ORSI ITALIANI MAGAZINE


Il gusto del peccato (parte terza)

Un racconto di sessantaquattro

(sessantaquattro@infinito.it)


Mentre masticavo il chewing gum, per levarmi il sapore forte del cazzo del pescatore, notai in fondo alla strada il pick up di Max.

Accosto' ed esponendosi dal finestrino mi chiese:

'Quanto vuoi bella?'

'Per te sono gratis tesoro!'

'Dai sali'

Era un figo, aveva occhiali da sole e un cappellino da baseball. Calzoncini bianchi e maglietta blu attillata che rimetteva in risalto i suoi pettorali, ai piedi un paio di scarpe da ginnastica.

Mi guardo' e mi sorrise.

Amavo il suo pizzetto e i suoi denti smaglianti, amavo i suoi peli e le sue braccia muscolose, il suo profumo, le sue gambe possenti, il suo collo taurino, le sue ascelle pelose, il sapore della sua pelle, amavo il suo cazzo cosi' grosso e perfetto, amavo sentirmelo crescere tra il palato, amavo il sapore della sua sborra, amavo farlo godere

Amavo il gusto del peccato. Amavo lui.

'Dove andiamo ora?'gli chiesi

'Ti porto in un posto sperduto, vedrai che figata!'

'Non possiamo far tardi! Che hai detto agli altri?'

'Che mi trovavo con Andrea, un mio vecchio amico, e che forse stavo fuori per cena. Ho coperto le spalle tante volte a lui, oggi ho chiesto di farlo lui per me; gli ho detto che avevo appuntamento con una figa.'

'E io come faccio?'

'Non preoccuparti, tuo padre e' da Thomas, e tua mamma e' con Gabriella da una loro amica.'

Sulla strada non passava nessuno e il caldo era soffocante. Max guidava con un braccio fuori dal finestrino e l'altra mano era appoggiata sulla parte alta del volante.

Mi tolsi il cappello e occhiali e mi chinai sulla sua patta, lui mi aiuto' a scostare i suoi pantaloncini da bagno. Poi il suo cazzo molle scomparve nella mia bocca, me lo lavorai per un po', poi mi rialzai.

'Bhe? Che succede?' domando' deluso

'Non vorrai mica venire ora, quando arriveremo avro' tanta di quella sete! Non voglio che tu non abbia nulla da offrirmi' risposi

Poi si sistemo' il cazzo e continuammo il nostro viaggio, dopo circa venti minuti svolto' imboccando una stradina sterrata in mezzo ai campi di grano.

'Da qui in poi dobbiamo proseguire a piedi. Vedrai che spettacolo questa spiaggetta!'

Camminavamo in mezzo alle piante, Max sembrava conoscere quella zona e dopo dieci minuti arrivammo in una piccola spiaggetta.

Si poteva sentire il rumore del mare e del vento che penetrava tra le grosse rocce calcaree che circondavano la spiaggia, mi sembrava incredibile che mi trovassi li' con un manzo da paura. Ma mi basto' sfiorargli il possente braccio con la mano per rendermi conto che era tutto vero.

Si sfilo' la maglietta, aveva il petto imperlato di sudore, era abbronzato e il pelo nero lo rendeva ancora piu' scuro.

Si passo' una mano tra i peli del petto.

'Ti piacciono questi, vero?' mi chiese

'Li adoro'

Ci sdraiammo sotto il sole..

'Max, tu che conosci mio padre, lo hai mai visto tradire mia madre o fare il cascamorto con qualche ragazza?'

'Guarda che tuo papa' quando e' con gli amici e' tutta un'altra persona.'

'Cioe'?' chiesi incuriosito

'Si diverte, dice un sacco di stronzate con noi. E' un gran aggiustaponti'

'Che significa?'

'Che ci sa fare con la figa!'

'Raccontami qualcosa!'

'Ok, basta che non lo sputtani poi..'

