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Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto
omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni
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Storie
di chihuahua, della peculiarità del numero due e di una
confessione
S01E03
- La reazione alla confessione
Un racconto di kikiM
I
racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non
sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale
praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.
The stories published in this section may contain descriptions of
unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice
Safe Sex by using condoms.
"Non sono altro che un vigliacco... Mi ero ripromesso di dirglielo ieri, ma non ci sono riuscito." pensai per tutto il giorno. E poi a cascata i ricordi del giorno prima.
La sorpresa che mi ha fatto portandomi il pranzo e mangiare assieme, è stata così inaspettata che tutti i miei buoni propositi di confessare se ne sono andati altrove (per non dire a puttane!).
D'altronde, non mi era mai capitato di farlo durante la pausa pranzo, là sul divano.
Senza
tanti
convenevoli, ci siamo trovati appiccicati uno all'altro, desiderosi
del profumo di pelle e di maschio.
Nonostante il poco tempo a disposizione, direi che era riduttivo chiamarla sveltina... La passione, i baci, la voglia di godere e far godere i nostri cazzi era come le altre volte.
C'è anche stato il tempo per mangiare (sushi) nudi sul divano e capire che la sorpesa era dovuta al fatto che la sera non avrebbe potuto esserci.
“Ma oggi sarà diverso, non ci sono più scuse” dissi tra me “Il meccanismo è stato avviato e fatto il primo passo non si può tornare indietro.”
Mentre studio come confessare, arriva un messaggio "Va bene per stasera. Ma faccio tardi sarò lì per le 21"
“Bene” pensai, “va come previsto. Più tempo per prepararmi”. Ma a lui scrissi "Ok, anche io sono fuori. Allora arriviamo quasi insieme. Prenoto pizza a domicilio"
In effetti il destino volle che davvero mi trovai affaccendato nel pomeriggio /sera, e arrivai poco prima delle 9 a casa. Il tempo di togliere giacca e scarpe che suonò il campanello. Era Gian.
Aprii la porta, e mi salutò con un bacio (un bel bacio, anche con un pizzico di lingua, che non apprezzai appieno visto quanto ero teso) appena sull’ingresso e scappò via in direzione bagno.
"Scusa..." aggiunse allontandosi " Non c'è la faccio piùùùù!!!!"
"Che liberazione…. la beatitudine di poter far la pipì a volte è come un orgasmo" pensai là,nel bagno di Mattia.
"La prima volta che misi piede in quella stanza fu per una doccia. E non ero solo" e il ricordo felice fece gonfiare discretamente il pacco.
Mentre mi lavavo le mani, sentii suonare la porta "sarà la pizza!"
Uscii e Mattia continuava a parlare col fattorino che aveva una voce familiare ma che non riuscivo ad inquadrare. Svoltai l'angolo e non trovai il fattorino che appoggiava le pizze sul tavolo... Era Tullio!
In un secondo, io sbiancai... vidi la faccia di Mattia tesissima. E Tullio che salutò semplicemente con "Ciao Gian! Mattia mi ha detto che tu la volevi 4 stagioni, giusto?". Proseguendo con "Finalmente conosco con chi esce mio fratello. Anche se ti conoscevo già" disse sorridendo.
"Ma come? Fratello? " dissi rivolgendomi a Mattia in uno stato confuso. Non mi aspettavo di trovare lì il mio capo, e men che meno che sapesse già con chi uscivo ovvero con suo fratello.
"Siediti dai" disse Tullio "mangiamo così ti intanto ti spieghiamo". Ma l'unico affamato in quel momento era lui e spensieratamente iniziò a dire "Sapevo che Mattia frequentava qualcuno da qualche mese... lo vedevo che era felice. Ma non mi ha mai voluto dire chi fosse…"
"Certo” intervenne finalmente Mattia dopo la sua fase di mutismo, “ci siamo messi d'accordo così perchè non volevamo che Gian avesse casini sul lavoro... non mi ha mai detto se il suo capo sapesse che lui fosse gay". Lo disse cercando una mia conferma.
"Si è vero. ma alla fine hai cantato" affermai con una punta di astio.
"È stato solo 2 giorni fa, e lo ha fatto col fratello " puntualizzò Tullio "e subito gli ho consigliato di spiegare il tutto... O lo avrei fatto io, come sto facendo comunque direi... Io proseguo, però voi mangiate che si fredda!"
Così
io
scoprii che erano fratelli da parte di madre che rimase vedova per due
volte, poco dopo la nascita dei figli. Tullio di prime e Mattia di
seconde nozze per questo 2 cognomi diversi da cui non potevo desumere
alcuna parentela.
