ORSI ITALIANI MAGAZINE


Caro Babbo Natale

Un racconto di

Jan Vander Laenen (jan.vanderlaenen@skynet.be)

 

'Babbo Natale è spazzatura!'

(titolo di un celebre film francese)

Io? No, non si puo' dire che abbia avuto un' infanzia felice o armoniosa, ed e' senza dubbio la ragione per la quale, durante il periodo di Natale, rischio ogni volta di piombare nella malinconia. Tutte quelle famiglie che sbarcano in citta' dalla provincia a fare compere con un sorriso beato sulle labbra, tutti quei cori che intonano canti sacri nelle gallerie coperte, tutte quelle ghirlande, quelle lampade colorate e quei rami d'abete sospesi al di sopra delle vie commerciali... Insomma, l'atmosfera natalizia mi da' la nausea e se esistesse una pillola capace di piombarmi in un profondo sonno, per esempio, dal ventitre' dicembre al due gennaio, va da se' che ne farei uso ogni anno.

Tutto cio' benche', in generale, ritengo di essere un quarantenne piuttosto felice ed ottimista. O, per lo meno, questo è ciò che dicono di me i miei amici... Ecco perche' mi rivolgo a loro ogni anno affinche' mi aiutino a superare questa dura prova che rappresenta per me il mese di dicembre. Ed e' cosi' che il mio cuore si e' messo a palpitare quando, il ventotto dicembre scorso ­ il giorno degli innocenti! ­ il telefono ha squillato verso le cinque del pomeriggio. Il mio amico Rupert m'invitava ad andare da lui a scolare in sua compagnia una bottiglia di champagne rosé che un nuovo compagno, tale Tom, gli aveva regalato.

Mi sono cosi' affrettato a raggiungerlo, in Rue du Midi, e benche' io e Rupert non fossimo poi cosi' intimi, i nostri sporadici incontri sono sempre alquanto coloriti. E' vero che Rupert e' un personaggio decisamente colorito, un trentenne che si gode i piaceri che la vita puo' offrire e che, con la sua barba castano chiara ed i suoi stivali da cowboy, sembra appena uscito da unwestern pornografico. Inoltre, grazie alla sua spontaneita', al suo senso dell'umore ed alla sua passione per le sostanze illegali (ma questo e' meglio che lo teniate per voi!), e' riuscito a trasformare la sua vita in una farsa di lussuria sullo sfondo dei bar gay e dei locali alla moda di Bruxelles.

'Anche stavolta, a Natale, mi sono divertito come un matto!' disse ad alta voce ricevendomi in casa sua, provocando immediatamente la mia curiosita'. Mi ero appena accomodato sul suo divano sgangherato che gia' stavo sorseggiando una coppa di champagne. 'E...che ne pensi della mia nuova opera d'arte, il mio collage di peli?' domando'. Leggermente assordito, girai la testa lentamente verso un pezzo di cartone bruno fissato al muro che svelava, in effetti, una ventina di batuffoli di pelo raggruppati con l'aiuto del nastro adesivo la cui gamma di colori spaziava dal castano chiaro al rosa, al nero carbone, passando anche per una tinta piuttosto bianco sale...

'Ehm, è abbastanza inconsueto,' balbettai. 'Sì, di primo acchito, sembra un po' un'opera d'arte avanguardista, ma in realta', quest'opera racconta una storia, la storia del Natale, nella quale ho recitato involontariamente la parte del ruffiano'. 'Raccontami un po'!'' dissi io, curioso. 'Questo collage e' stato creato una quindicina di giorni fa nel caffe' Brabançonne, verso le tre del mattino, quando uno dei miei compagni di bevute ha cominciato a dissertare liricamente sulla sua predilezione per gli uomini pelosi, ed a lamentarsi con aria afflitta di non avere nemmeno l'ombra di un pelo sul petto'.'Non e' grave, gli dissi, possiamo rimediare subito al problema'. E hop! Di colpo, mi sono alzato (ero gia' piuttosto ubriaco) e mi sono messo a urlare in tutto il caffe': "Signori, vorreste per favore abbassarvi i pantaloni per una buona causa?!?" E indovina un po'? All'inizio mi hanno tutti guardato con aria un po' perplessa, ma, essendo la Brabançonne un locale popolato da libertini e da pseudo-studenti, non c'e' stato bisogno che di qualche istante affinche' tutti finissero a chiappe scoperte, e senza falso imbarazzo'.

