ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

MAGGIO 2010


LA COMPAGNIA MARIE CHOUINARD ALLA BIENNALE DANZA 2010  - MOSTRE TICINESI - MOSTRE A PALAZZO DUCALE - SAFET ZEC - TRE MOSTRE VENEZIANE - POSA D'ARTISTA


Quest'anno, il programma della Biennale Danza, ancora una volta curato da Ismael Ivo, si chiama CAPTURING EMOTIONS e spazia con larghezza piu' o meno andando a cercare spettacoli ai quattro angoli del mondo. Due sono privilegiati. il Québec e l'Australia. 
La compagnia di Marie Chouinard, originaria di questo stato canadese, e' stata piu' volte ospite a Venezia, dapprima sotto l'ormai storica direzione di Carolyn Carlson, ed ora, come qualche anno fa, invitata da Ivo. Il 28 e 29 Maggio ha presentato al Teatro Toniolo di Mestre: LE NOMBRE D'OR (LIVE) un lavoro per dodici danzatori nato nel Marzo scorso; scenotecnicamente molto raffinato, con un impianto di schermi,e luci ' da palcoscenico' semoventi, come quelle del logo della Pixar, ma, appunto, misura teatro, invece che da tavolo. 
La scena si prolunga in platea, con quello che ricorda il 'ponte' del teatro Kabuki. 
Lo spettacolo, della durata di ottanta minuti, s'inizia con una sorta di elegia attorno a due mitici animali d'oro. 
Nel suo elegantissimo algore, la pie'ce attraversa vari momenti e diverse temperie emotive. 
Si passa da pianti a risa a scoppi di violente ferinita' di coppia, tutti materiali del repertorio del teatro danza dell'ultimo quarto del novecento. C'e' il tragicomico ed il dionisiaco, ma anche mistiche evocativita', come eleganti baracconate. 
Marie Chouinard sa benissimo che cosa sia il teatro e come usarlo ai propri fini espressivi, talvolta sottraendo, talaltra, volutamente affastellando movimenti sempre accuratamente concatenati e che hanno una loro riconoscibile e motivata provenienza dall'espressionismo, come dalla Nouvelle Danse ( ho pensato a momenti, allo storico EDEN di Maguy Marin), il Buto per certe forme sofferte. 
Va da se che tutto e' molto colto e raffinato, dalle maschere in lattice con parrucche bionde irsute che accomunano tutti gli interpreti, ai costumi sornionamente seduttivi, all'uso di maschere fotografiche grazie a cui tutti sono ad un certo punto, vecchi, ed alla fine, bimbi nudi, ho amato meno l'episodio centrale in cui tutti hanno un'unica faccia: quella di Silvio Berlusconi, decisamente esilarante e spiazzante, ma un po' facile.
Al di la' di cio', la Chouinard si riconferma una delle personalita' piu' interessanti del panorama coreutico internazionale, una coreografa le cui provocazioni non sono fine a se stesse.                                                                   
Il 31 Maggio ed il 1o Giugno, invece e' stato presentato il solo GLOIRES DU MATIN, anche questo in prima europea, alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, un lavoro del 2009 della durata di cinquanta minuti. 
Generalmente il pezzo viene rappresentato in strutture museali, ma qui l'elegantissima cornice di quella parte che si e' quasi salvata dall'incendio di qualche anno fa, mi e' sembrata perfetta per accogliere questo poema floreale. 
Lo spazio era quasi completamente a disposizione del rito, quaranta fogli in fila corrispondevano, con i loro disegni, ai momenti del pezzo. Lei e' apparsa ammantata, con passo scivolato da teatro giapponese, fra quattro parallelepipedi lignei, tre orizzontali, uno verticale, in mezzo a suoni di natura, e poi di strumenti, con luci di scena, ma anche il sole che si alternava con la penombra delle nubi del mattino, attraverso le finestre aperte. Ho pensato ad un assolo bonsai. C'e' un generale rigore formale; talvolta sembra ironica, ma forse no. 
Ha la vibratilita' di petali nelle mani e nelle braccia sensibili. Molto determinata, sembra avere un interlocutore posto in alto. 
Ci sono poi tre bellissimi riti della terra, appena variati e concatenati, poi una corsa leggerissima verso il davanzale dove si appoggia con gli addominali e sembra prendere il volo, ma non vola via, ritorna, peccato, sarebbe stato un finale ideale, poi vola ancora, galleggia nello spazio, sospesa sul parallelepipedo verticale con un effetto, e' vero, facile, ma sempre efficace e reso con grande stile. 
Ancora ci sono bei momenti e bellissimi episodi, ma tutto sembra un po' avvitarsi su se stesso, girare alla ricerca di una conclusione ulteriore che fa perdere un poco della forza dell'insieme. Talvolta bisognerebbe avere il coraggio di operare dei tagli e tenere materiali peraltro pregevoli, per altri lavori.


