ORSI ITALIANI MAGAZINE
Il cinema a luci rosse
Un racconto di Alio
Finalmente i tanto sospirati 18 anni sono arrivati. Domenica scorsa parenti e amici (pochi per la verita') mi hanno riempito di regali, abbracci e baci peraltro, non sempre graditi. Ma il regalo piu' importante e veramente desiderato voglio farmelo da solo. Domani pomeriggio potro' recarmi in quel 'cinema a luci rosse' ed esibire la mia carta d'identita' sicuro che questa volta non mi cacceranno via. Era gia' successo qualche mese fa, ci avevo provato, ma il cassiere mi squadro' dalla testa ai piedi e mi disse: 'tu non sei maggiorenne, si e no avrai 16 anni. Non puoi entrare!' Ebbene si, sembro proprio piu' giovane e, spesso, chi mi conosce appena, sostiene che sembro un adolescente di 15 anni.
Piu' arrabbiato che deluso tornai a casa e dissi fra me: 'tra non molto entrero' anch'io in quel cinema. Non sembra essere un 'bel cinema', a Palermo, la mia citta', per la verita' ci sono altre sale a luci rosse e, viste anche solo dall'esterno, sembrano essere piu' decenti e forse piu' sicure.
Ma io volevo andare proprio in quel cinema sebbene sembrasse, sempre visto dall'esterno, fatiscente e squallido. Si proprio quel cinema dove, piu' di una volta, ho visto entrare mio PADRE.
Tutto era successo piu' di un anno fa.
Vivo da solo con mio padre, mia madre e' andata via con un altro uomo quando io avevo appena 6 anni, mai piu' rivista! Ho un fratello piu' grande, Giulio, che da 4 anni si e' trasferito a Milano per motivi di studio, io e papa' lo vediamo solo 2/3 volte all'anno per pochi giorni.
Papa' con me e' gentile e disponibile, vuole il meglio per me. Anch'io vorrei il meglio per lui, non mi dispiacerebbe che a questo punto si trovasse una nuova compagna. Lui dice sempre: - sto bene cosi' -. La cosa non mi e' mai sembrato anomala, sino a quando poco piu' di un anno fa, scendendo dal bus che mi riportava da scuola a casa, vidi mio padre salire in macchina e correre verso chissa' dove. Ma dove andava cosi' presto al pomeriggio?
Qualche giorno dopo, ero gia' a casa, mio padre mi disse che andava a fare un giretto. Erano le 15,00, la stessa ora della volta scorsa. A quest'ora in Sicilia si sta a casa a fare la siesta, troppo caldo per andare in giro. Mi sono detto: - avra' finalmente trovato una compagna?- Senza farmi notare scesi dopo di lui, accesi il mio scooter e lo seguii a distanza. La macchina si indirizzava verso la periferia, una zona che non c'era alcun motivo per frequentarla. Poi papa' si fermo', parcheggio' l'auto e si avvio' in una stradina a me sinora sconosciuta. Lo seguii a distanza ma quanto basta per accorgermi che stava entrando in un cinema. Quel Cinema! Cio' accade 2/3 volte alla settimana da ormai un anno. Mi sono dato tante risposte ma non capisco perche' papa', che oggi ha 48 anni, si fosse trovato questo tipo di distrazione. Insomma perche' andare in un cinema? Ho cercato di immaginare cosa possa accadere in una sala a luci rosse, lo schermo proietta filmetti dove donne senza pudori soddisfano, anche in modi a me ancora sconosciuti, uomini vogliosi con enormi cazzi e qui e la si sente il cigolio delle poltroncine che ospitano uomini che si segano. Questa e' l'immagine che mi sono fatto, aiutato dai racconti di Roberto, un amico che sostiene di essere stato in un posto simile.
Torno a chiedermi perche' papa' abbia scelto questa soluzione al suo problema: la solitudine E'ancora un uomo piacevole e, a sentire i commenti di una mia cugina che si divertiva a provocarmi, papa' e' molto eccitante. Un metro e settantasei, appena poco piu' di 80 Kg, leggermente brizzolato e con un pelo ancora nero che gli ricopre con insistenza i suoi notevoli pettorali e, io che l'ho visto in mutande girare per casa, posso dire che il pelo ricopre in modo uniforme la pancetta tipica dell'eta' e le gambe un po' tozze ma con muscoli da calciatore. Papa' per anni aveva fatto il pescatore, un duro lavoro che gli ha scolpito un fisico massiccio ma ben proporzionato. Oggi lavora, in generale solo al mattino, in un mercato rionale.
Una delle tante volte che lo seguii ebbi un'altra sorpresa: papa' s'incontro' fuori dal cinema con Paolo, il suo piu' caro amico, nonche' mio padrino di battesimo. Conosco bene Paolo, sposato con 3 figli di cui Matteo, il piu' grande, mio coetaneo e compagno di scuola. Paolo e' piu' giovane di papa', e' piu' alto e piu' snello, tutto sommato un uomo che piace alle donne. Entrarono insieme al cinema. Pensai ad una gogliardata fra amici e, sapere papa' con Paolo mi tranquillizzo' un poco ma non spazzo' via la mia curiosita' e la voglia di entrare in quel cinema. E DOMANI finalmente soddisfero' il mio desiderio! Domani pomeriggio papa' deve sostituire un collega al mercato dove lui lavora e, quindi, non corro il rischio d'incontrarlo al cinema.
Sono le 15,30, sono davanti al cinema ed improvvisamente mi assalgono mille paure. E se mi vede qualcuno entrare? E se trovo qualcuno che conosco? E se Basta mi dissi. Entro e basta, se ci va papa' posso andarci anch'io in quel cinema. Ormai ho 18 anni ed e' giusto che anch'io cominci a conoscere il mondo degli adulti, scoprire cosa si prova a vedere una scopata, seppur solo al cinema. Le mie esperienze erano ferme a qualche rivista porno sfogliata con Matteo tra un compito e l'altro e, devo dire, che le immagine di donnine nude che si concedevano a maschi di ogni genere, come ad ogni altro uomo, facevano anche a me il normale effetto: una bella erezione che si concludeva con una sega in bagno, non appena Matteo si concedava. Per la verita' un pomeriggio l'eccitazione reciproca, nello sfogliare quelle riviste, ci porto' a giocare un po' fra noi. Matteo disse che aveva una gran voglia di segarsi e ancor prima che io potessi oppormi si abbasso' i jeans e mostro' con orgoglio il suo membro. Rimasi senza parole e subito scatto' il confronto con il mio arnese, sicuramente piu' corto e piu' sottile del suo, che, tra l'altro, era circondato da una fitta peluria bionda. Io si e no potevo contare i miei peli neri con le dita di una mano. Il confronto mi preoccupava ma Matteo, impavido, tiro' giu' i miei bermuda e guardando senza ritegno in quel posto disse: 'vedi ne hai voglia anche tu'. Comincio' a toccarsi e subito dopo a toccare il mio cazzetto, invitandomi a fare la stessa cosa. Era la mia prima esperienza, l'eccitazione era tanta, ma dissi a Matteo che forse non era da vero uomini tutto cio'. Niente paura, mi disse e normale che le prime esperienze di un ragazzo siano di questo genere. Lui, mi confido', l'aveva gia' fatto altre volte, con altri amici e soprattutto al mare con Alessandro, suo cugino. Mi lasciai andare, afferrai il suo cazzo, che al tatto mi parve ancora piu' grande, e cominciai il su e giu' tenendo il ritmo che anche lui teneva menando il mio. Tutto si concluse con una reciproca sborrata ed anche qui scatto' il confronto: il liquido che fuoriusci' dal membro di Matteo era piu' abbondante, piu' denso Non accadde piu' cercai sempre di comportarmi come se tutto cio' non fosse mai successo, nonostante vi furono altri tentativi da parte di Matteo.
Mi accorsi che ero leggermente eccitato al ricordo di quel gioco con Matteo. Decisi di entrare, nonostante il genere di persone che avevo visto entrare sinora al cinema; per lo piu' persone anziane (per me era anziano anche mio padre) e qui e' la qualche ragazzetto sicuramente non italiano forse slavo.
Mi avviai alla cassa, avevo preparato 6 Euri per il costo del biglietto. 'Quanti anni hai?' mi chiese il cassiere. Mostrai il mio documento senza dire nulla. Stacco la matrice del biglietto e pochi istanti dopo scesi le scale che conducevano in Platea; il cuore batteva forsennatamente, le gambe mi tremavano man mano che l'oscurita' si faceva sempre piu' insistente. Mi fermai prima di scostare la pesante tenda che divideva l'atrio dalla sala.
