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omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni
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Il
dermatologo
Un
racconto di Don Elio
L'arrivo dell'estate è sempre un gioia per molte persone, è sinonimo di caldo, mare, montagna, sole, libertà.
Per me non è sempre stato cosi, sopratutto nel periodo adolescenziale, le ore passate a scuola davanti ai libri si facevano sentire, il mio pallore instaurato nei mesi invernali era statuario, ma accettai lo stesso l'offerta di andare al lago con gli amici, a prendere il sole e giocare a pallavolo, pur spensierato cercai di stare molto attento a non scottarmi, usai creme protettive molto potenti, ma ahimè, quella volta non bastarono...
Me ne resi conto solo alla sera, tornando a casa.
Presi un'ustione enorme, in cui tutto il mio corpo era rosso bordeaux.
A fare la doccia a casa, mi pareva stesse cadendo lava bollente, mi bruciava tutto, nemmeno una maglietta riuscivo a mettere.
Quella sera non dormii nulla, mi cosparsi di crema dopo sole come una lumaca e cercai di riposarmi come meglio riuscivo, certo che non potevo stare in quella situazione, quindi il giorno dopo decisi di andare da uno specialista, e prenotai una visita dal dermatologo.
L'appuntamento era fissato per alcuni giorni dopo, mi presentai in anticipo nello studio del dottore, una signorina mi invitò a sedermi nella sala d'attesa, e cosi feci.
Davanti a me c'erano un pò di persone, due vecchiette, una ragazza giovane e formosa, una coppia con 2 bambini, ed un uomo anziano, che a mio parere era molto attraente.
Un voce femminile chiamò il mio nome, era il mio turno.
Ringraziando la signorina, mi avviai verso l'ambulatorio ed entrando fui subito intontito da un forte odore di disinfettante, di quello che si usa per pulire le superfici, accompagnato da quel classico clima asettico che si trova nelle sale mediche, ed in ospedale.
Un ventilatore ronzava sonnolente avanti ed indietro, sbuffando un pò di aria quà e là ma che non rinfrescava sicuramente l'atmosfera, c'era una scrivania con affetti personali del dottore, un orologio ticchettava lo scandire dei secondi, il lettino sull'angolo vicino la finestra aveva un non so che di "accogliente", la tapparella della finestra era semi abbassata e questo creava una stanza semibuia, le uniche luci accese erano una abat-jour sulla scrivania del medico, e una torcia compresa di lente di ingrandimento, che si innalzava sopra il lettino tramite un braccio a molla.
Delgutì sommessamente... Iniziai ad essere nervoso.
"SCUSAMI! Eccomi qui!" sbottò il dermatologo di colpo alle mie spalle, "Accomodati pure intanto!" continuò a dirmi, uscendo da una stanza dietro di me.
"Dietro di me c'era una porta... e non me n'ero accorto!" pensai: "Devo calmare la mia paura dei dottori" continuai a pensare, ma feci ciò che mi aveva detto il dottore, e mi accomodai sulla sedia di fronte la sua scrivania.
Finito di fare ciò che lo teneva impegnato nell'altra stanza, il dottore tornò a passi ben decisi, fece un giro dietro le mie spalle e si sedette alla sua scrivania.
Era un uomo sulla sessantina, capelli corti castano scuro, una barba piena, folta ma curata, che gli copriva anche la bocca, occhi castano scuro e un nasone pronunciato che si sedeva sopra i baffoni della barba.
Era vestito con un camice bianco, che spingeva di più in vita, ciò faceva pensare ad una pancia pronunciata, ma senza averne la certezza.
Le mani erano enormi, ma molto curate, mentre parlava le osservavo, e non aveva un callo o un taglio in nessun posto, in più erano pulitissime, unghie comprese.
"Noto che hai preso un bel pò di sole??" Mi disse scherzando e sorridendo. "Ehh, già" risposi, "e spero di non aver subito danni" continuai a dire imbarazzato.