Sabato scorso (15 Maggio) ero sul Lago Ceresio (Lugano) con il mio compagno che vi abita per un fine settimana di festeggiamenti legati al nostro nono anniversario, era anche la Notte dei Musei, ed e' stata un'ottima occasione per andare a Villa Malpensata, in orario serale per l'occasione, e rivedere MAPPLETHORPE, LA PERFEZIONE NELLA FORMA cosi' da raffrontare l'allestimento con quello dell'Accademia di Firenze dello scorso anno.
Va da se', che essendo entrati alle venti, ci siamo trovati con la mostra praticamente a nostra disposizione, potendo effettuare una visita in tutta tranquillita' e concentrazione, cosa che a Firenze era piuttosto difficile.
Il percorso ha il medesimo andamento e cio' che manca, quindi le grandi statue, e' sostituito da diapositive in sequenza per i Prigioni, accanto allo Schiavo fotografato nel 1974, nella sala successiva i quattro tondi di Thomas, e si inizia la parte dedicata precipuamente al Rinascimento, il piccolo meraviglioso Dio fluviale michelangiolesco accanto ad altri due Thomas, Lisa Lyon accanto al Pontormo/Michelangelo ed in un'altra immagine che mi ha fatto pensare ad Alma Tadema; Ajitto con il David, Man Rey ed i torsi femminili, e poi, geometrie di corpi: Ken, Lydia and Tyler del 1985, anche qui raffrontato al Ratto delle Sabine del Giambologna, se non il grande gruppo marmoreo, un bronzetto magnifico di mano dello scultore.
Cio' che e' interessante in questo discretissimo allestimento e' l'aver seguito il criterio che accomuna le due mostre, ma facendo intelligenti aggiustamenti, anche grazie ai begli spazi dei diversi piani dell'edificio, in modo che si crei un' aspettativa ed una sorta di suspence, con il progressivo evolversi dei temi esposti e delle immagini proposte, sempre profondamente emozionanti da vedere a rivedere.
L'esposizione rimarra' aperta sino al 13 Giugno prossimo.
Il giorno successivo, una bella giornata ventosissima, ci siamo lasciati tentare da una gita a Bellinzona, dove eravamo incuriositi da  COLLAGE, UNA POETICA DEL FRAMMENTO di cui molto avevamo sentito parlare, allora siamo arrivati al Museo Villa dei Cedri, che ha gia' di suo un bellissimo nome, ed e' un piccolo edificio elegante, a cavallo fra ' 800 e ' 900 in un piccolo parco, che ha, come ho saputo, una notevole collezione di pittura moderna e contemporanea, pare, difficilmente visibile, a causa degli spazi esigui e delle mostre temporanee, che pero', quando non sono troppo ampie, permettono la visita ad una parte del museo permanente...non e' il caso attuale!
Aperta sino al 27 Giugno, questa raffinata e coltissima mostra propone nomi importanti relativi ad uno stile artistico, se non frequentatissimo, che pero' annovera opere di autori importantissimi che hanno esperimentato questa tecnica, per le piu' disparate ragioni. Alcuni vi si sono dedicati maggiormente.
Qui si propongono i nomi di Jean Arp, Alberto Magnelli, Italo Valenti, Wilfrid Moser, Louise Nevelson, Flavio Paolucci, Errico Della Torre, Jan Voss, Jean Bazaine, Christian Bonnefoi.
Se il mio compagno si e' abbandonato alla gioia scoprendo qualche cosa in ogni autore, ad esempio i versi di Butor per Magnelli, io sono rimasto letteralmente conquistato da Moser che conoscevo poco, ed affascinato, ancora una volta, dai lavori della Nevelson.
Il bel catalogo e' pubblicato da PAGINE D'ARTE.                       
Tornati verso il centro, siamo rimasti colpiti da un manifesto che pubblicizza la mostra IL VIAGGIO DI EMMA NODARI , anche perche' l'immagine seppiata ritrae un bellissimo uomo nero con armi tradizionali da caccia o da battaglia (questo non l'ho capito) in una magnifica posa di movimento ed uno straordinario simpatico sorriso.
Siamo saliti a Castelgrande, sui cui spalti il vento portava letteralmente via, e siamo entrati a visitare la grande sala che ospita l'esposizione dedicata ad una viaggiatrice, studiosa, antropologa, intorno al suo viaggio compiuto fra il 1953 ed il 1954, ed al volume SOTTO IL CIELO D'AFRICA, 25.000 KM IN AUTOMOBILE, da lei pubblicato nel 1960.
Sono sicuro di ricordarlo, nella libreria genovese in cui lavorai nei primi anni' 70, poiche' ne ho riconosciuto la copertina.
Sono esposti oggetti, tessuti, manufatti, magnifiche maschere, armi, una piroga ed immagini fotografiche bellissime come quella citata. Si puo' visitare sino al 27 Giugno. Il catalogo visto solo sottovetro in una vetrina, e' pubblicato da Mazzotta. 