- Ciao bello!- Una improvvisa voce dietro di me mi fece salire il sangue in testa, mi girai spaventato e, ancora non ambientato alla oscurita' del posto, vidi un uomo che mi sorrise. Non mi sembrava di conoscerlo e cio' attenuo' la mia ansia. Scostai la tenda ed entrai velocemente in sala. Vedevo ben poco se non il grande schermo con immagini di un ragazzo biondo, completamente nudo, che si dimenava fra le braccia di un uomo di colore, nudo pure lui. - Ma che film e'?- , mi sono chiesto. L'uomo di prima era di nuovo a fianco a me e mi offriva una sigaretta. - Non fumo grazie! - E mi avviai decisamente verso le prime file senza piu' guardarmi attorno. Mi sedetti a meta' della seconda fila, nessuno davanti a me. Le immagini del film cominciarono a farmi capire che si trattava di uno stupro che il ragazzo biondo subiva. L'uomo di colore con un enorme cazzo turgido lo intimava a prenderlo in bocca. Non riuscivo a concentrarmi sul film e le immagini sempre piu' dure, mi lasciavano perplesso, nonostante cio' sentii fra le mie gambe il gonfiore di una eccitazione. Con movimenti lenti mi girai e mi guardai attorno. A destra, appena una fila dietro la mia, la sagoma di un uomo, forse un ragazzo, che mimava l'azione del segarsi e vedendomi guardare verso di lui, sollevo' il bacino mettendo in mostra il suo notevole arnese. Smisi di guardare quando sentii qualcuno sedersi nella fila dietro la mia, due posti piu' a sinistra al mio. Ho pensato all'uomo che mi aveva salutato all'ingresso. Mi girai con molta cautela e terrorizzato riconobbi Paolo il mio padrino, nonche' migliore amico di papa'. Mi rigirai impietrito, con gli occhi fissi allo schermo ma con il cuore che batteva all'impazzata, ho cercato le mille scuse che avrei dovuto raccontare a Paolo se si fosse accorto della mia presenza. Rimasi immobile quando sentii che Paolo si stava spostando di un posto verso destra. Era ormai dietro di me; scartai l'idea di uscire dalla parte opposta alla sua. Se non l'aveva gia' fatto mi avrebbe riconosciuto subito. Ormai mi sentivo prigioniero della situazione, nelle immagini del film vedevo ora una vera e propria orgia tutta al maschile. Capii a questo punto che si trattava di un porno gay. Ma che ci faceva Paolo in questo cinema e soprattutto cosa viene a fare qui mio padre? Non riuscivo a darmi una risposta e sempre piu' in ansia e immobile immaginavo la mano di Paolo che da un momento all'altro avrebbe bussato sulla mia spalla per chiedermi: - cosa ci fai TU qui?- Pochi secondi e la mano di Paolo raggiunse lo schienale affianco al mio, con la coda dell'occhio seguii il movimento certo che mi avrebbe presto chiamato per nome. Non accadde e dopo qualche minuto Paolo si alzo e ando' via. Non osai girarmi per verificare, ebbi la conferma quando vidi il ragazzo che stava dietro, alla mia sinistra, alzarsi e sedersi al posto di Paolo. Mi disse subito: - era un bell'uomo perche' te lo sei fatto scappare?- Io me lo sarei fatto volentieri, ma adesso, se vuoi, posso pensare a te-. Sentii un fremito di paura; - ma dove sono finito? - mi chiesi. Ed intanto il ragazzo aveva raggiunto il posto alla mia destra. Fulmineo allungo' la mano sinistra sulla mia gamba e, senza alcuna esitazione, comincio' ad accarezzarmi la coscia sino all'inguine per fermarsi sulla cerniera della mia patta. Io non feci alcun movimento; con un colpo deciso abbasso' la cerniera ed introdusse la mano sino a tastare il mio uccello che al contatto reagi' e si ingrosso'. Tiro' fuori anche il suo e vi condusse la mia mano destra sinora immobile sulla mia coscia. Era un cazzo davvero notevole, piu' grosso di quello di Matteo, l'unico che avevo toccato sinora. Il ragazzo avvicino' la sua faccia al mio collo e, in pochi istanti, sentii la sua lingua scivolare nel mio orecchio. Ma cosa stava accadendo? Tutto cio' invece di infastidirmi mi stava piacendo. Aumentai il ritmo della mia mano sul suo cazzo e lui mi disse: - non qui andiamo in bagno o dietro le tende- . Dietro le tende? Cosa vorra' dire? In quel preciso momento ricordai la presenza di Paolo in sala. Dissi al giovane: - non vengo!- . Il ragazzo si alzo' ed ando' via.
Dietro le tende in bagnoCosa succede in questi posti? Proprio in quel momento si mise accanto a me l'uomo incontrato poco prima nell'atrio. Pochi attimi, prese la mia mano e l'accompagno' sulla sua patta. Un gonfiore di tutto rispetto mi lascio' immaginare cosa c'era sotto. L'uomo allungo' il suo braccio dietro la mia nuca e con mossa gentile ma decisa cerco' di accompagnare la mia testa in basso, fra le sue gambe. Lo guardai perplesso, era un uomo sulla cinquantina, molto distinto e tutto sommato piacevole ed io ero lusingato dalle sue attenzioni, ma accidenti, potrebbe essere mio padre. Mi torno' in mente Paolo, ma dov'era finito? Forse era andato via. Decisi con cautela di verificare ma soprattutto volevo scoprire cosa succede dietro le tende e in bagno. Mi staccai dalla morsa dell'uomo, mi alzai e mi allontanai da sinistra, la parte opposta a quella utilizzata da Paolo. Ormai la mia vista si era abituata all'oscurita' della sala e, senza indugio mi avviai verso l'ultima fila. Solo allora mi accorsi che un bel po' di persone avevano preso posto sulle poltroncine delle numerose file; ma soprattutto che c'era uno strano andirivieni di persone sia lungo i corridoi laterali, sia in fondo alla sala. Ecco le tende! Il fondo della sala era perimetrato da tendaggi pesanti attraverso le quali comparivano e scomparivano uomini nel loro andirivieni.
Mi fermai all'angolo tra il corridoio sinistro e il fondo della sala. Ormai le mie ansie erano scomparse e cosi' anche la paura della presenza di Paolo. E' lui che caso mai deve giustificare la sua presenza al cinema, mi dissi. Intanto il viavai di uomini che scomparivano dietro le tende accesero ancor piu' la mia curiosita'.. Proprio in quel momento si avvicino' a me un ragazzo, un bel ragazzo palestrato e la maglietta aderente non lasciava nulla all'immaginazione. Si tocco' insistentemente il pacco e poi mi disse in un italiano improvvisato: - Vuoi fare qualcosa? In genere chiedo 50 Euri, ma tu sei proprio una bella bambina; se vuoi ti scopo solo per 30- Rimasi scioccato dalla proposta, ma il suo modo di farmi un complimento mi impedi' di rispondere il 'NO grazie' che avrei dovuto forse dire in quella occasione. Rimasi in silenzio, lo guardai in faccia, era proprio un bel tipo, probabilmente Rumeno, si passo' la lingua ad umidificare le labbra carnose, si adagio' contro il muro affianco a me e allungo il suo braccio dietro la mia schiena. Ben presto la sua mano si insinuo' tra le mie chiappe ed inizio' un massaggio che non trovai per nulla spiacevole; il suo dito medio premeva contro il mio buco. - Allora bello che ne dici di una scopatina? - Insistette. Ebbi il coraggio di dire solamente: - ma io non l'ho mai fatto e poi non ho soldi con me!- . - Davvero sei vergine? Beh! Allora vuol dire che con te lo faccio gratis- . Nel dire questo mi prese per mano e mi trascino' verso l'uscita. Ecco dov'era il bagno. Ando' avanti e mi fece segno con la mano, di seguirlo dentro il cesso. Tre pisciatoi a muro, due dei quali occupati da uomini intendi a guardare l'uno l'uccello dell'altro. Dalla parte opposta due box con turca, in uno dei quali si era intrufolato il bel Rumeno. Con un ulteriore gesto mi invito' a seguirlo, ma ancora una volta andai in panico. Chiudermi dentro con quello sconosciuto e, poi, l'odore che impregnava l'ambiente era davvero nauseabondo. Gli dissi di no, il ragazzo usci' irritato e, indicando il dito medio, mi mando' affanculo nella sua lingua.
Rientrai in sala ancora con la morbosa curiosita': - cosa succede dietro le tende, da dove il viavai continuava senza tregua?- Decisi che l'avrei scoperto. Senza indugiare mi avviai verso una delle interruzioni del tendaggio che consentiva l'ingresso, ma proprio in quell'istante un uomo stava entrando: era Paolo.
Gia' Paolo, non avendolo piu' visto, avevo creduto che fosse uscito dal cinema. Dov'era stato sinora? E se lui, senza che io mi accorgessi, avesse visto quanto mi era precedentemente accaduto? E adesso cosa andava a fare dietro la tenda? Non era piu' curiosita' la mia, ma una strana ansia mista ad eccitazione; dovevo assolutamente capire cosa aveva in mente Paolo. Mi spostai verso un altro ingresso che porta dietro la tenda e, senza piu' indugiare scostai il telo ed entrai; dentro era ancora piu' buio che in sala, ma non abbastanza per non vedere che decine di persone affollavano l'ambiente, che consisteva in un corridoio in fondo delimitato da 5 porte con maniglioni antipanico, per l'uscita di emergenza, ma in realta' tutte le porte erano con lucchetto. Trovai un posticino contro il muro e cercai di capire cosa succedeva all'interno, ma, soprattutto cercavo di individuare la sagoma di Paolo. Non era facile da quella posizione, facile fu invece notare che appena ad un metro da me un insieme di uomini seminudi erano impegnati in giochi sinora a me sconosciuti. Un uomo maturo, con camicia completamente sbottonata ed i pantaloni calati sino a meta' gamba era l'oggetto di desiderio: uno lo baciava, altri lo slinguazzavano sulle tette mollicce, uno piu' giovane lo spompinava; riconobbi in esso il ragazzo che prima si era seduto a fianco a me e che voleva appunto portarmi dietro le tende. Intanto altri due uomini si avvicinarono al gruppo; il piu' giovane aveva fuori il cazzo e la maglietta sollevata sino al mento, accortisi di me s'avvicinarono, l'altro uomo si abbasso' e imbocco' golosamente il cazzo del giovane che nel frattempo mise la mano sulla mia patta, mi slaccio' i pantaloni ed estrasse il mio arnese. L'uomo chinato, indirizzato dalla mano del ragazzo, mollo' il suo cazzo per prendere in bocca il mio; una sensazione mai provata finora mi attraverso' tutto il corpo, chiusi gli occhi e il ragazzo senza indugiare introdusse la sua lingua nella mia bocca socchiusa. - Che schifo- pensai, non avevo mai baciato nessuno, tanto meno un uomo. Al mio tentativo di sottrarmi al bacio, il ragazzo afferro' la mia nuca e senza mai mollare il colpo risucchio' la mia lingua. Non era vero, la cosa non mi faceva per niente schifo, mi lasciai andare alla loro esperienza, anche l'uomo aveva smesso di pompare e si uni' al nostro slinguazzare, la lingua dell'uno e dell'altro si alternavano nella mia bocca; ero in estasi. Intanto altri uomini si erano avvicinati a noi e cercavano di farsi spazio con mani sudate. Mi venne in mente Paolo, squadrai le persone che mi stavano intorno, forse piu' con la speranza che con paura che fra essi ci fosse Paolo. Non era nella mischia. Poco piu' a sinistra altri gruppetti mimavano le nostre medesime azioni. Ecco cosa succede dietro le tende di un cinema a luci rosse. Con insistenza cercai di individuare tra i gruppi la figura di Paolo. L'idea che fosse li' a guardami, piu' che preoccuparmi, mi eccitava. Mi eccitava a tal punto che sarei andato io a cercarlo. Mollai con decisione le insistenti prese delle persone, sempre piu' numerose, che mi circondavano, i quali, noncuranti del mio allontanamento, continuarono nelle loro destrezze.
