ORSI ITALIANI MAGAZINE
Il Bidello
Un racconto di: Hair
Master
Con il lavoro non si e' mai al passo con i tempi, specialmente se lavori
su computer.
Fu cosi' che quell'anno mi decisi a seguire un corso di aggiornamento
approfondito a programmi utilizzati nel mio ufficio, magari anche in previsione
di un aumento di stipendio per la mia buona volonta'.
Cominciai ad informarmi presso alcune scuole locali, ma i corsi non
mi soddisfacevano appieno. I casi erano due, o erano troppo semplici o
richiedevano esperienze universitarie per essere compresi.
Quando una sera ...
"Ecco, questa e' l'ultima scuola della lista, vediamo un po' cosa
possono offrirmi"- pensai scendendo dall'auto. Un edificio moderno,
bello, con ampie vetrate da cui esce la luce bianca dei neon. L'ingresso
e' ampio e ci sono delle vetrine con i lavori di alcuni studenti. La scuola
in questione e' polifunzionale, ci sono corsi di geometra, disegno tecnico,
ragioneria, lingue, e quello che interessa piu' a me corsi di informatica.
Salgo una scalinata e mi affaccio alla porta della segreteria. Una ragazza
mi saluta con un ampio sorriso
-"Buonasera."
-"Buonasera"- replico -"Vorrei avere qualche informazione
sui corsi di informatica."
-"Certo" mi risponde, sempre con il sorriso sulle labbra -"L'insegnante
si trova
nell'aula quindici a meta' corridoio sulla sinistra"
-"Grazie" ricambio il sorriso e mi avvio all'aula.
L'interno e' tenuto piuttosto bene, le pareti sono verniciate di fresco,
si sente ancora nell'aria odore di vernice. Anche qui, lungo il corridoio,
alcune vetrine con manufatti ben illuminati con faretti quasi fossero opere
d'arte.
In fondo al corridoio scorgo una figura maschile intenta a pulire i
pavimenti, il bidello, ma si defila subito all'interno di un'aula e non
mi lascia il tempo di osservarlo bene. Eccomi, sono arrivato all'aula quindici,
guardo all'interno dove scorgo una presenza femminile intenta a leggersi
una rivista, ma si accorge della mia presenza e mi saluta -"Buonasera."
-"Buonasera Vorrei avere qualche informazione sui corsi di informatica."
Gentilmente la ragazza mi illustra i corsi e le tematiche del programma,
inutile dire che il corso e' talmente basilare che non mi interessa. Non
mi sembra gentile dirglielo direttamente, cosÏ prendo il modulo di
iscrizione e dico alla ragazza che ci pensero'.
Torno sui miei passi deluso, e mi avvio all'uscita. Scendo le scale
e noto una macchinetta per bevande calde che prima non avevo notato.
Questa sera sono uscito subito dopo cena e non ho avuto il tempo di
prendermi un caffe', guardo se ho qualche spicciolo in tasca.
Si, ho abbastanza monete, le infilo e faccio la mia scelta.
La macchinetta comincia a gorgogliare, sento il suono dello zucchero
che cade e il sibilo del caffe' che scende, si sta avvicinando qualcuno
sento dei passi, ma non faccio molto caso.
Apro lo sportello di protezione. Accidenti! Il bicchierino non e' sceso
e il caffe' e' finito tutto nella vaschetta di scolo.
-"Ma porca miseria!" esclamo
Sento una voce dietro di me -"Mi dispiace sono finiti i bicchieri,
e non ho avuto il tempo di mettere un avviso" Mi giro lentamente per
vedere che ha parlato. Una fitta allo stomaco mi prende come se qualcuno
lo stesse stringendo nel suo pugno. Il cuore ha un sussulto che poche volte
ho avuto nel vedere un uomo. Il bidello era li davanti a me continuando
a scusarsi.
Un ragazzo sui 27 anni poco piu' basso di me, capelli scuri corti, un
pizzetto velato, un paio di occhiali con una montatura fine incorniciavano
due occhi magnetici di un castano dove ci si poteva perdere nelle infinite
sfumature. E dal collo dalla maglietta era difficile non notare una discreta
peluria staccata dalla barba con un rasoio.
Rimango intontito per qualche secondo, mentre lui continua a scusarsi.
-"Non fa niente, non c'e' problema", gli rispondo con un gran
sorriso.
I miei occhi continuano a muoversi su di lui, soffermandomi sul particolare
del collo. Qualche secondo di silenzio, forse ha notato questa mia perquisizione
visiva.
-"Ciao, io sono Giuseppe e sono il bidello" mi dice porgendomi
la mano.
-"Piacere, Carlo" e stringo la sua mano. Una mano grande,
calda e morbida, con una forte stretta, accidenti sembra una tenaglia.
-"Hey, che stretta" dico io.
-"Scusa, non volevo farti male".
-"Ma no figurati"
-"Pratico Free-climbing e le mani devono rimanere incollate alla
roccia"
-"Beh, con quella presa potresti arrampicarti ovunque" anche
su di me pensai.
-"Vieni con me che te lo preparo io un buon caffe'"
Senza dire nulla lo seguii come un automa nella bidelleria. Bidelleria,
piu' che altro e' uno sgabuzzino con un tavolo un lavandino alcuni attrezzi
da elettricista e ovviamente scope e detersivi.
Giuseppe accende un fornelletto da campo e ci posa sopra una moka.
-"Chiudi pure la porta, la direttrice non vuole che accenda il
fornello, ma non mi piace il caffe' dei distributori"
-"Effettivamente e' pessimo, ma poi ci si fa l'abitudine"
rispondo io e continuo
-"La direttrice?"
