ORSI ITALIANI MAGAZINE




ATTENZIONE / NOTICE

Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni

This page contains pictures of male nudity and a text with homoerotic contents: it's intended for persons over 18






Il giocattolone di Davide

Un racconto di mcs2


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Quando il suo compagno di stanza tornò mezzo ubriaco dalla festa, Giovanni capì che forse quella avrebbe potuto essere la volta buona.

Da tanto tempo aveva in mente un certo affare, qualcosa che gli aveva occupato la mente per lunghe settimane da quando divideva l’appartamento con Davide, un ragazzo calabrese, studente di legge.

Davide gli era piaciuto da subito ma mai aveva lasciato trasparire qualcosa del suo interesse per quel giovane bruno e scolpito a dovere dai lunghi allenamenti.

Ed ora ecco che una superba occasione si faceva largo in una serata come tante altre, ma irrimediabilmente destinata a rimanere impressa nelle menti di entrambi.

Davide mostrava i tipici segni di uno che aveva alzato un po’ troppo il gomito e la lunga doccia fredda che seguì il suo rientro non fu in grado di farlo tornare pienamente consapevole di sé.

Tornato in camera aveva ancora uno strano sorrisetto sulle labbra e quasi non si accorse che Giovanni era lì nella sua stanza intento a trafficare al computer, o almeno a fingere di farlo.

-Ah, ciao! Scusa se mi sono autorizzato a usarlo senza dirtelo, ora me ne vado… giusto un attimo che finisco quest’articolo! disse fingendo di continuare a scrivere ciò che l’indomani avrebbe dovuto consegnare al giornale presso cui lavorava.

Davide annuì è, ancora parzialmente sotto l’effetto della sbronza, si sedette sul letto lasciandosi cadere all’indietro, esausto.

Nel mentre Giovanni continuava a scrutarlo di sottecchi e non poté fare a meno di notare che l’accappatoio di Davide si era slacciato sul davanti, lasciando chiaramente in mostra il forte torace e il ventre neri di pelo folto, fino ai confini con l'aggrovigliato cespuglio scuro dell’inguine.

Sarebbe bastato un altro leggero movimento e la cintura si sarebbe definitivamente sciolta lasciando poco spazio all’immaginazione… e così fu!

In preda al torpore del primo sonno sempre più incalzante per effetto della sbornia. Davide si stirò voluttuosamente emettendo un gemito soffocato e le sue braccia si allungarono all’indietro verso la testata del letto, liberandosi definitivamente dalle maniche dell’accappatoio, mentre le forti gambe ispide si tesero a turno ricadendo poi sulla coperta, ben distanziate una dall’altra.

Giovanni ormai completamente rivolto verso il suo coinquilino addormentato ebbe un fremito di piacere che gli percorse come un’onda sottile di elettricità il ventre, segno che ormai in lui il desiderio era enorme.

-Ora o mai più… pensò sorridendo compiaciuto.

Velocemente si diresse in camera sua ed estrasse dall’armadio, nascosti sotto indumenti vari, quattro corde lunghe più di un metro.

Tornato da Davide notò che questo aveva assunto da solo la posizione che si sarebbe poi rivelata fatale: aveva le braccia aperte e allungate sui due cuscini del suo letto, e le gambe ancora ben allargate fra le quali troneggiava il suo carnoso strumento.

Giovanni deglutì nervosamente e si apprestò ad attuare quello che da tempo sognava.

Fece con le corde quattro nodi scorsoi che sistemò ai polsi ed alle caviglie di Davide e, sempre attento a non svegliare il ragazzo, legò i polsi alle due estremità della testata del letto e le caviglie larghe vero l’estremità opposta.

Davide era pronto! Così come lo aveva immaginato tante volte nel silenzio delle sue fantasie masturbatorie.

Steso davanti a lui, legato ad “X” al letto, con tutta la sua naturale possanza ed ora in balia del sua sguardo e finalmente del suo volere.