Ancora con il cazzo fuori dalla patta e ben duro, ripercorsi il corridoio dietro la tenda alla ricerca di Paolo; in ogni gruppetto l'orgia rappresentava azioni che finora mai avrei creduto potessero accadere. Nell'angolo opposto a quello dove mi trovavo io poco prima, la sagoma di un uomo che stringeva fra le braccia il corpo, quasi nudo, di un ragazzino che, si e no poteva avere la mia eta'. L'uomo con gomitate si liberava di tentativi di altri uomini di inserirsi nel loro gioco; il ragazzino baciava appassionatamente l'uomo, lo accarezzava e lo leccava sul petto, decisamente armonioso e ricoperto da una fitta peluria rossiccia; mi appostai contro il muro, poco distante dalla coppia oggetto del mio interesse. Quell'uomo era PAOLO! Il ragazzo si chino' verso il cazzo di Paolo e con molta maestria lo umidificava in tutta la sua lunghezza e circonferenza. Era la prima volta che vedevo il membro di Paolo, lo avevo immaginato notevole, considerando quello di Matteo, suo figlio, che avevo avuto modo di menare, ma non avrei mai immaginato quelle misure davvero esagerate. Intanto Paolo aveva indossato un profilattico, prese il ragazzo, ormai totalmente nudo, per le cosce e appoggiandolo contro il muro, lo sollevo' circondandosi la vita con le sue gambe. Lo baciava con grande passione per poi leccargli le tette, prima una e poi l'altra. Il ragazzo con gli occhi socchiusi circondava con le braccia il collo di Paolo e continuava ad elemosinare la sua lingua in bocca. Paolo si bagno' abbondandemente con la saliva le dita della mano sinistra che subito dopo insinuo nel culetto pallido del ragazzo; ripete' l'azione per lubrificarsi stavolta il suo enorme membro incappucciato; poi, improvvisamente si giro' verso di me, mi guardo' serioso per qualche istante per poi concludere con un sorriso malizioso, si rigiro' verso il ragazzo che in quella posizione non avrebbe potuto, sempre che l'avesse voluto, evitare quanto stava per accadere. Punto' il suo cazzo verso il buco del ragazzo e con colpo deciso lo penetro'. Un mugolio del ragazzo fu segnale del dolore che aveva provato per tanta determinazione, ma subito dopo contribui' con movimenti ritmati del bacino all'avanti e indietro del cazzone di Paolo, sussurrando: - si prendimi maschione, sfondami tutta, sono la tua mignottona - . Paolo con grande padronanza lo scopo' ancora in quella posizione, poi estrasse il cazzo, posiziono' a 90 gradi il ragazzo contro il muro, agevolando in questo modo il mio punto di osservazione, gli rificco' il cazzone nel culo e si volto' verso di me, e, passandosi la grossa lingua tra le labbra, disse - voglio sfondarti tutto, voglio farti mio -. Preso a schiacciare i tentativi di approccio di uomini insistenti che, passando, mi toccavano dappertutto, decisi di avvicinarmi un po' verso quella coppia, invidiando sempre piu' il ragazzotto che si gustava libidinosamente le attenzioni di Paolo. Menavo con forza il mio uccellino ancora fuori dalla patta, e mi godevo quella scena finora inimmaginabile, ma che mi prendeva sino al punto di fantasticare di essere io al posto di quel ragazzotto. - Si, si - mugolava il ragazzo che ormai aveva raggiunto l'orgasmo grazie ai colpi, sempre piu' veloci, che Paolo gli infliggeva; - vengo, si vengo anch'io Fabio, sei mio ormai- , biascico' Paolo.
Fabio? Quel ragazzo si chiama proprio come me, o, forse no? O forse e a me che pensava Paolo scopandosi il ragazzo. Questa seconda e improbabile versione mi turbo' e mi eccito' a tal punto che lasciai fare l'uomo, chiunque esso fosse, che nel frattempo si era chinato davanti a me e, golosamente, aveva iniziato a succhiarmi il cazzetto. - Si, godo anch'io Paolo- , sussurrai ad occhi chiusi. Paolo, feci il suo nome senza accorgermi, mi girai verso di lui ma, ormai, lui era scomparso; il ragazzo che aveva goduto delle sue prestazioni si stava lentamente rivestendo. L'uomo che mi aveva spompinato ingoio' lo sperma, si alzo', mi sorrise cercando di baciarmi. Lo strattonai ed uscii anch'io da quel dannato posto. Ero appagato ma molto confuso e soprattutto schoifato, pian piano cercai di rimpossessarmi della lucidita' che avevo perso nelle ultime 2 ore. - Cosa fare adesso? -, mi chiesi, - cosa succedera' con Paolo? ese non mi avesse riconosciuto? se davvero quel ragazzo si chiama proprio come me Fabio? - La prima cosa da fare e' uscire dal Cinema!
Erano quasi le 18, 15, era ora di tornare a casa dove sarei rimasto solo sino al rientro di papa', non prima delle 20,00. Gia' papa', ripensando a lui mi apparvero le immagini di lui, al posto di Paolo che si scopava il ragazzotto; - non puo' essere- mi dissi senza convincermi. - papa' e' un vero uomo- insistetti fra me e me, - lui di certo non fa queste cose!- . Tra un pensiero e l'altro sono arrivato a casa e, dopo aver parcheggiato lo scooter, ho fatto a piedi le tre rampe di scale. Entrato a casa mi sono chiuso in bagno, mi sono denudato ed entrai senza esitare sotto la doccia dove rimasi per circa mezz'ora cercando di eliminare ogni segnale di quanto era successo.
Dopo poco piu' di un'ora le chiavi che giravano nella serratura, mi avvisarono dell'arrivo di papa'; nei pochi istanti prima che papa' entrasse in casa, il pensiero che Paolo avesse potuto telefonare a mio padre per raccontargli l'accaduto, fece scattare l'agitazione che avevo tenuto sinora sotto controllo.
- Ciao ometto! - disse mio padre appena entrato, io gli giravo le spalle e lui, passandomi vicino mi diede un affettuoso scappellotto sulla nuca. - come e' andata la giornata?, cosa hai fatto di bello oggi? hai studiato con Matteo? - Dissi solamente - tutto OK, papa'- e mi affrettai, spostandomi in cucina, a restituirgli la raffica di domande. - a te come e' andata?, devi ancora sostituire il tuo collega? cosa prepariamo per cena?- - Si!', rispose papa', - Mimmo sara' assente almeno per tutta la settimana ed io lo sostituisco nel lavoro. Cosa ne dici di andare fuori a farci una pizza, ti va?, potremmo invitare anche Paolo e, se e' libero, anche Matteo- Capitava frequentemente che noi 4, senza donne (la moglie di Paolo e le due figlie) si andasse fuori a cena, per poi parlare, da veri uomini, di calcio, motori e cosi' via. Se le prime gesta di papa' mi avevano tranquillizzato un po' la sua ultima proposta riaccese la mia ansia. - Sono un po' stanco- dissi mentendo, - preferirei stare a casa - aggiunsi.
- Va bene!- rispose mio padre vorra' dire che invitero' Paolo a fare due chiacchiere dopo cena -. A questo punto non aggiunsi altro e preoccupato mi recai in camera mia con una scusa.
Passando dalla mia camera socchiusa, papa' in boxer e ciabatte, mi disse: - intanto che faccio la doccia, apparecchia tu, mangeremo una insalotona e le sogliole che ho gia' messo fuori a scongelare; ah! ho sentito Paolo ha detto che ci raggiungera' dopo cena, deve parlarmi di certe cose -. A tale notizia mi si appanno' persino la vista, il cuore inizio' ad emettere forti battiti che riuscivo a sentire anche con le orecchie.
Guardai papa' allontanarsi era di spalle, i boxer aderenti sagomavano due natiche sode e un culo ancora alto; le spalle leggermente ricurve e tappezzate dal pelo nero, le cosce anch'esse pelose e tornite come fossero di marmo, davano l'immagine di un vero maschio. - Come puo' essere vero?- tornai ai pensieri di prima e soprattutto cominciai a ipotizzare cosa Paolo avrebbe detto a mio padre. Poi, per farmi coraggio, cercai delle attenuanti; io sono un giovane alle prime esperienze, non ho moglie e tanto meno figli; casomai e lui che deve giustificare il suo comportamento e, cosi' anche papa', qualora avesse lo stesso vizietto di Paolo. Gia' Paolo l'ho visto con i miei occhi, su papa' non ho alcuna prova, forse lui si reca al cinema solo per i film porno, conclusi.