'Una sera eravamo fuori a cena con la squadra di calcetto, avevamo bevuto qualche birra e mangiato a sazieta' (tanto pagava il mister), dopo cena decidiamo di andare in un locale fuori citta' dove facevano spogliarelli sexy.

Eravamo io, tuo padre e tre altri ragazzi della squadra. Al tavolo prendiamo ancora da bere, mentre davanti ai tavoli delle spogliarelliste iniziano il loro spettacolo.

Le ragazze si avvicinavano anche ai tavoli, ti palpavano un po' le spalle e il petto per poi sfiorarti la patta. Noi uomini gli palpavamo un po' il loro culetto sodo e le pere, la figa non potevamo, per quella dovevi pagare.

Poi uno del gruppo, che era amico del gestore, chiede se c'erano delle ragazze disponibili per noi.

Il tipo ci fa cenno di seguirlo; arrivati al piano superiore, entriamo in una camera con un grosso letto matrimoniale, anzi credo fossero due letti matrimoniali affiancati. Appena entrati ci ritroviamo quattro ragazze vestite solo con un perizoma che ci sbattono sul letto e iniziano a palparci la patta. Ovviamente le lasciamo fareeravamo tutti quanti ubriachi. Ci lasciamo spompinare sul letto da queste ragazze che credo fossero brasiliane, un mio amico se ne incula persino una, mi ricordo la scena di lui che le prende i capelli impalandola con forza mentre lei lo incita a continuare. Lo stesso fa tuo padre che seduto sul letto, si impala la ragazza brasiliana, facendole scivolare il suo cazzone nel suo buchetto. Nel frattempo, in questo delirio, io mi faccio fare una spagnola da' questa tettona incredibile e le sborro sulle tette.

Da quella sera non sono piu' andato, pero' ci siamo divertiti parecchio. Ovviamente e' un segreto tra noi uomini, non l'abbiano mai detto a nessuno.'

Ascoltavo Max sbigottito, non credevo che mio padre potesse aver fatto certe cose, pero' se da un lato ero confuso, dall'altro ero felice, perche' iniziavo a scoprire un lato umano di mio padre, il suo lato maschile e virile.

Dopo circa un quarto d'ora trascorso al sole, entrammo in acqua. Il costume di Max lasciava ben poco all'immaginazione, i pantaloncini, che aderivano alle gambe possenti, facevano intravedere la sua canna e le sue natiche sode e muscolose.

Si distese al sole, lo abbracciai tastandogli il petto villoso. Poi, quando eravamo entrambi asciutti mi invito' a seguirlo.

Iniziammo a camminare con in spalla le borse e i salviettoni, e dopo pochi metri percorsi con l'acqua che ci arrivava alle caviglie, entrammo in una piccola grotta.

Gli saltai addosso, e lui, lasciando le borse a terra, mi afferro' tenendomi sollevato con le sue grosse manone che premevano sul mio culetto.

Iniziammo a limonare, la sua bocca calda e le sue labbra carnose sapevano di sale.

Poi mi rimise a terra e iniziai a leccagli il petto, perche' ogni volta che lo vedevo cosi' villoso e virile non sapevo resistergli.

Ci spogliammo completamente, continuai a succhiagli i capezzoli, i peli del petto e le ascelle.

Iniziai a lavoragli il cazzo, senza curarmi di non fare rumore, anzi

Succhiavo e risucchiavo, poi ruotavo velocissimamente la lingua intorno al suo glande mentre la mia bocca era piena dei suoi peli pubici.

Anche lui non aveva contegno, ansimava forte di piacere; mentre pompavo si massaggiava i capezzoli tirandoli e stringendoli forte, lo baciai e tornai a pompare. Mentre gli succhiavo i grossi coglioni, lui faceva colare una lunga fila di saliva densa e calda sul suo cazzoio la lasciavo cadere sul suo cazzone carnoso e poi la risucchiavo.

Inizio' a scolarsi una birra, se la riverso' anche sul petto, per poi farla scendere sul suo cazzo.

