ORSI ITALIANI MAGAZINE
Il gusto del peccato (parte seconda)
Un racconto di sessantaquattro
Verso le cinque andai al bar vicino alla spiaggia per prendermi un gelato; mentre Gabriella e mia madre rimasero sedute ai tavoli, io tornai ai salviettoni e iniziai a leccare maliziosamente il calippo al limone facendomi notare da Max. Lui faceva finta di nulla mentre giocava a carte con mio padre, che essendo di spalle non poteva vedermi.
Tornato a casa, mi feci una doccia veloce e mi spalmai per bene la crema idratante su tutto il corpo, insinuandola bene anche nel mio buchetto stretto.
Quando uscii dal bagno vidi mio padre nella sua stanza con addosso solo un paio di mutande, era sempre stato molto schivo e riservato, quella era la prima volta che lo vedevo cosi' svestito. Purtroppo era di spalle e notai solo il suo culo sodo e le sue grosse gambe.
Quella sera le donne sarebbero uscite mentre io sarei rimasto solo con gli uomini a giocare a carte. Puntammo dei soldi e decidemmo che, comunque fosse andata, avremmo smesso dopo dieci partite. Max e papa' sorseggiavano la loro birra fumando Marlboro rosse, dopo solo cinque partite ero gia' sotto di venticinque mila lire e le cose si mettevano parecchio male per le mie finanze. Alla fine vinse Max, io persi la maggior parte dei miei risparmi.
Purtroppo non erano per niente ubriachi, papa' e Max uscirono in giardino, io, dopo aver ripulito tutto, li seguii.
Eravamo in tre seduti sul dondolo, avrei voluto fare come la sera prima, ma questa volta una doppia bevuta.
Poi mio padre si alzo' e ando' a vedere la tv. Guardai Max, lui mi sorrise e mi sbuffo' il fumo sul viso, io mi avvicinai e gli dissi:
'Al vincitore spetta un premio!'
Senza guardarmi rispose:
'Ma allora non ti e' bastato?! Buono a sapersi..'
'Vieni in camera mia!' gli proposi
Lui non disse nulla cosi' raggiunsi mio padre sul divano intento a guardare un film western. Max rientro' e salutando ci diede la buona notte. Deluso, non lo guardai nemmeno.
La mattina mi svegliai in un silenzio irreale, in casa non sentivo nessun rumore e trovai un biglietto sul tavolo della cucina:
'Noi usciamo, dobbiamo fare la spesa e poi andiamo direttamente in spiaggia. Vi aspettiamo la'. Ciao, papa'.'
'Vi'? Quindi non ero solo!
Risalii, Max era ancora a letto, ricoperto dal lenzuolo bianco e illuminato dai pochi raggi del sole che filtravano nella stanza attraverso i fori della tapparella. Russava.
Non potevo credere di essere rimasto a casa solo con Max.
Scesi in cucina e preparai caffe'-latte e delle fette biscottate con marmellata di albicocca, che a Max piaceva molto.
Entrai nella sua camera, appoggiai il vassoio della colazione sul comodino e mi intrufolai piano nel suo letto matrimoniale, mentre lui continuava a russare.
Incurante della reazione che potesse avere, gli tirai giu' i boxer e presi lentamente in bocca il suo cazzo che riposava appoggiato sulla sinistra della coscia. L'inguine era leggermente sudato e il sudore contribuiva ad aumentare il forte odore di cazzo. Iniziai a succhiarlo e pomparlo avidamente, sentendolo crescere tra il palato, a un certo punto lui si sveglio', e scostandomi con forza la testa dal suo cazzo semibarzotto, si alzo' e con un tono minaccioso sbraito': 'Ma che cazzo stai facendo? Se arriva qualcuno?!'
Poi lo guardai come un bambino sorpreso a cui hanno tolto il ciuccio
'Sono usciti tutti, andavano a fare la spesa e poi in spiaggia, siamo soli!' dissi
Mi alzai e girai la chiave nella serratura della porta.