A cena non parlai, guardammo la televisione, ma in realta' non avevo visto nulla di quanto trasmesso, ero tutto preso dai miei pensieri e a scacciare le mie preoccupazioni, a distogliermi fu l'improvviso trillare del citofono: era Paolo, il cuore ricomincio' a battermi all'impazzata. - Vai tu ad aprire -, detto' mio padre; - anche questo! - pensai. Aperta la porta, Paolo sorrise a 32 denti, stranamente abbozzo' un abbraccio, mi diede una pacca sulla spalle e chiese: - come sta il mio figlioccio preferito? - Interpretai quell'insolito gesto e quelle parole come un segnale di pace e cio' attenuo' la mia ansia. Non aspetto' mia risposta, Paolo sedette sulla poltrona a fianco al divano, dove papa' si era intento seduto a gambe allungate e divaricate, mettendo involontariamente in evidenza un notevole gonfiore all'altezza della patta del pantaloncino corto del pigiama che aveva indossato dopo la doccia. Mi affrettai a portare due lattine di birra gelata; nel prendere la sua Paolo mi chiese: - tu non bevi con noi? ormai sei un ometto, dovresti comportarti come tale e unirti a noi - Dicendo queste ultime parole Paolo mi guardo' fisso negli occhi, si passo' la lingua sul labbro superiore e poi rise mettendo in evidenza dei bianchissimi denti che contrastavano con il colore abbronzato del suo viso. Sorrisi anch'io mi sedetti sul divano, a fianco a papa', e guardai intensamente Paolo che intanto inizio' a parlare del piu' e del meno con mio padre. Era davvero un bell'uomo, alto quasi 1,90 non credo raggiungesse gli 80 kg, Paolo ha una folta e mossa capigliatura rossastra e solo le basette leggermente imbiancate, denunciavano i segni dell'eta': 44 anni. Il suo fisico asciutto, pettorali da nuotatore, e un ventre piatto, rivestiti da un folto pelo rossiccio, facevano di Paolo un tipo molto sexy. I jeans bianchi ed aderenti che indossava evidenziavano due lunghe gambe e due imponenti cosce; Paolo dedicava molto tempo al suo corpo: piscina e palestra erano appuntamenti fissi settimanali; d'altra parte con il lavoro che fa deve sempre essere a posto- Paolo ha una agenzia immobiliare. Mi sorpresi a valutare le caratteristiche fisiche di Paolo, cosi' come prima avevo fatto anche per papa'. - Cosa mi sta accadendo?- pensai, - perche', improvvisamente, mi interesso degli uomini e del loro fisico? - Mi affrettai a rispondermi che non c'era nulla di male; papa' e Paolo sono i miei adulti di riferimento e sicuramente li osservavo perche' un giorno anch'io vorrei essere come loro. Certo un giorno, oggi sono un ragazzino appena maggiorenne che, nonostante il ripetuto radermi barba e baffi, aveva solo una ombreggiata peluria sotto il naso e appena intorno alle mascelle. Un corpo esile, con muscoli appena eccentuati, la faccia invasa da due grandi occhioni verdi ed una bocca con labbra a cuoricino, una folta capigliatura a boccoli, - splendidi! - dicevano invidiandomi le ragazze, - capigliatura ribelle - dico invece io, mi davano l'aria di un ingenuo fanciullo, come quelli descritti nei romanzi epici dell'antica Grecia. Non somigliavo per niente a mio padre e, probabilmente, non avrei mai avuto il suo aspetto cosi' virile. Matteo invece aveva gia' i tratti somatici di suo padre e, seppur avesse solo qualche mese piu' di me, aveva gia' delle fattezze da uomo; lo invidiai.
Mi accorsi che Paolo mi osservava con un'aria interrogativa, forse si stava chiedendo se io pensassi a quanto era accaduto nel pomeriggio in quel cinema; un suo sorriso e un accennato occhiolino ancora una volta mi diede un attimo di tranquillita'; Paolo allungo' le gambe assumendo la stessa posizione di mio padre e nel fare cio' si palpo' il pacco, come a voler mettere a posto il contenuto. Un gesto da uomini, pensai ancora, mi soffermai sul suo pacco e questa volta non dovevo immaginare quanto in esso era contenuto, Accortosi del mio guardare Paolo ripete' l'azione e indirizzo' il suo sguardo verso la patta di papa', come a volermi invitare a fare la stessa cosa. Seduto in quella posizione potevo vedere tra gli spazi aperti dei bottoni del pantaloncino indossato da papa'; i boxer azzurri a stento riuscivano a nascondere quanto teneva tra le gambe, talmente era il gonfiore che per un attimo ho creduto che papa' fosse in stato di eccitazione. Staccai lo sguardo e affrontai ancora Paolo che mi sorrise come se si trattasse di un messaggio cifrato. O forse no! Forse tutto cio' era solo frutto della mia immaginazione; decisi di andare in camera mia, mi concedai con la scusa che avevo da ripassare Fisica.
'Buonanotte CARO!', disse Paolo, - ci vediamo PRESTO -, concluse. Andai in camera mia e mi chiesi come mai Paolo avesse aggiunto qull'insolito CARO e cosa voleva dire quel PRESTO? Tolsi le scarpe e i pantaloni della tuta, mantenni la maglietta e mi sdraiai a pancia in giu' sopra le lenzuola, in direzione della porta che lasciai opportunamente socchiusa; volevo sentire quello che si sarebbero detti Paolo e papa'; solo dopo un quart'ora dalla mia uscita dalla stanza i due iniziarono uno strano discorso in codice. - Allora Paolo cosa ti e' successo oggi che ti ha cosi' messo cosi' in euforia, sei stato li'?- chiese a bassa voce mio padre. Paolo rispose e non si preoccupo' di abbassare la voce: - oggi ho avuto tra le mani un pollo, di quelli che ti lasciano senza respiro, un vero professionista con una capacita' di prenderlo come pochi sanno fare, considerando le mie dimensioni, capisci cio' che voglio dire? Per circa mezzora me lo sono spupazzato- - Come si chiama?, lo conosco? - lo interruppe mio padre; - Non so il nome, anch'io era la prima volta che lo vedevo- asseri' Paolo -Si, va be' non vorrai farmi credere che e' tutto qua? Cos'altro ti ho reso cosi' di buonumore -'
- Vedi Gianni (cosi' si chiama papa') poco distante un ragazzino con la faccia d'angelo stava a guardarci, non ha perso un solo attimo del nostro giochino, ed intanto si cincillava anche lui -; abbassando un po' la voce aggiunse: - scopavo con il professionista ma nella mia mente avevo tra le mani quell'angelico fanciullo, una esperienza davvero eccitante, come mai mi era accaduto, insomma conoscendoti, sono certo che tu ne avresti fatto follie -. - E il giovinetto l'avevi mai visto, prima? - chiese con voce leggermente roca mio padre. - NO! - fu la risposta di Paolo, -ma aveva un non so che di familiare; insisto Gianni era il tipo giusto per te, ci avresti perso la testa, conosco bene i tuoi gusti-.
Ora tutto mi era piu' chiaro: Paolo non conosceva il tipo e quando pronuncio' il nome di Fabio era a me che si riferiva, mi aveva riconosciuto eccome! Ma la cosa che piu' mi turbo' e sentire che mio padre, in una situazione del genere ne avrebbe fatto follie, che avrebbe perso la testa per un tipo come me. Pensando a tutto cio' il turbamento si trasformo' in eccitazione, sotto il mio ventre schiacciato contro il materasso, il mio uccello si era indurito come poche altre volte mi era accaduto; mi alzai e, senza far rumore, mi posizionai alla fessura dell'uscio per guardare i due, uomini, aiutato dall'oscurita' della camera, io li potevo vedere, loro non potevano vedere me, o cosi' almeno speravo. Di papa' potevo vedere solo il profilo sinistro, non solo del suo volto, ma del corpo intero: era ancora seduto allo stesso posto ed aveva ancora le gambe allungate sin sotto il tavolinetto davanti a se; mi soffermai all'altezza della patta e, nonostante la mano sinistra vi fosse appoggiata sopra, intravedevo un gonfiore che denunciava la sua eccitazione. Papa' agli ulteriori particolari del racconto di Paolo, intervallava una strusciata al pacco con il palmo della mano ad una vera e propria strizzata del suo contenuto. Paolo, seduto davanti a Papa', mi era completamente visibile; anch'esso decisamente in tiro, continuava a stropicciare il contenuto della sua patta. Ero eccitatissimo, ormai piu' che ascoltare le domande libidinose di papa' e il racconto di Paolo, di cui conoscevo bene ogni singolo dettaglio, ero occupato a menarmi l'uccello osservando alternativamente i due pacchi. Ho anche avuto la sensazione che Paolo fosse consapevole della mia presenza dietro l'uscio della mia camera. La cosa mi eccitava ulteriormente.
