poi si abbandono' ad una interminabile sborrata che io sentii distintamente riversarsi calda nel culo. In quel momento mi venne in mente una frase di una donna che aveva provato il cazzo gigante di padre guardiano: quando ti viene dentro pare che ti piove in corpo e mi lasciai andare ad un lungo e frenetico orgasmo. La giostra duro' ancora per un paio di ore e quando andai via da quella soffita giurai a me stesso che sarei tornato il giorno dopo a godermi senza tanto dolore quel magnifico cazzo. Fu cosi , ma non sapevo che il giorno dopo anche il fratello di Hamed incuriosito dal racconto del fratello sul mio dolcissimo culo e sulla mia abilita di sbocchinare cazzi di quelle dimensiooni mi aspetto' con la sorpresa che oltre ad essere maggiore di eta' era anche maggiore di misura. La prossima volta vi racconto come ho fatto a soddisfare i due fratelli madrilli e come con il culo abbia fatto godere contemporaneamente i due grandi e instancabili cazzi.
Claudio