ORSI ITALIANI MAGAZINE
La cravatta
Racconto di Il Druido
Dopo tanto era riuscito, Paolo aveva trovato lavoro. Non era un granché, ma come prima esperienza poteva andare bene, e poi comunque un ragazzone di 25 anni che vuole andare via di casa deve accontentarsi:vitto e alloggio pagati, cosa si può volere di più? Paolo è diventato cameriere. Nessun locale, nessun ristorante o bar, ma addirittura una villa a porto rotondo, nella Costa Smeralda. Quasi un sogno. Lui è l'ultimo di una lunga serie di dipendenti assunti per tenere in perfetto ordine gli oltre trenta ambienti della villa che si affaccia su un mare mozzafiato, verde e invitante. Paolo si presenta all'appuntamento con qualche ora di anticipo, è un po' nervoso, non sa come si troverà. Suona il campanello della porta di servizio, e ad aprire arriva una signora di mezza età, capelli raccolti, naso aquilino, niente trucco e un'uniforme blu molto elegante.
Non ha l'aria molto simpatica: "Tu devi essere", "Paolo" aggiunge lui. "Si Paolo. Sei in anticipo, meglio così. Entra pure". La dependance è molto grande, e una decina di persone si muovono silenziose come formiche, ognuna intenta nel proprio compito. Il fermento è notevole, questa sera nel parco ci sarà una grande festa, una delle tante nelle serate d'estate. "Vieni, non c'è molto tempo da perdere - afferma con voce autoritaria la donna - ti faccio vedere la tua stanza". La camera non è molto grande, due letti e un armadio e un piccolo bagno e qualche altro suppellettile. "La dividerai con Alberto, avrai modo di conoscerlo dopo. Hai un'ora di tempo per cambiarti e presentarti pronto a lavorare. La tua uniforme è appesa dentro l'armadio. Muoviti!".
Detto questo, gira i tacchi e va via, chiudendosi dietro la porta. Paolo si guarda intorno, l'ambiente è piccolo, così come la finestra che non fa entrare molta luce. Il tempo passa in fretta, meglio muoversi. Decide di spogliarsi, via scarpe, pantaloni, mutande e t-shirt: è completamente nudo. Che sensazione di libertà, il suo corpo rotondo, grasso, la sua carnagione rosa senza un pelo se non in alcune parti.
Entra in bagno e si rade, deve presentarsi al meglio. Poi si infila dentro la doccia, un sensazione bellissima l'acqua che massaggia il corpo, lui che si accarezza dolcemente il suo uccello, inattivo da troppo tempo. Il tempo sotto la doccia scorre veloce, e il risveglio è brusco, l'orologio segna inesorabilmente che gli rimangono poco meno di trenta minuti. Eccolo infilarsi un paio di pantaloni blu in fresco lana, una camicia celeste chiaro, che gli sta piccola e mette in evidenza il suo bel seno e le rotondità della sua pancia da orsacchiotto. L'opera è quasi completa, mancano alcuni particolari, calze (anche se estate) e poi trova una bellissima cravatta gialla con piccoli disegni celesti. Paolo se la sistema intorno al collo, che fatica abbottonarsi la camicia, e di fronte allo specchio si annoda la cravatta. Perfetto, un bel nodo, molto grande, fa bella mostra di sé, mentre i due lembi gialli ricadono sul pancione, il tocco finale sono i guanti bianchi. E' proprio una trasformazione in grande stile, si guarda un ultima volta: "Sono perfetto. Mi piaccio".
Così, corre a presentarsi a Matilde, la donna che prima gli ha aperto la porta. Fa un caldo terribile e Paolo inizia a sudare, anche per l'emozione. Tutti lavorano alacremente, ricevendo ordini proprio da Matilde. Suo primo compito, predisporre i bicchieri sotto un grandissimo gazebo. La giornata trascorre velocemente, i ritmi sono indiavolati, non c'è un attimo di tregua. La festa è prevista per le dieci, ma molti invitati arriveranno prima, dato che saranno ospiti nella villa per alcuni giorni. Per la servitù la pausa è brevissima, mezz'ora circa, giusto il tempo di mangiare qualcosa e riposare. Un successo, la festa procede meravigliosamente, gli invitati sono eleganti, belli e abbronzati.
Paolo, gira tra gli ospiti con in mano un vassoio dove trovano spazio i calici con lo champagne. Ad un certo punto, il suo sguardo incrocia quello di uomo sulla quarantina, barba rada e biondissima, carnagione scura per il molto sole e occhi azzurri come il colore della piscina attorno al quale si ritrovano gli invitati. E' uno sguardo molto intenso, Paolo è stregato, incantato. Si ferma con il vassoio in mano, sente un'attrazione sfrenata, sta accadendo qualcosa in mezzo alle gambe, lo sente diventare duro, è impacciato nei movimenti e anche non poco imbarazzato per la grandezza del suo pene.