Era giunto il momento di entrare in azione! 

Giovanni si tolse la camicia ed il suo petto irsuto brillò ala fioca luce della lampada prima che, chinandosi su Davide, i suoi polpastrelli famelici iniziassero a profanare quel corpo indifeso ed esposto. 


Cominciò a sfiorargli la pelle sotto le braccia così voluttuosamente esposta e sensibile, raggiungendo lentamente il petto.

Fu lì che i suoi pollici si soffermarono sui capezzoli deliziandoli del loro tocco, mentre le altre dita sfioravano i suoi pettorali addormentati e le dita scivolavano tra i peli foltissimi e morbidi e profumati appena lavati dalla doccia. Le sue mani proseguirono l’avanscoperta del torace sorvolando l’addome e dirigendosi verso i genitali esposti di Davide.

Ma Giovanni non volle avvicinarvisi, almeno non subito, e con un sorriso malizioso deviò lateralmente sulle cosce sfiorando gli invitanti testicoli.

In quel momento Davide ebbe un fremito e, con la bocca ed il viso impastati di sonno, cercò di muoversi e di capire quello che stava succedendo, ma le sue membra trovarono l’impedimento delle corde e nonostante gli energici strattoni ed il contorcersi del suo corpo muscoloso, non riuscì a liberarsi.

-Che sta succedendo? Che vuoi fare? Sei impazzito? Scendi di qui e slegami subito se non vuoi che…

-…se no cosa? Rispose spavaldamente Giovanni sempre più eccitato.

-Hai visto? Sei completamente immobilizzato e resterai così finché farà piacere a me. Ora ti consiglio di rilassarti e di gustarti quanto sta per accadere, perché non è cosa di tutti i giorni.

E così dicendo, senza più freni inibitori, si abbassò e prese fra le labbra il pesante strumento di Davide che, più disgustato che impaurito, lo investì con una sequela di prevedibili offese, ma evidentemente l’effetto dell’alcol era ancora forte in lui, dal momento che non riuscì a biascicare che qualche frase.

-No… basta! Non voglio… lascia… lasciami l’uccello ho detto! Mollalo stronzo pervertito! Quelli come te mi fanno schifo, smettila! Bastaaa!

Ovviamente Giovanni non gli diede ascolto e continuò a gustare la corpulenza di quel bellissimo giocattolo che, nonostante fosse irrimediabilmente molle, aveva un aspetto invitante.

Mentre Davide continuava a dimenarsi e ad inveire pesantemente, contorcendo i fianchi nel tentativo di liberarsi dalla bocca di Giovanni, questo approfittava dei sussulti dell’altro per approfondire il suo risucchiante trattamento.

Con agile maestria lo prendeva tutto fra le fauci, lo assaporava e lo menava con la lingua mentre era ancora dentro, poi allentando la presa si limitava a tenergli la cappella chiusa fra le labbra liberando il resto: per un po’ ne gustava l’estremità e poi di nuovo giù abbassando il prepuzio fino a scappellargliela, pronto a sentire la consistenza della pelle nuda del suo glande ancora roseo.

Ancora non stanco decise di lisciare con l’aiuto delle sole labbra il dorso del membro usando la lingua solo in prossimità della cappella, ma il giochetto era reso difficile dal fatto che il membro di Davide era completamente afflosciato.

Le cose cambiarono repentinamente quando Giovanni decise di occuparsi anche delle palle, per troppo tempo ignorate.

Lasciò cadere il pesante membro sull’inguine e riprese fiato.

Davide ancora mezzo ubriaco gli si rivolse con stizza, ma ancora non completamente lucido:

-Ti è bastato? Smettila stronzo! Non startene lì a guardare e slegami…

Giovanni fece segno di no.

-Cosa vuoi farmi ancora bastardo? Non vedi che mi fai schifo? Credi che mi diverta? Guarda che tanto il cazzo non mi si drizza con uno come te! Slegami pervertito, o quando mi sarò liberato…

Non finì la frase che Giovanni abbassò la testa e, con destrezza insospettata, cominciò a lisciare le palle dell’incredulo sequestrato.