Lui si rilasso' e cambio' espressione, mi prese la testa con la mano sinistra e inizio' a muovermi su e giu' sul suo cazzo, che riprendeva a crescere sotto i colpi esperti della mia lingua.
Nell'altra mano teneva la fetta biscottata che gli avevo preparato.
'MHH,.. Dio mio, bravo, continua.. SUHHH'
Mugolava di piacere mentre beveva caffe' e latte e mangiava fette biscottate.
'Dio P***o, come godo! E' il massimo svegliarsi mentre ti succhiano il cazzo, non mi era mai successo di farmi fare un servizietto sdraiato sul letto mentre faccio colazione!Bravo cucciolo, continua cosi'..AH AH SI MHMH AH SUH..'
Finito di fare colazione si ridistese e appoggiando i gomiti sul cuscino, si tenne leggermente rialzato, io rannicchiato tra le sue grosse gambe, succhiavo lentamente, volevo che quella situazione durasse il piu' a lungo possibile.
Il suo cazzo era diventato durissimo e grosso, lo ammiravo in tutta la sua grandezza mentre con la lingua ripulivo goloso un rivolo di liquido prespermatico, che ricadeva sulla sua asta carnosa e pulsante. Con la punta della lingua disegnavo dei cerchi lungo la sua grossa cappella violacea, poi lo inghiottivo di nuovo fino alla base affondando le narici tra i suoi peli pubici, e il loro profumo forte e deciso.
Quando capii che era al culmine, staccandomi dal cazzo, iniziai a leccagli i coglioni: due grosse sacche che sembravano contenere ettolitri di sborra pronti a straripare. Leccavo famelico e poi prendevo in bocca molto delicatamente un coglione per volta.
Risalii lungo la striscia di peli che dall'uccello arrivavano all'ombelico, lo leccai all'interno, leccavo piu' che potevo tutto il suo petto villoso e possente.
Gli massaggiavo il capezzolo, lo tiravo e lo allungavo stringendolo tra i denti e divertendomi a strappare qualche pelo che lo circondava.
Non provai a baciarlo perche' temevo la sua reazione.
Lui rideva di piacere. Era in estasi.
'Dio, tu mi vuoi fare morire! Non resisto piu'!' disse
Poi mi afferro' la testa con le sue mani calde e forti e mi diresse di nuovo sul suo cazzo; le sue dita mi avvinghiavano la testasentivo sull'orecchio la sua fede all'anulare e godevo perche' in quel momento era mio.
Infilava le mani tra i miei capelli, mi trascinava sul suo splendido pezzo di carne e senza lasciarmi, comincio' a guidarmi su e giu' perche' voleva venire.
Con forza estrassi il suo cazzo dalla bocca calda e accogliente e lo invitai ad aspettare.
'Voglio venire!' disse, e inizio' a segarsi con la mano destra. Lo bloccai, mi guardo', e passandomi la mano sul viso per spostarmi i capelli dagli occhi, disse:
'Che vuoi farmi ora, piccolo?'poi sorrise malizioso.
Presi con la mano destra il suo grosso cannolo e lo scappellai, riversando sulla cappella gonfia un cucchiaio di marmellata. Iniziai a ripulirlo, sentivo il sapore dolce della marmellata sulla consistenza dura del suo cazzo.
Mi inginocchia e ripresi tutto il suo cannolo in bocca, deciso a pompare per farlo venire. Non ci volle molto.
'Sborrooo, Vengo, AH SI CAZZO, DIO SI AH AHA AHA AHA AHA'
Urlando di piacere mi riverso' tutta la sua sborra calda in bocca, la deglutii un po' e poi la feci scivolare sulla sua cappella, lui aveva il viso all'indietro e respirava affannosamente, mentre le vene del collo gli pulsavano. Poi mi guardo'.
'Dio mio, sei un gran frocio succhiacazzi!'
Avevo l'uccello impastato di sborra tra le mutande, ero venuto senza neppure toccarmi. Tutte le porcate che mi diceva mi facevano impazzire.
Assicurandomi che mi guardasse, passai la lingua di nuovo sul cazzo ripulendolo da tutta la sborra rimasta, poi deglutii rumorosamente.
