ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Novembre 2011


IL NIPOTE DI CANALETTO -  LES POSSIBLES - IL GIOCO DEGLI SCAMBI - NELLA STANZA DI ELEONORA DUSE - ATMOSFERE VERONESI - MENTRE LOTTO SBARCA A VENEZIA REMBRANDT ARRIVA A PADOVA  


BERNARDO BELLOTTO, il Canaletto delle corti europee, un viaggio tra i dipinti che hanno fermato il tempo.
Questo il lungo titolo iperesplicativo della mostra presentata il 9 Novembre a Conegliano, e che restera' aperta dall'11 dello stesso mese sino al 15 Aprile 2012 a Palazzo Sarcinelli.
Il primo quesito che mi sono posto, ancora molti mesi fa, quando mi arrivarono i primi comunicati, era: 'Perche' Bellotto a Conegliano?', in effetti non c'e' risposta esauriente, siccome il pittore non ha un legame con questa piccola citta' gioiello, ma perche' no, visto che si tratta di un grande pittore; certo lo scorso anno, l'occasione dedicata a Cima da Conegliano (appunto!) era stata motivata ed importantissima.
In questo caso direi che l'esiguita' degli spazi ha comportato scelte che tarpano un poco le ali, per quanto i prestiti siano importanti, e dai piu' importanti musei d'Europa.
Il secondo sottotitolo e' esemplificato dalla prima sala iconografica che raffronta vedute dell'artista, fotografie dei luoghi prima dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, immagini dei monumenti bombardati, e finalmente, di quelli ricostruiti, grazie allo studio delle dettagliatissime vedute di Bellotto.
La mostra espone trentadue opere del dedicatario ed altre trenta di artisti coevi, cosi' come disegni ed incisioni , peraltro di altissima qualita', provenienti dalla Collezione Bertorelli, da Bologna e da Dresda.
I nomi presenti sono, oltre ad Antonio Canal, zio del nostro, Michele Marieschi, Antonio Visentini, Luca Carlevajis.
Il percorso espositivo parte effettivamente narrando il viaggio di zio e nipote nell'entroterra, attraverso incisioni di Gianfrancesco Costa, e poi presentando alcune opere 'di famiglia', sino a cogliere l'nizio di quello stile tipico precipuo che contraddistingue il vedutista, forse, piu' importante del secolo , quella sorta di caratterizzazione e 'personalizzazione' del paesaggio, quasi a farne un ritratto e cogliendo con sempre maggiore attenzione il dato umano che lo abita.
La mostra propone raffronti interessantissimi come PIRNA DALLA RIVA DESTRA DELL'ELBA ed IL SOBBORGO DEI BARCAIOLI A PIRNA, entrambi dalla Gemaldegalerie di Dresda, in cui la grande veduta d'insieme della prima tela, nella seconda vede ingrandito un particolare della stessa, con un vero effetto di zoom fotografico.
Puntuali anche  i raffronti fra grafica e dipinti, sugli stessi soggetti rappresentati. Il curatore,  il professor Dario Succi parla di 'razionalismo illuminato' si', con l'uso delle camere ottiche che tutti utilizzavano, ma con una marcia in piu'
In conclusione, mostra lodevole negli intenti, e nei suggerimenti, direi, ma che lascia come l'impressione di una certa limitatezza, certo dovuta agli spazi.
Ben altro furono le mostre del Museo Correr di alcuni anni or sono, e molti anni fa, invece, alla Fondazione Cini, espressamente su Bellotto e Varsavia.
Notevolmente accurato, ancora una volta, il catalogo curato da Marsilio

