ORSI ITALIANI MAGAZINE




ATTENZIONE / NOTICE

Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni

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Una felice punizione

Un racconto di SignorSculaccioni


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Mi chiamo Gabriele e ho 27 anni.

Sono un orsetto alto e tendente al magro, anche se ho un po’ di ciccia sulla pancia e sui fianchi.

Anche se ho avuto alcuni rapporti con delle donne, ultimamente le mie preferenza vanno sul genere maschile, e soprattutto su quelli più grandi di me.

Da qualche mese lavoro in un’associazione sportiva che si occupa di palestra soprattutto per adulti e terza età.

Quindi mi capita spesso di vedere uomini maturi passare nel mio ufficio, e per fortuna che c’è un tavolo davanti a me, sennò assisterebbero tutti alla mia vistosa erezione!

Quella mattina mi ero svegliato tardi e quindi sono arrivato un po’ rintontito a lavoro.

Sono rimasto così fino a che un uomo non entrò nell’ufficio. Ammetto di essere rimasto a bocca aperta per qualche secondo.

Era un uomo poco più alto di me, i capelli radi pettinati all’indietro con un’abbondante stempiatura, una bella barba bianca ben curata, vestito con una camicia grigia chiara e jeans chiari.

Sopra portava una giacca di pelle marrone scuro; i pantaloni erano tenuti su da una cintura stretta in vita, che evidenziava un bel pancione rotondo, e la camicia era aderente e un po’ sbottonata, rivelando due o tre peli candidi sul petto.

Una forte erezione mi fece svegliare di colpo e dovetti rimettere a posto il mio membro con un movimento poco elegante.

L’uomo mi fece uno sguardo che non saprei definire: sembrava severo ma anche stupito, e c’era una punta di malizia che lo illuminava

Arrossii e cercai di sorridere.

<< Buon giorno, posso esserle utile? >>.

<< Vorrei avere qualche informazione sulla palestra >> rispose lui con voce profonda ma simpatica.

Si tolse la giacca e si voltò per attaccarla all’appendiabiti dietro di lui.

I jeans chiari aderivano perfettamente su un fondoschiena massiccio e rotondo, che sembrava premere per uscire dai pantaloni.

La mia erezione aumentò.

Iniziai timidamente a elencare tutte le varie tariffe, cercando di guardare l’uomo il meno possibile negli occhi, che furono tutto il tempo puntati su di me.

Poi feci la gaffe.

<< Comunque, a tutto questo, si toglie lo sconto per la terza età >> dissi sfogliando il libretto con i prezzi.

<< Cosa vorresti dire? >> fece lui, di colpo aggressivo.

<< Beh, lo sconto che si applica sui clienti superiori ai 65 anni >> risposi io affondando nella sedia.

<< Si da il caso, giovanotto, che io abbia appena 60 anni! Non ho bisogno dello sconto per la terza età! >> sbottò lui.

Mi affrettai subito a scusarmi.

<< Mi spiace, non intendevo offenderla. Nel caso, potrei applicare comunque lo sconto per scusarmi >> provai a dire, consapevole che comunque il danno era fatto.

<< Vabè, ci penserò su. Buona giornata! >> fece l’uomo offeso. Si alzò in piedi, si voltò e si allungò per riprendere la giacca.

Di nuovo i jeans si strinsero sul grosso sedere dell’uomo, aumentando ancor di più la mia erezione. Ormai sentivo il pene che fuoriusciva dalle mutande e dai pantaloni.

Da quando l’uomo uscì e per tutta l’ora successiva, continuai a pensare a lui e a quanto mi sarebbe piaciuto ritrovarmi da solo con lui. E in un certo senso fui subito accontentato.

Chiusi l’ufficio e andai di corsa al bagno, ma appena varcata la soglia col piede, una mano dalla forza sorprendente mi afferrò per la collottola e mi spinse dentro.

Impaurito e anche un po’ dolorante, quando riaprii gli occhi mi trovai nel bagno degli uomini, con l’uomo di prima che mi teneva dietro il collo e con l’altra mano stava poggiato su una sedia.

<< Prima mi sono un po’ offeso per la faccenda della terza età, così ho deciso di darti una lezioncina di buone maniere >> disse serio, poi si sedette e mi costrinse a stendermi sulle sue ginocchia.

In un battito di ciglia mi trovai steso sulle gambe dell’omone, col sedere letteralmente per aria.