Il dermatologo di scatto si alzò in piedi dicendo: "Bene dai controlliamo! Spogliati pure, puoi mettere i tuoi abiti li sull'attaccapanni nell'angolo, poi distenditi pure sul lettino, così vediamo se è tutto apposto!"
Feci di si con la testa, e obbedii al medico.
Iniziai a spogliarmi lentamente, la pelle mi bruciava, quindi facevo un po fatica, ma ce la feci a rimanere a petto nudo, al che mi sedetti sul lettino e il medico, che nel mentre si stava lavando le mani, guardò verso di me: "Togli pure i pantaloni, vai tranquillo con calma se ti scotta, non preoccuparti, siamo qui per questo!"
Tolsi anche i pantaloni e rimasi in slip, appoggiai tutto sull'attaccapanni nell'angolo e nervosamente mi distesi sul lettino.
"Allora vediamo... girati pure di schiena a pancia in giù!" spense tutte le luci, rimanemmo al buio completo, e l'unica luce accesa era una lampadina blu che spostava lui di volta in volta mentre iniziava ad esplorare e scrutare da vicino il mio corpo.
Iniziò da dietro le orecchie, per spostarsi sul collo, via via sempre piu giù, sentivo il suo respiro sulla mia schiena scottata, aveva un respiro profondo ed un buon profumo.
Quando mi si avvicinava alla testa, potevo sentire un profumo che ricordava il sauvage di dior, le sue dita premevano dolcemente in punti in cui non ne sapevo il motivo, e ogni tanto mi diceva: "Ti fa male se premo cosi?" io facevo di no con la testa.
"Qui a prima vista sembra tutto apposto! Girati pure!" Mi disse.
Voltatomi cercai di appoggiare la schiena delicatamente, e mi scappò un "ahi!", lui mi fece un sorrisone paterno e mi tranquillizzò aiutandomi a distendermi delicatamente, per poi darmi coraggio con una pacca sul petto.
Tornò quindi a partire con la sua indagine scrutandomi tutto il corpo, partì questa volta dalla fronte, occhi, naso, bocca, e giù scendendo sempre di più.
Questa volta lo vedevo da vicino, era un uomo stupendo, mi aveva tranquillizzato e iniziai a rilassarmi, quando arrivò all altezza dei capezzoli si fermò, alzò la testa verso di me e guardandomi prese un capezzolo fra due dita ed iniziò a sfregarlo.
"Qui anche ti brucia?" io ebbi un sussulto, mi venne la pelle d'oca e deglutì.
"No li no.." passò all'altro capezzolo sfregandolo: " E qui?"
"Nemmeno li brucia" risposi.
"Molto bene allora non hai preso un ustione troppo potente" mi rispose sorridendo, e si rimise a controllarmi il corpo via via sempre più giù. Si accorse sicuramente del mio sussulto e che ebbi un brivido al suo tastarmi i capezzoli.
Arrivò all'inguine, e per controllare meglio in mezzo ai peli, con una mano si mise a spostarli per guardare bene, e con il dorso della mano, mi spostò leggermente il pacco.
"Dottore... ecco, io avevo il costume, non credo che ..." disse tremolante.
"Non si è mai troppo sicuri su certe circostanze." mi interruppe, "Stai tranquillo, fidati di me e vedrai che potrai tornare al mare senza problemi!"
Rimasi zitto.
Lui continuò, alle gambe, fino ai piedi e il suo toccarmi, tastarmi, accarezzarmi, controllarmi, aveva creato in me una sorta di eccitazione, ma che tentavo di controllare a tutti i costi.
Per fortuna il mio pisello stava ancora fermo, quinidi non mi stavo preoccupando, ma tornai ad essere teso ed imbarazzato, perchè questa situazione mi eccitava sempre di più, speravo finisse presto, ed iniziai pure a sudare.
"Bene ora torna a girarti di schiena, ti spalmo un unguento apposta, vedrai che troverai subito giovamento!"
Feci come disse il dottore, ed in men che non si dica sentii una cosa fredda cadermi sulla schiena, e la sua mano calda che iniziava a spalmarla minuziosamente e dolcemente dappertutto.
