ORSI ITALIANI MAGAZINE
Di come divenni gay
Un racconto in tre parti di Orso Yoghi
- Parte prima - Come divenni gay
Vorrei
raccontarVi come da etero sono diventato gay (anche se fin da
giovanissimo nei miei sogni erotici mi attiravano sempre di piu' gli
uomini che le donne).
Ero
tenente di marina con un bel fisico atletico e tutti i capelli a posto;
prestavo servizio a La Spezia all'arsenale ed ero fidanzato con la
figlia di un ammiraglio; una bella ragazza rossa, molto sensuale e
strepitosa a letto.
Ora Vi racconto come scoprii la mia omosessualita' che non abbandonai mai piu' da allora.
Quale
ufficiale mi venne assegnato un sergente come segretario; uno dei suoi
compiti era quello di svegliarmi tutte le mattine alle 7, poiche' come
ufficiale non risiedevo in caserma, ma avevo alloggio presso il circolo
ufficiali, camera con servizi e doccia.
Quindi tutte le mattine egli entrava nella camera e battendomi sulla spalla mi diceva: 'tenente, sveglia'.
Era un bell'uomo robusto, atletico, villoso e molto diligente nel suo servizio.
Una
notte di giugno durante la quale il caldo umido era diventato
insopportabile, mi misi a dormire nudo sulle lenzuola; al mattino,
evidentemente a causa di un bel sogno erotico, avevo il membro in piena
erezione e cosi' mi trovo' il sergente alla sveglia, solo che invece di
toccarmi la spalla, comincio' a farmi un meraviglioso pompino, feci
finta di dormire anche quando gli venni in bocca, e lui, per non
tradirsi, ingoio' tutto fino all'ultima goccia; questo perche' i
rapporti omosessuali nell'esercito sono vietatissimi e se scoperti vuol
dire essere cacciati con infamia dal Corpo.
Cosi',
dopo, egli mi tocco' sulla spalla, disse la solita frase di
circostanza, ed io feci finta di svegliarmi come se nulla fosse
capitato.
A questo punto il sergente stava per ritirarsi, ma lo fermai con un comando secco ai piedi del letto.
Iniziai
quindi a fare la toilette del mattino (denti, barba, ecc.) restando
nudo innanzi a lui; nello specchio lo vedevo dietro di me, era molto
nervoso e soprattutto un bel bozzo cominciava a comparire nei
suoi calzoni.
Cosi'
mi voltai, mi avvicinai a lui col mio membro eretto e senza che egli
potesse fiatare gli scoccai un bacio alla francese che neanche se lo
poteva immaginare.
Scioccato
da cio' rimase sull'attenti e potei cosi', senza proferire parole,
spogliarlo lentamente, baciandolo lungo il corpo, e giungere fino al
suo membro che oramai aveva raggiunto un buon grado di durezza.
Nudi,
ci avvinghiammo in un 69 fantastico sul mio letto e dopo un orgasmo
simultaneo da parte di entrambi, ci riposammo uno accanto all'altro per
una manciata di minuti.
Poi,
ricominciati i preliminari, lui mi presento' le sue stupende chiappe
ricoperte da una morbida peluria rossa, ed io lo penetrai lentamente.
Sapeva
muovere i muscoli dello sfintere come se fossero labbra e l'averglielo
messo in culo era come se lui mi stesse facendo un pompino.
Venni copiosamente in lui, mentre lui venne sulle mie lenzuola.
Finimmo cosi' sotto la doccia, dove nuovamente ci soddisfammo reciprocamente.
Naturalmente, quella mattina, arrivai in ritardo in servizio, adducendo strani dolori dell'apparato digerente...
Continuammo
cosi' tutte le mattine per tutto il periodo della ferma, poi entrambi
avemmo il congedo e persi ogni contatto con lui.
Lo ritrovai per caso dopo un paio d'anni a Brescia, sposato e con due marmocchi.
Ci salutammo cosi' come si salutano due ex commilitoni e non avemmo piu' contatti.
Comunque
in tutti questi anni trascorsi dopo il militare, non ho mai trovato un
uomo che sapesse fare 'pompini col culo' cosi' come il mio bel sergente.
Poi andai a lavorare a Bari per qualche anno, dove...
Beh, questo sara' l'argomento del prossimo racconto.
- Parte seconda - Il collega
Come scritto nel primo racconto per motivi di lavoro mi trasferii a Bari.
Risiedevo
con alcuni colleghi in un residence vicino a Mola e tutti i giorni ci
recavamo in auto nella zona industriale di Bari o Modugno che dir
si voglia.
Due
dei miei colleghi avevano un fisico che mi arrapava, ma purtroppo erano
etero, sposati e con prole; le famiglie, comunque risiedevano a Torino
e solo una volta al mese e durante le vacanze estive raggiungevano i
mariti/padri in questa amena localita'.
Accadde
che una sera, uno di loro di nome Dante, e precisamente quello che
aveva alloggio accanto al mio, arrapato piu' che mai per la mancanza
della moglie, a cena bevve molto piu' del normale e mi tocco' di
portarlo all'alloggio.
Quanta fortuna ebbi quella sera!
Egli,
completamente ubriaco, si abbandono' sul letto; lo spogliai lentamente
e quando lo vidi nudo (era la prima volta che accadeva) e pelosissimo,
mi si rizzo' immediatamente ed anche lui aveva una bella erezione.
Cominciai a fargli un pompino, ma colla paura che lui, si fa per dire, si svegliasse dal torpore dei fumi del vino; invece, accetto' la cosa e mi chiamava col nome della moglie, incitandomi a continuare.
Continuai cosi' a fargli un pompino, fino a che lui venne emettendo gemiti di vero godimento.