L’uomo mi diede qualche pacca sul didietro, poi iniziò a sculacciarmi sonoramente, alternando chiappa destra e chiappa sinistra, parte alta del sedere e quella più bassa vicino alle cosce.

Cercai di divincolarmi e urlare, ma più ci provavo più gli sculaccioni sembravano diventare forti e roventi sul mio fondoschiena.

<< Se non la smetti di urlare come una femminuccia dovrò dartele con la cinta, e ti farà molto male >> minacciò quello tra una pacca e l’altra.

Dopo un’interminabile sculacciata, l’omone mi abbassò i pantaloni e si prese qualche secondo per accarezzare la mia pelle nuda e rovente.

<< Voltati e guarda il tuo bel sedere com’è diventato! >> ordinò quello, severo.

Ubbidì e rimasi scioccato da come le mie natiche erano diventate rosse.

Erano calde come tizzoni ardenti e il colore rendeva perfettamente l’idea, ma il mio sculacciatore non mancò di darmi qualche altra pacca, che fece ballonzolare dolorosamente le mie povere chiappe.

<< Adesso torna a lavoro, e stai attento a quello che dici alla gente, chiaro? >> mi disse l’omone tirandomi su i pantaloni come un bambino.

Prima di andarsene mi palpò il sedere martoriato e ci diede un’altra sculacciata, giusto per gradire.

Rimasi solo nel bagno per qualche minuto, provando a bagnare con un po’ d’acqua fredda il mio fondoschiena dolorante, senza avere un grande effetto, e mi accorsi che avevo in tasca un biglietto da visita, con scritto l’indirizzo di un bar lì vicino.

Quando chiusi verso sera, mi recai al bar, che stava chiudendo pure lui, e trovai l’orso che mi aveva sculacciato intento a mettere a posto i tavoli.

<< Ah, sei arrivato finalmente! Non ti aspettavo più … Gino, chiudi te? >> fece l’omone. Gino, uno di trent’anni, fece “si” con la testa e si mise al lavoro.

<< Io sono Felice, piacere >> si presentò l’omone con una vigorosa stretta di mano, che ben assomigliava alla forza degli schiaffi di quella mattina.

Mentre ci incamminavamo, Felice mi palpò il sedere in modo sfacciato. Le natiche mi facevano ancora male, ma non potei fare a meno di avere una erezione fortissima.

<< Ti fa ancora male, eh? >> chiese lui sprezzante.

Io annuii arrossendo.

<< E’ stato doloroso rimanere seduto tutta la giornata >> ammisi.

<< Beh, volevo proprio questo! Bisogna saper parlare a modo con le persone >> mi raccomandò lui, continuando ad accarezzarmi il fondoschiena con dolcezza.

Eravamo in una vietta poco illuminata e ci fermammo al portone di un condominio.

<< Dai, sali così ti fai una doccia con me. Dopo un a giornata di lavoro ci sta >> propose lui.

Io annuii senza nemmeno pensarci e mi ritrovai nel suo appartamento nel giro di cinque minuti.

Mi sembrava tutto irreale e eccitante al tempo stesso.

Felice mi accompagnò in bagno e iniziò a svestirsi.

<< Beh, vuoi farti la doccia coi panni addosso? >> chiese mentre si toglieva la camicia.

Io feci di no iniziai a svestirmi, e intanto lo contemplai sempre più nudo.

Aveva il petto ampio con due belle tette pelose, la pancia altrettanto e ben rotonda; le cosce erano grosse e muscolose, il pene svettava già dritto e scappellato.

Dal canto mio mi sentivo ridicolo, così magro con la mia pancetta e i peli mori dappertutto. Mi stupii quando Felice mi fece i complimenti.

<< Sei un bel giovanotto, davvero! Dal tuo lato b avrei dovuto intuirlo … dai, vieni sotto la doccia >> mi incitò lui.

Mi prese per mano e andammo nudi nel bagno e poi sotto l’acqua.

La sua doccia era molto spaziosa e il getto d’acqua usciva a cascata, rendendo tutto molto rilassante.

Senza chiedere niente, Felice si versò del bagnoschiuma nella mano e iniziò a cospargere tutto il mio corpo.

Sapientemente, si soffermò sui capezzoli, sotto le ascelle, nell’ombelico, sulla schiena e sul collo; poi passò direttamente alle gambe, facendo attenzione a non toccare le mie parti intime, che sfrigolavano vogliose.