emilio campanella


Il genovese Palazzo Ducale, e' un edificio imponente che si affaccia su due piazze, con le sue facciate di diverse epoche, e che attraversa i secoli nel palinsesto di costruzioni successive che partono dal medioevo ed arrivano all'inizio dell' 800.
Capita, come, in questo periodo, che le proposte culturali siano molteplici, e che, volendo, si possa trascorrere un' intera giornata fra scale, corridoi, sale, terrazze, torri, sotterranei...
La scorsa settimana ho avuto occasione di andarci, e di scegliere alcune proposte particolarmente stimolanti, come: ISOLE MAI TROVATE, ARTISTI CONTEMPORANEI A PALAZZO DUCALE, nell' Appartamento del Doge, sino al 13 Giugno.
Si tratta di una mostra costellata di grandi nomi, di opere notevolissime, di installazioni, di opere intorno al tema dell'isola, soprattutto come categoria della mente e concetto di isolamento dell'artista che, concentrato, crea, ma che non e' necessariamente isolato, ma invece, estremamente ricettivo di cio' che lo circonda.
Proveniente dal Musée d'Art Moderne di St. Etienne, continuera' il proprio viaggio in Grecia ed in Francia. Sono presenti video di Marina Abramovic e Jan Fabre, Kimsooja, disegni ed opere di Louise Bourgeois, una strepitosa installazione in vetro di Tony Cregg,  una sala e' dedicata a Rebecca Horn, nella prima, un lavoro straordinario di Kiefer, e tanti altri, fra cui: Gilbert & George, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Orlani.                
Nella Loggia degli Abati, invece, sino al 6 Giugno, si puo' visitare ASSALTO AL CINEMA: STORIA DEI CINECLUB IN LIGURIA. 
Un percorso colto e documentatissimo che per un cinéfile come me, e' stata una vera 'recherche' grazie alla quale sono tornato indietro di quarant'anni della mia vita, all'inizio del mio amore per il cinema.
E' il 'come eravamo' dei frequentatori di circoli del cinema, cineforum, cine'ma d'essai d'antan! : ci sono anche le seggiole ribaltabili di un tempo, e ci si puo' anche sedere (secondo me sono quelle dello storico cinema Centrale di Genova, dove si e' compiuta la maggior parte della mia cultura cinematografica).
Qua e la', gigantografie di Stan Laurel ed Oliver Hardy, Greta Garbo, Marylin Monroe (con l'abito di 'Gli uomini preferiscono le bionde'), Charles Chaplin, John Wayne; una grande foto di Piazza De Ferrari popolata di divi del cinema di una volta... che bel sogno!
Sono esposte abbondantissime quantita' di programmi di rassegne, pieghevoli, monografie pubblicate a cura dei vari circoli, le tesserine di iscrizione: Quanti di quei materiali ho avuto fra le mani, quante volte ho visto i film pubblicizzati proprio in quelle date!
La mostra, ideata dal Gruppo Ligure Critici Cinematografici, si conclude con il progetto : 11, 12, 1972 del Gruppo A 12, esposto grazie al prestito del Museo di Villa Croce, che testimonia con una lunga sequenza fotografica, i cinema, com' erano, dov' erano, come sono, cosa sono, ora, dopo la crisi del cinema!                                                                            
Nel luoghi delle carceri della Torre Grimaldina, arrivati alla cui loggia, si gode di una notevole vista sui tetti del centro storico, e' allestito un percorso multimediale intitolato: UOMINI DENTRO, L'IMMAGINARIO DELLA COSTRIZIONE (sino al 2 Giugno); il lavoro e' realizzato da insegnanti, operatori e detenuti del carcere di Marassi ed ha lo scopo di raffrontare l'esperienza attuale con quella antica di questi luoghi di detenzione.
Si entra, si compila una scheda, si schiaccia il pollice su un tampone, si lascia la propria impronta, poi si inizia la visita, fra voci, immagini, racconti, suoni, scritti, oggetti...

