ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Aprile - Maggio 2014


DUE MOSTRE PARALLELE? - CLAUDIO GIORGIO FAVA - MARIO MISSIROLI - SOLO PER I TUOI OCCHI - LA LUNGA LINEA D'ARTE
Me lo stavo domandando muovendomi fra le sale di Palazzo Strozzi a Firenze, dove sono andato a  'recuperare':  PONTORMO E ROSSO FIORENTINO, Divergenti vie della 'maniera', aperta al pubblico dall' 8 Marzo al 20 Luglio. Pensavo pero' che anche frequenti sono gli incroci stilistici ed i raffronti - ovviamente - ravvicinati, che questa magnifica mostra propone. Partiro' dai dettagli tecnici che sono, peraltro, spesso, importantissimi; intanto un'illuminazione sorvegliatissima su ogni tela, su ogni tavola, su ogni disegno.

Brevi e sintetici pannelli indicano i capitoli/sezione dell'esposizione; accanto o sotto ogni opera targhe informative ben illuminate anche queste, bilingui che riportano i dati principali ed una scheda sintetica dell'opera di riferimento. Ogni sala offre la possibilita' di sedersi e contemplare i capolavori tranquillamente, come nei migliori musei. Il percorso espositivo parte con le botteghe con cui collaborarono i due pittori, all'inizio della loro carriera: coetanei si formarono entrambi con Andrea del Sarto, ma se Jacopo Carucci (PONTORMO) subi' l'influenza di Leonardo e Piero di Cosimo, poi s'interesso' al lavoro di Durer ed alle esperienze nordiche, attirandosi gli strali del Vasari. Giovan Battista di Jacopo (ROSSO FIORENTINO, perche' di pelo rosso), guardo' a Michelangelo, si formo' con Fra Bartolomeo, anch'egli con Andrea del Sarto: stilisticamente guardo' indietro la tradizione artistica fiorentina, a Donatello, a Masaccio, suscitando, lui si, l'ammirazione del Vasari.

Siamo dunque alle VITE PARALLELE dell'arte. La prima sala, quasi un'introduzione presenta tre affreschi staccati:  IL VIAGGIO DEI MAGI di Andrea del Sarto (1511) si noti la piccola giraffa sullo sfondo; ASSUZIONE di Rosso Fiorentino (1513 c.a); VISITAZIONE di Pontormo (1514-16), tema su cui tornera', sappiamo con quali strabilianti esiti. Qui l'episodio e' ambientato in un padiglione semicircolare, sopra, come su una balconata viene ricordato il sacrificio di Isacco, come in una cimasa, a ricordare uno dei 'contratti' di Jahve' con il popolo eletto.

Le tre opere provengono dalla fiorentina Basilica della Santissima Annunziata, Chiostrino dei Voti. Dopo s’inizia il viaggio artistico dei due con opere ancora legate alle influenze dei maestri e degli ispiratori e successivamente, l’iniziale formarsi della 'maniera' precipua di ognuno dei due grandi artisti. Oltre agli stili, i caratteri, le scelte, i comportamenti. Pontormo non si mosse mai dai dintorni di Firenze, e divenne pittore della corte medicea; Rosso fu sempre in movimento in varie citta' italiane, soggiorno' lungamente a Roma; concluse la propria vita a Fontainbleau.

Questo cerca di rendere la mostra, la storia umana ed artistica di due personalita' differenti ma non lontanissime per certi versi, nei loro esiti pittorici, pur nelle 'origini' e nelle scelte diverse. Questo è ben esemplificato nelle due sale di ritratti ed in quelle dei disegni in cui il raffronto si fa molto preciso. Nel disegno Pontormo lavorava moltissimo dal vero ed ha lasciato centinaia di disegni; Rosso molto pochi e raramente lavorava dal vero. Il percorso continua con i lavori piu' importanti, vivranno, ognuno per conto proprio esperienze importanti, avranno commissioni di grande rilievo; si troveranno, piu' tardi, in posizioni, in un certo modo simili: Pontormo e l’assedio di Firenze,Rosso ed il Sacco di Roma dove se la vedrà brutta come ci racconta ancora Vasari. Fuggirà e riparerà a Volterra dove lascerà alcuni capolavori come la DEPOSIZIONE DALLA CROCE; anche Pontormo dipinse una sua DEPOSIZIONE per la Cappella Capponi in Santa Felicita a Firenze; entrambe le pale vennero riproposte come tableaux vivents, da Pier Paolo Pasolini nel suo episodio LA RICOTTA in RO.GO.PA.G del 1963.