<< Credevi mi fossi dimenticato del tuo bel pisellino? >> chiese poi divertito.

Prese un altro po’ di sapone e iniziò a masturbarmi, facendomi sobbalzare e gemere di piacere; ogni tanto mi accarezzava i testicoli, facendo aumentare la mia erezione con forza.

<< E ora voltati >> ordinò.

Io ubbidii ed esposi il mio sedere nudo e ancora arrossato per la seconda volta.

Felice lo accarezzò e gli diede qualche pacca, poi prese a insaponarlo, sia sulle chiappe doloranti che nel mezzo, dove non mancò di titillarmi l’ano.

<< Bene, ora che sei pulito, puoi lavare me? >> chiese lui, passandomi il sapone.

Mi riempii le mani di bagnoschiuma e iniziai a passarlo sul suo corpo massiccio. Ad ogni passata lui fremeva e il suo grosso membro cresceva a dismisura.

Come aveva fatto lui, passai direttamente alle gambe, lasciandomi la zona dei genitali per ultima.

Aveva un pene grossissimo e duro, pieno di vene e dal glande scuro. Presi a masturbarlo e a massaggiargli le palle gonfie di sperma.

Felice gemeva con grugniti bassi e profondi, e mi fermai perché avevo paura che venisse subito, poi lo feci voltare.

Il suo enorme sedere era uno spettacolo, grosso e peloso come piace a me, con righe di sapone e acqua che erano colati dalla schiena.

Insaponai per bene le chiappe rotonde la mia erezione crebbe quando aprii i due globi rivelando l’ano di Felice.

Era roseo e chiuso, così presi a insaponarlo e a cercare di aprirlo, facendo gemere ancora di più l’omone che stava con me.

<< Oh, si aprimelo! Anzi, dammi uno sculaccione, me lo merito >> disse lui inarcando la schiena e dandomi una involontaria sederata.

<< Perché, cosa hai fatto? >> chiesi io malizioso, mettendomi di tre quarti e poggiando una mano sulle sue rotondità.

<< Dopo che ti ho sculacciato, stamattina, sono andato nel bagno del bar e mi sono sparato una sega >> disse lui, facendo aumentare la mia erezione.

Facendo un verso scandalizzato e divertito, sollevai la mano e gli diedi una sonora sculacciata, facendo schizzare il sapone e l’acqua dappertutto.

Il grosso sederone ballonzolò come un budino e Felice lo agitò come a incitarmi per dargliene ancora.

Continuai a sculacciarlo, alternando pacche e carezze, e ogni tanto intrufolavo la mano nel suo orifizio per aprirlo un altro po’.

Poi sentii una voglia travolgente e avvicinai il mio pene turgido alle sue grosse chiappe; presi a colpirlo due o tre volte col pisello, poi gli aprii le natiche e glielo infilai dentro.

Il buco, già ben ammorbidito, si aprì immediatamente e presi ad inculare Felice con forza, fino a che non venni con un gemito.

Uscii quasi subito e un po’ di sborra schizzò le natiche bagnate e un po’ arrossate di Felice.

<< Oh, si, sborrami tutto!! Sculacciami ancora un po’, ti prego! >> gemette lui agitando il didietro.

Gli rifilai sei sculacciate sul sedere, spalmando il mio sperma su tutte la rotondità.

<< Bravo, ma adesso è il mio turno >> fece Felice voltandosi.

Io mi voltai voglioso e aprii le mie natiche.

Lui prese un po’ del mio sperma che colava sul mio sedere e lo usò per lubrificarmi l’ano, e una scarica di piacere mi fece tornare il pene duro.

Felice mi diede qualche sculaccione, poi prese il suo grosso pene, ben più lungo del mio, e mi penetrò.

Fu doloroso e piacevole tutto insieme, e il mio pisello si raddrizzò di nuovo come prima.

Sentivo le sue grosse palle che sbattevano contro di me, il bacino che mi colpiva il sedere con forza, fino a che non venne.

Anche lui mi schizzò un po’ dentro e un po’ fuori, e il suo sperma caldo fu un piacere inimmaginabile.

Dopo ci ripassammo un po’ di sapone sulle chiappe a vicenda, questa volta dolcemente, e ci addormentammo abbracciati, le mie mani sul suo sedere, le sue sul mio.


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