ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Un orso biondo dagli occhi azzurri

Un racconto di Orsardoi


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.



Solo, e un po’ triste, siedo ad un tavolo d’angolo del ristorantino sotto casa.

Sbircio il giornale, leggendone solo i titoli, ed ogni tanto mi guardo attorno: non cerco nessuno in particolare, è l’abitudine del cacciatore che, anche senza volerlo, cerca…

C’è ancora poca gente: una tavolata da otto, fortunatamente lontana con il suo chiasso e le sue ragazze sopra tono; una coppietta che si mangia cogli occhi, mentre le pietanze si freddano; e tre uomini seri, e neri, che discutono animatamente di lavoro.

E’ stata una ‘giornata-no’ e la serata sembra essere nello stesso stile! Forse, meglio leggere il corriere con la sua guerra in medio oriente e con il Piper fiondato nel grattacielo Pirelli.

Arrivano i “bucatini a modo mio”: finalmente qualcosa che mi tirerà un po’ su!

E’ un piatto ricco di colore: il sugo, formato da non so quante erbe aromatiche, ammorbidisce il biancore della pasta inframezzandolo con pomodorini rossi come cuori, tanti piccoli cuori, tagliati in due. Come il mio!

Mentre comincio lentamente a far ruotare la forchetta, ecco che sulla porta appare, dietro ad un cessetto alto una spanna e mezza, un meraviglioso armadio a quattro ante.

Come se volesse farmi cambiar umore, il cameriere li precede e li fa accomodare proprio al tavolino accanto al mio.

La ragazza è piccola, tutta vestita di nero, come uno scarafaggio … lui è, per contro, una meraviglia.

Sulla trentina, alto sicuramente almeno due metri, rasato completamente, porta i jeans ed un pile grigio pallido con un riporto a V rosa, rosa carnicino!

Non è possibile non guardarlo. Anche lui mi nota e sorride per la mia bocca socchiusa e per la forchetta, arrotolata di bucatini, ferma lì a mezz’aria, che non va né su né giù!

Si siedono e, fortunatamente, lui mi è davanti: così, senza farmi accorgere più di tanto, posso continuare ad ammirarmelo.

Gli occhi sono la cosa che risalta maggiormente: dolci e azzurri, come due laghetti alpini.

La bocca è piccola e ben tagliata: si schiude in continui sorrisi su una chiostra di denti perfetti e sulla lingua rosea, come quella di un gattino, che inumidisce spesso le labbra carnose.

Le orecchie sono piccole e ben disegnate: risaltano sul capo rasato e fanno sognare la mia lingua che ne percorrerebbe, lascivamente e con voluttà, la spiraloidica conformazione … il tutto mi pare proprio meritevole di ogni mia attenzione!

Naturalmente, spalle e petto sono immensi: non da culturista, piuttosto, direi, da lanciatore di martello.

Vorrei essere io quel pile rosa, per potermi adagiare su di lui e accarezzarne e gustarne tutti i muscoli!

Sedendosi, ha arrotolato le maniche, così due avambracci, muscolosi e pelosi di un bel vello biondo, sono lì, a pochi metri da me, a farsi ammirare unitamente alle mani, grandi come benne, sempre in movimento.

Ma ha caldo: ecco che abbassa un po’ la zip del blusotto e appare, in tutta la sua forza, il collo taurino ben innestato sul gran petto ove i peli biondo-grano si allineano per scomparire giù, dove il tessuto me li nasconde.

Il loro tavolo è così vicino che posso seguirne i discorsi senza fare nessuno sforzo.

Lui, che ha percepito il mio interessamento, senza volerlo, nel chiacchierare, spesso, sembra che si rivolga a me!

Sono turbato e tutte le volte che mi guarda, mi sento scoperto, nudo … e distolgo subito lo sguardo.

Anche lei s’è accorta che lui, ogni tanto, mi guarda e si volge verso di me, curiosa.

E’ proprio un cesso, ha il naso alla ‘dantealighieri’ e le labbra sottili e dure… povero ragazzo, cosa ci troverà in lei?

Dopo la lunga diatriba su quali piatti scegliere (lei è un’indecisa e non le va mai bene niente!), lui flauta al cameriere l’ordinazione, poi mi guarda con quei due laghetti d’acqua pura chiedendomi se posso prestargli il giornale: il giornale?!?