I racconti spaziarono su altre esperienze vissute dai due, sentire quanto mio padre raccontava, non fu piu' motivo di turbamento, in quel momento avevo davanti a me due bei maschioni sui quali mi sarei buttato a capofitto; il trillo del telefono interruppe i loro racconti, mi agitai e corsi sul mio letto, sentivo mio padre che con tono contrariato dichiarava di essere gia' a letto poiche' molto stanco del doppio turno di lavoro, che si rivolgesse ad altri, fu la risposta seccata di papa'; la telefonata continuo' ancora per qualche minuto; io non capivo cosa poteva essere accaduto, decisi di raggiungere papa' che nel frattempo aveva concluso la telefonata. Mi guardo', guardo' Paolo e rassegnato disse che era scattato l'allarme al mercato rionale e che il padrone lo aveva intimato a raggiungerlo immediatamente. - Vuoi che venga con te - disse Paolo. - Non e' il caso- rispose mio padre, intanto che andava in camera sua per rivestirsi, alzando il tono della voce aggiunse: - non mi saresti di grande aiuto e poi la cosa potrebbe andare per le lunghe, e' gia' successo un'atra volta, tra controlli che nulla fosse stato rubato, verbali delle forze dell'ordine e no, grazie!- disse rientrato in sala, rivestito con i panni da lavoro - non e' il caso, finisci tranquillamente la tua birra, Fabio sara' contento di farti compagnia e poi, magari, torno presto e potremmo continuare la nostra chiacchierata, dietro un altro bicchiere di birra- -A meno che - l'interruppe Paolo - non vi sia tra gli agendi il tenentino che abbiamo conosciuto tempo fa, ricordi? E magari la birra andrai a berla con lui- - Gia'!.- Rispose papa' e con un accennato sorriso che gli fece cambiare espressione continuo' - perche' no, e' un ragazzo cosi' simpatico - Non capii subito il messaggio che i due complicemente si passarono, salutai papa', dicendogli che l'avrei aspettato in piedi. - Come vuoi - rispose lui uscendo frettolosamente. Dalla finestra della sala ho potuto seguire l'allontanarsi in macchina di papa', solo allora mi accorsi che Paolo era dietro di me: sentii il suo braccio strusciare casualmente sul mio gluteo per poi appoggiare la mano sulla mia spalla. - Gli sei molto affezionato - mi chiese, - gli voglio un gran bene -, risposi - farei qualsiasi cosa per fargli piacere -. - Qualsiasi cosa- ripete' lui e aggiunse - Non ho dubbi!- , in quel preciso momento sentii strusciare, sempre casualmente, la sua gamba contro il mio fianco, finche' me lo ritrovai frontale, a pochi centimetri. Imbarazzato dalla sua imponenza fisica mi spostai e mi avviai verso il divano, proprio la' dov'era seduto papa'.. Paolo che nel frattempo aveva rispreso il suo posto sulla poltrona di fronte a me, si divertiva sfrontatamente a squadrarmi dalla testa ai piedi, solo adesso mi sono reso conto di essere uscito dalla camera in mutande e la maglietta ricopriva, si e no sino all'ombelico. Arrossii e dissi che mi sarei recato in camera per indossare la tuta. - Non avrai freddo? - chiese Paolo, - o non sarai imbarazzato per me, suvvia siamo tra uomini, personalmente ti invidio, se fossi a casa mia anch'io mi sarei messo in liberta', cosi' come aveva fatto prima tuo padre - concluse. Forse a questo punto si aspettava di essere incoraggiato e, per la verita', mi era passato per la testa l'idea di invitarlo a mettersi a suo agio. Mi chiese un'altra birra fresca ed al mio ritorno lo trovai senza la camicia a righe azzurre che aveva auto su fino ad un attimo prima. - non ti dispiace vero, ripeto siamo tra uomini e poi, ci siamo visti reciprocamente piu' nudi al mare, ricordi le nostre gite domenicali - E' vero, ma allora non era il Paolo che ho conosciuto oggi al cinema. Non dissi nulla, Paolo afferro' la fredda lattina e l'appoggio' prima sul suo collo per poi farla scivolare in mezzo al petto . Aperta la lattina ne bevve un gran sorso, poi la passo' a me dicendomi -dai, non fare il pivello, fammi compagnia, bevi anche tu- Bevvi un lungo sorso, trovavo fosse giusto fare le veci di papa', non potevo lasciarlo bere da solo. -Il problema di tanta birra e' che poi continui a pisciare, ti dispiace se vado in bagno? - chiese Paolo; senza aspettare risposta si alzo' e ando' in bagno, tragitto che ben conosceva. Paolo non chiuse la porte, sentii lo scroscio tipico del pisciare, immaginavo il suo cazzone mentre si liberava e ho fantasticato che mi chiamasse dentro per aiutarlo, poi lo sciacquone! Paolo torno' in sala, aveva mantenuto aperto il bottone in vita dei jeans bianchi ed anche la cerniera era chiusa a meta'; cio' mi consentiva di intravedere il suo slip bianco ove si inseriva con prepotenza il rossiccio pelo che gia' ricopriva petto e addome.
Si sedette a fianco a me, sul divano e, con noncuranza allungo' il braccio fino a quando la sua mano destra non si posiziono' dietro la mia nuca. Sembrava tranquillo, sorseggio' ancora birra che poi mi ripasso', bevvi ancora se non altro per attenuare la mia inquietudine. - Allora, di cosa parliamo? - chiese Paolo con ironia, non ebbi esitazioni, dissi -di cosa parli con papa', potresti continuare il discorso con me-, - perche' no? se ti fa piaceree poi ripeto ormai sei abbastanza grande per parlare di certi argomenti sai, con tuo padre ci scambiamo confidenze sulle nostre avventure, capisci vero quello che intendo dire?' Nel dire cio' mi passo' la mano tra i capelli e aggiunse 'immagino che anche tu abbia avuto delle avventure, potresti raccontarmele, mi faresti rivivere la mia adolescenza' e per cercare di mettermi a mio agio mi ripasso' la lattina di birra e aggiunse: dimmi, avrai una ragazzina con la quale con la quale giochi, amoreggi intendo dire- intanto si sistemo' il pacco come aveva fatto gia' prima, con la differenza che essendo sbottonato potei intravederne la sagoma dietro lo slip bianco, lo posiziono' verticalmente, con la cappella verso l'ombelico. Era consistente ma non ancora del tutto in tiro. Paolo continuo': - sei un bel ragazzino, sono certo che a scuola fai mille conquiste, Matteo dice sempre che invidia il tuo successo con le ragazze; dice che la tua timidezza, l'aria angelica che ti contraddistingue, piace molto- disse tutto cio' e intanto, sempre con la mano destra mi accarezzo', paternamente, il collo per poi con le dita giocare con il lobo del mio orecchio sinistro. Non rimasi insensibile ne' alle sue adulazioni ne' alle caste carezze, sentii il mio uccello prendere consistenza e vergognandomi strinzi le gambe. Presi coraggio e gli confessai che, a parte qualche toccatina, non ero mai stato con una ragazza, non avevo mai baciato una donna. Paolo mi rassicuro' che non era grave, - ogni cosa a suo tempo - e spudoratamente aggiunse: - beh!, ti farai almeno le seghe, le abbiamo fatte tutti da ragazzi, magari in compagnia; io gia' a sedici anni ero un gran segaiolo ed ogni occasione per me era buona. Ricordo che con un mio compagno di classe ci divertivamo a segarci a vicenda e ti diro' di piu' l'ho convinto anche a sbocchinarmi. Che esperienza, ti confesso che mi era piaciuto ed anche a lui che, ogni qualvolta si era da soli, persino nel bagno della palestra, non perdeva l'occasione, per spompinarmi, ha fatto di questa la sua attivita' preferita- . Durante il racconto guardai la sua patta, la sagoma si era ingrossata notevolmente e la cappella sembrava dovesse uscire da un momento all'altro dall'elastico dello slip. Mi si avvicino' all'orecchio destro e mi sussurro': - non vuoi proprio raccontarmi nulla, Matteo? Se non hai esperienze raccontami delle cose che fantastichi intanto che ti seghi. Perche' almeno le seghe te le fai vero cucciolo - Con la sua mano sinistra smise di toccarsi la patta e scivolo', come fosse normale, sulla mia coscia sinistra, per poi pian piano insinuare l'indice ed il medio tra le gambe che tenevo ben strette.
- allora, ometto - riprese Paolo, sottolineando con il tono della voce la parola ometto - davvero non hai nulla da raccontare o, forse, sei solo pudico; ti conosco da quando sei nato, sono il tuo padrino di battesimo, ti ho tenuto tra le braccia, ti ho accarezzato e baciato come se fossi un figlio- , -gia' un figlio- pensai fra me e mi venne in mente Matteo suo figlio: chissa' se anche a lui chiede di raccontare questo tipo di esperienze; glielo chiesi provocatoriamente. Paolo rispose: - con Matteo ho un grande rapporto basato sulla fiducia e sulla stima reciproca, ti confesso pero' che le poche informazioni sulla sua vita sessuale, non le ho avute da lui bensi' da Alessandro, suo cugino, nonche' figlio di Antonella, sorella di mia moglie. Con Alessandro e la sua famiglia trascorriamo, quasi tutti gli anni, una parte delle nostre vacanze. Alessandro ama isolarsi dal resto del gruppo per stare da solo con me. Dice che si trova bene, c'e' sintonia e che abbiamo una intesa particolare, trova ogni scusa per condividere con me una nuotata e una puntatina su quegli scogli al largo, quasi sempre isolati. E in questi momenti che, tra l'altro, ricevo le confidenze di Alessandro sia sulle sue esperienze sessuali, sia di quelle di Matteo, almeno quelle che conosce e che spesso ha con lui condiviso- Gia' Alessandro! Chissa' cosa ha voluto sottolineare Paolo dicendo:tra l'altro ama isolarsi per stare con me,. sintonia e intesa particolare, scoglio isolato. Io Alessandro l'ho visto solo qualche volta e Matteo ne parla spesso e volentieri, sottolineando la grande intesa e complicita' che c'e' tra i due cugini e suscitando anche un po della mia gelosia; e' stato proprio con Alessandro che Matteo aveva giocato spesso intimamente, cosi' come mi aveva raccontato in quella particolare ed unica occasione sessuale che avevo condiviso con lui. Alessandro e' un ragazzo moro di 20 anni , occhi scuri e pelle eternamente abbronzata; ha gia' le fattezze di un uomo e in realta' sembra piu' grande per la sua eta', non ancora diciottenne ha abbandonato gli studi per andare a lavorare al porto, voleva guadagnare, diceva, per essere in piena autonomia economica. Alessandro che ha gia' la macchina e che esibisce con una strombazzata di clacson, ogni qualvolta incontra qualcuno di sua conoscenza.