emilio campanella

Domenica 30 Ottobre era una magnifica giornata di sole, tiepida da tentare quasi una passeggiata in spiaggia, 'via dalla pazza folla', ma tant'e', siccome avevo un amico in arrivo con un treno alle diciotto, ho deciso di rimanere in citta', e dopo aver letto un po' al sole alle Zattere, ho deciso di tornare a vedere  la bellissima videoinstallazione del padiglione di Singapore (Clouds of Unknowing), e poi, sgomitando, in una Venezia, non solo domenicale, ma di domenica di ponte di Ognissanti,  intasatissima di turisti, ho deciso di arrivare alla chiesa di S. Lio, per rivedere la magnifica inastallazione di Lench Majewski (Bruegel Suite), ma era chiusa, allora ho arrancato sino a Palazzo Albrizzi, vicino alle Fondamenta Nuove ed ho fatto una visita al piccolo ma accurato padiglione Lituano che vi e' ospitato, di la' in Calle Racchetta, a Palazzo Pesaro Papafava, sede del padiglione della Macedonia, che ho trovato ancora una volta chiuso, per la terza volta su quattro!
Di la' ho continuato la mia lunga passeggiata nel cuore di Cannaregio, in un'atmosfera molto piu' tranquilla e con una  luce languidamente crepuscolare , sino ad arrivare al Ghetto.
Attraversato il ponte di ferro, mi sono trovato in Campo del Ghetto Nuovo, in un'atmosfera pacata, con le luci dei locali e dei negozi che gia' risaltavano contro le facciate delle case rese gia'  scure dal controluce del tramonto.
Sono stato attirato dalla IKONA GALLERY, e dalla bella mostra fotografica al suo ultimo giorno di apertura.
L'artista, MODI, (Anne Lise Cornet), ha intitolato la sua esposizione: LES POSSIBLES ed ha creato un percorso di ventitre' opere fotografiche di differente ispirazione, ma sempre molto intense e scelte in sequenza come di capitoli, con molto acume.
Tutte sarebbero da citare, tanto per la qualita' tecnica, come per la profonda ricerca spirituale che le anima, ma una ne citero', che mi ha colpito molto fortemente: AILLEUR # 16 2008 Israel-Jordanie.
Vi si vede una figura femminile di spalle, ammantata di azzurro, in piedi, nell'acqua bassa di un mare dal colore come la stoffa, rivolta verso un orizzonte vago.
Dopo complimenti all'artista e saluti all'ottima Ziva Kraus, anima di questa istituzione culturale da decenni, la mia passeggiata per il Ghetto, e' continuata sino al rio di Cannareggio ed alla ritrovata confusione, dopo un tuffo in quell'oasi di pace.
 
emilio campanella 
Potremmo intitolare in questo modo le note relative alla mostra LORENZO LOTTO - I dipinti dell'Ermitage alle Gallerie dell'Accademia, presentata il 23 Novembre, ed aperta al pubblico dal 24 dello stesso mese, sino al 26 Febbraio 2012 nelle sale del museo veneziano.
Infatti prende le mosse dal prestito fatto da Venezia a Leningrado, dell'iperviaggiante TEMPESTA di Giorgione, sempre in giro dalla mostra di Castelfranco dello scorso anno, poi a Palazzo Grimani a Venezia, agli Eremitani di Padova, ed ora lontanissimo, per un mese intero!
Il museo russo ha prestato il RITRATTO DI CONIUGI (Giovanni Maria Cassotti e la moglie Laura Assonica?) del 1523-24, esposto a Bergamo nel 1998 e la MADONNA DELLE GRAZIE, presumibilmente del 1542, e ritrovato nei depositi, quattro anni or sono.
Intorno a queste due opere, in un tempo brevissimo, poco piu' di sei mesi, e' stata costruita una piccola esposizione, che consta, comunque, di una ventina abbondante di opere, di tutto rispetto, contestualizzando periodi e temi della pittura di Lotto.
Proponendo temi affrontati da artisti epigoni, ed attraverso copie importanti di tele perdute.
Affrontando attentamente, anche se 'di striscio' temi spinosi come quello della religiosita' lottesca e della sua grande solitudine, della sua poca fortuna nella sua citta', come dei suoi rapporti umani difficili.
Tutto con grande attenzione e tatto, utilizzando un'oculata scelta delle opere.
Ovviamente e' presente il RITRATTO DI GIOVANE del museo, e se ne propone una nuova interessante lettura; tre predelle della PALA MARTINENGO dall'Accademia Carrara di Bergamo, ma anche IL TRIONFO DI CRISTO SALVATORE dal Kunsthistoriches di Vienna raffrontato al bassorilievo bronzeo sansoviniano dallo stesso soggetto, dal Museo del Bargello di Firenze, insieme con quello della Basilica di San Marco ed il terzo, dal Bode Museum di Berlino, ricomponendo un'importante opera devozionale.
Il percorso espositivo si conclude con il testamento olografo del pittore riportato e comodamente leggibile nel bel catalogo di Marsilio. Solo alcune suggestioni intorno ad una esposizione 'piccola', ma densissima.