Arrivò al limite della schiena, alla vita, e mi disse continuando a spalmarmi questo unguento che puzzava di mentolo misto un'erba amara:
"Senti io di solito faccio una visita completa in quest casi, ma se per te è imbarazzante, e se mi assicuri che non hai avuto problemi o fastidi al derma delle parti intime, io non procedo. Decidi tu. Lo chiedo primo, perchè ormai la visita la pagherai per intero, e secondo, alla fine sono io che firmo le carte, in cui devo dare un prospetto finale della visita al tuo medico di base."
Temevo arrivasse quel momento, ma mi feci coraggio, in fin dei conti era un dottore, e avrebbe rispettato qualsiasi situazione poteva accadere.
"Va bene dottore!" Dissi, "faccia quello che deve fare, ci mancherebbe."
"Ok, allora procedo" mi disse in tono calmo e rispettoso. "ti chiedo solo di abbassare un po gli slip", cosi controllo bene e poi continuiamo.
Ancora a pancia in giù, calai gli slip e gli mostrai i miei glutei pallidi che guardavano verso il soffitto.
Lui delicatamente, ma in un modo incredibilmente fantastico, iniziò a scrutare le natiche, ogni pelo, ogni piccolo neo, e piano piano le allargò per poi guardare se era tutto apposto.
"Sei molto peloso qui" mi disse pacatamente, "e vedo che sei molto arrossato qui, qui e qui." Ti brucia se faccio così?
Effettivamente aveva ragione, fra i peli il sudore aveva arrossato la parte del perineo, e lui con il dito accarezzava attorno il mio ano, fino ad arrivare vicino lo scroto da dietro, per poi tornare su.
In alcuni punti bruciava e feci un sussulto con la schiena. "Ehh si un pochino".
Il dottore continuò:
"Ti metto un po di crema calmante aspetta," mi disse.
Mi lasciò per alcuni secondi con il culo per aria, per andare a prendere un tubetto.
Quando tornò, prese un bel pò di pomata nel dito e iniziò a spalmarmela fra le natiche, attorno all'ano, fin sotto al perineo. Stavo già meglio e ricominciai a rilassarmi di nuovo.
"Va meglio cosi?" Mi disse tranquillizzandomi. Feci di si con la testa.
il dottore mentre spalmava la pomata calmante, continuò la sua visita questa volta tastandomi l'ano.
Dava dei colpetti, e con un dito unto, entrò leggermente scrutandone tutto intorno l'interno.
A quel gesto il mio pene sussultò... Ero a pancia in giù ma capii che non riuscivo a controllarlo.
"Ti prego non adesso ... ti prego non adesso..." pensai.
il dottore sbottò:
"Rilassati però!! Se stringi cosi non riesco a capire se c'è qualche cosa che non va, e rischio di farti male! Suvvia!"
Risposi:
"Mi scusi dottore è una cosa che non riesco a controllare..."
"Tranquillo, adesso ti passa. Non preoccuparti!" cercando di calmarmi.
Passarono alcuni minuti, ma lui era ancora intendo a fare capolino con le dita nel mio ano.
"Ecco qua! Finalmente ti sei tranquillizzato!" e senza che finisse quelle parole, mi infilò il dito fino in fondo, tutto quando.
Lo sentivo entrare come un palo, ma scorreva bene perchè si era lubrificato, quindi non mi fece per niente male.
La pensava contrariamente il mio pene invece, che poverino era costretto sotto al mio peso, e che io ormai non riuscivo piu a controllare.....
"Mi scusi! Ehm.... è necessar..?" mi interruppe: "Vai di corpo normalmente? Hai avuto problemi di stitichezza? sento che sei molto irrigidito vorrei dire occluso"
"Dottore tutto apposto per quanto ne concerne!"
"Ok, molto bene!" continuò, uscendo dal mio culo lentamente.
"Qui sembra tutto apposto, ora girati pure!" mi disse mentre con un panno di carta si puliva le mani dalla crema.