- Alessandro- continuo' Paolo - si racconta volentieri, anzi direi che spesso, secondo me, esagera per far colpo sulle persone; questo pero' mi fa comunque piacere, te l'ho detto prima, mi piace rivivere i miei anni di adolescente, attraverso i racconti e le esperienze di giovani ragazzi mi eccita tantissimo. Come puoi ben capire, ho un debole per tutto questo e sarebbe un grosso regalo se anche tu Fabio volessi raccontarti. Tornando a Matteo, Alessandro dice che ha avuto piu' di una ragazza e che scopa assiduamente con esse; mi ha confidato che tempo fa lui e Matteo, si insomma da ragazzi, hanno fatto cio' che fanno i ragazzi a quella eta', seghe reciproche, carezze e qualche bacetto; ha aggiunto che Matteo era incontentabile e che questo tipo di esperienza l'aveva fatta anche con altri ragazzi e un compagno di scuola; chissa' perche' ho pensato a te Fabio in ogni caso sono orgoglioso di Matteo, ha una intensa vita' sessuale e, secondo Alessandro, e' un vero montone; assomigliera' al padre - concluse Paolo. Nel suo parlare Paolo non aveva smesso di tenere la sua mano sinistra tra le mie gambe che ormai si erano dischiuse, ma Paolo si fermo' quando l'indice ed il medio della mano sfiorarono il tessuto delle mie mutandine, dove sotto si ingrossava, senza ormai alcun ritegno, il mio uccello; voleva forse assicurarsi che quanto stava accadendo fosse causa di eccitazione per me. Anche Paolo faceva bella mostra del suo bel paccone; nella posizione in cui si trovava, seduto a 30/40 cm da me , con il braccio e la mano destra ancora dietro la mia nuca, che con noncuranza accarezzava di tanti in tanto, la gamba destra piegata su se stessa con il piede sotto la coscia della gamba sinistra ancora ben tesa in direzione del tavolinetto, in questa posizione e con i jeans sempre aperti in vita e la cerniera chiusa a meta', sbandierava la sagoma, ormai di misure piu' che considerevoli, del suo enorme cazzo, nascosto ancora per poco dallo slip bianco. L'andirivieni che il mio sguardo faceva dal suo pacco alla carnosa bocca con splendide labbra sempre ben umidificate da una voluttosa lingua non sfuggi' a Paolo. - Allora cuccioletto- mi sussurro' con dolcezza avvicinando la sua bocca al mio orecchio - non sei loquace pero' sei molto attento con gli occhi- e premendo le due dita contro il mio pacco e mimando un su e giu' aggiunse - in compenso parla il tuo cosino -; fece scivolare la sua bocca dall'orecchio al collo, la mano lascio' le mie gambe e si fermo' sulla maglietta, sul petto all'altezza del capezzolo sinistro che tocco' con grande maestria. Chiusi gli occhi e assaporai quelle gentilezze, speravo che Paolo mi baciasse, che introducesse, senza indugi, la sua lingua nelle mia bocca, con la stessa foga di quel pomeriggio al cinema, con quel ragazzotto. Ma Paolo si fermo' li'!
Questo dico e non dico, vedo e non vedo, oso e non oso, comincio' a diventare una vera tortura per me; ogni qualvolta pensavo fosse giunto il momento Paolo sembrava fare un passo indietro. Decisi di passare all'attacco. - Si!, ero io- dissi con tono deciso. - Ero iocosa?- disse Paolo con tono interrogativo. - Ero io il compagno di scuola con il quale tuo figlio Matteo, come dire si e' divertito intimamente- - Vuoi raccontarmi?- chiese Paolo. Decisi che se era questo il gioco che voleva fare, lo avrei accontentato e iniziai il mio racconto corredandolo di tutte le fantasie che mi sarebbero venute in mente al momento. Paolo si mise piu' comodo, allungo anche la gamba destra e poggio la mano sul suo vistoso pacco, mantenendo sempre l'altra mano dietro la mia nuca. - Un pomeriggio come tanti altri- cosi' iniziai il mio racconto - ero a casa tua da solo con Matteo, dopo i compiti Matteo tiro' fuori una rivista porno avuta, cosi' disse, dal cugino Alessandro e mi disse che voleva farmi vedere qualcosa che neanche immaginavo. Apri' una pagina dove ben visibile in una foto, un uomo matura stava inculando un giovane ragazzo, in un'altra il ragazzo lo spompinava vogliosamente e cosi' atre foto simili. - Davvero ti attizzano queste immagini?- dissi - Che schifo - aggiunsi ipocritamente. Matteo mi guardo' contrariato e avvicinandomi la rivista disse: - Non vedi nulla di strano, oltre i due scopano?- - cosa dovrei vedere? - chiesi incuriosito - Guarda bene quest'uomo ed il ragazzo, non ti sembra che assomiglino- Assomigliano a chi?- lo interruppi guardando con piu' attenzione le immagini sul giornaletto - Ma davvero non ti viene in mente nulla, forse e' solo la mia fantasia ma quest'uomo somiglia a tuo padre ed il ragazzo somiglia a me - Ma che cazzate dici - tuonai!. Intanto guardavo con attenzione le gesta di Paolo: era come ipnotizzato dalle mie parole, si sfregava il cazzo ben visibile sotto lo slip, visto che la cerniera si era abbassata del tutto, si passava voluttuosamente la lingua sulle labbra e con la mano sinistra massaggiava ora i miei capelli ora il lobo ora il collo. - E' questo che vuoi sentirti raccontare?- pensai, decisi che l'avrei messo io KO, la fantasia non mi mancava. - Dai continua - ansimo' Paolo e continuai: - Matteo insistette, guarda bene questi due sono io e tuo padre - E se fosse?- dissi io, - ma tu faresti queste cose con mio padre? - Ho sempre ritenuto un uomo molto sexy tuo padre e se dovessi scegliere un uomo per farmi sverginare sceglierei proprio lui; ha un fisico da vero maschio, da torello e immagino abbia un grosso cazzo, tu l'hai mai visto?- Cosa dici? - gridai falsamente irritato, Matteo con calma confesso': - perche' tanto scandalo? Io quello di mio padre lo visto tante volte, dal buco della serratura quando e' in bagno, in camera quando si cambia e ti giuro che e' veramente enorme se solo non fosse mio padre- Lasciai cadere il discorso e mi penetrai negli occhi di Paolo che non aveva per niente cambiato espressione, anzi sembrava ancora piu' ipnotizzato, gli chiesi - vuoi che continui o- Continua, ti prego - ansimo' Paolo. Decisi di non proseguire piu' su questo versante, volevo anch'io lasciare Paolo in sospeso. Iniziai una nuova eccitante fantasia e accontai a Paolo: -Matteo a quel punto mi chiese se anche a me piaceva mio padre e se non mi sarebbe piaciuto fare con lui quei giochetti - Tu sei pazzo - gridai a Matteo e gli confessai che mi sentivo turbato. - Tu sei turbato in mezzo alle gambe - sentenzio' Matteo e nel dire cio' allungo' le mani per accarezzare il mio uccello che in verita' era gia' duro. - Vedi che ho ragione- mi disse Matteo - anch'io sono turbato, guarda!- ed estrasse il suo enorme cazzo. A questo punto continuai il racconto con quanto era accaduto realmente: le seghe reciproche e le sborrate fatte, aggiunsi solo un particolare fantasioso - Matteo ha voluto leccare la mia sborra- e ancora una volta lasciai cadere qui il racconto. Paolo ormai si menava il cazzo da sopra gli slip, potevo vederlo dalla stoffa: era enorme, potevo persino sentire gli odori. Anch'io qui e la mi massaggiavo il mio piccolo arnese. Ero convinto che a questo punto Paolo mi sarebbe saltato addosso ed in effetti Paolo mi abbraccio' come felice, sentii i suoi lunghi respiri che mi soffiavano in viso, chiusi gli occhi ed indirizzai la mia bocca verso la sua, Paolo sfioro' con molto garbo le mie labbra con le sue, con la mano che prima aveva accarezzato ora le mie gambe, ora il suo pacco, mi alzo delicatamente il mento, come a voler portare la mia bocca all'altezza della sua, l'altra mano, accompagnava la mia nuca verso di lui. Chiusi nuovamente gli occhi Il trillo del telefono mi fece sobbalzare, guardai Paolo, lui disse - vai a rispondere, sara' tuo padre - Alzai la cornetta: papa' mi avvisava che avrebbe fatto tardi, che non sapeva quando sarebbe rientrato, di non aspettarlo, poi mi chiese se Paolo fosse ancora li. mi chiese di passarglielo. Lui che nel frattempo aveva richiuso, con mia delusione, la lampo dei pantaloni, solo in parte per la verita', si era avvicinato a me, gli passai la cornetta e intanto che iniziarono a parlare in codice, guardando la patta di Paolo mi rassicurai, era ancora sodo come lo avevo lasciato.
- Visto -, diceva Paolo a mio Padre - avevo ragione, c'e' pure il fig.. il tenentino. Beato te, ti invidio, tu pero' dagli una 'pacca' per conto mio- dopo un probabile e forse piu' esplicito commento di mio padre Paolo continuo' - noi siamo ancora qui seduti in salotto, stavamo facendoci delle confidenze tra una birra e una risata, sai magari riesco ad avere le confidenze di tuo figlio - disse Paolo abbassando un po' la voce ma guardando me con un sorriso sornione. Poi ancora silenzio Papa' parlo' con Paolo e questo ridendo disse - non preoccuparti, ci penso io al cucciolotto, saro' bravo tu pensa al tenentino. No! Non mi sta sentendo- disse mentendo Paolo -, Fabio e' andato in bagno -. Poi sempre in codice continuo', dai lascia che sia io ad iniziarlo sono o non sono il suo padrino e poi anche tu hai avuto la tua occasione con Matteo. Ok! Stai tranquillo nulla che possa dispiacergli - Cosi' concluse la telefonata con papa'.