L'uomo misterioso se ne rende conto e si avvicina con la scusa di afferrare un calice. "Non essere così impacciato. Perché non mi segui nella mia stanza e andiamo via da questa noiosissima festa?". "Non posso, signore". L'uomo gli sfiora con la mano il cazzo durissimo, "Sento che non ce la fai proprio più, vedrai cosa ti organizzo adesso". Improvvisamente, si rovescia il vassoio addosso, il fragore dei calici infranti fa voltare tutti quanti, il silenzio cala sulla festa. Tutti gli occhi sono puntati su
Paolo, è rossissimo in volto e suda come non mai, non sa dove guardare e cosa fare. "Le chiedo scusa", dice con un filo di voce. Come un fulmine arriva Matilde che gli strappa il vassoio di mano e gli ordina di andare dentro. "Un attimo - interviene l'uomo - accompagnami di sopra, in camera, non posso rimanere in questa condizioni, è il minimo che tu possa fare visto quello che hai combinato!". "Avanti non hai sentito, accompagna il signore", ordina la donna. Nel frattempo, la festa riprende, come non fosse successo niente. I due salgono le scale,
"Come ti chiami? Io sono Enrico". "Sono Paolo, e credo abbia combinato un gran casino, è il mio primo giorno di lavoro e ", "Zitto. Non dire niente e non preoccuparti". La camera degli ospiti era fantastica, Paolo non credeva ai suoi occhi. "Beh, cosa fai lì impalato, devi aiutarmi a cambiare abito". Paolo si toglie via la giacca, fa troppo caldo e si avvicina ad Enrico, il suo cazzo è ancora più duro di prima e sporge attraverso i pantaloni tanto che è costretto a far scendere la cerniera. Uno dopo l'altro i bottoni della camicia di Enrico si separano è mostrano il petto, la grande pancia ricoperta di peli, i pantaloni scendono in un attimo e mostrano quanto anche lui abbia il desiderio di trovare piacere con Paolo. "Vieni, ci infiliamo in doccia". "Un attimo, mi spoglio anch'io". "No, mi ecciti di più vestito".
I due in un attimo sentono l'acqua calda che scorre sui loro i corpi. Paolo è vestito, la camicia bagnata aderisce perfettamente al suo corpo, mettendone in evidenza le forme rotonde, Enrico inizia ad accarezzarlo e baciarlo, gli tira la cravatta come fosse un guinzaglio e lo fa inginocchiare. Paolo non fa in tempo ad aprire la bocca che lo ha già dentro, e inizia a succhiarlo avidamente e a leccarlo con la lingua. E' bellissimo sentirlo caldo in bocca. Enrico sta per venire, ma gli prende la cravatta fradicia e lo richiama su, gli sbottona la camicia diventata azzurra e la getta via la cravatta no, gliela fa tenere.
Ora, si chi Enrico e inizia a lavorare di lingua e bocca. Paolo è eccitatissimo, Enrico avidamente lo prende tutto in bocca non ci vuole molto Paolo viene copiosamente due, tre, quattro schizzi lunghissimi gli invadono la boccache piacere. "Adesso girati - gli ordina perentorio Enrico - chinati sarai mio". Paolo obbedisce, e sente il pene del compagno, sfiorargli il buco del culo. Piano, piano, aiutato dall'acqua calda penetra dentrotutto quanto, il ritmo aumenta sino a quando anche Enrico viene dentro Paolo: "Siiiancora, vai avanti" grida Paolo incredulo e estasiato per quanto gli stava accadendo. I due si ritrovano adesso una di fronte all'altro, si baciano appassionatamente e le loro lingue girano vorticosamente, mentre le loro verghe si incrociano dure come in un incontro di scherma. "Vieni", gli dice Enrico mentre lo trascina come un cagnolino al guinzaglio, tirandolo per la cravatta, e lo porta a letto.
I due si ritrovano sdraiati, uno accanto all'altro. "Tocca a te, voglio che entri dentro di me avanti". Paolo non se lo lascia ripetere due volte, e inizia a lavorare il buco di Enrico. Non è un lavoro lungo, entra piano, poi rotti gli indugi il suo membro è tutto dentro, con grande godimento di entrambi: i movimenti di Paolo, prime lenti e regolari si fanno sempre più rapidi sino a quando da sfogo a tutto il suo seme. I due stremati, si abbracciano in un lungo sonno ristoratore. Ad un certo punto si sente bussare alla porta: "Ti vuoi muovere, la Signora ti sta aspettando, non starai mica dormendo?". Paolo si risveglia improvvisamente, si era appisolato. E' stato tutto un sogno, peccato. Ma quella sera, durante la festa, un vassoio con 12 calici colmi di champagne vola per aria e ...