Avevo la bocca colma di saliva e birra, tornai a limonare con lui, lui mi passo' un po' di birra attraverso la bocca, poi spalancai la bocca e lui mi sputo' dentro.

Tornammo a baciarci.

Avverti' un pelo del suo cazzo in bocca e scatarro' sul suo cazzo.

Poi mi rialzai e mi misi a pecorina tenendo le mani sulle ginocchia, mi voltai a guardarlo.

'si, dai che ti sfondo il culo!' disse assatanato

Max non era piu' in se', i suoi occhi brillavano di una strana luce.

'Ora vedi come ti sfonda il tuo toro da monta!!'

'Si dai Max, spaccami il culo!' gli urlavo

Max si chino' dietro di me e con le sue grosse manone mi divarico' le chiappe, sputando diverse volte sul mio buchetto stretto.

Dopo averlo bagnato per bene con il suo sputo inizio' a infilarci le dita tozze, prima una, poi due. Mi verso' sul buchetto anche un po' di birra e inizio' a infilarci il collo della bottiglietta di Becks. La sentivo entrare a fatica, lui cercava di infilarmela il piu' possibile girandola continuamente.

'Cazzo, vuoi entrare o no?' disse dando una forte botta al fondo della bottiglia col palmo della mano, facendola entrare per meta'.

Urlai di dolore mentre le lacrime mi riempivano gli occhi.

Intanto con la mano sinistra mi accarezzava i capelli

'Non preoccuparti, sei quasi pronto!' disse infilandomi le dita della sua manona in bocca mentre continuava ad allargarmi il culo.

Si rialzo' e mentre mi sfilava la bottiglia dal culo, mi frustava le chiappe col cazzo duro tra la mano. Quando il collo della bottiglia stava per uscire infilo' il pollice della mano sinistra nel mio buchetto, e estrasse di colpo la bottiglia.

'Preparati bello!' disse dandomi una pacca sulla chiappa.

Chiusi gli occhi e poi sentii un tremendo dolore.

Con una botta secca Max mi aveva inculato e ora iniziava a scoparmi con foga.

Dopo poco iniziai a sentire il piacere crescere. Il dolore era scomparso.

'OOh,. Ah, si, MHMH, come sei calda, troia! ti piace eh il minchione tra le chiappe?!!'

Ogni volta che me lo affondava dentro mugolava di piacere e bestemmiava forte. Poi mi dava delle forti pacche sul culo fino a farlo arrossare.

'Dai, cosi' bella, andiamo'

Era come un cavallo da monta, uno stallone che stava cavalcando la sua giumenta.

Lo sentivo dentro di me ed ero felice.

Il suo sudore colava lungo la mia schiena, il mio buco si era ormai dilatato e adattato al suo cazzo.

'Ah, si dai, su su ,ah mh mh,brava su ah ah aha'

'Cazzo, sto per venire, dio p***o, ah si ah porco D**, ah si porco puttana'

'Ah si'

'Si ,ah ah ah, si si ah ah ah'

'Ah ,Ah ah ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh'

Max si fermo' per un attimo e poi mi sentii inondare, uno, due, tre fiotti di calda sborra mi si riversarono tra le pareti del mio culo.

Sentirla arrivare era una sensazione unica, indescrivibile.

Poi si chino' stremato su di me, sentivo il suo petto villoso e sudato contro la mia schiena, ero venuto senza toccarmi.

Tiro' fuori il cazzo ancora grondante di sborra e mi tappo' il buchetto.

'Non farla uscire.'

Mi tappai il buchetto che mi doleva e pulsava forte. Lui si sdraio' sulla sabbia.

'Vienimi sopra e falla uscire cosi' puoi berla tutta.'

Lo raggiunsi e, avvicinandomi a lui, lasciai ricadere la sua sborra calda sul suo petto villoso, la spalmai sul suo petto che poi leccai accuratamente.