Ti presterei ben altro, gli invio col pensiero il mio messaggio di resa, mentre gli offro il quotidiano.

Mentre lo sfoglia, coperto dai fogli alla vista di lei, mi guarda di sottecchi.

Ha capito che mi interessa: io non capisco perché mi guarda …

Come se fosse la cosa più normale, mi chiede cosa penso del disastro di ieri, mi dice che ‘quello là della Camera’, quello che ha annunciato che era stato un attentato, ha fatto proprio una figura da bischero… e tutta una serie di altri ragionamenti rivolti a me, senza neppure ricordarsi che, lì davanti, c’è la sua donna!

Ovviamente sono al settimo cielo: tutta la tristezza e la fatica della giornata sono sparite!

Discorriamo fittamente, finché sono io che cerco di coinvolgere la tipa … che, ormai, è incavolata come pochi: mi risponde scontrosa, incenerendolo con gli sguardi.

Poi gli sibila qualcosa, lui risponde sottovoce, ma con calma e, lei, si arrabbia ancora di più.

Le uniche parole che sento mormorare sono “… ma è un signore tanto affabile e gentile…”

Lei, allora, si alza e va nervosamente alla toilette. Arrivano i primi e, affondando la forchetta nelle lasagne fumanti:

“Sa, le donne… deve averci le sue cose: da quando ci siamo incontrati, è così…”

Beh, sarà stata una giornata pesante… avrà dei problemi!”

Eh, sì che ce li ha! Volevo tornarci insieme, ma se fa così, son capace di mandarla a cagare!”

Le ultime parole si schiantano su di lei, che ritorna proprio in quel momento.

Lo guarda con tutto il disprezzo che le è possibile. Afferra la borsa: sta per andarsene, ma, fatti pochi passi, torna indietro e gli molla un gran ceffone.

Lui ci rimane: sgrana gli occhioni, fa per alzarsi, per seguirla… ma, fingendo calma, mentre da un’occhiata agli altri avventori, torna a sedersi pensieroso.

E’ turbato, ma non abbastanza per non ingurgitare velocemente il proprio piatto.

Io, naturalmente, non ho perso un attimo della scena, delle sue espressioni, dei suoi occhi tristi …

Posso?” e senza aspettare risposta, si siede, portandosi il bicchiere e il piatto che era per lei, al mio tavolo.

Infilzando un fungo assieme alle tagliatelle, comincia a mangiare il secondo primo, mentre, come per scusarsi:“Ho bisogno di scaricarmi e lei mi da l’idea d’essere una brava persona con cui confidarsi….”

Certo, sono affabile e gentile! S’era messo insieme con la ragazza una decina di mesi fa, poi aveva dovuto andare a lavorare a Torino e, lì, aveva conosciuto gente nuova, anche diversa dalla solita che frequentavano qui … (diversa, come? Forse rispondeva ai miei sguardi perché anch’io facevo parte della ‘gente nuova’ che aveva conosciuto?)

Sì, ho avuto anche un’esperienza omosessuale! Tu sei gay, vero?” (oddio, mi legge pure nel pensiero!)

Beh, è difficile veder uno, bello come te, e non guardarlo!”

E’ che, quando ho provato, gliel’ho detto: non per ingelosirla, ma così… per farle sapere cosa facevo… Non l’avessi mai fatto! Da allora tutto è andato a scatafascio! Scenate come questa, me ne ha fatte tante! Poi, me la porto a letto e tutto si appiana. Per un po’!”

Io, che mi sento in colpa verso di lei, cerco di calmarlo, di farlo ragionare.

Gli suggerisco di telefonarle, di farla tornare. Bofonchia un po’, mentre addenta famelicamente il filetto appena arrivato.

Segue il mio consiglio, ma appena lei risponde, come per scusarsi, le dice che gliel’ho suggerito io. Lei chiude e “Visto? E’ un’isterica!”

Pensando ad un possibile, e piacevole, dopo cena, lascio cadere la cosa: non vado a spiegargli che fa una cazzata dietro l’altra!

Arriviamo al caffè, parlando di lui.

“No, non ordinare il liquore: abito qui, a due passi, e possiamo bercelo da me.”

Ha uno sguardo felice e grato quando risponde:

“Ma non disturbo?”

Figurati! E’ un piacere!” E’ lo è davvero!

