ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Marzo 2009


PADOVA CELEBRA GALILEO - ROBERTO CAPUCCI - MEDITERRANEO - DISAGI - LA REGINA DI SABA (NIGRA SUM SED FORMOSA) - LUCIO FONTANA




PADOVA CELEBRA GALILEO dal 28 Febbraio al 14 Giugno.
Padova ospitera' una serie di manifestazioni in onore del grande scienziato, in special modo con una esposizione intitolata IL FUTURO DI GALILEO, partendo dal suo legame con l'universita' patavina, allestita nel sontuoso ed un po' faraonico Centro Culturale Altinate (v. Altinate 71).  L'argomento e': SCIENZA E TECNICA DAL SEICENTO AL TERZO MILLENNIO. Si tratta di un percorso articolato, ampio ed ampiamente multimediale, capace di prender per mano i piu' ignoranti in materia (io sono fra quelli), ed accompagnarli nei meandri della ricerca scientifica, dagli albori della sua modernita' ad oggi. Ogni sezione propone andate e ritorni nel tempo grazie a preziosi oggetti preziosi ed installazioni avanzatissime. Sara' sicuramente di grande interesse per gli studenti che potranno vedere telescopi antichi, microscopi del '700, macchine affascinanti, come la struttura per la misurazione della resistenza dei materiali, o la 'macchina per lo studio del piano inclinato'; libri di alcuni secoli fa accanto alla possibilita' di poterli sfogliare virtualmente.

Altra atmosfera si respira al Museo degli Eremitani dove si puo' visitare LO SPIRITO ED IL CORPO,1550 -1650 CENTO ANNI DI RITRATTI A PADOVA NELL'ETA' DI GALILEO, da un'idea del Prof. Davide Banzato che ha creato una galleria in cui si incontrano personalita' del tempo, come il letterato Sperone Speroni in una tela tizianesca (bottega, intervento autografo? Questione aperta!) ed in un altro di quarant'anni dopo, dovuto a Francesco Apollodoro.
Prima di continuare, e' doveroso dire come tutti questi personaggi siano collegati fra di loro, con gli artisti che li ritraevano, naturalmente, ed anche col Galilei, trattandosi di personalita', molto spesso, della cultura, sia essa la letteratura, la scienza, la filosofia, allora -quasi piu' che oggi- molto strettamente legate.
I pittori sono maestri locali, come dire, importantissimi esponenti della scuola veneta del'500 ed oltre. Tintoretto, Montemezzano, i Varotari, i Da Ponte, Damini, Tinelli, Forabosco, Triva ed altri.
Si tratta di opere presenti nelle collezioni locali e l'interesse del curatore s'incentra sui due punti di vista ritrattistici: quello che privilegia l'interiorita' del personaggio, di contro alle rappresentazioni maggiormente esteriori e 'mondane'. L'accurato catalogo pubblicato da Skira puo' essere un ottimo compagno di visita.

Usciti da questa mostra, ma non sarebbe male anche un giro per questo magnifico museo, consiglierei una visita alle collezioni di arti applicate ospitate a Palazzo Zuckermann, giusto di fronte, prima di raggiungere, subito accanto, l'appena restaurato Palazzo Cavalli, con i suoi fantasiosi affreschi (anche di Louis Dorigny), che ospita una parte del museo di Geologia e Paleontologia, e diverra' il polo museale scientifico e naturalistico della citta' dove, fra le altre meraviglie si puo' visitare la cosiddetta 'sala delle palme', un allestimento estremamente suggestivo ed illuminato con grande maestria, in cui pare di passeggiare fra le pagine di un'erbario di pietra! All'inizio del tour si puo' tentare la visita alla Cappella degli Scrovegni, e se si ha la fortuna di poter rientrare nell'esiguo numero dei visitatori giornalieri... Giotto e' sempre Giotto!

Emilio Campanella


Si e' concluso il Quarantesimo Festival Internazionale del Teatro, diretto da Maurizio Scaparro. Il titolo MEDITERRANEO scelto per indicare tutte le culture che si affacciano su questo mare, e quindi, incontri, incroci, scambi, anche grazie al nutrito programma di seminari tanto nella prima tranche autunnale, quanto in quest'ultima di fine inverno, dal 20 Febbraio all'8 Marzo.
Antigone del Teatro del Lemming di Rovigo, andato in scena al Teatro delle Fondamenta Nuove il 7 e l'8 Marzo, si poneva a mezza strada fra spettacolo completamente costruito, e risultato di un lavoro con gli allievi, e forse proprio per questo, non pochi erano gli elementi che stridevano. Infatti, se i modi e lo stile sono quelli noti ed apprezzati del gruppo, mancava il vero coinvolgimento del pubblico, essendo chiamate a partecipare soltanto ragazze che gia' avevano lavorato nel seminario. Insomma,se il pubblico veniva esortato a prendere parte attiva nell'azione, altrettanto cio' veniva fatto in modo che nessuno si muovesse, quindi provocando un'immediata atmosfera di poca spontaneita'. Cio' non toglie che nei poco piu' che cinquanta minuti della durata, vi siano alcuni momenti notevoli, se non addirittura memorabili. Altro appunto: forse troppe parole, in altre occasioni, poche frasi evocative ed alcune immagini forti rendevano compiutamente, ed anche meglio l'intenzione. C'e' da augurarsi che il progetto venga portato avanti sino a che lo spettacolo possa prendere una forma piu' definita. 