Mi addormentai, col buchetto ancora dolorante e la guancia appoggiata su quel morbido groviglio di peli.

Era davvero un toro da monta, un vero stallone. Quel pomeriggio sborro' tre volte nel giro di poche ore, e tutte e tre le volte riverso' un'immensa quantita' di sborra.

Sulla via del ritorno gli chiesi se fosse disposto a farsi inculare, ma lui rispose molto duro e conciso. Capii che i ruoli non si sarebbero mai invertiti. Ero il suo schiavo, lui il mio padrone.

Quando tornai a casa feci una doccia veloce mentre Max ando' a prendere mia madre e Gabriella dalla loro amica. Poi mio padre entro' in bagno per farsi la doccia.

Appena capii che quella poteva essere una buona occasione per spiarlo, chiusi le porte della casa e andai di sopra senza fare rumore. Dalla serratura vedevo mio padre che, con addosso solo i pantaloncini da mare, si stava insaponando con la schiuma da barba, vedevo solo dall'ombelico ai piedi scalziche spettacolo!

Poi si sfilo' i calzoncini aveva un culo tondo e sodo ricoperto da una leggera peluria, quando si giro' rimasi a bocca aperta! Un cazzo veramente grosso penzolava tra le sue gambe muscolose e possenti. Dall'ombelico scendeva una lunga striscia di peli che si immergeva nella foresta nera che circondava quel grosso batacchio, la proboscide pendeva verso destra. La visione duro' pochi istanti, poi entro' in doccia fischiettando il tormentone musicale dell'estate. Quando usci' dalla doccia il suo cazzone sembrava aver preso ancora piu' consistenza, e svettava fiero tra le sue poderose gambe.

 

Passo' diverse volte la salvietta sulla sua proboscide, poi si infilo' un paio di slip bianchi e infilandoci dentro la sua manona se lo sistemo'.

Appena tornato nella mia stanza, mi chiamo'. Era in camera sua, indossava solo un paio di calzoncini blu scuro, mi chiese di spalmagli la crema doposole e antiscottature sulla schiena. Non capivo piu' nulla, ero eccitato e confuso, ora non vedevo piu' Alfonso come mio padre, ma come un uomo, e che uomo!

Mentre gli spalmavo la crema lungo la schiena gli ammiravo i pettorali e i suoi peli, sentivo il profumo del docciaschiuma e del dopobarba, sentivo il calore della sua pelle, la consistenza dei deltoidi.

Come avrei voluto spalmagliela anche sul petto e tastare quel meraviglioso pelo, tastagli il biscione che aveva tra le gambe e assaporarne tutta la sua consistenzama cazzo! Era mio padre!!!

 

Dopo cena chiesi a Max se potesse raggiungermi nella mia stanza a tarda sera, attorno alle 23.30 andai a letto, mentre tutti gli altri erano ancora in cucina a conversare e guardare la tv. Verso mezzanotte e mezza mi raggiunse.

'Che hai?' mi chiese

'Ti devo svelare una cosa ho visto il cazzo di papa' sotto la doccia! Minchia, se ce l'ha grosso! Appena glielo visto sono rimasto stupito!'

'E che vuoi fare?'

'Non so, mi e' venuta voglia!'

'Ma sei scemo, mica puoi farti tuo padre! Non ti rendi conto delle conseguenze! Porca troia, te la faccio passare io la voglia!!!'

Mi prese con forza e mi spinse contro la porta della camera, giro' la chiave nella serratura, mi tappo' la bocca con la sua mano; avevo il viso schiacciato contro la parete, lui dietro di me mi appoggiava la sua patta alle chiappe

'Ora stai zitto!'

