ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Nel buio di un bagno turco

Un racconto di Kumshot

Mi chiamo Alberto, vivo a Bologna, ho 28 anni e vi racconterò cosa mi successe 5 anni fa.

Per gli amanti delle discrizioni fisiche, sono un uomo bello robusto e peloso, e in questo somiglio molto a mio padre che a dire il vero è ancora più alto e massiccio di me e con ancora più pelo di me. Entrambi abbiamo una bella barba, nera io, brizzolata lui.

Fin da adolescente ho sempre saputo di essere gay, anche se ho fatto coming out solo tre anni fa, e con una ossessione per gli orsi.

Capirete quindi che turbamenti mi provocava vedere circolare in casa mio padre in mutande… mutande che poi appena possibile annusavo vogliosamente con sega annessa.

Ma torniamo a cinque anni fa.

Allora ero studente e pur vivendo in casa dei miei cercavo già di essere il più indipendente possibile aspirando ad andare a vivere per conto mio.

Non avevo molti soldi a disposizione e quindi mi permettevo di andare per locali solo raramente.

Quel sabato di giugno tuttavia avevo gli ormoni che ululavano più del solito e dopo pranzo decisi di andare nella sauna gay vicino casa a scaricare le palle.

Così, una volta lì, dopo essermi svestito e riposto i miei vestiti nell’armadietto, scesi le scale per andare nella zona della sauna e dei camerini.

Avevo già adocchiato un paio di manzi che mi attizzavano, ma non volendo bruciarmi subito il divertimento decisi di fare un giro nella jacuzzi.

Stavo per metter il piede in acqua, quando in lontananza vidi scendere dalle scale la figura inconfondibile di mio padre.

Preso dal panico (come detto sopra non avevo ancora fatto coming out), mi rifugiai nel bagno turco lì accanto a me.

La stanza era in una oscurità totale e evidentemente qualcosa non funzionava nella regolazione della temperatura della stanza perché era tutt’altro che calda come normalmente dovrebbe essere stata e senza vapore, ma, rischiando di dovere rimanere nascosto lì per un po’, a me andava benissimo così.

Dal fondo della bagno turco potevo vedere la porta d’ingresso e le sagome di chi entrava e usciva.

Mentre ero lì pensando a che cazzo ci facesse mio padre in sauna, ecco che la porta si spalanca e il chiarore che illumina ora debolmente il bagno turco viene oscurato dalla mole di un uomo alto e massiccio che attraversa la soglia e si chiude la porta dietro di sé.

Ovviamente avevo riconosciuto in quell’ombra mio padre e mi rintanai nell’angolo più buio della stanza non sapendo bene che fare, mentre il mio cazzo evidentemente lo sapeva benissimo perchè era in piena erezione.

Poco dopo sento una mano che mi tocca esplorando il mio corpo. Faccio lo stesso e immediatamente capisco di avere di fronte mio padre, nudo, con l’asciugamano sulle spalle come me.

Abbandono ogni remora e accarezzo quelle chiappe rotonde e pelose che sempre mi hanno turbato, gli succhio avidamente i capezzoli nascosti nella folta pelliccia per poi afferrare il suo cazzo duro come il marmo e iniziare a masturbarlo.

Ma lui ha altri piani; mi allontana la mano, si siede sulla panca in marmo che corre attorno alla stanza, mi fa girare verso di sé e ingoia il mio uccello. La mia eccitazione è incontenibile e malauguratamente gli vengo in bocca dopo pochi secondi.

Dopo avere ingoiato tutta la mia sborra, papà si alza, mi gira faccia al muro e, chinatosi, inizia a penetrarmi con la lingua facendosi largo fra i peli del mio culo.

Ora si alza, sento che sputa sulla mano e dopo avere lubrificato il suo cazzo me lo infila in una sola spinta in culo.

Emetto un gemito reppresso dalla mano di mio padre che mi tappa la bocca, mentre continua a incularmi con una foga animalesca.

Non ci vuole molto perché venga anche lui: sento i suoi copiosi fiotti di sperma che mi riempiono l’intestino e dopo che si sfila dal culo, percepisco i rivoli di sborra che colano lungo le mie gambe.

Adesso siamo uno di fronte all’altro, papà mi stringe a se e mi infila la lingua in bocca: le nostre barbe si intrecciano e rimaniamo avvinghiati godendo del contatto dei reciproci corpi.

Poi dopo una pacca sul culo si allontana e esce dal bagno turco mentre io rimango fermo imbambolato da tutto quello che è appena successo e che mai avrei pensato potesse succedere.

Non potendo fare altrimenti, dopo un po’ uscii anch’io cercando di coprire il viso con l’asciugamano, come se mi stessi asciugando la testa, per non farmi riconoscere nel caso avessi incontrato mio padre.

Per fortuna riuscii a raggiungere lo spogliatoio senza incontrarlo, e dopo avere preso le mie cose mi chiusi in bagno per rivestirmi per poi uscire rapidamente dalla sauna per andare a casa a farmi una doccia, anche se avrei voluto tenere per sempre lo sperma di mio padre su di me.