Le leccava una alla volta cominciando dal basso per salire fino alla radice del membro; arrivava con la punta della lingua nel solco che ben si notava fra i due grossi coglioni di Davide, e ogni tanto scivolava lateralmente per succhiargli la radice dello scroto; poi tornava a leccare le palle una ad una fino a che, per concedersi una tregua, prese in bocca entrambi i testicoli gustandone la pesante corpulenza e facilitato dal fatto che ora Davide, per paura di strattonarsele stava immobile, pur continuando ad inveire.

-Brutto lecca palle lasciami i coglioni, slegami… ma Giovanni continuava a darsi da fare e fu proprio quando la sua lingua raggiunse la parte più profonda e nascosta dello scroto, che notò una diversa tensione del membro e osservandolo per un istante vide che cominciava a pulsare, gonfiandosi: Davide si stava eccitando! Di lì a qualche istante le ingiurie si spensero in quello che Giovanni interpretò come un tacito invito a continuare.

Colse prontamente l’imprevista occasione e continuò a lambire il fatidico punto, finché sentì chiaramente Davide mugolare di piacere, alternando i gemiti con chiari apprezzamenti.

- Si, continua a succhiarmi le palle, fammi sentire quanto sei finocchio… dai lecca bocchinaro, lecca! Leccamele come prima dai!

Ma l’attenzione di Giovanni si era focalizzata sul membro che si stava sempre più indurendo, assumendo dimensioni davvero notevoli.

Non resistendo più se lo fece scivolare in bocca e lo succhiò con tanta forza che, in breve, Davide ebbe una delle più erculee erezioni che Giovanni avesse mai immaginato, e con la lingua esperta gli regalava attimi di vera estasi dopo il rifiuto iniziale.

Le sue labbra insalivavano l’asta di Davide che nel frattempo aveva ricominciato a divincolarsi, ma questa volta dal piacere, mentre la punta della lingua deliziava il frenulo che si era rivelato un’altra zona molto sensibile.

-Continua a leccarmi il cazzo… fammi godere… senti come l’hai fatto venire duro! Dai succhialo come fosse un gelato, leccalo finocchio, leccalo!

E Giovanni fece come gli era stato ordinato: succhiò e leccò l’enorme cappella di Davide fino a farla diventare rossa e lucida di tensione, e verso la fine quando l’altro sembrò pronto a raggiungere l’orgasmo sudato e congestionato, ebbe un’idea.

Continuò ad eccitare Davide per fargli raggiungere la piena consistenza dell’erezione che avrebbe dovuto portarlo a schizzare, leccò e stantuffò la verga dritta e dura per qualche minuto fino a quando, il comparire di alcune gocce trasparenti di liquido preseminale, gli fecero capire che Davide era al massimo, ed era pronto a venirsene.

In quell’istante si fermò improvvisamente. Lasciò la presa e osservò con aria perfidamente divertita l’altro che, ansimando, lo guardò con aria interrogativa.

-Allora, che aspetti ora? Su avanti, pompa che stavo per venire! Dai continua, prendilo ora… non vorrai lasciarmi così adesso? Dai finocchio che non resisto.. ho le palle che mi scoppiano!

Giovanni allora tese una mano verso il fallo ancora gigante e richiuse la cappella spalancata, dopo di ché con fredda disinvoltura, la prese fra i polpastrelli del pollice e dell’indice come fosse una penna, e delicatamente cominciò a masturbargli solo quella, piano e quasi impercettibilmente.

-Ma che fai? Lo richiamò Davide.

-Così non mi basta, non mi piace! Dai che sto al massimo, devi menarmelo come prima, spompinami come hai fatto finora…

Ma Giovanni continuava a masturbargli delicatamente la cappella turgida e gonfia.