emilio campanella


Al secondo piano del Museo Correr, dall' 8 Maggio al 18 Luglio.
Questa la proposta espositiva per l'estate, dei Musei Civici Veneziani, in attesa di quella dedicata a Tony Clegg, per l'autunno.
L'artista bosniaco trapiantato in Italia dopo la tragedia jugoslava, prima ad Udine, e poi a Venezia, ha riallacciato i legami con la terra d'origine, mantenendo stretti rapporti tra una sponda e l'altra dell'Adriatico.
Personalita' forte di artista molto precoce, colpisce con la sua pittura fortemente drammatica, dal segno forte e preciso, si tratti di olii, di tempere, di incisioni, di disegni. La mostra odierna propone oltre centotrenta opere ditribuite in nove sale che hanno un andamento tematico, e sono rappresentative della sua ultima produzione.
Si viene accolti da  PARTENZA, un olio su tela di grandi dimensioni del 2009-2010, quindi si sale la scala e ci si trova nella prima sala, dove sono esposti GRANDE CASA BIANCA del 2007, tempera ed acrilico su carta, e FACCIATA VENEZIANA, 2010, medesima tecnica, che si fronteggiano Realizzati su carta 'recuperata' dove qua e la' si affaccia il 'non finito' , il segno, il disegno, la traccia.
Nelle successive sale i temi proposti, ma nel primo corridoio acquerelli, particolari silenti, studi di corpi (deposizioni?) soggetti che mi hanno fatto pensare ai Carracci; il tema successivo e' quello del TAVOLO DEL PITTORE, proposto, riproposto e variato, anche in piccoli lavori con primi piani di particolari: E' poi la volta dell' ACQUERELLISTA, una serie di studi di grandi e medie dimensioni ispirati ad una famosa fotografia di Doisneau, scandagliando il destino e la scelta dell'artista.
Sono esposti di seguito grossi affascinanti volumi aperti su pagine che riportano anche piccoli acquerelli accuratissimi, miniature delle opere piu' grandi, disegni, incisioni, tutta una serie di nature morte: sedie, cesti, porte di colori, forme, origini diverse  (anni or sono, quando avevo visto la prima mostra, nel 1999, era il periodo delle finestre; una di queste , riprodotta su un manifesto e' in mezzo alle due del mio living, cosi' ho una magnifica finestra in piu'!), frequenti i cesti, le forme di pane, e' una pittura quotidiana, anche antica, con le sue colte ascendenze da Palma e Tintoretto, senza contare la maestria degli omaggi a Rembrandt (non qui).
Ci sono barche coperte di drappi... vedendo i letti sfatti piu' avanti ci domandiamo se quelle barche fossero a modo loro abitate per il riposo, per il sogno, per il ricordo.
Le une come gli altri, sono drammatiche, non tragiche, no, ma mollto drammatiche, intense, come tutta l'opera di Zec, consapevole , testimone e vittima di distruzioni e devastazioni, esule che si e' ricostruito, che ha continuato a creare, che ha ricostruito in patria, la sua casa, il suo atelier, il suo lavoro.
Ancora nelle sale, le figure umane, i corpi, gli abiti abitati e no, le giacche, i cappotti, le camicie, la figura di Luigi, riproposta e variata, le sue mani, altre mani, braccia (un altro dei suoi temi, qui non affrontato, e' quello degli abbracci), i drappi sui tavoli...poi il percorso e' terminato, e per fortuna occorre farlo a ritroso per uscire, cosi' si e' 'costretti' a rivedere tutto, a riapprofondire.
Skira ha pubblicato un volume accurato, ma che non e' il catalogo della mostra, e che quindi risulta insufficiente, siccome non riporta tutte le opere esposte, specialmente quelle piccole, i volumi, le incisioni, i disegni... peccato!