Emilio Campanella


30 opere dello stilista-scultore Roberto Capucci, saranno esposte al Museo Fortuny di Venezia, dal 7 Marzo al 4 Maggio, come dire, le creazioni di uno stilista che e' molto piu' di questo, a casa di un'altro stilista che e' stato molto piu' di cio'! Il percorso (che spazia dagli anni'70 ad oggi) e' distribuito sui tre piani. Si inizia al pian terreno dove, in penombra, un rosso abito-scultura di due tonalita', un bouquet di rose fissato al corpetto, di fronte ad uno specchio, si confronta con la propria immagine mentale, anche di antica, inquietante presenza, evocante sanguinosi sponsali rinascimentali (l'opera e' presentata per la prima volta).
Nel vano di passaggio, sotto le scale, un abito-scultura plisse' matelasse' verde del 1982, accanto a due vertine con campioni di tessuto Fortuny. Al piano nobile, undici opere disposte nel salone fra gli arredi del palazzo; in un punto, un abito-scultura in raso beige 'a colonna dorica' con cinta di foglie (1978) accanto all'abito-scultura in plisse' in raso dorato con corpino di foglie stile capitello corinzio(1989), evocazione delle muse inquietanti dechirichiane. Indimenticabili: Ventaglio (1980), Fuoco (1985), Angelo Barocco (1987), Foglie (2007), Linee(2007). Nella prima saletta adiacente due abiti-scultura dell'89 dialogano con quelli del 'padrone di casa' nelle vetrine. Nella seconda, i due abiti Crete (1982) conversano discretamente, poco piu' lontano, un altro abito-scultura in taffetas plisse'(2007), in multicolore solitudine. Nell'ultima saletta: Spire (2007) in mezzo a citazioni di D'Annunzio e Proust. Al terzo piano, le ultime dieci opere in questa sala piu' luminosa. Memorabili, Crepe (2007), Orchidea (1987), abito-scultura da sposa in organza bianca (1982). E poi, tutti sarebbero da citare, da descrivere, per la qualita' dell'esecuzione, il gusto cromatico, l'eleganza e l'arditezza delle forme sontuose. Al piano nobile e' esposta anche una scelta di giolelli Vhernier, elegantissimi, preziosissimi ed algidi.

Emilio Campanella


DISAGI alla Fondazione Bevilacqua La Masa, dal 12 Marzo.
64 immagini fotografiche dal (l'ex) Manicomio dell'isola di S.Servolo, ora sede della provincia, sono esposte negli spazi di p.za S.Marco, insieme ad opere create per l'occasione da giovani artisti della fondazione. Le foto sono perfette, ben inquadrate, accurate, in un bianco e nero equilibratissimo, ma sono per la maggioranza, specialmente gli interni, inquietantemente deserte.
Ci sono persone in esterno quasi solo nei cortili, od anche nei luoghi di lavoro all'aperto. Poi,di colpo, al primo piano un 'album' di ricoverati ritratti all'atto dell'ingresso e dell'uscita dall'ospedale, che va dal 1837 al 1887.
Alcuni embrano peggiorati, altri solo 'ripuliti' di capelli e vestiti, in altri casi solo cambiati... Shockanti le motivazioni dei ricoveri: bastava un nonnulla perche' la societa' decidesse di togliere dalla circolazione qualunque elemento fuori norma. L'evento è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione S.Servolo IRSESC Onlus 