Mi passo' di nuovo le mani tra i capelli sudati e mi guardo' sorridendomi soddisfatto.
Gli ripulii tutto il suo uccellone e mi rialzai.
Lui rimaneva ancora disteso, completamene nudo, con le braccia incrociate dietro alla testa e gli occhi socchiusi. Il lenzuolo bianco ricopriva la gamba possente e muscolosa, il cazzo barzotto riposava a mezz'aria.
Dopo aver risistemato tutto quanto, andai in cucina a lavare i piatti. Lui arrivo' da dietro e si appoggio' col cazzo al mio culo. Sentii la consistenza del nostro compagno di avventure, mollo e a riposo tra i suoi boxer bianchi. L'aveva fatto apposta ad appoggiarsi, ero sicuro che non era solo perche' doveva buttare della carta nella pattumiera che stava sotto il lavello.
Quando finii di risistemare tutto lo raggiunsi, era seduto sul dondolo a leggere la Gazzetta dello sport. Abbassando il giornale, sorrise svelando dei denti bianchi e perfettamente regolari, e mi ringrazio' per la colazione.
'Tu non mangi nulla?' chiese
'Ho gia' mangiato' risposi con un tono da vera troia.
Poi scoppiammo entrambi in una risata rumorosa.
Dopo esserci preparati raggiungemmo gli altri in spiaggia. Max si avvicino' a Gabriella e la bacio' sulla guancia, lei stizzita chiese: 'Perche' cosi' tardi?'
'Mi sono svegliato tardi e Gio' non mi svegliava per paura di disturbarmi!' rispose tranquillo
In alcuni momenti Gabriella e Max si abbracciavano, sembrava amare quella donna, io non capivo se gli piacessero le donne ma non disdegnava a farselo ciucciare da uno che ci sapeva fare, oppure se stesse ancora con Gabriella pur essendo omosessuale; non capivo perche' sapevo che le cose tra loro non andavano affatto bene.
Non capivo, ero troppo giovane per sapere che certe volte la vita funziona cosi'.
L'unica cosa di cui ero certo era che Gabriella non gli lavorava di bocca, ne ero sicuro perche' me l'aveva riferito lui stesso quando, approfittandone del suo stato di ubriachezza, gliel'avevo sfacciatamente chiesto.
Non sapevo ne' immaginavo fino a dove Max potesse spingersi, ma ero intenzionato a scoprirlo.
Quella sera sarei dovuto uscire con Luca, il figlio dell'amica di mia madre Mentre gli altri sarebbero andati nel paese vicino dove c'era una festa.
Mio padre indossava una maglietta firmata e abbastanza aderente, che sottolineava la forma dei suoi pettorali e della sua leggera pancetta da quarantenne. Max aveva una camicia nera che lasciava sbucare fuori solo qualche ciuffetto di quelli splendidi peli che ricoprivano il suo petto, e un paio di jeans che gli sottolineavano un culo da favola e un pacco notevole.
La serata era calma e noiosa, nei locali c'erano solo ragazzini della mia eta'; gli amici di Luca erano simpatici, ma non riuscivo a distrarmi piu' di tanto perche' pensavo ad altro. Verso le undici decidemmo di andare a casa del nostro amico Luca. L'avevo conosciuto giorni prima e mi era sembrato un tipo simpatico, anche quella sera ci eravamo trovati in particolare sintonia, ridendo e scherzando insieme.
Ci mettemmo a vedere un film horror in modo che le ragazze si appiccicassero a noi nei momenti piu' paurosi.
Avevo al mio fianco una ragazzina bionda, tutto sommato carina, che assomigliava alla prima ragazza che avevo avuto. Tuttavia non trovavo paragone nel suo abbraccio inesperto e leggero rispetto alle braccia forti, calde e possenti di Max.
Il mostro del film per me era tutt'altro che un mostro e, al posto di mettermi paura, riusciva solo ad eccitarmi. Alto dal ghigno selvaggio, con spalle enormi e ricoperto da un mantello di pelo che gli ricadeva anche lungo la schiena; meta' uomo e meta' lupo. Era un essere divino e al posto di nascondermi sotto le lenzuola per la paura di lui, mi sarei nascosto volentieri sotto le lenzuola con lui.