emilio campanella

DISEGNI FIAMMINGHI e OLANDESI Sino al 20 Giugno al secondo piano della Ca' D'oro a Venezia, si puo' vedere una piccola preziosissima mostra composta da ventidue fogli antichi provenienti dal Gabinetto di Disegni e Stampe delle Gallerie dell'Accademia di Venezia.
Continua intanto il lavoro di pubblicazione del corpus grafico, da parte della casa editrice Electa, arrivato con questo al dodicesimo volume.
Il catalogo corrisponde all'esposizione ed e' curato da Mari Piergiovanna; si tratta di fogli del XVI e  XVII sec. di artisti quali Jan Gossaert, Rembrandt van Rijn, Frans Snyders, Bartholomeus Breenbergh. La sala e' allestita con elegante gusto su progetto di Annunziata Genchi e la mostra e' curata da Annalisa Perissa Torrini.
Un'occasione per fare un giro in questo bellissimo museo, fra l'altro, per arrivare si passa davanti al S.Sebastiano di Mantegna...   

IL FURORE DELLE IMMAGINI, fotografia italiana dall'archivio di Italo Zannier nella collezione della Fondazione di Venezia alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Piazza S.Marco, sino al 18 Luglio. 
Una magnifica, ampia scelta di immagini che partono dalla meta' dell'ottocento, per arrivare all'inizio di questo nostro controverso decennio.
Un archivio sterminato, quello del fotografo Italo Zannier, e scelto, per questa occasione, con grande acume, spaziando intorno a vari temi nodali della storia e del costume, oltre che del paesaggio, del lavoro, dell'arte.
Bastano alcuni nomi come Nadar, Naya, Luxardo, Giacomelli, Secchiaroli, lo stesso Zannier, Basilico, Campigotto, Jodice e molti altri.
Va da se' che ogni immagine merita di essere guardata con molta attenzione e cio' richiede tempo dato il numero delle immagini, peraltro molto ben esposte ed illuminate.
L'ottimo catalogo edito da Marsilio riporta in copertina IL GESTO di Riccardo Moncalvo (1936) il manifesto della mostra riproduce, invece, IL TUFFATORE di Nino Migliori, del 1951: un 'immagine perfetta!                                                                 