Mi palpava le chiappe, poi mi tiro' giu' i calzoncini e le mutande, sentivo il suo cazzone bollente insinuarsi tra le mie chiappe, e crescere sempre piu'. In un solo colpo mi impalo'gridai, ma lui soffocava i miei mugolii con la mano premuta contro la mia bocca. Avevo le lacrime agli occhi mentre lui continuava a fottermi con rabbia. Sussurrava all'orecchio:

'Godi troietta, hai voglia di cazzo? Eccolo! Ti svergino anche l'anima!!! AH si godi prendilo dal tuo padrone!'

Scopava come fossi un animale, non c'era ne' la passione della spiaggia ne' i baci, c'era solo la forza con cui imprimeva i colpi e il suo bastone nodoso dentro di me.

Dopo qualche minuto sentii inondarmi di sborra calda l'intestino.

Poi si stacco', e senza nemmeno pulirsi si infilo' il cazzo nelle mutande e chiuse la zip.

'Adesso dormi, che domani ti aspetta una giornata faticosa!'

Avevo il culo in fiamme, ma mi era piaciuta quell'inculata, cosi' forte, cosi' violenta.

Dopo poco mi addormentai.

 

Mi svegliai attorno alle nove, Luca mi aveva mandato un messaggio chiedendomi se passavo da lui nel pomeriggio.

Prima di raggiungerlo passai per il porto sperando di rincontrare quel manzo che avevo adocchiato qualche giorno prima.

La barca di Thomas era ancora attraccata al solito posto, andai a sedermi su di una panchina che costeggiava il porto, passarono diverse famiglie che andavano in spiaggia, e diversi turisti. Tra questi notai che un uomo indossava lo stesso cappello che aveva il manzo che cercavo.

Era un omaggio dell'hotel Cerno. Dopo aver chiesto indicazioni mi ci ritrovai davanti: era un hotel a basso costo, mi intrufolai dentro e iniziai a percorrere i corridoi dei tre piani, ma deluso per non averlo incontrato, tornai indietro.

Sulla strada del ritorno accosto' un furgone, a bordo c'erano due uomini, sembravano operai, mi chiesero informazioni.

Uno era abbastanza scarno e nemmeno troppo giovane, l'altro invece era carino e aveva uno sguardo penetrante.

Spudoratamente gli chiesi un passaggio

'Dove ti dobbiamo lasciare?'

'Devo fermarmi a porto S.Maria'

'Noi veniamo da Torrevecchia, sai dirci un hotel dove passare il week-end?'

'Bhe, se volete spendere poco qui vicino conosco l'hotel Cerno'

'Ah, ok grazie'

Ci fermammo vicino alla piazza del paese, loro entrarono in un bar, li ringraziai e li salutai.

Ero da Luca nel tardo pomeriggio, giocammo un po' al pc, poi lui scese in cucina per prendere da bere.

Curioso di vedere se aveva qualcosa di interessante sul pc, cercai tra i video. Ne aprii uno a caso: una donna faceva una pompa a tre ragazzi, quando aprii l'altro mi apparvero due uomini grossi e muscolosi che si faceva succhiare il cazzo da un ragazzo. Che Luca fosse gay?!

Appena torno' con le bibite, vide il video e rimase di ghiaccio, non sapeva che dire.

'Non ti preoccupare, mi sa proprio che abbiamo gli stessi gusti' dissi

Poi mi avvicinai a lui e tastandogli il cazzo, lo feci sedere sul letto, iniziai a sbocchinarlo, era il cazzo di un ragazzo della mia stessa eta', per giunta Luca sembrava piu' giovane, mingherlino e glabro, non mi piaceva per niente. Quando lui venne sul suo letto i ruoli si invertirono, non era per niente bravo a succhiare, cosi' continuai a segarmi sul suo viso e gli sborrai sul naso. Quella per Luca fu la prima volta.

Gli raccontai alcune mie esperienze e poi lo convinsi a farsi inculare. All'inizio fu riluttante, poi inizio' a godere e ne voleva sempre di piu'.

Quella sera uscimmo insieme con altri amici, nessuno sapeva il nostro segreto, ci divertivamo a guardarci ogni volta che passava un uomo particolarmente interessante, poi ridevamo.