La settimana trascorse tranquilla con mio padre assolutamente sereno, segno che non mi aveva riconosciuto in sauna.

Il sabato successivo, con la scusa di vedermi con degli amici, subito dopo il pranzo con i miei, uscii e mi precipitai in sauna con la speranza di avere un’altro incontro ravvicinato con papà.

Col cuore palpitante per l’aspettativa e per l’eccitazione entrai nuovamente nel bagno turco che evidentemente era mantenuto a una temperatura più bassa del dovuto per poterlo utilizzare come dark.

Non dovetti aspettare molto, dopo circa una ventina di minuti l’inconfondibile sagoma di mio padre si stagliò all’ingresso della sauna e presto le sue mani furono su di me e la sua bocca contro la mia con le nostre lingue che si intrecciavano.

Mi inginocchiai e cominciai a succhiare il suo cazzo, ma dopo qualche secondo lui si girò e mi ritrovai col suo culo peloso contro la mia faccia con le sue mani che divaricavano le natiche.

Affondai la faccia in mezzo alle sue natiche beandomi dell’intenso odore che esalava dalla foresta di peli che circondavano il buco del suo culo.

Con la lingua lubrificai l’ano e dopo avere sputato sul cazzo mi tirai su e premetti con la cappella contro il suo orifizio, incerto se mi avrebbe lasciato continuare con l’opera di penetrazione.

Ma i suoi mugugni erano chiaramente un invito a scoparlo, cosa che feci con una foga bestiale travolto dalla libidine incontrollabile che l’idea di inculare mio padre mi scatenava.

Tanta era l’eccitazione che venni dopo poche spinte, ma neanche il tempo di tirare fuori l’uccello dal suo culo che papà mi spinse faccia al muro e mi inculò brutalmente a sua volta senza alcun preambolo.

Se possibile era ancora più infoiato di me, mi fotteva grugnendo di piacere con affondi poderosi che mi sbattevano contro il muro e mi spaccavano il culo.

Alla fine dopo avermi trapanato ben bene, mentre mi inondava il culo di sborra, venni nuovamente e copiosamente anch’io: la bocca di uno sconosciuto che si era inginocchiato sotto di me raccolse avidamente i fiotti di sperma che il mio cazzo emetteva con potenti raffiche.

E così ci ritrovammo nuovamente abbracciati, con i culi gocciolanti sborra e i cuori che battevano ancora all’impazzata nei nostri petti.

Mentre ci baciavamo, esausti ma appagati, le mani carezzavano le rispettive pellicce con gesti pieni di tenerezza.

Restammo così per una decina di minuti che per me furono paradiso: i miei più inconfessabili desideri erano diventati realtà e tutto quello che desideravo adesso era potere godere di quell’abbraccio per tutta la vita.

Ma poi lui si distaccò da me e dopo la solita pacca sul culo uscì dal bagno turco.

Io dopo avere aspettato un po’, uscii e corsi su come la volta scorsa riuscendo a tornarmene a casa senza che papà mi vedesse.

Nonostante il desiderio di scopare ancora con lui mi bruciasse ancora dentro, capii che non potevo ulteriormente sfidare la sorte e che continuando a ad andare in sauna presto o tardi papà avrebbe scoperto l’identità del suo misterioso amante.

Così quella fu l’ultima volta che godetti del suo corpo e del suo cazzo: la mia ossessione per mio padre mi ha portato da allora a ricercare sempre orsoni che gli somigliassero il più possibile e a masturbarmi annusando le sue mutande intrise dei suoi umori dopo una giornata di lavoro quando le metteva nel cesto della biancheria sporca.

Passarono gli anni. Andai via di casa e feci coming out con i miei che non furono minimamente turbati dalla notizia.

Mio padre un anno dopo si separò da mia mamma conscio che la sua voglia di cazzo non era una “fase” di passaggio e che per onestà e amore nei riguardi di sua moglie non poteva continuare a mentirle.

Mamma da allora si è rifatta una vita con un altro uomo che paradossalmente somiglia tantissimo a papà (e che per me è un piacere andare a trovare…) mentre papà è ancora single.

Ieri mentre chiaccheravamo delle rispettive situazioni sentimentali, mio padre mi disse di non avere ancora incontrato un uomo con il quale condividere la vita.

Solo una volta cinque anni prima, mi confessò, aveva avuto un paio di incontri nell’oscurità di un bagno turco con un uomo sconosciuto, massiccio e pelosissimo, che non aveva mai viso in volto e con il quale non aveva scambiato una parola ma con il quale aveva avuto il sesso più selvaggio e appagante della sua vita.

Un uomo il cui ricordo  ancora adesso lo turbava e che dopo i primi due incontri avrebbe voluto conoscere al di fuori della sauna, per potergli parlare, condividere interessi e forse anche l’esistenza.

Purtroppo nonostante avesse continuato a visitare per mesi il bagno turco di quella sauna, sperando di incontrarlo nuovamente, non lo aveva più visto…


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

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