Il viaggio volge al termine e s’incontrano grandi capolavori dei due pittori, ognuno nella sua corte... arrivati in fondo, immediatamente si ha desiderio di rivedere tele, tavole, disegni, incisioni, affreschi, e si riparte daccapo reincontrando MADONNA COL BAMBINO SAN GIOVANNI BATTISTA E SAN BARTOLOMEO (Pala Villamagna) dal Museo Diocesano d’Arte Sacra di Volterra del 1521 che Rosso dipinge con colori chiari e con figure allungate. Il RITRATTO DI COSIMO IL VECCHIO di Pontomo, olio su tavola del 1518-19, dagli Uffizi, sorprendente per la modernita' dei volumi; ancora di suo lo straordinario DOPPIO RITRATTO DI AMICI del 1523.24 dalla Galleria di Palazzo Cini di Venezia. La CENA DI EMMAUS di Pontormo sel 1525 dagli Uffizi, cosi' influenzata da Durer; LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE (Pala Ginori) di Rosso tavola del 1523 dalla Basilica di San Lorenzo a Firenze, di suo anche la DEPOSIZIONE DALLA CROCE, sempre su tavola, del 1527.28, dalla chiesa di San Lorenzo di Sansepolcro.

In conclusione la VISITAZIONE di Pontormo, tavola del 1528-29 dalla Pieve di San Michele Arcangelo di Carmignano. Con molta intelligenza, dopo la fine del percorso espositivo, in una saletta si puo' assistere all’emozionante videoinstallazione GREETINGS di Bill Viola presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1995, opera creata in omaggio proprio alla VISITAZIONE di Pontormo appena vista, nello splendore del restauro, come molte altre opere esposte. L’ampio ed accuratissimo catalogo e' pubblicato da Mandragora.

emilio campanella



Anche lui ci ha lasciato, e come ha scritto nel suo bell'articolo su L'UNITA' di oggi Alberto Crespi: 'ci aspetta in galleria' con una bellissima metafora da sfegatati di cinema.

Claudio G. Fava, come si firmava questo signore genovese che mi riporta a dei ricordi di adolescente ed agli albori della mia storia di cinèfile è stato un critico cinematografico di punta per un lungo periodo anche in televisione, e pure come curatore di rassegne cinematografice di grande interesse.

Ha scritto per moltissimi anni sul genovese IL CORRIERE MERCANTILE ed è proprio sulle pagine del 'quotidiano dei portuali genovesi' che ho incontrato le sue recensioni che mi hanno fatto per molto tempo da guida nelle mie scelte di goloso spettatore cinematografico.

Avevo sedici anni ed andavo al cinema tutti i giorni, anche per recuperare TUTTI  i film che DOVEVO vedere. Prima di entrare a scuola scorrevo la pagina degli spettacoli e sceglievo la pellicola del giorno, poi piu' tardi commentavo con gli amici e ci si scambiavano le impressioni: ma Fava cosa ne dice? Ma hai letto l'articolo di Fava?

Claudio G.Fava era il nostro spirito guida, un amico piu' grande di cui fidarsi, che ci sembrava di conoscere, anche se non lo avevamo mai visto. Allora facevo una scheda per ogni film che vedevo: su dei fogli di quaderno ad anelli, c'erano le foto, se le trovavo, il flano, una recensione spesso incollata e ripiegata per motivi di spazio, ed infine un mio commento personale... questi materiali furono utilizzati da un'amica per un'esame universitario...

Ma il nome di Claudio G. Fava ricorreva anche nei pieghevoli dello storico cinema Ritz d'essai dove i film si vedevano in lingua originale... bei tempi!