E dopo la terza birra Tullio sentenziò "il primo sposato per i soldoni, il secondo per la bellezza... inutile specificare di quale sia figlio io" restando sardonicamente vago.
La tensione scemò man mano e Tullio mi tranquillizzò che nulla sarebbe cambiato in ufficio. Lavoravo bene e questo era ciò che contava. Dopodiché ci salutò, con la benedizione e ripromessa di vederci di nuovo tutti insieme e più rilassati. E se ne andò.
Aiutai
Mattia
a sistemare casa. Lui era tornato quello di sempre, il solito sexy,
dolce, semplice uomo...
Ma questo lato grigio di voler celare qualcosa fino all'ultima occasione disponibile non lo avevo ancora visto.
Gli dissi che sarei tornato a casa mia quella sera. Leggermente incupito e a malincuore, Mattia capì che dovevo elaborare e con un suo bacio in fronte, andai anche io.
Del viaggio verso casa, non me ne resi molto conto. Pensieri si accatastavano in mente e una volta a letto, alimentarono l’insonnia. O meglio, uno strano dormi veglia che mischiava la realtà (momenti come gite, andar a far la spesa, trombate ma anche battibecchi che ci han fatto conoscere meglio) e la magia del sogni in cui tutto era possibile.D'un tratto mi decisi.
Mi alzai, infilai pantaloni e una giacca e partii in direzione della casa di Mattia. Parcheggiai non lontano, ma nel breve pezzo di strada verso il portone inizio a diluviare.
Anche se erano le 4,mi attaccai al citofono. Dopo in po', la voce incazzata di Mattia rispose "chi cazzo è ad questa ora??"
"Sono io! Ho capito quello che hai fatto... Volevi fare la cosa giusta. Ci è voluto un po' ma ce l'hai fatta. Per questo voglio stare con te... Perché è l'unica cosa giusta da fare in questo strambo mondo. E ora ti prego, apri… mi sto inzuppando!"
La percezione del tempo di dilata durante l'attesa, giusto? E il suo "Finalmente hai capito" e lo sblocco del portone sembrò non arrivare mai.
Feci le scale a "2 a 2" e lo trovai sulla porta in maglietta e boxer della notte. Mi fiondai su di lui e in abbraccio quanto mai tenero e sincero ci baciammo come fossimo a digiuno da mesi. Chiuse la porta e disse "togliti ste robe bagnate e andiamo a letto. Io vado in bagno e arrivo..."
Lasciai giacca e scarpe nell’ingresso e man mano che arrivavo alla camera mi spogliai completamente nudo. Senza accendere la luce, mi infilai a letto e l'eccitazione fu completa.
Tornò Mattia e al buio anche lui entrò sotto le coperte. Lo strinsi a me, ma un sorpreso "Cos'è questo?" mi fece capire d'un lampo che forse il suo "andiamo a letto" era più casto del mio.
"Scusa" sussurrai "pensavo intendessi altro..."
Mi prese il cazzo eretto e disse “Su, è tardi. Ci pensiamo domani. Però ti tengo così non mi scappi più”
Erano quasi le 10 di mattina quando mi svegliai. Mattia era seduto con la schiena sulla testiera del letto, armeggiando col tablet e mi salutò “buongiorno dormiglione!”
Vedendo che iniziavo ad agitarmi per l’ora, aggiunse “Tranquillo, oggi sei a casa”
“Come?” risposi con una faccia interrogativa
“Non vedendoti in ufficio, Tullio mi ha chiamato e voleva sapere se c’erano stati problemi dopo ieri sera. Gli ho detto che te ne sei andato ma poi sei ritornato. Ha capito tutto e sapendo che oggi sono di riposo, oggi ti ha dato libero”
5 secondi per assimilare la cosa e affondai di nuovo la faccia nel cuscino. E anche Mattia fece lo stesso, ridistendendosi accanto a me, intrecciando le sue con le mie gambe.
Guardai Gian mentre si godeva la notizia di poter stare ancora a letto
“Stanotte era così ingrifato…..e ora è tutto molle a letto. Ma ora ci penso io…..”
Anche se stavamo bene sotto le coperte, con un gesto le spedii tutte in fondo al letto. Gian era già nudo e io mi misi sopra di lui.
Immediatamente
capì
la situazione e mi abbracciò; sia per tenermi stretto a se, ma anche
per togliere la maglietta della notte.
Adoro quando lotta per togliermi i vestiti e passa le sue dita tra i tessuti e la mia pelle.