A sentire quelle parole, era l'inizio di una tragedia nella mia testa. Il cuore mi batteva a 300 all'ora, e stavo per piangere dall'imbarazzo.
"Ecco dottore,,.. io ho un problema... ecco , mi scusi ma sono un po imbarazzato. Penso sia meglio che mi rivesto... Mi dispiace..."
mi guardò negli occhi alzando le sopracciglia molto serio, e con voce calma e professionale aggiunse:
"Tutto questo imbarazzo per un erezione? Suvvia, significa che sei sano e stai bene! Sarebbe preoccupante il contrario! Sai, mentre visitavo l'interno del tuo deretano in cerca di malformazioni o polipi, sentivo che stringevi i muscoli ad ogni mio movimento, sono un medico non un'idiota, e sono cose involontarie, ma lo sarei aspettato che potesse succedere una cosa del genere. Sai a quanti succede!!! Stai benissimo li dietro, sei apposto e ora ci accertiamo che stai bene anche davanti, così poi puoi andare a casa tranquillo. Ma non imbarazzarti per favore. Sei giovane e sano! Ora girati per cortesia..."
Mi girai lentamente, il mio pene era duro come il marmo e con un erezione potentissima era diventato enorme, e puntava in alto verso la pancia.
Non essendo circonciso, a quei tempi il glande faticava ad uscire subito completamente, quindi faceva solo capolino dal prepuzio, ma nonostante questo, stava gocciolando e sbrodolando un'enorme quantità di liquido preseminale, il dermatologo, dietro ci aveva dato dentro con il dito fino in fondo, e la mia prostata ringraziava in questo modo.
Mi misi supino, e in silenzio guardai il soffitto.
Lui si avvicinò, mi guardò negli occhi e con il suo sorrisone sotto la barba folta mi disse ormai in piena confidenza: "Beh complimenti, oltre ad essere sano come un pesce, hai un pene degno di nota per la tua età, dovresti esserne orgoglioso, sii contento perchè se risponde così è tutta salute ti ripeto. Ok?"
E dicendo quelle parole mi sfilò le mutande del tutto, facendomi cenno che le appoggiava con gli altri vestiti, lì nell'angolo, e si dedicò a visitarmi il davanti, fra il pube, lo scroto, lo palpava e lo allargava e allungava in cerca di nei, o deformazioni. I testicoli, l'asta del pene che era difficile da maneggiare perchè era durissimo, fino alla punto dove si fermò e mi disse, sempre con il mio pene in mano:
"Hai difficoltà a far uscire il glande anche se in erezione?"
"Non sempre dottore" risposi super imbarazzato.
Continuò dicendomi:
"Hai mai sentito parlare di fimosi?" non aspettò la mia risposta, e nel mentre lo diceva, prese in mano di nuovo il mio pene e iniziò a scappellarlo dolcemente, ma notò che faceva fatica a scoprire il glande, così fece su e giù un bel po di volte, sempre lentamente, finchè riuscii nel suo intendo, e mi scoprì il glande completamente, tutto fuori, duro, e ancora gocciolante.
"Ohh là, adesso è bello libero!!" sbottò compiaciuto. "Ci vuole solo un pò di manodopera!" continuò scherzosamente.
Nel mentre, io ormai non capivo più nulla, ero in una sorta si eccitazione senza ritorno, il pene seppur adagiato alla mia pancia, iniziava a pulsare senza controllo e continuava a sbrodolare come chiedesse pietà, il viso mi si stava informicolando.
Il dottore intanto, continuava a visitare con la lente d'ingrandimento, sotto lo scroto, spostandomi le palle, sotto la pelle del glande, ma iniziai a notare, che sulla sua fronte scendeva qualche gocciolina di sudore e pensai: "Ok che sono nudo, però non fa cosi caldo qui dentro..."
Nei momenti in cui il dermatologo si alzava per spostarsi da una parte all'altra del lettino, puntai lo sguardo sotto il suo pancione, cercai di spiare quanto mi era possibile quando si spostava, e quando lo notai, rischiai probabilmente un infarto...