Ero confuso, seppur in codice mi sembrava di aver capito Oh mio Dio! Sembra quasi che papa' sia consenziente, Papa' e Matteo ma allora quanto da me poco prima inventato poteva essere realta'. E papa' sapeva gia' del cinema? Paolo dovra' spiegarmi molte cose
Paolo torno' a sedersi sul divano, io lo raggiunsi ma presi posto sulla poltrona di fronte, occupata da lui poco prima, deciso che avrei cercato di far chiarezza sui molti quesiti che mi ero posto. Ma volevo farlo con astuzia, volevo condurre io il gioco. Mi tolsi la maglietta rimanendo solo con lo slip; - fa caldo -, dissi, - molto piu' di prima o forse e' solo quanto ho sentito tra te e papa' che mi fa questo effetto -, cosa ti ha turbato cosi'? - chiese Paolo, - posso fare qualcosa? - e cosi' dicendo allungo le gambe in avanti mettendo in evidenza lo stato della sua eccitazione. - Puoi fare molto e, forse, lo faremo ma adesso vorrei che tu mi spiegassi la storia del Tenentino - dissi guardandolo serioso negli occhi e passandomi con una certa malizia la lingua sulle labbra. - Vuoi saper di Raffaele?, nulla di piu' facile - continuo' Paolo con una espressione ancora piu' eccitata. - Circa sei mesi fa mi trovavo in autostrada, era tarda sera e stavo rientrando a Palermo dopo un lavoro a Santo Stefano, sentivo l'auto andare fuori giri e preoccupato mi fermai in autogrill, appena prima di Palermo. A quell'ora le officine erano chiuse ed anche dal benzinaio funzionava solo il self-service; rassegnato aprii il vano motore ma, da vero ignorante in materia, non vidi nulla che potesse aiutarmi, riaccesi il motore, ma la macchina non ubbidi' al comando. Cosa faccio? - mi chiesi e proprio in quell'istante un auto dei carabinieri mi affianco', al volante solo un giovane napoletano, Raffaele, cosi' mi disse di chiamarsi. - Serve una mano? - scese dall'auto, raccontai il mio problema, il carabiniere si diresse verso il motore ancora aperto e, chinandosi per vedere piu' da vicino, non ho potuto non essere colpito da due sode e stupende chiappe, che il pantalone della divisa aveva messo in vistosa evidenza; subito nella mia mente scaturirono pensieri peccaminosi, ma trattandosi di un uomo in divisa, mi limitai a godere di quell'eccitante panorama. Raffaele dopo aver armeggiato con fili e altro, suppose un guasto per il quale era indispensabile l'intervento di esperti. - Cosa faccio ora? Potrei telefonare a mia moglie e farmi venire a prendere - ipotizzai. - non si preoccupi, posso accompagnarla io, ho finito il turno e sto per rientrare anch'io a Palermo. Giusto il tempo di ripulirmi le mani e approfittare del bagno dell'autogrill -. Lo lessi come un messaggio, mi scatto' subito la fantasia e dissi che lo avrei accompagnato in bagno per darmi anch'io una sciacquata alle mani. In bagno ci dirigemmo verso i lavabi, guardando l'immagine di Raffaele allo specchio di fronte, per un attimo ho avuto l'impressione che il suo sguardo si fosse indirizzato verso la mia patta. Non volevo tenermi il dubbio, mi avviai verso i cessi a muro e scegliendo il posto piu' adatto perche' il carabiniere potesse vedermi senza problemi, tirai giu' la cerniera ed estrassi il mio arnese che era gia' barzotto. Dapprima Raffaele sbircio' con cautela, ma vedendo il mio cazzo ingrossarsi ad ogni scrollata, lo fisso' con spudoratezza e passo' la lingua tra le labbra socchiuse, poi si asciugo' le mani, mi raggiunse e si posiziono' alla mia destra. Estrasse il suo uccello che non nascondeva la sua eccitazione e poi disse: - non ho potuto fare a meno di notare che hai un grosso arnese, viene voglia di assaggiarlo - cosi' dicendo si abbasso' e comincio' un pompino che molto presto diede i suoi frutti: una sborrata che Raffaele ingoio' fino all'ultima goccia, cosi' facendo menava il suo uccello da dove subito dopo fuori usci' il liquido della sua soddisfazione. Come nulla fosse mi sorrise e mi disse: - Andiamo? Dove ti porto? - dopo l'accaduto non volevo tornare a casa cosi' dissi che mi sarei fatto accompagnare da un amico, tuo padre appunto e aggiunsi che sicuramente ci avrebbe offerto una birra, se lui avesse voluto. Alla sua risposta affermativa chiamai tuo padre per telefono e spiegai la situazione. Mi disse che era solo, tu e tuo fratello eravate a casa di parenti, cosi' in breve tempo raggiunsi casa tua. Tuo padre alla porta si presento' in calzoncini e canotta e fu subito oggetto dell'interesse del bel carabiniere. Pochi i convenevoli, Raffaele chiese a tuo padre di indicargli il bagno, Gianni lo accompagno e dopo pochi istanti dalla porta socchiusa sentii provenire dei sospiri sospetti. Mi avvicinai e il carabiniere era impegnato con il grosso e nerboruto cazzo di tuo padre. Paolo interruppe il racconto e si fermo' con lo sguardo sul mio gonfiore, questa volta ben in vista, contemporaneamente dalla patta aperta si diede una sfregata al suo uccello e poi continuo': - vedendomi arrivare il carabiniere fece cenno con la mano di avvicinarmi, apri' la mia cerniera ed estrasse il contenuto; ero anch'io eccitatissimo. Il bel tenentino slinguazzo' i due uccelli insieme, poi si svesti', chiedendoci di fare la stessa cosa, estrasse un preservativo, lo diede a tuo padre chiedendogli di indossarlo e di ficcargli quel grosso cazzo nel culo, intanto che continuava a spompinarmi. Tuo padre lo scopo' da vero stallone e nel giro di poco tutti e tre godemmo di quella inattesa, ma straordinaria, avventura. Poi si dileguo', disse che doveva rientrare, non prima di aver dato il suo numero di cellulare a tuo padre, dicendogli che era un vero maschione, come piacciono a lui gli disse infine: - chiamami, non ti pentirai -. So che tuo padre lo ha rivisto ancora qualche volta e credo che anche adesso siano insieme, non devo spiegarti a fare cosa vero?-.
Ero eccitatissimo dal racconto, sarei saltato addosso a Paolo, ma avevo ancora altre cose da chiedere: 'Paolo, cosa intendevi dire prima a telefono con mio padre, cosa significa lascia che sia io ad iniziarlo? Mio padre sa cosa potrebbe accadere? E soprattutto quale opportunita' ha avuto papa' con Matteo? - Paolo mi guardo' divertito, per nulla preoccupato di quello che avrebbe potuto rispondere, mi disse: - vieni qua vicino a me, lascia che io possa accarezzarti e tranquillizzarti, intanto che rispondo alle tue domande - Gli risposi che non era ancora il momento, che prima volevo sapere. Paolo si alzo' e tolse anche i pantaloni, potei ammirarlo in tutta la sua bellezza e mascolinita'. Leggermente sudato rimase in mutande; un vero bronzo di Riace con in mezzo alle gambe, seppur dietro lo slip, un enorme e durissimo uccello. Paolo stette al gioco, non si sedette pero', ritorno' a rispondere alle mie domande girando intorno alla poltrona dov'ero seduto, in modo che potessi vedere da vicino la sua eccitazione, che potesse saltuariamente accarezzarmi teneramente tra i capelli, le spalle e i capezzoli. - Si'! ho detto a tuo padre di averti visto al cinema e lui, per niente preoccupato, ha detto che era ora che anche tu iniziassi le tue avventure sessuali, qualsiasi esse fossero, nel modo in cui ti sentivi piu' a tuo agio. Disse che anche lui era bisex e che non trovava alcun imbarazzo sia che lo fossi anche tu, sia che invece a te potessero piacere solo gli uomini. Tuo padre era solo rammaricato che tu potessi fare le tue prime esperienze in un posto come quel cinema, al buio, con persone delle quali non avresti forse ricordato neanche il volto. Si augurava per te una prima esperienza che fosse indimenticabile. Stasera io e tuo padre eravamo d'accordo: mi ha invitato qua per consigliarsi con me, sa che anch'io ho cercato di guidare Matteo nelle suoi primi approcci con il sesso. Quando prima gli raccontavo della mia esperienza al cinema, sapeva bene che tu, in camera tua, eri li ad ascoltare e, se il lavoro non l'avesse costretto ad andare via, io avrei concluso dicendo chi era in realta' l'angelico giovane che mi spiava al cinema, avrei detto che eri tu Fabio. Si! Ti ho riconosciuto, ti ho visto fuori dal cinema tentennare, ti ho visto entrare, ho seguito tutti gli approcci che hai avuto dentro, ti ho visto pauroso e ho voluto darti io l'input facendomi vedere da te intanto che scopavo quel ragazzino -.
- Tutto cio' e' assurdo com'e' possibile che papa' abbia tramato tutto questo -, dissi un po' perplesso. - Tuo padre e' preoccupato per te, conosce le tue paure, le tue insicurezze, ha capito che il confronto con gli altri ragazzi, in modo particolare sulle misure del pene, piuttosto che sui peli che non arrivano, ti creano preoccupazione e bloccano ogni tua iniziativa di sesso. Tuo padre ha ragione, tu sei molto bello ed attraente cosi' come sei, non hai bisogno d'altro per conquistare, basta solo che tu sia te stesso e farai faville-. Non avevo pensato a questo punto di vista, in fondo tutto cio' e', ancora una volta, un gesto d'amore di mio padre nei miei confronti. 'Allora mio padre e' consenziente al fatto che io possa fare sesso con te -, chiesi ancora a Paolo, il quale si fermo' dietro la poltrona dov'ero ancora seduto, mi accarezzo' dolcemente le spalle e baciandomi teneramente sul collo disse: tuo padre mi ha chiesto di farlo solo se tu l'avessi voluto. Tu vuoi Fabio?-
Si! -, dissi - lo voglio, l'ho voluto sin da quando ti ho visto al cinema con- Paolo interruppe la mia risposta, passo' dai baci sul collo e l'orecchio ad un bacio sulla bocca. Il mio vero primo bacio. Paolo mi fece alzare, mi giro' con dolcezza verso di lui e avvicino' le sue labbra sulle mie, vi passo' la punta della lingua che poi introdusse con leggera insistenza nella mia bocca. Con essa ispeziono' il palato, i denti io persi ogni mio controllo, dapprima gli succhiai la lingua, poi infilai la mia dentro la sua bocca e fu lui a risucchiarmi in un vortice. Le mie gambe tremarono, Paolo si accorse, mi sollevo' con tutte e due le braccia e, sempre baciandomi si diresse verso la mia camera. - Non qui -, dissi , -voglio farlo nel lettone di papa' -. Mi sorrise complice e sempre tenendomi in braccio mi distese sul lettone. - Rilassati -, mi disse, - se c'e' qualcosa che non va potrai sempre fermarmi -. Rassicurato da tante premure mi lasciai andare elle sue pertinenti attenzione. Paolo era sopra di me, scese a ribaciarmi sul collo e poi sui capezzoli, prima l'uno e poi l'altro, la sua lingua esperta scivolo' lungo la linea del torace sino all'ombelico dove si fermo' sapientemente con labbra socchiuse. Poi con le mani sui miei fianchi, abbasso' delicatamente il mio slip, senza mai interrompere il gioco di labbra e lingua che scendevano giu' in basso insieme allo slip. All'inguine si soffermo' come per sentirne gli odori, poi introdusse la lingua tra le gambe, soffermandosi sulle palle. Le sue mani afferrarono le mie caviglie, Paolo alzo' le mie gambe divaricandole e continuo' la sua ispezione di lingua giu' dall'inguine sino al buco, mai esplorato, del mio sedere.