-No così no dai! Non mi piace… smettila stronzo! E’ frustrante, sono lì per venire dai, menalo forte! No così non resisto, mi va al cervello, basta.. voglio schizzare e così non posso! Non riesco!

Ma Giovanni non ascoltava e continuava ad alleggerire la presa. Il tono di Davide era quasi supplichevole, il ragazzo cercava di fare forza sulle dita di Giovanni con dei movimenti del bacino ma l’altro era ben attento a non opporre resistenza ed il gioco si stava trasformando in una sublime tortura.

-Ti prego, ti scongiuro smettila di farmi queste pipette del cazzo! Basta voglio venire, basta con questo solletico… basta per favore fammi una sega come si deve! Scappellalo come prima dai, succhialo, avanti succhiami bastardo!

Ma per tutta risposta Giovanni gli scappellò l’uccello e continuò quella estenuante sega sulla cappella nuda, rendendogli quel dolce supplizio ancora più insopportabile e facendogli sentire la terribile sensazione di una sega leggera su un cazzo durissimo e pronto a sborrare e che non ricevendo la giusta stimolazione rimane tra il piacere dell’imminente orgasmo e la frustrazione di non sentirlo partire.

-…No così non lo sopporto, non ce la faccio più! Devo venire o mi scoppiano le palle.. fammi una sega.. spompinami fammi quello che vuoi, ma stringilo, lavoralo come prima!

Poi alzò la testa e guardò Giovanni supplichevole:  -Ti prego spompinami!

A quelle parole l’altro non resistette più e ricominciò a stringere la presa.

-Ah si così! Si sto per sborrare… si schizzo, guarda come vengo…

Ma Giovanni cambiò ancora il gioco.

Richiuse la cappella e strinse la base del membro forte fra le dita fino a vederlo quasi raddoppiare e finché il glande che spuntava dal prepuzio chiuso non fu tumido e violaceo.

Solo allora scappellò di nuovo lentamente l’uccello e continuò progressivamente a tirare verso il basso la pelle fino a quando la tensione del frenulo non si fece sentire attirando subito l’attenzione di Davide.

-Basta, fermo! Che stai facendo? Vuoi spaccarmi l’uccello? Fermo, basta… ma Giovanni continuando a mantenere enorme il glande stingendogli il cazzo alla base, lo scappellò definitivamente e Davide lanciò un grido selvaggio di dolore.

-Ahhh! Bastardo fermati, mi stai staccando il filetto… Ahhh! E’ insopportabile, bastaaa! Nooo così me lo strappi! Smettila.. che stai facendo ora? No ti prego, adesso non leccarmelo, non leccarlo… me lo mandi ancora più in tiro… nooo!

Ma ormai la lingua di Giovanni era di nuovo alle prese con il bianco e tesissimo frenulo di Davide, la cui cappella sempre più grossa sotto quegli esperti colpi di lingua, stava seriamente mettendo in tensione quella sensibilissima e delicata zona.

Le leccate di Giovanni e la tensione che il glande esercitava sul frenulo martoriato, indussero la vittima ad un urlo di dolore

-Pietà… basta!

Ed allora l’altro divertito più che mai si decise a decomprimere la cappella, che tornò subito ad una consistenza più sopportabile.

- Ti supplico fammi sborrare non ne posso più...

Ma Giovanni aveva ancora un desiderio da soddisfare.

Sparì per pochi minuti nella sua camera e tornò con un tubetto di lubrificante. Nel frattempo il cazzone di Davide aveva ripreso una consistenza normale e seppur restando duro come il ferro non gli faceva più male.

- Ti prego, cosa vuoi fare adesso...non farmi male...ti prego

- Io non voglio farti male, te lo assicuro, credimi. Volevo solo avere la possibilità di dimostrarti che con me puoi godere più che con chiunque altro. Lo so che sei segretamente bisex...non negarlo..ma se ti avessi proposto di fare sesso con me non avresti mai accettato e mi avresti non solo insultato ma forse anche preso a botte... ammettilo.