-"Si, e' una zitella acida, in poche parole una rompi, ti dispiace
se mi cambio? Per questa sera ho finito."
-"Fai pure" rispondo, -"Non sapevo che il preside fosse
una lei"
"Qui sono l'unico uomo, tutto il corpo insegnanti e' formato da
donne" risponde Giuseppe sfilandosi lo spolverino blu. Tanto per tastare
il terreno gli butto li'-"Come si dice, beato tra le donne". Si
toglie la maglietta. Accidenti che corpo, due pettorali ben delineati ricoperti
da una peluria soffice che scende in una linea sul ventre teso lasciando
i fianchi lisci e puliti. Ancora una volta rimango ipnotizzato da quello
spettacolo e la sua risposta mi giunse come un eco lontano -"Dipende..."
Alzo lo sguardo e lui e' li che mi fissa, sento ancora nella mia mente
la risposta e balbettando chiedo -"C - come?" Si avvicina senza
dire nulla, mi prende la mano e io lo lascio fare, se la porta sul torace
e la passa sui peli.
Il calore del suo corpo e la morbidezza di quei peli non mi fanno capire
piu' nulla, sono eccitatissimo e lui lo sa. Tento di dire qualcosa ma lui
mi zittisce. Si avvicina e mi bacia, le nostre bocche si aprono e le lingue
cominciano a toccarsi, incrociarsi ed esplorare le nostre bocche.
Le sue braccia mi avvolgono e mi stringono a lui quasi da farmi mancare
il fiato e nel contatto sento il suo membro premere contro il mio fianco.
In un istante mi sfila giacca e camicia. Sento la sua lingua sul mio collo
e pian piano scende sui capezzoli che síinturgidiscono in un istante
e Giuseppe continua a lavorarmeli quasi fino a sentire dolore da quanto
si sono induriti. Si rialza e mi abbraccia, il contatto del suo torace villoso
con il mio mi fa impazzire, mi tuffo in quella foresta succhiandogli i capezzoli
sentendolo gemere di piacere.Impacciatissimo e preso dall'eccitazione fatico
a slacciargli i Jeans, ma finalmente ce l'ho fatta ed eccolo li che preme
contro lo slip ansioso di mostrarsi.
Lo assaggio attraverso il tessuto e le mie mani corrono sul culo sodo
e tra le cosce palpando i coglioni desiderosi. Gli sfilo gli slip, ed eccolo
duro e teso davanti al mio volto, stupendo, ha la cappella ricoperta dal
prepuzio ed io con la lingua comincio a giocarci. Scopro li glande e poi
lo ricopro, la mia lingua vortica tra il prepuzio e la cappella come in
un bacio con una bocca morbida e vellutata. Scendo con la bocca ad inumidire
tutta l'asta e arrivo a due bei coglioni pendenti e lisci senza peli, chissa'
forse se li depila pensai.
Ritorno sull'asta e me la infilo in bocca, Giuseppe comincia a muoversi
per fottermi, sento il cazzo che mi sprofonda nella gola e le palle che
mi sbattono contro il mento. Con una mano solletico il sacchetto delle
palle e con l'altra comincio ad insinuarmi tra le cosce per arrivare al
suo buco. Lo massaggio con il medio e pian piano sento che comincia a dilatarsi,
il dito entra caldo scivoloso.
La scopata nella mia bocca non si e' interrotta e tra poco avrei ricevuto
la mia dose di succo, infatti, dopo avergli infilato un secondo dito sento
le contrazioni dello sfintere e Giuseppe mi riempie la bocca di sborra ansimando
come un forsennato.
Mi alzo con l'intenzione di andare a svuotare la bocca, ma Giuseppe
mi ferma e mi bacia, forzandomi la bocca con la lingua facendo cosÏ
riversare tutto il seme nella sua. Ero eccitatissimo dalla situazione.
Giuseppe si stacca dalla mia bocca e si stende di schiena sul tavolo
e mi dice
"Ora prendimi".
Non me lo faccio ripetere due volte, mi inginocchio lecco e infilo la
mia lingua in quel buco morbido e caldo. Ecco ora e' pronto.
Punto la cappella sul buco scivoloso e in un attimo me la ingoia, mi
dice di fermarmi, forse gli sto facendo male, ma non vi dico la mia sorpresa
quando sento il suo sfintere rilassarsi e stringersi sul mio glande. Mi
stava spompinando con il culo. Era stupendo, non dovevo fare niente, starmene
li e sentire questa sua seconda bocca lavorarsi la punta del mio cazzo.
"Ora se vuoi puoi fottermi", ma grazie al pompino, dopo pochi
colpi stavo gia' per venire.
Sfilo il cazzo e lo riempio con un abbondante dose di sperma che ricade
sul suo corpo, intridendo il pelo del torace. Mi stendo sopra di lui ansimante
e appagato. Sento uno strano rumore, ma che cos'e'? La caffettiera, me ne
ero completamente dimenticato. Giuseppe ha lasciato la fiamma talmente bassa
che abbiamo potuto dedicare il tempo necessario al nostro godimento. Furbo
il ragazzo, aveva capito da un paio di occhiate che tipo ero e cosa volevo
da lui. Beviamo il caffe', buonissimo, e ci salutiamo consci del fatto che
ci rivedremo presto. Si perche' il corso di informatica l'ho fatto in quella
scuola, e ... visto che il servizio si e' rivelato ottimo, infatti, non
mi e' stato mai fatto mancare il caffe' dopo scuola, tutto sommato e' stato
un anno molto piacevole.
PS: Mi sono iscritto anche a tutti i corsi di lingue.
Hair Master
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