Ero ormai privo di ogni dubbio, volevo Paolo dentro di me, prima pero' volevo esplorare anch'io il suo corpo. Con un gesto deciso del mio braccio gli feci capire che volevo ribaltare la nostra posizione sul letto. Paolo si giro' con le spalle sul materasso, io gli allargai le braccia verso l'alto e mi misi a cavalcioni all'altezza del suo addome. Paolo capi', rimase immobile e fu il mio turno, scivolai le mie labbra dalla fronte sul naso, mi soffermai sulla bocca socchiusa che leccai delicatamente, poi scesi su quel petto tappezzato da una peluria rossiccia, ne agguantai piccoli ciuffetti con le labbra, mi soffermai anch'io a succhiare teneramente i capezzoli per poi scendere e ripetere la stessa azione sul ventre atletico.Scesi anch'io sempre a cavalcioni sino all'altezza delle sue ginocchia, gli sfilai lo slip bianco senza perdermi un solo attimo dell'apparire, finalmente fuori, del suo cazzo, che cosi' vicino mi sembro' impossibile potesse avere quelle dimensioni, quella forma affusolata, direi perfetta. Mi soffermai anch'io a sentirne gli odori. Paolo con lo sguardo segui' ogni mia azione e, come un maestro compiaciuto, qui e la si lascio andare a piccole frasi gratificanti: 'si, cosi', bravo' 'sei bravissimosi continua' 'dai cosi' cucciolo' Il suo enorme uccello era li' a pochi centimetri dalle mie labbra. Pochi centimetri e avrei potuto riceverlo in bocca. Prima pero' continuai la mia ispezione, volevo accarezzare e godere di quella magnifica realta' che erano le sue cosce, larghe e muscolose, sembravano vellutate dal folto e qui piu' biondo pelo che le rivestiva. Si quelle cosce erano state per me oggetto di libidine sin da quando erano faticosamente fasciate dal jeans bianco. Scesi fino ai piedi, grandi e imponenti come sulle sue mani le dita erano affusolate, perfette. Questo mio attento e scrupoloso conoscere il suo corpo piacque a Paolo che, tirandomi su con le sue mani , riposiziono' il mio viso all'altezza del suo impaziente uccello. Mi chinai fino a sfiorarne la cappella con le labbra semiaperte, poi lo ingoiai fino a dove potevo arrivare. Cominciai a succhiarlo e leccarlo; con la punta della lingua solleticavo le palle per poi inghiottire l'enorme fallo. Paolo socchiuse gli occhi e lascio' andare qualche mugolio accompagnato ancora da un - si, bravo cucciolo, succhia bene il cazzo del tuo Paolo che fra un po' Lo vuoi vero? Dimmi che lo vuoi dentro -. Non risposi, lasciai con la bocca il suo uccello e vi avvicinai le natiche. Paolo capi' che ero pronto, si insalivo' abbondantemente l'indice ed il medio della mano sinistra che strofino' sul mio buchetto. Con le stesse dita ne ispeziono' la disponibilita', poi mi afferro' sui fianchi e mi sollevo' quanto necessario perche' il suo glande si appoggiasse sul mio buco. - Dai cucciolo, mettilo dentro tu, ti fara' un po' male ma vedrai, vedrai poi ti piacera', sento che e' quello che tu vuoi -. Per un attimo pensai al ragazzetto al cinema che fu infilato da Paolo con un solo colpo, la cosa mi eccito', non volevo essere da meno. Bagnai anch'io con le dita ben insalivate il mio buco e, con colpo deciso mi lasciai sfondare. Lanciai un grido di dolore; - piano, fai piano cucciolo o ti farai tanto male-, disse Paolo accompagnando le parole con una smorfia di dolore. Io non mollai, non volevo mollare e deciso mi spinsi ancora di piu' verso l'inguine di Paolo. Ormai era dentro, una fitta dolorosa sali' sino al mio cervello, ma ero soddisfatto. Finalmente non ero piu' vergine. Appoggiando le mani ora sull'addome, ora sui pettorali di Paolo, mi aiutai in quel su e giu' che stordi' Paolo e pian piano trasformo' il mio dolore in un piacere immenso sinora a me sconosciuto. Curando che il suo cazzo non perdesse la posizione guadagnata, mi chinai su Paolo, volevo assaporare quel tanto desiderato bacio libidinoso che gli avevo visto dare al ragazzetto. Paolo infilo' la lingua nella mia bocca, mi sembrava piu' grossa, piu' pastosa, sapeva di buono, ben presto divenne un unico elemento con la mia lingua; la nostra saliva si amalgamava e fuoriusciva dai bordi delle nostre bocche. Paolo continuo' a scoparmi, poi si fermo' e disse - vieni girati voglio prenderti come si fa con una donna-. Mi girai supino sul letto, Paolo alzo' le mie gambe, appoggio' la cappella sul mio non piu' vergine buchetto e, con un sol colpo deciso, mi trapano' ancora in quella posizione. Impregnato dal mio e dal suo sudore, mi prese i capezzoli e li strinse fino a farmi urlare ancora. - Si, urla, piccoletto, non era quello che volevi? Sei davvero splendido, non cambiare mai, faresti girare la testa anche al piu' convinto eterosessuale -. Cosi' dicendo comincio' un forsennato dentro e fuori, non resistetti - sto per godere Paolo, non ce la faccio piu'. Si godi tesoro, godi piccolo godi che sta godendo anche il tuo Paolo. No aspetta dissi, abbandonai la posizione per stendermi con la bocca sotto al suo inguine. - Vieni Paolo, e cosi' che voglio, vienimi in bocca -, infilai appena in tempo il suo cazzo in bocca: un primo getto furioso di un liquido aspro mi arrivo' sino in gola, non mollai la presa e aspettai il resto; ben presto la mia bocca era riempita del suo sperma, detti un ultimo colpo al mio uccelletto e spruzzai anch'io in una quantita' sinora mai accaduto. Rimasi in quella posizione sino a quando Paolo non ritorno' in se; poi si accuccio' di fianco a me, mi circondo' con le sue braccia e mi bacio' teneramente in fronte. - Sei stato superbo -, disse, - tuo padre sarebbe orgoglioso di te -.
Gia' mio padre, lo avevo completamente allontanato dai miei pensieri, chissa' come gli stava andando con il suo bel tenentino? Sapere che se la stava godendo, che forse stava provando il piacere che avevo provato io mi fece sorridere. Sapere che questa mia forte esperienza con Paolo, che mi ha reso cosi' tanto felice, la dovevo a lui mi ha fatto venire in mente anche papa' e Matteo. Com'era andata fra loro? Lo chiesi a Paolo, gli dissi che aveva risposto a tutte le mie domande tranne a quella frase detta prima per telefono: 'hai avuto anche tu la tua opportunita' con Matteo'. - A Pasqua -, mi spiego' Paolo - quando tu eri in giro con tuo fratello a far visita ai soliti parenti, tuo padre venne a trovarci nella nostra casa al mare. Rimase fino a tardi, sia io che mia moglie lo abbiamo convinto a rimanere li a dormire, visto che il tempo si stava mettendo proprio male. Gianni accetto' di fermarsi a dormire, avrebbe condiviso la camera con Matteo mentre le piccole sarebbero venute in camera nostra, cosi' come si faceva ogni qualvolta arrivava ospite improvviso nostro nipote Alessandro. Non vorrei sbagliarmi ma l'idea mi sembro' piacere tanto anche a Matteo, conoscendo il fascino irresistibile di tuo padre, non ho escluso che quella sera tra tuo padre e Matteo si, insomma, avrebbe potuto succedere quello che accadeva fra Matteo ed Alessandro e che come ti ho gia' detto prima io ben conoscevo. Credo sia andata bene fra loro ma lascio a te il compito di scoprirlo. Chiedilo tu a tuo padre. Ne avrai il coraggio? Adesso devo scappare cucciolo -. Mi bacio' teneramente in bocca. Si rivesti' pian piano, mi sorrise ancora e mi saluto' con un occhiolino complice. Mi addormentai spossato sul lettone di papa'.
- Heila', buongiorno, piccolo, dormito bene?- Cosi' mi sveglio' allegramente mio padre, con uno sguardo indagatore - Benissimo! -, risposi, - come mai era successo -. Feci un gran sorriso a mio padre lo abbracciai e dissi: - a te come e' andata quest'altra notte di LAVORO?
Ma questa e' un'altra storia
ORSI ITALIANI MAGAZINE