emilio campanella 

La Fondazione Cini inaugura a San Giorgio, il primo archivio aperto permanente dedicato alla grande attrice, e lo fa proponendo una sala tematica cui si accede per appuntamento e dove si avra' diritto ad una visita guidata, ma anche a vedere da vicino documenti, fotografie, manoscritti, abiti appartenuti alla Duse, grazie alla ricchezza dell'archivio stesso.
L'idea, molto interessante e stimolante, e', a quanto ho capito, ancora in progress, ma la Fondazione, si propone di creare dei percorsi visitabili periodicamente, in cui si avvicendino vari punti di vista sulla storia artistica ed umana della 'Divina Eleonora'.
Questo primo allestimento percorre la vita ed i punti salienti della carriera, sino alla scelta di Venezia come porto sicuro, ma senza dimenticare il rapporto con Asolo, e sino all'ultima turnée.
Non mancano gli incontri con i grandi spiriti del suo tempo, i rapporti famigliari ed il grande interesse per la settima arte.
Dopo la magica mostra del 2001, allestita da Pizzi, ELEONORA DUSE Viaggio intorno al mondo, a Roma e Firenze, di cui sono consultabili i cataloghi, cosi' come l'epistolario: MA PUPE, HENRIETTE, lettere di Eleonora Duse alla figlia, edito da Marsilio.

emilio campanella 

E' stata presentata il 25 Novembre, la nuova mostra al Palazzo della Gran Guardia di Verona, e che sara' aperta al pubblico dal 26 Novembre 2011 al 9 Aprile 2012, si tratta de: IL SETTECENTO A VERONA Tiepolo, Cignaroli, Notari, la nobilta' della pittura.
Due anni di preparazione hanno portato a questa esposizione, forse un po' specialistica, ma che presenta un quadro piuttosto ampio relativo ad alcune personalita' di rilievo della pittura veronese del diciottesimo secolo, considerata come una scuola a se' stante, che dopo le influenze veneziane volo' con le proprie ali, e quindi ribadendone una precipua riconoscibilita'.
Il percorso si inizia con alcune presenze di altissimo livello, quali Bellotto e Van Vittel, ma anche Cimaroli, e la loro visione della citta', affiancati da belle stampe di Valesi ed Urbani.
Successivamente ecco Luis Dorigny che molto lavoro' a Verona, e di cui si ricorda la memorabile mostra del 2003 al Museo di Castelvecchio, considerato come uno dei padri nobili degli artisti cui e' dedicata la manifestazione.
Il risultato consta di centocinquanta pezzi fra tele, sculture, stampe, diesgni e volumi a stampa, per un ex-cursus dedicato ad una citta' di scienze, lettere ed arti; non a caso sono coinvolte diverse universita', come Trieste, Padova, Verona, la Diocesi veronese.
Venti tele sono state restaurate per l'occasione,  ed i prestatori sono cinquantaquattro: chiese e privati veronesi, musei italiani e stranieri. Grande merito dei curatori e loro soddisfazione per la serieta' del progetto, solo due rifiuti sono stati opposti alle loro richieste, ed unicamente a causa di difficolta' di trasporto.
I grandi spazi del palazzo, ed un allestimento scenograficamente discreto e teatralmente efficace, giocato sui toni del pesca chiaro e del blu intenso, creano effetti di grande resa per i quadri anche molto grandi di Pietro Antonio Rotari,  Giambettino, Giuseppe, Diomiro, Gaetano e Felice Cignaroli, Lorenzo Muttoni, Giambattista e Marco Marcola, fra gli altri.
Notevole l'effetto della penultima sala con tre grandi opere di Giambettino Cignaroli:  MORTE DI SOCRATE e  MORTE DI CATONE del 1762  MORTE DI RACHELE del 1770.
I primi due da Budapest, ed il terzo dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia; un sottofinale di grande tensione drammatica.
In chiusura una sala dedicata a Giambattista Tiepolo, e costruita attorno al soffitto di Palazzo Canossa, bombardato nel 1945, ai suoi 52000 frammenti ed ad una ideale ricostruzione a grandezza naturale, grazie ad una fotografia precedente integrata con cio' che si è salvato, si sono stistemati medaglioni, ed esposti disegni del grande maestro, cosi' da contestualizzare nella maniera piu' completa.
Notevole strumento per una maggiore e piu' approfondita comprensione, il catalogo di Silvana.