Nella luce mattutina, le pelli avevano una tonalità calda e mi venne da morderlo tutto.
Iniziai dal laterale del pettorale, dove non c’era il suo pelo scuro. Poi, a suon di morsetti, arrivai al capezzolo.
Nel
frattempo,
Gian era riuscito a far scendere i boxer con un gioco di gambe e piedi
e aveva preso in mano il mio pisello.
Sentivo il suo dito passare nella pelle tra glande e prepuzio. Ero bagnato e il mio lubrificante era sulle nostre pance.
“Tirati
su”
mi fece ad un certo punto. E poi lo vidi scivolare giù, sempre sotto
di me. Rimasi nella mia posizione “a cavalcioni” ma Gian era solo con
la testa tra le mie cosce.
Leccava
le mie palle e la mia asta continuava a produrre liquido precum.
Le
sue mani erano sui miei fianchi e poi scorrevano sulla mia pancia
pelosa. Scendevano sul cazzo duro, prendevano un po’ di lubrificante e
lo spargevano su tutta la sua lunghezza.
Poi lo abbassò con le mani e prese in bocca il mio pisello.
Misi una mano alla sua nuca per dargli sostegno mentre faceva il suo lavoro di lingua e bocca. Era sempre stato bravo, ma dopo qualche minuto, mi staccai e mi misi alla sua altezza per baciarlo.
La
sua
bocca aveva il sapora salato del mio precum e mi fece eccitare ancora
di più.
La passione scoppiò e lo baciai sul collo, le braccia volevano il suo corpo stretto al mio e ci rigirammo su e giù per il letto più volte.
Quando
Gian
fu sul bordo del letto, lo feci mettere con le gambe fuori e io mi
inginocchiai tra le sue cosce per spompinarlo.
Mentre
affondavo potevo vedere il suo bel corpo da una prospettiva insolita.
Era appoggiato con i gomiti sul materasso e guardava la scena con il
sorriso in volto.
Ad
un certo punto buttò la testa all’indietro e capii che stava per
venire.
Lo lasciai con la bocca e lo presi in mano per masturbarlo. Con un movimento costante lo portai all’apice e quando iniziò a schizzare lo diressi sul mio volto, continuando a menarlo piano.
Sentii
il
suo seme caldo in fronte, poi un getto sulla guancia che colava sulla
barba su cui si aggiungevano gli ultimi.
Terminato l’orgasmo, Gian scese come me dal letto e mi baciò. Il suo sperma sporcò anche la sua faccia, ma non ci importava. Limonammo così, per terra.
Un suo dito stava giocando il mio capezzolo/areola. L’altra mano si occupava del mio pisello, che in tutto il mio lavoro era restato in semi erezione.
Gli sussurrai in un orecchio “vorrei fare l’amore con te…. posso?”
Alla
mia
domanda, Gian non rispose a voce, ma con i movimenti. Si ridistese sul
letto e mi fece segno di alzarmi. Quando fui in piedi, appoggiò i sui
piedi sulle mie spalle.
Capii come voleva farlo.
Prima di fa scivolare le sue gambe sulle mie spalle, baciai i piedi e massaggiai le gambe, dalle caviglie fino all’inguine e ritorno.
Mi
abbassai
su di lui e Gian si aggrappò alle mie braccia con le mani mentre lo
penetravo.
La mia quantità di nuovo precum servì a lubrificare il buchetto. Prima appoggiai solo la punta e mi mossi solo per bagnare un po’ il tutto. Poi entrai piano in lui.
I
nostri sguardi non si staccavano.
Cambiavano un po’ espressione (ora di leggera sofferenza, poi sollievo e poi ancora tensione) ma entrambi eravamo felici di essere lì, uno tra le braccia – e gambe – dell’altro.
Mentre muovevo il bacino, Gian baciava e leccava qualsiasi parte del mio corpo gli giungesse vicino alla bocca. Leccò la fronte, baciò la barba e morse le mie labbra.
Improvvisamente,
venni
e premetti la mia faccia sul suo polpaccio, leccandolo.
Mi staccai da Gian e mi alzi in piedi. Subito dopo, fu in piedi anche lui e mi strinse a se. Lo trascinai fino ad appoggiarmi non la schiena contro l’armadio e restammo così per un po’.
“Ti amo” mi disse “non credo di avertelo mai detto”.
“Ti amo” risposi “non credo di avertelo mai detto”.
E in quel momento, il fracasso di un demolitore si avviò. I lavori per suddividere in l’appartamento della zia al piano superiore iniziarono.
Ogni
riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è
puramente casuale;
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