UTOPIA MATTERS, dalle confraternite al Bauhaus alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, dal 1 Maggio al 25 Luglio, puo' essere definita una mostra 'strana' ma sicuramente intrigante, che fa parte delle celebrazioni per i trent'anni dalla creazione del museo, cosi' come un giorno settimanale con biglietto d'ingresso ad offerta libera e la divertente iniziativa legata alla data precisa dell'anniversario: quella di offrire l'ingresso omaggio a chi festeggi il proprio compleanno in quella stessa data, oltre ad un lavoro legato alla raccolta iconografica.
La presente iniziativa, curata da Vivien Greene, e che si avvale di prestiti da molte collezioni private e pubbliche, tanto europee come americane, e' frutto di cinque anni di lavoro, ed e' partita da una domanda legata alle utopie ed a cio' che puo' esserne rimasto dopo il crollo dei grandi sogni del novecento.
Lo spunto ha portato ad un'attenta riflessione intorno ad utopie non necessariamente politiche, ma invece proprio movimenti artistici con loro intenti.
Se ne sono distinti nove, corrispondenti ad altrettante sezioni. Sono presentate opere pittoriche, grafiche ed a stampa, l'esposizione e' particolarmente articolata, prende in esame cento anni di storia artistica ed una diecina di paesi.
S' inizia con i PRIMITIVI, si passa ai NAZARENI, poi e' la volta dei PRERAFFAELLITI la cui piccola preziosa sala vale piu' di tutta la mostra ravennate!
Ospita John Everett Millais, Hunt, Ford Madox Brown (Lear and Cordelia, 1849-54, Tate, Londra) Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones ( Elaine, 1870 una magnifica piccola vetrata), WILLIAM MORRIS ART AND CRAFT; LA COLONIA ARTISTICA  CORNISH, qui cito almeno l'affascinante, magico Estate di Thomas Wilmer Dewing dallo Smithsonian American Art Museum di Washington del 1890 c.a in cui due figure di donna immerse in una natura rarefatta , di muovono, elegantissime nei loro abiti lunghi, dai generosi decollete'es allora alla moda, come in mezzo ad una nebbiolina , l'una con le mani intrecciare, l'altra che compie un'ampio gesto. NEOIMPRESSIONISMO, DE STIJL, BAUHAUS, COSTRUTTIVISMO RUSSO con El Lissitzky, Rodchenko, Popova, fra gli altri. E poi basta, e poi si tronerebbe indietro per rigustare e riapprezzare tutto.

emilio campanella


Quest'ampia scelta di scatti che vanno dal 1948 al 2010 del fotografo veneziano, personalita' sempre presente  alle piu' importanti manifestazioni culturali e puntuale testimone di decenni di eventi della citta', fanno parte del suo archivio.
L'interesse dell' esposizione e' acuito dal fatto che tutti i ritratti sono stati realizzati in laguna.
Il percorso e' ampio e molto interessante perche' ci sono delle suddivisioni non dette e delle parti in cui l'ordine cronologico non e' volutamente rispettato, come nel caso di Emilio Vedova, presentissimo, al lavoro in immagini del 1982, 1985, 1987,  ma anche al Ponte dell'Accademia nel 1956, come nel 1948, con Pizzinato e Santomaso; sei magnifiche istantanee di Jim Dine dell' 85 e dell' 88; ma anche Beuys nell' 80, e poi, seduti sulle scale di un palazzo che non sono riuscito ad identificare: ancora Vedova e Santomaso, insieme con Peggy Guggenheim, Giovanni Comisso e Giuseppe Marchiori.
Il grande Keith Haring, in una serie di immagini al lavoro. Ma sarebbero tutte da citare in una carrellata di una sessantina di anni, testimone dell'arte internazionale. Consiglio il piccolo album pubblicato da Marsilio, e la mostra, ovviamente, se siete in zona anche per tutte le altre importanti occasioni artistiche a Venezia, in questo periodo.


emilio campanella



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