Aveva un pacco enorme che spingeva verso l'alto, e la patta dei jeans era talmente costretta, che i bottoni chiedevano pietà perchè stavano per esplodere.
"Ha il cazzo duro!!" urlai nella mia testa. "Ha avuto un erezione per causa mia??? Non è possibile!" continuai a pensare nel mio cervello.
Avevo notato che aveva l'anello al dito, era sposato, un uomo di una certa età che ok, per me era bello come il sole, ma era pur sempre un medico, come poteva reagire così?? Ad un tratto mi sembrava di essere in paradiso.
Avevo gli occhi sgranati e il mio respiro si fece affannoso, il mio pene non pulsava più, il dottore che intanto stava controllando le piante dei miei piedi, si accorse che qualcosa era cambiato, e che stavo respirando affannosamente, alzò lo sguardo verso di me, preoccupato, tirò su un sopracciglio in senso di dubbio, e sempre con il suo tono pacato e gentile mi disse. "Tutto ok? Cosa succede?"
Io non risposi, ma la mia faccia era tiratissima, i miei occhi sgranati facevano su e giu fra il suo viso e il suo pacco, ormai tremavo dall'eccitazione, ero fuori controllo.
Lui abbassò le sopracciglia si guardò in basso, capì, e togliendosi gli occhiali mi disse:
"Caspita, te ne sei accorto vero?" Io annuii con la testa in silenzio.
Mi disse: "Ho cercato di tenere il camice davanti, non l'ho fatto apposta, ti chiedo scusa, non è professionale. Ma in fin dei conti sono un uomo anche io, e ammetto che con tanta bellezza sotto gli occhi, fare il proprio mestiere a volte diventa difficile."
A quelle parole il mio pene ricominciò a pulsare, gli piacevo, era talmente incredibile che ancora oggi fatico a crederci, quindi risposi: "Dottore si figuri...."
Ma mi interruppe: "No, no, devo chiederti scusa io! Perchè io sono un professionista e quando succedono queste cose, perchè succedono spesso, riesco a sempre a fare il mio lavoro controllandomi, ma questa volta......."
Era affranto, quinidi presi la situazione in mano.
"Dottore la prego, andiamo avanti con la visita..." quando si girò verso di me, mi feci trovare di nuovo disteso, ma con il cazzo in mano e lentamente mi stavo masturbando, mentre con l'altra mano mi accarezzavo l'ano, ancora unto della crema del medico.
Il dermatologo uscì un attimo dalla stanza, e in lontananza sentivo che parlava con l'infermiera:
"Gilda, annulla gli ultimi due appuntamenti per favore, il ragazzo per oggi è l'ultimo paziente, purtroppo ha una scottatura molto grave, ho bisogno di fargli degli impacchi, e una terapia invasiva con le creme all'argento vivo e cortisone, per poi capire come procedere. Quando hai finito puoi andare a casa anche tu! ok? Chiudo tutto io! Ciao e buona serata!"
Rientrò dunque nella stanza, lentamente chiuse a chiave la porta e mi disse sottovoce: "Ora continuiamo la visita....."
Corse da me, mi prese al collo ed iniziò a baciarmi. La sua lingua abbracciava la mia come un pitone, il suo sapore era buono, il suo respiro era già affannoso, iniziò a spogliarsi nervosamente mentre mi baciava, e io lo aiutavo.
In men che non si dica rimase in mutande, aveva un petto vistoso e pelosissimo, tutto castano, un orso, la pancia spingeva su di me, e un' erezione spaventosa che ormai aveva bagnato gran parte della mutanda.
Gli sfilai i boxer lentamente, ed in modo chiericale guardandolo negli occhi, e lui mi fissava pieno di voglia.
Ne saltò fuori un cazzo bellissimo che puntava verso davanti, circonciso e tutto bagnato, lo scroto non era molto grande, ma le sue palle erano gonfie di miele, e avvicinandomi questo pene che pulsava davanti al mio naso, il medico mi prese la testa e me lo porse come un microfono.