Attorno a mezzanotte, finalmente qualcosa di interessante: arrivarono i genitori di Luca. Lui si innervosi' perche' erano arrivati troppo presto; io, al contrario, quando vidi suo padre esultai.
Il salotto era buio, riuscivo a vedere solo la sua sagoma, ma mi ero eccitato solo sentendolo parlare. Aveva una voce forte e maschia, virile e sanguigna. Doveva essere alto almeno un metro e ottanta e vedendo la sagoma, anche ben piazzato.
Non seguivo piu' il film, pensavo solo a lui, cercando di immaginarmelo.
Chiesi a Luca dove fosse il bagno e fingendo di non trovarlo, andai in cucina per chiederlo ai suoi genitori. La cucina era illuminata solo dalla televisione e dalla luce della cappa del fornello. Suo padre era seduto sulla poltrona e sorseggiava una birra guardando l'ennesima partita di calcio, la madre stava lavando le stoviglie rimaste dalla cena.
'Mi scusi, posso andare in bagno?' chiesi timido
'Certo ragazzo'. Mi rispose lui con la voce roca e imponente
'Vieni che ti accompagno' disse la mamma di Luca iniziando a sfilarsi i guanti
'Non preoccuparti, faccio io.' Disse lui
Poi posando le mani sulle ginocchia si alzo' in piedi. Quando finalmente accese la luce per fare la scala che conduceva al bagno, riuscii ad ammirarlo meglio: indossava una camicia a quadrettoni verdi bianchi e viola e un paio di calzoncini multitasche marrone scuro, ai piedi un paio di zoccoli bianchi. Non avevo visto male, era un gran bell'uomo. Aveva i capelli rasati a zero, e portava un pizzetto poco curato.
Era davanti a me, sulla camicia notai la scritta 'Centro Trasporti Umbro Calabro', cosi' pensai che dovesse fare l'autotrasportatore e probabilmente conosceva mio zio Paolo.
'Lavora per il centro trasporti?'domandai
'Si, lo conosci?' chiese
'Bhe, ci lavora mio zio Paolo, forse lo conosce'.
'Paolo, Paolo Ferri?'
'Ah, ma allora tu devi essere il figlio di Alfonso? Come sei cresciuto ragazzo! Mi ricordo ancora quando eri bambino che venivi con noi a fare i giri in camion!'
'Certo che li conosco tutti e due! Sia tua padre che tuo zio! Tuo zio dovrebbe tornare settimana prossima, almeno spero perche' dovremmo andare ad una fiera insieme!'
'Piacere, io sono Giulio!' disse stringendomi energicamente la mano.
'Comunque salutami tuo papa' Alfonso!' Poi lo guardai scendere le scale, aveva un tatuaggio al bicipite sinistro, sembrava ci fosse disegnato un filo spinato o qualcosa del genere.
Avevo gia' un'erezione e non riuscii nemmeno a pisciare. In bagno frugai tra la biancheria da lavare per trovare dei suoi slip, ma non trovai nulla; rassegnato tornai a guardare il film.
A film concluso ero rimasi solo con Luca, gli altri se ne erano andati; Giulio si offri' di darmi un passaggio fino casa.
Dopo poco ero sul suo fuoristrada, durante il viaggio proposi a Luca e a suo padre di venire a casa mia, cosi' avrebbero chiacchierato un po' con mio padre, poi salutai e ringraziai per il passaggio. Dissi qualcosa anche sulla squadra che tifava Giulio. Lui sorrise e disse una cosa sui gironi eliminatori, non capii nulla, e ovviamente non sapevo nemmeno che squadra fosse, ma ricambiai il sorriso.
Ero convinto che per assicurarsi la simpatia di qualcuno bisognava cercare di entrare subito in sintonia, e quello forse, poteva essere il modo giusto!
A letto mi segai pensando a Giulio, al suo corpo, alla sua mano forte e decisa, alle sue braccia forti e possenti, al suo sedere tondo e sodo che mi oscillava davanti agli occhi quando salivamo le scale, al suo odore che avvertii quando lo salutai scendendo dall'auto.