A mezzanotte e mezza salutammo gli altri, e ci dirigemmo verso casa. Avevamo bevuto parecchio, soprattutto Luca.

'Luca, tra un po' dovrebbe passare la municipale!' dissi

'Merda, allora andiamo via, se mi vedono mezzo ubriaco!'

'Ma che andiamo via, sei pazzo?! Ti sei beccato quanto e' bono il capitano?!'

'Ma chi, Giuliano?!'

'Come fai a saper il suo nome?!'

'E' un amico di mio padre, anch'io lo succhierei tutto a quel maschio. Ma pensa che quando era nell'esercito c'erano voci che dicevano che l'avevano visto in atteggiamenti compromettenti con dei soldati, per questo e' stato cacciato!'

'Davvero?!'

Dopo qualche minuto arrivo' la municipale, appena ci vide inizio' a rallentare e accosto', Giuliano era alla guida.

'Buonasera ragazzi, tutto bene?' chiese Giuliano

'Tutto bene signore' rispose Luca

'Che fate in giro a quest'ora e soprattutto in queste zone poco sicure, sapete che qui vicino c'e' la pineta?! E' una zona che e' meglio evitare!'

'Stavamo cercando qualche ragazza per passare la serata, ma sembra che non ci sia nessuno!' continuo' Luca

Fingendomi ubriaco mi avvicinai al finestrino di Giuliano

'Trenta bocca, cinquanta all'amore, non tratto' dissi

Giuliano sorrise e mi guardo', il suo collega a fianco scoppio' in una sonora risata.

Luca mi fisso' imbarazzatissimo.

'Mi scusi signore, il mio amico ha bevuto troppo.'

Bevuto troppo, e se aveste anche fumato?! Giuliano spense la macchina e scese dall'auto.

Il suo collega fece lo stesso, non l'avevo mai visto, era un bisonte, alto quasi due metri, capelli rasati a zero, pizzetto nero intorno a una bocca carnosa, spalle larghe.

Braccia forti e avambracci pelosi, il petto ampio contenuto a stento nella divisa.

Il tono di Giuliano si fece serio.

'Forza ragazzi, mani contro la macchina'

 

Giuliano inizia a perquisirmi mentre io, con il cazzo duro tra i calzoni, sento scorrere quelle mani lungo la schiena.

'Il ragazzo e' pulito' dice il collega dopo che ha perquisito Luca.

'Nemmeno qui c'e' niente, a parte un manganello duro tra le gambe' risponde Giuliano

Aldo, cosi' si chiamava il collega lo guarda e gli sorride.

Senza imbarazzo dico:

'Posso vedere i vostri manganelli? Dicono che facciano male quando picchiate i criminali!'

Aldo e Giuliano si guardano e sorridono, sembrano sorpresi della mia sfacciataggine, poi Aldo batte la mano sulla spalla di Giuliano.

'Forza, salite in macchina' dice Giuliano

'No, perche' signore, non abbiamo fatto nulla' risponde frignando Luca

'Non ti preoccupare ragazzino'

'Ragazzo finiscila di agitarti, guarda il tuo amico com'e' tranquillo' dice l'altro vigile fissandomi negli occhi

'Dove stiamo andando?' chiedo

'Vi riportiamo in paese!'

'In paese?! Ma io voglio divertimi ancora stasera, quale paese?!'

'AH, il ragazzo si vuole divertire?! Eh va bene..Ma si divertira' a mio modo!'

Giuliano inverte la rotta, dopo cinque minuti di strada imbocca una strada sterrata di campagna circondata da campi di mais.

Quando siamo in fondo alla stradina sterrata, completamente circondati da campi di mais, e ben lontani dal paese e dalla strada, rallenta, si volta e guardandomi dice:

'Gio', lo sapevo che ti piaceva il cazzo L'ho capito subito da come mi guardavi l'altra sera al bar'

 

(continua...)

sessantaquattro@infinito.it