- Sì è vero...ma...

- Lasciami fare, goditi il mio corpo e la mia capacità di farti godere e se non sarà la sborrata più intensa della tua vita io non ti darò mai più fastidio, te lo giuro

Nel mentre di tutto questo discorso i polpastrelli avevano mantenuto in tensione il grosso palo di carne che era paonazzo e reso turgido come non lo era mai stato grazia anche al sottile legaccio che gli aveva stretto alla base dell'asta.

Giovanni si unse abbondantemente l'ano e tendendo sull'attenti il cazzone di Davide ci si sedette sopra molto lentamente fino in fondo.

Strinse e rilassò i muscoli dello sfintere per assestarselo bene dentro. Iniziò a scoparsi il culo lentamente mentre le mani stuzzicavano i capezzoli di Davide che eccitato come un toro con la bava alla bocca godeva all'inverosimile.

- Più forte ti prego che non riesco a borrare...ti prego...mi scoppiano le palle...sto impazzendo..

- Stai godendo??

- Sììì cazzo sììì ma fammi sborrare..ti supplico

Giovanni iniziò ad impalarsi a gran velocità sul cazzone dell'amico godendo a sua volta di corpo e di testa per il suo sogno che si stava realizzando e continuando la fare su e giù con una mano sciolse il legaccio dal cazzo di Davide che finalmente con un ultimo fiotto di sangue che lo riempì ancora un poco iniziò a schizzare sborra come una fontana mentre tutto il corpo si irrigidiva ed inarcava spingendo dentro al culo di Giovanni con tutta la forza che aveva.

Un urlo liberatorio acquietò Davide esausto e dolorante.

Giovanni si masturbò velocemente ed iniziò a venirsene liberando quelli che furono alla fine sei irrompenti fiotti di madreperlaceo e denso sperma.

I primi colpirono erroneamente Davide sulle labbra e gli altri gli bagnarono il pelo del petto già abbondantemente intriso di sudore.

Giovanni si alzò dalla posizione lasciando libero il grosso cazzo ormai tornato quasi completamente mollo ma rosso per il duro trattamento subito.

Si coricò accanto a Davide e gli spalmò lo sperma sul torace muscoloso.

- Se non hai goduto non accadrà più, mai più te lo giuro.....e ti chiedo scusa per averti costretto.

Davide ancora un po' ansimante ma la sbornia era completamente passata guardò l'amico e guardò il proprio corpo viscido di sperma...

- Sei stato un bastardo ma non ho mai goduto così tanto in vita mia, mi sembrava di impazzire ed ho il cazzo e le palle che mi fanno ancora male ma è stato fantastico, voglio rifare un'esperienza così ancora mille volte e se hai altre idee le voglio sperimentare tutte. Slegami adesso ché a costo di spellarmi il cazzo ti scopo di nuovo, subito.

- Dici davvero?

- Sì te lo giuro.

Giovanni lo slegò restando titubante pensando che lo avrebbe preso a pugni ma non accadde, anzi.

Davide lo fece mettere a pecorina e si tuffò con la faccia tra le natiche mangiandogli il buco in modo famelico dando qualche morso e sculacciata alle natiche sode, poi guardò il proprio cazzone nuovamente duro e bollente e lo spinse dentro.

Dolore e piacere si fusero.

Il culo di Giovanni era pieno di un martello pneumatico che lo scavava duramente ed il cazzo di Davide era dolorante per il duro trattamento subito poco prima ma la scopata durò comunque moltissimi minuti.

Adesso era Giovanni a subire l'assalto ed arrendevole si lasciava aprire in due.

I ruoli si erano invertiti.

Gli ultimi colpi Davide se li diede con la mano mentre tre dita frugavano dolorosamente il buchetto di Giovanni raggiungendo la prostata.

Un nuovo potente orgasmo sfinì entrambi che felici si resero conto di quanto fosse stato eccitante essere per una volta, vittima di piacere..