Venni due volte.
Gli altri tornarono attorno alle due e trenta, mia madre venne in camera mia per accertarsi che fossi gia' tornato, io col cazzo grondante di sborra tra le mani, finsi di dormire.
Quando tutti erano gia' a letto, scesi in cucina per prendere qualcosa da bere, quando risalii senti che c'era in bagno qualcuno. La porta socchiusa svelava la sagoma di mio padre che pisciava, poi, con solo con un paio di boxer neri addosso, uscendo dal bagno sbadiglio' e si gratto' il cazzo senza notarmi.
La mattina mi svegliai presto, mio padre era l'unico gia' alzato, mentre guardava il notiziario del mattino mi disse che sarebbe dovuto andare da Thomas, andai con lui.
Scesi in giardino che mi aspettava gia' nel pick up di famiglia, con un paio di occhiali da sole che nascondevano due splendidi occhi verde scuro e uno sguardo austero.
'Che andiamo a fare da Thomas?' chiesi
'Deve darmi la canna da pesca e farmi vedere la nuova barca giu' al porto!'
Thomas viveva dalla parte opposta del paese; si presento' con indosso dei calzoncini blu con tasconi laterali, una maglietta bianca e un paio di occhiali scuri che non riuscivano a nascondere completamente le sue folte sopracciglia.
Il porto a quell'ora era ancora deserto.
Thomas ci fece vedere la sua nuova barca.
Era carina, anche l'interno era accogliente. C'erano due letti di cui uno matrimoniale, una cucina con un divanetto e un bagno con doccia. Erano attraccate anche altre barche e numerosi pescatori facevano ritorno dalla notte di pesca appena passata. Alcuni di questi erano davvero brutti, smilzi e con la pelle bruciata dal sole; poi arrivo' un amico di Thomas.
'Ah, Mastio, guarda che arriva Ciro!' disse Thomas a mio padre
A vederlo da lontano sembrava bono, quando fu vicino ne ebbi la conferma.
Ciro era un bonazzo: alto poco piu' di me, moro, carnagione scurissima con una leggera barba, il tipico uomo maschio meridionale. Indossava una canotta rossa del 'controllo di porto'.
Restarono un po' li' a parlare della barca e del lavoro, poi ci salutammo e mentre tornavamo verso la macchina notai un pescatore, lui ricambio' il mio sguardo e mi sembro' che fece l'occhiolino, mi voltai di scatto.
Proprio mentre stavo salendo in macchina, mi passo' a fianco qualcosa di incredibilmente stupendo. Era forse l'orso piu' sexy che avessi mai visto, era mastodontico, piu' alto di mio padre, grosso e muscoloso, indossava pantaloncini beige che gli arrivavano alle ginocchia, aveva due polpacci grossi ricoperti da una fittissima peluria castana. La carnagione era scura, le braccia che sbucavano dalla maglia color verde militare, erano forti e muscolose. Indossava un paio di occhiali a goccia che nascondevano il suo sguardo e un cappello con visiera per riparasi dal sole; una leggera barba e un pizzetto nero gli circondava delle labbra carnose tutte da succhiare.
Non riuscii a vedere dove andasse, non potevo dare troppo nell'occhio di mio padre e di Thomas.
Lasciammo Thomas e andammo a cambiarci verso le cabine della spiaggia, prima di raggiungere gli altri e pranzare.
Max non c'era, era rimasto a casa, ma dopo poco mi arrivo' un suo messaggio:
'Ciao! Mi sono alzato da poco, tu hai gia' fatto colazione?! ;-D '
Non sapevo che scusa inventarmi per tornare a casa, ma il mio cazzo si era gia' indurito appena avevo letto il messaggio, e sembrava scoppiare tra i calzoncini.
Dopo aver pranzato, con la scusa che avrei dovuto incontrare degli amici nel pomeriggio, tornai a casa.
Le tapparelle erano abbassate, decisi di non suonare e coglierlo di sorpresa. Appena entrai in casa sentii scorrere le porte della doccia, era appena entrato per lavarsi!