Emilio Campanella                                      




NIGRA SUM SED FORMOSA, Sacro e bellezza dell'Etiopia cristiana. Un' esposizione sulla carta molto interessante, aperta dal 13 Marzo al 10 Maggio a Ca'Foscari nello spazio da poco restaurato che l'ateneo veneziano ha destinato alle manifestazioni temporanee.
Sulla carta, appunto, poiche' i risultati non corrispondono alle intenzioni, e questo sia detto, principalmente per l'illuminazione assolutamente inadatta, mi auguro che qualche miglioramento sia possibile, ma a parte la presentazione, quando il lavoro era ancora MOLTO 'in progress', anche a mostra aperta, le cose non erano cambiate.
Sarebbe fortemente auspicabile poiche' ad esempio, all'ingresso, le proiezioni sul soffitto si vedono poco a causa della luce naturale proveniente dall'esterno, cosi' come la Madonna di Tembièn (XIX-XX sec.).
Altro dubbio viene sollevato dalle 'due anime' della manifestazione, l'una multimediale, con le numerosissime proiezioni (anche del curatore principale Prof.Stanislaw Chojnacki in videoconferenza registrata interattiva) come se ne vedono ormai abitualmente, accanto a vetrine (orrende ed illuminate malissimo) dove si espongono oggetti cartacei, lignei, metallici con una concezione molto tradizionale!
Il problema vero nasce dal fatto che questi due concetti espositivi, in questo caso non dialogano assolutamente fra loro, anzi, contrastandosi a vicenda per gli opposti problemi illuminotecnici. In questo modo si sprecano pezzi importanti anche del XV-XVI sec.interessanti per lo stile e per la tecnica proveniente dall'Epoca Tarda egiziana, e di seguito dall'Arte Copta di quel paese, coeva delle origini di questa cultura; infatti, queste opere devozionali di varia destinazione hanno una tecnica antichissima ed una parentela nobilissima con le icone veneto cretesi, e tornando indietro, la stessa ascendenza nei ritratti del Fayyum.
Dunque parentele illustri per quest'arte e questi culti degli albori del Cristianesimo, in una terra i cui sovrani si dicevano discendenti della Regina di Saba. Insomma,un'importante occasione parzialmente mancata, anche per la difficile fruizione dei pezzi piu' importanti, infatti croci astili e pettorali in metallo scuro su fondo bruno sotto un vetro che da' riflesso, sono difficilmente fruibili, cosi'come opere cartacee dell'importanza dei Miracoli di Maria (XIV-XV sec.) affiancati da didascalie insufficienti e poco leggibili.
Gli enti prestatori sono la Biblioteca ed i Musei Vaticani, il Museo del Bargello, la Galleria degli Uffizi, la Biblioteca Marciana (gia', con il mappamondo di Fra' Mauro sbattuto contro una parete con il riflesso della luce delle scale!) e il Volkerkundemuseum di Zurigo,e cio' rende l'dea dell'importanza del progetto.
Il catalogo edito da Terraferma,a dispetto di magnifiche immagini, ha talvolta impaginazioni discutibili, talaltra, completamente mancate!                                                 
A volte ritornano! emilio

Emilio Campanella


Eh si', proprio una bella sorpresa arrivare a Genova - intanto in una magnifica giornata di sole, con una temperatura decisamente primaverile - e scoprire che la mostra 'Lucio Fontana, luce e colore', inaugurata il 22 Ottobre e prevista sino al 15 Febbraio, e' stata invece prorogata sino al 17 Aprile.

Un'occasione per rivedere questa notevole esposizione ospitata al piano nobile di Palazzo Ducale, che consta di un percorso costituito da 130 opere organizzate con una divisione cromatica per stanze (sei) successive  degli appartamenti del doge: dal nero, al rosa, oro, al rosso, al bianco, sino al giallo. E se affascinante, per quanto non nuova, questa scelta e' stimolante poiche' affianca differenti esperienze estetiche e riprende il percorso evolutivo della ricerca dell'artista ad ogni sala, e  con ogni colore.

Si ritrovano quindi i concetti spaziali dei 'tagli', dei 'buchi', i 'teatrini', le 'pietre', gli 'olii', le 'Venezie', 'fine di dio', 'elissi', 'attese'. Ed ogni volta che si ripercorrono questi traguardi formali ulteriormente se ne approfondisce la comprensione e le motivazioni. Si tratta di un viaggio concentrativo  di grande rigore e di alta portata morale, se mi si passa il termine un po'maldestro. Oltre le stanze cromatiche si incontrano vari esempi di 'Concetto spaziale', 'Natura', tti fra il 1959 ed il 1960, in bronzo e terracotta (uno di questi 'esempi' era esposto alla bellissima mostra dedicata a Carlo Cardazzo alla Guggenheim di Venezia), appoggiati sul pavimento della cappella dogale ed illuminati con grande suggestiva cura.  

Successivamente, un'ampia scelta di ceramiche, terrecotte, refrattarie policrome, create ad Albissola, e datate fra gli anni trenta e gli anni cinquanta. Interessantissime forme in dissoluzione con preziosita' e riflessi cromatici valorizzati dalla cottura dei materiali. Le opere sono tanto a bassorilievo, come formelle di un ampio articolato mosaico a tema marino, quanto a tuttotondo come lo straordinario coccodrillo, o Cavalli marini, ad esempio. In chiusura sono presentati l'Ambiente spaziale del 1967 del Musée d'Art Contemporain di Lyon, l'Ambiente spaziale Utopie della XIII Triennale di Milano, e sono stati ricostruiti Lampadario e Neon. Mentre si viene accolti da 'Struttura al neon' per la IX Triennale di Milano, al piano strada fra le due corti del palazzo.

Skira ha pubblicato un'esaurientissimo catalogo ricco di contributi di artisti e con saggi di Luca Massimo Barbero, Bernard Blistène, Achille Bonito Oliva, Enrico Crispolti, lmut Friedel. Genova merita, potendo, un week end durante il quale si puo' fare una visita ai Musei di Strada Nuova (PalazzoBianco, Palazzo Rosso, Palazzo Tursi), alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola (dimora tipica genovese del XVI sec. con una quadreria che va da Van Eyck, Antonello da Messina, Van Dyck...) e Palazzo Reale dove, fra l'altro, e' in corso sino ai primi di Maggio, una mostra fotografica sulla citta' durante la prima guerra mondiale. Questo per limitarsi ad una scelta ristretta di cose indispensabili da conoscere. 

Emilio Campanella                                         


ORSI ITALIANI