Passerei la notte ad ammirarlo, mentre si spoglia.

Non l’ho chiesto, ma toglie i vestiti spontaneamente come se fosse la cosa più normale.

Nei boxer, l’unico capo che gli è rimasto, si muove qualcosa quando comincio ad accarezzargli il petto, a seguire, lisciandola con i polpastrelli, la sottile linea bionda che dai peli del petto scende all’ombelico.

Quando arrivo lì, il bisonte s’è svegliato!

Glielo addento attraverso la stoffa e, subito mugola, mi stringe con le manone la testa.

E’ una vibrazione in tutto il corpo.

Glieli strappo e m’avvento sull’oggetto rosa del mio desiderio.

E del suo, a giudicare dall’ansimare che sortisce da quella bocca.

E’ una montagna scossa da un improvviso terremoto.

Ben presto, il vulcano che ho risvegliato mi inonda, con lava bollente, giù, fino in fondo alla gola.

Poi mi stringe, grato. Mi stringe. Mi stringe. Mi stringe, finché, con un rumore sordo, sento un dolore lancinante ad una costola e mi manca il fiato.

Sono spaventato, non per il dolore, ma per la paura che ci sia qualcosa di rotto… Non gli dico nulla, mi svincolo e vado a prendere due whiskey: il suo lo ingolla tutto d’un fiato.

M’appresto a portare la bottiglia e lo trovo seduto a gambe incrociate sul letto, sorridente, con gli occhi luminosi e le braccia aperte verso di me.

Mi piace alla follia.

Mi ci butto e comincio ad ispezionarne tutta la superficie con la lingua: ben presto è di nuovo eccitato.

Lo faccio impazzire, giocando con la lingua sull’inguine, sullo scroto, sull’asta.

Mugola e squittisce: deve proprio piacergli.

Dopo un po’ non ce la fa più: vuole che, di nuovo, glielo prenda in bocca.

Ma io continuo nella tortura… quando lo imbocco, improvvisamente e mentre meno se l’aspetta, emette un ruggito.

Ma, nel girovagare, la lingua gli aveva inumidito e rilassato anche l’anello muscoloso dell’ano, così tento di aprirmi un passaggio, lì.

Stringe subito, non vuole, ma il piacere che sente davanti è tale che ben presto riesco a far sparire dentro di lui tutto l’indice.

Lo ruoto, entrando e lentamente uscendo.

Gli piace e lo spinge incontro al dito violatore.

Abbandono la cappella fremente, per imitare l’azione del dito con la lingua.

I rantoli si susseguono. S’apre, perché la lingua possa entrare ad accarezzarlo là, dove nessuno è mai arrivato.

Per agevolarmi, abbatte sulle mie spalle le gambe e protende la fessura tra i due meloni verso la mia bocca.

Mi ci tuffo, mentre, ormai, i mugolii son diventati un continuo rombo, come di tuono lontano… finchè, senza che io neppure l’abbia toccato più, il suo pene ha un ulteriore irrigidimento e una nuova valanga di sperma gli invade il ventre.

Ne suggo e lo bacio: di nuovo è una prima volta, sembra che non voglia, ma, poi, non lascia più libera la mia lingua.

Riesco a sciogliermi e mi riavvento giù. Il suo è un fiore sbocciato, vibrante, maturo.

Gli appoggio contro la punta del mio desiderio impellente e, in un sol colpo, penetro in lui che gode e gode e gode, mentre boati di piacere gli sconvolgono la gola, ripercuotendosi nel petto che s’alza ritmicamente, scosso.

Dentro, è di un caldo bruciante.

Ondate di piacere si susseguono dalla punta curiosa del mio pene.

Lo indago tutto, cercando di trattenermi, ma, presto, la vista mi si annebbia d’un velo rosso ed esplodo in lui, mentre le due mani calano sui miei fianchi per non permettermi di uscire.

Ci siamo addormentati così, uno nell’altro.

Mi sfilo fuori e resto a guardarlo dormire quietamente, mentre il petto si solleva e s’abbassa al calmo respiro … ma chi l’avrebbe detto mai che, dopo una giornata così di merda, doveva arrivare un meraviglioso orso biondo, vergine e voglioso.

Di me! Sono felice. E, mentre accarezzo la costola dolorante, comincio a fantasticare sul nostro prossimo futuro. Insieme.