Salii al piano di sopra e mi spogliai completamente, raggiunsi la porta socchiusa del bagno; vedevo il suo splendido corpo attraverso i vetri smerigliati della doccia. Fischiettava mentre l'acqua calda scivolava sul suo corpo maschio, e il vapore saliva al soffitto riempiendo la stanza. Entrai e chiusi a chiave la porta alle mie spalle, non mi aveva sentito, era intento a insaponarsi il corpo, gli posai un mano sulla spallasi volto' di scatto impaurito, e mi guardo' con uno sguardo minaccioso. Poi mi sorrise e scoppio' a ridere:
'Hai chiuso tutte le porte?' chiese
'Certo, ho anche lasciato la chiave nella serratura cosi' non possono aprire!'
'Bravo cucciolo, ti meriti proprio una bella razione di cazzo allora.' Disse con un ghigno da vero bastardo.
Mi prese il viso con entrambe le mani avvicinandolo al suo, le nostre labbra si incontrarono, sentii la sua lingua calda intrecciarsi con la mia; i nostri respiri confondersi, il suo sapore di fumo misto a caffe', la sua barba e il suo pizzetto raschiarmi il viso. L'acqua scorreva e si univa alla nostra saliva, ero in estasi e non capivo piu' nulla, senza nemmeno toccarmi venni sulla sua coscia con tre forti fiotti di sborra, lui non se ne preoccupo o forse nemmeno si accorse.
Lo baciavo, limonavamo a piu' non posso mentre con le mani gli stringevo i capezzoli e gli accarezzavo il petto villoso.
Poi ci staccammo, mi inginocchiai; il suo cazzo era gia' semi barzotto, lo afferro' alla base con entrambe le mani e facendomelo ingoiare disse:
'Tieniti la tua razione di cazzo, troia!'.
Senza esitare lo presi in bocca e iniziai a lavorarmelo fino a farlo diventare di pietralui ansimava e mugolava, mentre si teneva con le braccia appoggiato alla porta di vetro della doccia.
'Dio p***o, sei meglio di una figasei proprio una vacca fatta e finitaah, si bello, succhiamelo tutto, succhia sta michia!'
Mentre succhiavo lo guardavo, mi eccitava vederlo godere e sentigli pronunciare quelle sconcerie; mordersi il labbro dal piacere, e passarsi la lingua sulla bocca. Poi mi fece staccare dal suo cazzo, mi tiro' in su prendendomi da sotto le ascelle e mi ricaccio' tutto il suo linguone caldo in gola, mi bacio' sulla fronte e mi fece inginocchiare; ripresi a ciucciagli la sua verga mentre la stanza si riempiva di vapore trasformandosi in una sauna. Gli leccai i grossi quadricipiti che avvolgevano le gambe, e il pollicione del piede; risalii e leccai i peli delle ascelle, li adoravo era morbidi e lunghi e avevano un odore forte di uomo.
'Dio, quanto mi piace!! Continua, dai continua!'
Mi giro' di spalle e mi lecco' il collo. Avevo dietro di me un maschio infoiato all'inverosimile, sentivo il suo grosso cazzo premermi tra le chiappe. Con la mano destra, continuando a leccarmi il collo, mi prese il cazzo in mano; era la prima volta che sentivo la sua mano carnosa e virile sul mio corpo, sul mio cazzo. Inizio' a farmi una sega veloce.
Con le mani gli presi le sue chiappe e lo feci avvicinare il piu' possibile a me, ero al limite.
'Max vengo' gridai, e dopo poco eruttai nuovamente un fiotto di sborra che scese lungo la mia asta e si riverso' sulla sua mano, lui me la avvicino' alla bocca, la leccai ripulendola.
Mi inginocchiai di nuovo e ripresi a lavorarmelo di bocca, aveva le gambe ben distese lungo il bordo della doccia, con la testa china e gli occhi socchiusi mi infilo' in bocca anche i pollici delle mani
'Ah si, P**** dio, come godo.'