emilio campanella 

E' stata presentata il 24 Novembre, a Padova al Museo degli Eremitani, nella sala del Romanino, la mostra  L'ERMITAGE A PADOVA  Un omaggio a Rembrandt, che il museo patavino ospitera' dal 26 Novembre 2011 al 30 Gennaio 2012.
L'occasione e' simile a quella veneziana presentata ieri, infatti si tratta di uno scambio fra L'ETERNO PADRE di Giotto, tavola dalla Cappella degli Scrovegni, che verra' esposta nel museo di San Pietroburgo anche per sottolinearne il restauro effettuato, e due ritratti di Rembrandt, dall'ampia presenza dell'olandese nel museo russo: si tratta del  RITRATTO DI VECCHIO EBREO del 1654 e del RITRATTO DI VECCHIA del medesimo anno, entrambi facenti parte del primo nucleo di opere di quello che sarebbe diventato il museo, scelte personalmente da Caterina II. Intorno a questi due capolavori si e' radunata una fitta scelta di incisioni, venti autografe, ed altre diciotto di incisori settecenteschi e primo ottocenteschi che ripresero temi di Rembrandt e che molto ne studiarono la tecnica.
Tutte le opere grafiche provengono da collezioni locali, e si tratta, tanto per cio' che concerne quelle dell'olandese, come dei temi ripresi da altri, di tirature di altissima qualita'.
Va da se' che i nomi degli incisori successivi sono di alto livello, infatti si chiamano Francesco Novelli o Maria Ellenrieder, ed anche gli anonimi avevano una mano notevole!
Siccome l'artista seguiva molti filoni espressivi e molti temi differenti il percorso spazia e verte su molti soggetti diversi, anche seguendo scelte che corrispondono a temi presenti nelle tele del museo russo.
Non mi soffermo sulla qualita' del segno, ma consiglio di guardare molto da vicino per cogliere la precisa qualita'à ed il reticolo delle linee.
Avendo voglia, consiglio di portare una lente, che sarebbe utilissima. Alla bellissima mostra delle Scuderie del Quirinale del 2002, veniva consegnata ad ogni visitatore che lo desiderasse, proprio per fruire al massimo della bellezza del lavoro da molto vicino.
E' comunque sempre sorprendente il lavoro sulla luce, la composizione ed il ritmo della presenza delle figure, cosi' come lo scavo psicologico reso con le ombre sui volti, e qui, proprio nelle tele, dove le rughe degli anziani sono la scrittura della loro storia, della loro esperienza, della loro saggezza. Puntuale ed esaustivo il catalogo di SKIRA.

emilio campanella
                                                                           

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