'Avrei davvero voluto vedere una scena del genere', replicai. 'Il mio obbiettivo era fabbricare una giacca vellutata per il mio povero amico; cosi' ho impugnato il mio tagliaunghie ed ho rubato ad ognuno di quei signori un batuffolo della loro spessa peluria'. 'Mi sono reso conto subito che i colori erano troppo differenti per dare un risultato uniforme. Percio' abbiamo deciso entrambi che per Natale avremmo trasformato questo gesto solenne in opera d'arte istantanea con l'aiuto di un semplice pezzo di cartone'.

'Sarebbe questa la tua storia di Natale?' chiesi.

'Ovviamente no! questo non è che l'inizio', ribatte' Rupert agitando la testa con impazienza. "L'indomani sera, ero un'altra volta seduto a un tavolo della Brabançonne quando fui chiamato timidamente da un certo Tom, un giovanotto riservato di circa venticinque anni dallo sguardo malinconico, che mi domando' con ammirazione se fossi io l'autore del famoso collage. E, naturalmente, soccombendo al suo fascino giovanile, ho posato con nonchalance un braccio sulla sua spalla e gli ho raccontato la storia di quest'opera, segnalando, di passaggio, che vivevo nel quartiere e che avevo a casa altre numerose opere d'arte'.

'Spiacente', rispose Tom con aria amichevole liberandosi dolcemente dal mio contatto fisico. 'Sei ancora troppo giovane e troppo turbolento per me. Quello che cerco, è un uomo più adulto, una figura paterna, in qualche modo, magari proprio il possessore ... di questi peli'. Ed indicò con il dito un batuffolo di peli biancastri. 'Oh!' Gridai con aria confusa, "Sono i peli di Gilou, era li' davvero per caso dato che non esce quasi mai. In effetti, va per i cinquanta ed ha una barba bianca e dei peli sul petto...da vero orso polare! Non e' molto a suo agio in compagnia di tutti i giovani che passano da queste parti'. 'Non avresti per caso il suo indirizzo?' 'Credo che abiti da qualche parte nei pressi della stazione sud, ma quello di cui sono certo e' che durante il giorno lavora come guardiano nei grandi magazzini 'La Renaissance' e che durante le feste fa il Babbo Natale'. A quel punto, interruppi il mio allegro amico Rupert: 'Penso di conoscere il seguito della storia', gli dissi.

'Eh, si'! Non so ancora come ha fatto a procurarsi il mio indirizzo, ma fatto sta che circa un'ora fa, Tom si trovava davanti alla mia porta, con questa bottiglia di champagne in mano. I suoi occhi scuri scintillavano d'amore. La sola conclusione possibile per questa storia stupefacente e' questa: il ventiquattro dicembre, probabilmente, si e' recato ai grandi magazzini poco prima dell'orario di chiusura, all'antro di Babbo Natale, ed ha gentilmente atteso il suo turno in mezzo ai bambini scatenati... Una volta venuto il suo turno, ha detto a Babbo Natale che era orfano, e quanto si sentiva solo, e gli ha chiesto di tenergli compagnia durante questo periodo difficile...'. Le immagini della scena scorrevano davanti ai miei occhi. 'E così,' concluse Rupert 'la mia mediazione ha reso due persone felici: un bel giovanotto in preda al complesso del padre, ed un uomo solitario che non usciva quasi piu' e provava a disfarsi del suo peso travestendosi da Babbo Natale'.

Eh, si'! Quest'aneddoto e' una storia vera... Se un giorno ne avro' il tempo, forse lo elaborero' in un vero romanzo o una pièce teatrale... Insomma, una storia il cui filo conduttore sia la solitudine ed il corpo maschile (ed anche la pelosita'), e scegliero' lo Schlittenfahrt di Léopold Mozart come sottofondo musicale...


ORSI ITALIANI MAGAZINE

INDICE PRINCIPALE

MAIN INDEX