'Dio c**e!' succhia troia, succhialo tutto, ah si ah aha mh..
'Sto per venire, piccola, preparati a ingoiarla tutta la sbroda..'
'Ah si ah aoooohhhh'
Lo sentii arrivare, come un treno in corsa, un'ondata di sborra ricoprirmi la lingua, poi altri fiotti. Non riuscii a contenerla e un rivolo mi colo' lungo la guancia, un po' di sborra mi usci' persino dal naso. La ingoiavo piu' che potevo, poi lo ripulii, mentre lui mi guardava con uno sguardo ebete, come se fosse in orbita.
Col palmo della mano mi ripuli' il viso dal suo succo rimasto e mi caccio' tutta la mano in bocca. Gli leccai un dito per volta, come fosse un piccolo cazzo, anche l'anulare, passavo la lingua attorno alla fede nuziale e simulando una pompa.
Fedele sempre pensai, fedele a sta minchia!
Uscii dalla doccia, lui si insapono'. Quando tornai in bagno, si stava spalmando la crema da barba e ridefinendo le basette, aveva addosso solo una asciugamano bianco legato attorno alla vita.
'Che c'e' da guardare? Hai ancora fame? Guarda che per un po' non mi si rizza, non ho vent'anni! Mi stai svuotando!' disse
'I coglioni sembravano ancora belli grossi e gonfi' risposi sfacciato
'Max, non ti scappa da pisciare?'
'Perche' me lo chiedi?'
'Mi eccita vederti pisciare!'
'Ok, aspetta che finisco di farmi la barba.'
Tolto l'asciugamano si diresse verso il cesso
'no aspetta' dissi.
'Ti va una bella golden piss?'
'Cosa?'
'Di pisciarmi addosso!'
'Ma che sei scemo?'
'Aspetta', mi rispogliai e mi inginocchia nella doccia, lui si avvicino' e inizio' a orinarmi addosso. Era calda e aveva un odore forte, spalancai la bocca, diresse il suo idrante sul mio viso, centro' la mia bocca e inizio' a riempirmela. Non bevevo, ma lasciavo che scorresse su di me.
Quando fini' di pisciare si scosse energicamente il suo uccellone che pendeva stanco e sonnolento tra i suoi gamboni. Poi si rigiro' mostrandomi due belle chiappe sode
'T'e' piaciuto?
'Sei una troia!' rispose
Datti una lavata almeno, altrimenti puzzi peggio di una zoccola da statale.
Mi lavai per bene, spalmai una crema idratante sul corpo, che rendeva la pelle morbida e profumata come quella di una figa.
Lo raggiunsi in cucina che mangiava un panino.
Strappo' con forza un pezzo di panino e mentre masticava disse:
'Sei insaziabile!Dio c**e, sei proprio troia! E chi l'avrebbe mai detto?!'
'Non hai mai dubitato' chiesi
'No, pensavo fossi solo timido e facessi fatica a rapportarti con le ragazze, ma che fossi finocchio non lo immaginavo.'
'Chissa' quanti cazzi hai gia' preso per diventare cosi' bravo!'
'Tu sei il secondo!'
'Ah si?'
'Allora hai talento' disse ridendo
'Hai imparato in fretta l'arte delle pompe, cuccioletto..Vuoi farmelo rizzare di novo?'
'No, aspetto, piu' aspetto e piu' e' divertente, perche' avrai i coglioni pieni'
'E chi ti dice che non me li svuoto con Gabriella?!''
'Ma va, Gabriella e' sfigata'
'Se fossi in lei mi farei scopare tutti i giorni, tutto il giorno. Averne di manzi come te!'
Mar rideva forte
'Bhe, qualche volta me la sbatto la stronzama non e' per niente brava a succhiare, e le poche volte che me lo succhia, riesci solo a farmelo ammosciare'
'Non ti preoccupare per questo ci sono io'
'Tu sei proprio una zoccola che ci sa fare col cazzo.'
'Sei una troia.'
'Gia, sono la tua troia!'.
Raccontai a Max della scusa che mi ero inventato per raggiungerlo a casa, mi promise che mi avrebbe raggiunto al porto piu' tardi.