Iniziai a leccarlo come un gelato, gli pulivo bene tutto quel liquido che stava sbrodolando, fino alle palle, ricordo che adorava quando gli leccavo le palle, sussultava e gemeva con la voce di piacere, e io godevo nel vederlo cosi. Tornai su all' asta del pene e iniziai a spompinarlo di gusto.
Mi gustavo quel cazzo maturo come uno scolaretto ubbidiente, e lui iniziò a scoparmi la faccia sempre più forte, finchè la sue palle non iniziarono a sbattermi sul viso e a schioccare, ce l'avevo ormai fino in gola.
Succhiavo e deglutivo, era buonissimo, con una mano gli massaggiavo lo scroto e le palle gonfie di voglia, e con l'altra gli accarezzavo sotto, fino all'ano. Lui gemeva da matti, ed iniziò a masturbarmi maldestramente, mentre continuava a scoparmi in bocca.
Lo fermai, presi una pausa dal succhiare e gli dissi: "Non menarmelo più io sono già al limite dopo la tua visita di prima... Mi fai sborrare se continui così"
Alle mie parole notai le sue pupille spalancarsi, lo avevo eccitato ancora di piu, al che fece il giro del lettino, mi buttò giù di schiena e mi prese per le gambe portandomi a se.
Si mise le gambe sopra alle spalle e sussurrò: "Fammi gustare questo ben di dio..."
Iniziò a mangiarmi letteralmente il culo.
Con la lingua saliva e scendeva come quando si leccano i krafen pieni di crema, e quando saliva mi annusava le palle col naso per poi succhiarmele e tornare giu al culo.
Piano piano con la lingua leccava e spingeva, leccava e spingeva, ed in men che non si dica mi stava scopando con la lingua. La sua barba grattava e faceva il solletico, e lui la strusciava apposta e mi scopava con la lingua allo stesso tempo.
Stavo impazzendo.
Iniziai a godere da matti e il mio cazzo riprese a pulsare sempre di più.
Mi scappò un urlo, e mentre leccava le mie vergogne, il dermatologo mi tappò la bocca con l'altra mano, e zittendomi, mi infilò un dito in bocca che io iniziai voracemente a ciucciare.
Ad un tratto, il medico dal mio culo si rialzò in piedi, aveva la barba stonfa, fradicia e piena dei miei umori, e con la lingua, se li leccava dai baffi e se li gustava.
"Sei bellissimo..." mi ripetè per due volte, avvicinandosi sopra di me, mi diede un bacio bagnato e tornando indietro si prese il cazzo in mano e me lo puntò nel culo.
Iniziò a spingere, sempre più a fondo, sempre più a fondo...
"ahi, ahi.... AAHHHH!" sbottai.
Ma lui prontamente mi tappò la bocca baciandomi e prendendomi in braccio.
Dopo un pò che spingeva leggermente, con un colpo deciso mi entrò in un colpo solo fino in fondo.
Mi aveva penetrato fino alle palle, potevo sentirle, e lentamente stava aspettando che mi abituassi al suo palo dentro di me.
Iniziò ad andare avanti e indietro molto lentamente, continuando a baciarmi.
Il ritmo aumentò sempre di più, sempre di più, e io iniziai a godere da matti.
Il dottore mi ristese sul lettino e con le mie gambe sopra le spalle, cominciò a scoparmi sonoramente.
Godeva come un matto e il ritmo del suo scroto gonfio nel mio culo, superava il ticchettio dell'orologio sulla scrivania.
SCIAF! SCIAF! SCIAF! SCIAF! Sempre più veloce.
Io non resistetti: "Oddio dottore, oddio godo!! Dottore godoo!" e nel mentre lui mi scopava pesantemente, io inizia a spruzzare sborra dappertutto, senza toccarmi il cazzo stavo eiaculando da pazzi al limite dello svenimento.
Lui alla vista di me che sborravo, iniziò a mugolare sempre più forte, e aumentando il ritmo di colpo tolse il cazzo dal mio culo, saltò a cavalcioni sopra di me, e menandoselo, pretese che lo prendessi tutto in bocca.