A questo punto lo voltai su se stesso, gli posi due cuscini sotto il ventre e lo penetrai.
Venni in lui copiosamente e dopo essermi ripreso lo lasciai in quella posizione a dormire e mi ritirai nel mio alloggio.
All'indomani, passata la sbornia, non ricordava nulla di quello che accadde, ma solo di aver fatto un sogno erotico.
Alcuni
giorni dopo, durante una passeggiata sul lungomare, mi descrisse
il sogno fatto e che nel sogno comparivo anch'io; mi disse subito che
non capiva il fatto, poiche' etero e sposato.
Durante
la passeggiata feci cadere il discorso sui gay e lui mi sembro'
interessato, percio' approfondii il discorso e scopersi cosi' che fin
da ragazzo aveva delle propensioni verso gli uomini.
Parola
dopo parola, ci fermammo su uno scoglio a guardare la risacca e come fu
o non fu i nostri sguardi si incrociarono pieni di voglia di fare
sesso; cosi' ci scambiammo un bel bacio alla francese e poco dopo ci
ritrovammo nel suo alloggio sotto la doccia.
Ci
insaponammo, ci strofinammo, ci sciacquammo, ed infine ci asciugammo;
finimmo sul letto, nudi, felici di aver scoperto la nostra gayezza e
facemmo sesso tutta la notte.
Naturalmente,
al mattino, molto stanchi, arrivammo tardi in ufficio, ma nessun altro
nostro collega sospetto' mai questa nostra complicita'.
Continuammo cosi' per tre anni, fino a quando ritornammo al Nord nelle nostre rispettive famiglie.
Durante
questo periodo, pero', subii una rapina nel residence, con conseguenze
psicologiche molto profonde, ma questo sara' l'argomento del mio terzo
racconto.
All'inizio degli anni '90, l'Azienda per cui lavoro mi invio' a gestire un reparto nella filiale di Bari.
Qui mi venne assegnato un appartamento in un residence posto in riva al mare, cosi' come gia' descritto nel secondo racconto.
Un
giorno d'estate, al ritorno dall'ufficio, dopo aver preparato il
necessario per la cena, mi buttai sotto la doccia e cogli occhi chiusi,
cominciai una lenta masturbazione, pensando al mio vicino di
appartamento che oltre a tutto era anche un mio collega d'ufficio.
Improvvisamente
si apri' la tenda della doccia e mi trovai minacciato da un uomo con un
taglierino che mi appoggio' alla gola intimandomi di non fare alcuna
reazione e di uscire immediatamente dalla doccia.
Mi fece andare in camera da letto, dove altri due uomini ci stavano aspettando, anch'essi armati di taglierino.
Questi
si misero a rovistare in tutti i mobili alla ricerca di soldi o di
qualsiasi cosa preziosa che avrebbero potuto rivendere.
Dopo
aver rovistato in tutto l'appartamento e non avendo trovato nulla di
loro interesse, ecco che i tre vollero soddisfarsi col mio corpo.
Mentre
uno di loro dinnanzi a me mi minacciava col taglierino, l'altro dietro
mi sodomizzava con un sol colpo e senza lubrificare e stantuffo' fino a
quando venne in me; lascio' quindi il posto al terzo, che fece la
stessa cosa, mentre io facevo un pompino al primo.
Comunque a rotazione tutti e tre mi vennero dentro ed io feci a tutti e tre un pompino.
La
cosa subito non fu certo di mio gradimento, ma col passare dei minuti,
cominciai a provare un senso di piacere che mai avevo provato in
passato, non avendo mai preso nessun cazzo in culo.
Quando
se ne andarono, chiamai la polizia ed un medico che visitandomi mi
disse che avevo subito delle lacerazioni allo sfintere pero' guaribili
in pochi giorni; ancora per qualche giorno sanguinai, ma poi tutto
torno' alla normalita', tranne la mia voglia di riprovare ad essere
sodomizzato.
E qui entra in gioco il mio collega, un orsone stupendo, al quale confidai tutta la storia.
Egli,
dapprima, fu restio a soddisfare la mia richiesta, ma poi, dopo una
fellatio, che lui disse memorabile, ecco che cedette al mio volere, e
come se non bastasse anch'egli volle provare il piacere di prendere un
cazzo in culo.
Passo'
cosi' anche lui 'all'altra sponda', tanto che la moglie penso' che si
fosse fatto un'amante e non immagino' di certo che l'amante ero io.
Andammo avanti con la nostra relazione per circa due anni, cioe' tutto il periodo di permanenza a Bari.
Quando tornammo al Nord, lui continuo' il proprio tran-tran con la moglie, ed io smisi di farmi prendere il culo.
Riprovai
cio' solo dopo cinque o sei anni con un 'marchettaro' di nome Paolo
proveniente dal Brasile. Era un ragazzo di imponente, palestrato e pelosissimo, con un
viso attraente e con una dialettica eccezionale, oltre che con un
membro da capogiro.
Dapprima,
nei nostri incontri, ci spompinavamo solo, poi una notte decisi che
dovevo prenderlo e lui fu felicissimo di accontentarmi.
Purtroppo,
dopo tanto tempo, che non avevo il buco allenato, mi fece male, lui se
ne accorse, ma mormorandomi dolci parole all'orecchio e riempiemdomi di
baci e coccole, me lo rimise ed ando' su e giu' molto lentamente, tanto
che impiego' quasi mezz'ora a venire.
Questo
ragazzo e' tornato in Brasile, poiche' non sopportava il clima
italiano, ed io non ho ancora trovato, dopo altri tre anni, un uomo che
mi attragga cosi' tanto da concedergli di venire in me, anche se posso
avere con lui rapporti di sesso orale o venire in lui.
Questa storia fini' circa 8-9 anni fa.
Fine
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