Mi incamminai sotto il sole cocente mentre lui ando' in spiaggia. Quando arrivai al porto la maggior parte dei pescherecci erano al largo, ne restavano solo pochi ormeggiati.
Avevo sete, entrai nell'unico bar del porto; mi servi' una donna grassa e anziana, al bancone c'erano vecchi lupi di mare, ai tavoli altri uomini giocavano a carte. Tra questi notai anche Ciro, ma feci finta di nulla sperando che, grazie al berretto calato sugli occhi non mi notasse.
La gran parte degli uomini mi fissavano perche' non era un posto in cui entrava gente giovane.
Sedevo su di una panchina al porto aspettando Max quando un uomo mi chiamo':
'Ehi ragazzo! Potresti darmi una mano con questa fottutissima rete da pesca?'
Mi avvicinai al suo peschereccio, l'uomo indossava solo dei pantaloni lunghi beige, aveva una leggera pancia ricoperta da fitto pelo nero. Sul braccio sinistro era tatuato un serpente, il corpo era imperlato di sudore. Un pizzetto nero si confondeva alla leggera barba, era un po' stempiato e i capelli erano corti, due orecchie a sventola e un orecchino d'oro.
'Ciao, puoi aiutarmi a districare questa fottuta rete?!'
Accettai di buon grado, salii sul peschereccio muovendomi a fatica tra gli ormeggi.
'Cazzo no, tira verso destra, verso destra!'
Ero impacciato, lo guardavo invaghito mentre i suoi muscoli si muovevano scintillando di sudore sotto il sole pomeridiano.
Dopo diversi tentativi riuscimmo a districare la rete e a liberarla dai numerosi nodi.
'Ok, grazie!'
Avevo tutte le mani nere e chiesi se potevo lavarmele di sotto, mi accompagno' all'interno del suo peschereccio. Era dietro di me, avrei voluto che mi saltasse addosso.
'Di dove sei ragazzo?'
'Sono in vacanza con i miei genitori, questo e' il paese natio di mio padre e dei miei nonni paterni.'
'Lei e' un pescatore signore?'
'No, faccio lo spogliarellista!' disse ridendo
'Ma certo, non lo vedi?'
'Lo vedo signore, soprattutto dal suo fisico. Non si sente mai solo a fare il pescatore?'
Iniziai sfacciatamente a guardagli il corpo e poi mi soffermai a fissagli la sua patta.
'certo che anche come spogliarellista non sarebbe male!' dissi
Mi guardo' stupito
'ma allora tu sei un bel frocetto!'
Poi chiuse la porta alle spalle, mi prese per il braccio
'Vieni bello'
Si sedette sul divano e divarico' le gambe iniziando a slacciarsi la cintura
'Non ti preoccupare faccio io.' dissi
'Ma davvero?Che bravo che sei!'
Gli sfilai la cintura e gli slacciai i calzoni abbassandoglieli fino alle caviglie, poi gli sfilai le mutande.
Presi tutto il suo cazzo in bocca, era ancora molle e aveva un fortissimo odore, un odore piu' forte di qualsiasi cazzo avessi mai provato.
Gli leccai i coglioni bollenti.
Dopo pochi minuti che me lo lavoravo per bene la sua cappella era diventata rossissima, leccavo per bene tutta l'asta, aveva un cazzo grosso e due capezzoli grossi e lunghi, dopo qualche minuto decisi di farlo venire, lui mi premeva con entrambe le mani la testa e mi spingeva su e giu' scopandomi la gola, poi estrasse il cazzo e si alzo' in piedi, rimasi in ginocchio, si smanetto' due volte il cazzo e, tenendomi ferma la testa, mi riverso' tutta la sua sborra sulle guance, sugli occhi e sulle labbra.
Poi prese le sue mutande e mi ripuli' per bene.
'Sei stata bravissima' mi sussurro'.
'Passa a trovarmi domani che ci divertiremo tesoro'
Non risposi, mi limitai a sculettare visivamente mentre mi allontanavo dal suo peschereccio.
CONTINUA (?)
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