Cosi feci, anche se al limite, perchè iniziai a sentire: "AHHH! AHHH! ECCOMI ECCOMI!! AHHH! VENGOO!" e il primo getto di sborra andò a finirmi in mezzo agli occhi, ma prontamente avventai quello splendido cazzo enorme e maturo, e succhiai tutto il suo miele mentre lui godeva da pazzi a cavalcioni sopra di me.
Lo bevvi tutto e lo pulii dignitosamente, era buonissima e dolce la sua sborra, al che si adagiò per qualche minuto sopra di me, stanco e sudato, ancora con il respiro affannoso, ma che si stava via via rilassando.
"Grazie..." sussurrò.
Gli diedi un bacio in testa e tornai a distendermi. E' stata una delle più belle scopate della mia vita che sono successe per caso.
"Devo farti la ricetta per la pomata all'ano" mi disse sghignazzando.
"Ti ho scopato troppo forte.." io lo tranquillizzai, dicendogli che andava tutto bene.
Dopo dieci minuti, nudi, scaricati e rilassati, con i cazzi ormai mosci, ci alzammo dal lettino, lui in punta di piedi andò alla porta, per assicurarsi non ci fosse più nessuno, e poi tornò verso di me per rivestirsi.
Il suo cazzo da moscio era di una bellezza unica. Corto, circonciso ma bello cicciotto, con la cappella che dondolava, ma sempre puntando verso il davanti per via della pancia.
Le palle ora gli scendevano e si vedeva che erano belle grosse. Tutto quanto immerso ad un bosco di peli, folti e castani.
Ora potevo guardarlo con occhi rilassati, e sono rimasto soddisfatto di essermi scopato quel toro da monta.
Puliti, lavati e rivestiti, ci sedemmo alla scrivania.
"Non ti brucia più la schiena?" mi disse con sorriso sornione.
"Caspita... è vero!" risposi, "la sua crema fa miracoli!" Ma non solo quella dottore dai....
Sorrise soddisfatto:
"Sai, sono lusingato di piacerti così tanto, ormai sono vecchio e il sesso per me è diventato una rarità. Mi dispiace solo per la situazione."
Gli risposi:
"Beh per me, è uno splendido uomo invece lei, e riguardo la situazione, è stata colpa mia, se non le avessi detto niente....."
"Hai ragione!" concluse.
Tornando professionale mi disse:"tieni, questa è la ricetta di queste due creme per le scottature, più la pomata per l'ano, per quando sudi troppo. Ok?"
"Va bene, grazie!" risposi educatamente. "Quanto le devo dottore?"
Mi guardò dritto negli occhi, e con sguardo complice, abbassandosi gli occhiali mi sussurrò: "Se mi prometti che vieni a farti visitare almeno una volta ogni sei mesi, per te è tutto gratis. Te lo devo, per scusarmi della poca professionalità"
Sorrisi e dissi:
"Non deve scusarsi di niente dottore, rimaniamo d'accordo che dovrò tornare per un'altra seduta della sua terapia speciale, che come si nota, non mi scotta già più la schiena. Giusto?" Iniziai a ridere.
"Sei incredibile..." mi rispose compiaciuto e ridendo a sua volta. "Va bene, d'accordo così allora!"
Ci alzammo in piedi e ci salutammo con una stretta di mano, poco dopo uscii dalla stanza, e notai che in sala d'attesa non c'era piu nessuno veramente, allora non ci pensai due volte, tornai dentro di scatto, lui rimase stupito dal colpo di scena, e lo baciai a fondo e in modo passionale.
Al che, lasciandolo lì come un manichino, di stucco, e con un sorriso idiota stampato in faccia, uscii nuovamente dalla stanza e mi incamminai per andare a casa, mentre salivo in macchina sorridevo, avevo conosciuto un uomo stupendo.
A proposito, sta tornando l'estate, mi sa che prenoterò una visita a breve, così magari vi racconterò come andrà la prossima volta!
Se il mio racconto vi è piaciuto contattatemi maschio.bianco@gmail.com
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