Anni dopo scoprii il volto la voce, la simpatia del critico che presentava i film con acume e colta precisione... finalmente aveva una fisionomia e potevo rendermi conto che 'l'amico critico' del giornale letto da ragazzino era molto stimato e noto, una bella soddisfazione!

emilio campanella


Ho molto esitato prima di stendere queste note dedicate a Mario Missiroli... Anche lui ci ha lasciati... bisognera' salire in Paradiso per vedere le sue prossime regie, ma come si potra' prenotare?

Ho esitato poiche' i miei ricordi dei suoi spettacoli risalgono a molto tempo fa, e non ne ho visti moltissimi, per quanto li ricordi molto bene.

Spettacoli forti, dalla regia molto connotata, con un lavoro molto approfondito sugli attori. Sono stati soprattutto quelli realizzati con il Teatro Stabile di Torino, e che vedevo a Genova.

Uno ZIO VANJA (1977) con Gastone Moschin, di cui mi colpi' la scena che riproduceva la dacia in cui si svolge la 'commedia', che quindi il pubblico vedeva in oggettiva, dal giardino coperto di foglie, ma di cui, data la distanza poteva seguire gli avvenimenti spiando nelle stanze....

Una DUCHESSA DI AMALFI di Webster (1978) con Anna Maria Guarnieri, Giulio Brogi, Glauco Mauri, con straordinari apporti di Ghiglia, in un'atmosfera che definire grandguigolesca e' poco e cere iperrealistiche dei finti uccisi che hanno lasciato un grande solco nella memoria; una visione 'senechiana' del teatro elisabettiano, di grande forza, e con molteplici sfaccettature interpretative.

Nel 1979 VERSO DAMASCO di Strindberg, unanimemente giudicato irrappresentabile, per la fluvialita'... e non solo... indimenticabile Glauco Mauri sulla scena dalle luci perfette e costituita essenzialmente da un grande orologio proiettato sul palcoscenico... allora era la grande moda di Strindberg che io avevo scoperto molto prima e che mi emozionava profondamente per la sua 'follia'!

I GIGANTI DELLA MONTAGNA di Pirandello li vidi due volte, tanto mi colpirono, anche e soprattutto per l'impianto scenico straordinario di Enrico Job: una grande conchiglia metallica specchiante, sulla quale tutti scivolavano per entrare in scena. Indimenticabili Cotrone di Gastone Moschin ed Ilse di Anna Maria Guarnieri. ORGIA di Pasolini nel 1984, un testo scioccante e durissimo, con una regia tesissima e due interpreti che dire memorabili e' poco: Laura Betti ed Alesandro Haber.

Grazie Mario Missiroli!


emilio campanella


 Ci domandavamo tutti se prima o poi sarebbe intervenuto anche James Bond, anche perche' la cornice era piuttosto elegante, invece ne' alla presentazione, neppure al piccolo gustoso buffet ed addirittura neanche alla visita alla nuova mostra ospitata dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia... l'agente 007  si e' presentato... eppure l'esposizione dal titolo: FOR YOURS EYES ONLY (aperta dal 24 Maggio al 31 Agosto) sembra proprio evocarlo... ma questo e' solo un mio divertimento da cinèphile; invece cio' che lascia sempre perplessi e' vedere opere di arte antica nel tempio dell'arte del novecento, ma tant'e', ci si lascia andare al gioco, peraltro molto piacevole, del curatore che propone la collezione Dreyfus Best che, per la prima volta viene mostrata fuori dalla sua sede di Basilea( questa stessa esposizione vi verra' riproposta da Settembre prossimo).

Se si parla di Manierismo e lo si vuole vedere anche molto dopo la sua nascita, e ritrovare anche in pieno novecento, potremmo sottotitolare: IL MANIERISMO ATTRAVERSO I SECOLI, ma perche' no: IL SURREALISMO DAL NOVECENTO AL CINQUECENTO... tutto sta a trovare un'idea curiosa che motivi un percorso espositivo.

Motivata o meno, originale o no, propone opere di rilievo e di tutto rispetto suggerendo un filo rosso che lega Michelangelo a Fussli (che lo considerava il proprio maestro ispiratore) al surrealismo.

A questo punto riveliamo anche cio' che lega le due collezioni: quella ospitata e l'ospitante:, e cioe' una tela di Max Ernst che passo' da una collezione all'altra, in tempi gia' lontani, ed anche, volendo, due collezioni private che brillano per originalita', pur nella grande diversita'...

Lungo le dieci sale si susseguono idee e suggestioni, atmosfere ed evocazioni, dalla prima 'mista' ad evocare l'arredamento della sede in cui sono conservate le opere, ed introdotte da un colophon con un bassorilievo di Bockling. SCUDO CON LA TESTA DI MEDUSA del 1887 (opera evocativa di Caravaggio).

Nella seconda sala cinque tele di Fussli e molti suoi disegni. Nella tre si trovano Sustris e Giampietrino fra streghe e "vanita' " di maestri antichi; nella quattro Bosch ed altri 'mostri' di bravura e come soggetti!!!

Nella quinta scene 'teatrali' anche di 'Monsu' Desiderio'.

Molti magnifici disegni nella sei, da Bruegel a Grien, e poi erotismi, teste ed 'arcimbolderie' nella sette; Delvaux che guarda Arcimboldo stesso nella otto; dopo il passaggio, Bockling Kubin e Moreau nella dieci, la 'Grande Galèrie des surréalistes'! De Chirico, Redon, Ernst, Tanguy, ma anche Klee e Calder.

Ci sono molte opere importanti da vedere. Se la mostra puo' risultare poco motivata... ci si puo' consolare osservando che buttare un occhio su 'piccole' meraviglie segrete e private e' sempre un'occasione stimolante...


emilio campanella

A Venezia andare dritti e' sempre una scommessa persa, siccome i percorsi sono sempre piuttosto tortuosi e labirintici, ma volendo se ne puo' tentare qualcuno idealmente lineare, ad esempio, nell'ultimo tratto del Canal Grande, e sul lato destro verso il Bacino di S.Marco.

Si possono anche considerare le fermate dei battelli: Ca' Rezzonico, omonima del palazzo che ospita il Museo del Settecento Veneziano; successivamente: Accademia che prende il nome dalle Gallerie dell'Accademia che ospita ancora, fino al 29 Giugno, la mostra su Carlo Saraceni.

Proseguendo a piedi, a S.Vio, s'incontra la Galleria di Palazzo Cini; piu' avanti la Collezione Peggy Guggenheim, ed alla fermata Salute, e siamo tornati sulla riva del Canal Grande, dopo la Basilica della Salute, la Punta della Dogana che ospita sino a fine anno opere della Collezione Pinault.

Ora, pero', torniamo indietro e ci occuperemo della Galleria di Palazzo Cini, riaperta al pubblico il 24 Maggio, e da quest'anno, per sei mesi consecutivi, celebrando con una nuova illuminazione che valorizza grandemente le opere esposte, il trentennale dell'apertura al pubblico, di questa preziosa collezione privata che consta di opere devozionali, esempi raffinatissimi di avori, eleganti oggetti in rame, opere pittoriche di scuola toscana e ferrarese, oltre ad importanti mobili antichi.

Ulteriore motivo d'interesse, sino al 20 Luglio, la presenza prestigiosa del GIOVANE CON LIUTO di Agnolo Bronzino dalla Galleria degli Uffizi, scambio di 'cortesie' siccome il DOPPIO RITRATTO DI DUE AMICI di Pontormo, e' ora esposto a Firenze, a Palazzo Strozzi all'imperdibile mostra: PONTORMO E ROSSO FIORENTINO, Divergenti vie della 'maniera'.

Terminata quella manifestazione, dopo il 20 Luglio, le due opere compiranno il loro viaggio incrociato, e la tavola di Pontormo tornera' 'a casa'.

Dunque, sino al 2 Novembre prossimo: PALAZZO CINI, La Galleria, Capolavori toscani e ferraresi dalla collezione di Vittorio Cini, e sino al 20 Luglio: UN OSPITE A PALAZZO, il GIOVANE CON LIUTO di Agnolo Bronzino a Venezia per la nuova apertura di Palazzo Cini.


emilio campanella

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